Lo saluto con un suo brano cantato da un'altra artista che ci ha lasciato , e stavolta la poesia vince sulle amarezze quotidiane o gli amori di una notte...
domenica 31 marzo 2013
Ancora qui a salutare qualcuno...
pubblicato da
stefano a
Lo saluto con un suo brano cantato da un'altra artista che ci ha lasciato , e stavolta la poesia vince sulle amarezze quotidiane o gli amori di una notte...
sabato 30 marzo 2013
pubblicato da
SalvoG
Un abbraccio augurale a tutti
pubblicato da
jazzino
Circa tre minuti di benessere dedicati di cuore a tutti voi !!!
Figlio che sei lontano
pubblicato da
stefano a
Il reverendo ne ha fatta un'altra delle sue : mi ha coinvolto in una delle nostre collaborazioni a distanza inviandomi un testo e un canovaccio su cui sviluppare questa bellissima canzone.Bellissima fino a quando non l'ho cantata io , ma tant'è...Il testo , davvero ispirato , attinge a piene mani al vissuto , i figli che crescono e volano via , lontani dal nido , volando con le proprie giovani ali. E si soffre , anche se poi l'orgoglio di veder crescere forti e decisi i propri cuccioli bilancia un po' le cose. E in questi giorni , nel mio piccolo , stavo provando le stesse cose , il figliolo adolescente che parte per la neve con lo zio ( e sulle montagne di max , oltretutto ) , cercandoci il giusto , sempre poco per noi. E cantando non mi vergogno a confessare che ho dovuto soffocare il groppo in gola , e forse si sente in qualche punto. Però il pezzo mi piace , sembra uscito da Rimini , anche se accostare la mia voce a quella del Faber è un sacrilegio , ma l'arrangiamento merita la citazione.Il reverendo , oltre al missaggio e la composizione , ha suonato la chitarra acustica , le spazzole , le tastiere e ha fatto i cori , io oltre a cantare ho messo il basso e la seconda acustica che fraseggia.
Stavolta sono molto orgoglioso della creatura , un altro figlio che regaliamo al mondo e camminerà da solo nel cyberspazio , sperando che anche lui si ricordi sempre un po di noi ...
Stavolta sono molto orgoglioso della creatura , un altro figlio che regaliamo al mondo e camminerà da solo nel cyberspazio , sperando che anche lui si ricordi sempre un po di noi ...
venerdì 29 marzo 2013
All Shook Up (sono scosso... am)
pubblicato da
perrynason
Mi sono imbattuto in questo pezzo di Ry Cooder, cover di una canzone di Elvis. Faceva da sigla a un vecchio programma, forse radiofonico, di cui non ricordo il nome. Roba del giurassico, ma mi ricordo che mi piaceva un sacco e non ho resistito alla tentazione di rifarlo. Insomma una cover della cover, però tutta in acustico (e come se no?!). E' stata una sfida perché mi ha costretto a suonare in vari modi che non pratico quasi per niente, primo tra tutti lo slide. Non avevo il bottleneck, ma in un cassetto c'era un vecchio manicotto di ottone gigantesco, roba che ci infilavi tre dita alla volta, così mi son messo la Cort da battaglia sulle ginocchia e l'ho usata stile weissenborn. Accordatura... boh! Aperta inventata sul momento (non ne so una cippa!). Poi la triplo zero in strumming e la fida biondina con le meches in fingerstyle. Ci volevano anche i cori, ma non mi son fatto mancare niente e ho fatto pure quelli, alè. Insomma ci è venuta una discreta marmellata, ma è un momentaccio e avevo bisogno di distrarmi un po'. Ah, la batteria: timpano e rullante, con le spazzole, registrati a scuola al termine della mattinata. Due take perché sul finale della prima è entrata la bidella, proprio quella che non fa mai una mazza, "prof posso pulire?". Ecco, brava, che tempismo!
giovedì 28 marzo 2013
La tengo o non la tengo... questo è il problema!
pubblicato da
sepp
Ho tra le mani una chitarrina acustica, non ho ancora deciso se tenerla o no.
Non vi dico né prezzo, né marca, ditemi solo che ne pensate.
Ha anche un piezo, ma non l'ho utilizzato per registrare perchè mi manca il jack-cannon, quindi ho utilizzato il mio modestissimo mic della Shure, in entrata nel mixerinoinoino (eq. flat) e poi dritto nella scheda audio.
Nessun effetto aggiunto dopo.
Ho suonato giusto qualcosina per farvela sentire.
Che faccio la tengo?
Non vi dico né prezzo, né marca, ditemi solo che ne pensate.
Ha anche un piezo, ma non l'ho utilizzato per registrare perchè mi manca il jack-cannon, quindi ho utilizzato il mio modestissimo mic della Shure, in entrata nel mixerinoinoino (eq. flat) e poi dritto nella scheda audio.
Nessun effetto aggiunto dopo.
Ho suonato giusto qualcosina per farvela sentire.
Che faccio la tengo?
Il paziente piemontese..
pubblicato da
Gianfranco Barbiè
Ciao Cookers.. martedì sono stato operato di ernia e non pensavo di attraversare il calvario che sto vivendo.. Con i tagli alla Sanità fan tutto in day hospital e ti mandano a casa con due bustine di paracetamolo..
Mi dedico questa canzoncina e vi saluto tutti.. e spero.. a presto !!
Gian
mercoledì 27 marzo 2013
Francesco Loccisano.........Kaos in Progress
pubblicato da
Mimmo Marracino
Vi ho già parlato di Francesco Loccisano, non lo conosco di persona ma l'ho conosciuto in rete, ho postato altre sue cose su Accordo, ma credo che meriti uno spazio anche qui su Fingercooking, anzi l'ho pure invitato a venirci a trovare, primo perché è un'ottimo chitarrista, secondo perché si occupa della Chitarra più italiana che ci sia, ovvero della chitarra battente, sarebbe un bel fiore all'occhiello di fingercooking, non trovate? Un ragazzo Calabrese, che onora la sua terra e la nostra nazione, è stato anche ospite in una trasmissione di Maurizio Costanzo, insomma uno bravo davvero!!!
P.S. siccome il motore di ricerca video non trovava questo video, vi allego il link, ed aggiungo altri video di Francesco
http://www.youtube.com/watch?v=3k4xo6vmnEI
http://www.youtube.com/watch?v=3k4xo6vmnEI
Il fantasma del palcoscenico
pubblicato da
stefano a
Per la mia generazione , o perlomeno per tutti quelli che conosco io , questo film è diventato un cult.
Brian DePalma è un signor regista , e la colonna sonora , unita alla trama arcinota della svendita dell'anima , hanno creato un'opera che , seppure di nicchia , resta un caposaldo.Se qualcuno di voi ha amato questa pellicola come me , faccio un indegno omaggio con una versione acustica del tema del film. Nell'originale è il piano a farla da padrone , qui accontentatevi della mia Aria e della mia voce sgarrupata. Ma come davanti ad un falò , se la sapete (anche inventando come faccio io eh eh ) cantate insieme a me , strenuo difensore del chitarrismo da spiaggia. Lo so che abbasso il livello del blog , ma mi dovete sopportare.
Nel film c'è anche una versione hard rock della stessa fatta da beef , molto divertente...quella che faremo nel prossimo rock in movies 2
Cole Clark Angel
pubblicato da
stefano a
Le Fat lady , ciccione australiane , mi piacciono parecchio ed hanno affollato i miei impulsi da acquisto per mesi , ma una certa pigrizia e l'età che avanza mi stanno sempre più spingendo verso chitarre dal body più contenuto , e quello che si perde in volume e basse frequenze , si guadagna in equilibrio e maneggevolezza.
Per questo ho scoperto , nel mio girovagare senza meta prefissata , le sorelline slim delle fat lady , le Angel.
Qui le specifiche della casa madre : http://www.coleclarkguitars.com/product_angel.asp
Invece di seguito alcuni video dimostrativi abbastanza esaurienti dove mi sembra che il doppio sistema di amplificazione on board renda egregiamente giustizia , e in maniera naturale , alla voce della Angel.
Chitarra sicuramente votata ai palchi anche se non delude neanche suonata sul divano di casa suonando con gli amici o da soli , riuscendo ad essere presente e intellegibile nelle frequenze medio/alte ma con i bassi mai pastosi che fanno il loro dovere.Poi , il gusto personale sul suono e l'estetica farà la sua parte...
Una rapida occhiata in giro dimostra che , come spesso accade , non la si trova facilmente lungo i negozi della nostra penisola , il teutone la vende a circa 1700 euro.
Ultima cosa , il modello del video differisce da quello ora in catalogo (salta agli occhi la rosetta ) ma è stato pubblicato quasi 4 anni fa. Ci sono test più aggiornati con il modello nuovo , ma per completezza questi mi sembravano più adeguati.
Eliche di aeroplani
pubblicato da
Mr_Pone
Non so quanti di voi siano mai stati in colonia da bambini: spero, e credo, pochi.
Triste ricordo di altre epoche quando le famiglie non potevano permettersi le vacanze estive. Interveniva allora quello che era lo "stato sociale" e provvedeva, in qualche modesta misura, a fornire la vacanza al mare ai più piccoli. Mio padre era dipendente statale e io andavo alla colonia "elioterapica" dell'Enpas, così il burocratese della domanda da inoltrare, la definiva. Ho cominciato ad andarci che avevo 7 anni ed era il 1956.
Diciamo subito che era una specie di carcere minorile: d'altra parte i metodi, la prassi seguita, erano ancora quelle del periodo fascista: alzabandiera alle sette di mattina, organizzati in squadre e plotoni, colazione in un assordante refettorio, lunghe passeggiate coatte in fila per due controllati da una coppia di "signorine": una in testa e una in coda. Non mancava, in qualche disgraziato caso, perfino il saggio ginnico finale alla presenza di qualche compiaciuto ispettore Enpas. A noi! Alalà! Vincere!
Oggi, quando sento qualcuno rimpiangere questi metodi educativi, che dovrebbero formare uomini dalla schiena diritta, mi viene solo voglia di mollargli un cazzotto sui denti...pezzo di imbecille fascista.
Ma vengo alle eliche.
Goffi e vergognosi di farci vedere dagli altri ragazzini più fortunati, con la nostra divisa da piccolo deportato (zoccoli di legno, grembiulino a quadretti di colore celestino, cappelluccio bianco) durante queste "passeggiate" raccoglievo da terra gli stecchi dei gelati che a noi, incomprensibilmente, non era permesso mangiare e camminando li sfregavo lungo i muri delle case. Da un lato e dall'altro, incrociati, fino ad ottenere una piccola elica. Poi facevo un forellino al centro e con un pezzettino di filo di ferro era pronta la girandolina da portare in spiaggia (non c'erano altri giochi. Non una palla, non una corda, non una paletta...niente).
Nelle lunghe ore vuote passate in spiaggia sotto il tendone a righe, la guardavo girare al vento la mia piccola elica, proprio come se volesse spiccare il volo e andarsene via da quel posto...
Andai alla colonia estiva per 3-4 anni e e tutte le volte che ritornavo a casa, mia madre mi guardava stranita perchè, come un piccolo soldatino, dopo alzato mi rifacevo il letto a "cubo".
Passarono gli anni e queste esperienze infantili si sedimentarono senza mai abbandonarmi.
Mia moglie ed io, quando si va a fare un giro al mare, scegliamo una spiagge libera, tra quelle poche che ancora resistono. Quelle dove non c'è niente, disseminate di rottami e pezzi di legno approdati chissà quando sulla battigia, bianchi di sale e consumati dalle onde. E silenzio.
Ancora adesso, piantato l'ombrellone e sistemate le sedie, mia moglie apre un libro e io me ne vado in giro bighellonando tra i rottami alla ricerca di qualche pezzetto di legno che attiri la mia attenzione per forma e colore. Con il mio coltellino sempre al seguito, sbozzo una, due eliche e poi le sistemo su un pezzo di canna piantata nella sabbia e rivolte al vento...e loro girano, girano per tutto il giorno. Sembrano sempre sul punto di spiccare il volo, verso la linea dell'orizzonte alla fine del mare...
Poi arriva il momento di tornare a casa. Tiro su sedie e ombrellone ma le eliche le lascio sempre lì a girare nel vento. Forse, nei giorni successivi, passerà qualche bambino e, nonostante sia abituato a ben altri intrattenimenti, se le prenderà, stupito dalla povertà e dalla semplicità del gioco. Chissà...si chederà, qualche altro bambino le avrà costruite (un adulto no, non può dedicarsi a simili sciocchezze)...mai più immaginando che è stato un vecchio-bambino a farle per soddisfare un proprio antico impulso. Uno che talvolta, nonostante tutto, si sorprende ancora a sognare ad occhi aperti dietro ad una girandola.
Questi i luoghi:
Questa è nata in garage, ma finirà comunque su qualche spiaggia.
martedì 26 marzo 2013
Ballata Manouche-sepp
pubblicato da
sepp
Ci ho provato anch'io...consapevole di non essere un jazzarolo!
Mah! Lambert che te ne pare?
"chicca" del mattino
pubblicato da
jazzino
Il "comping" è il termine utilizzato per descrivere, nella musica jazz, quello che altrimenti chiameremmo "accompagnamento".
Il chitarrista solitamente, o almeno così è nell'immaginario di molti, è quello che deve correre sulla tastiera a sciorinare "licks" ad altissima velocità ........ fortunatamente ....... non è così! .... anche se in molti "siti" si fa di tutto per convincerci del contrario.
L'aspetto più complesso e difficile dello sviluppo di una matura musicalità nell'improvvisazione è il Fraseggio, ovvero l'arte di organizzare suoni in enunciati svolti nel tempo ed identificabili per mezzo di aspetti ritmici, melodici e stilistici.
Una delle più evidenti carenze della media dei chitarristi è un frequente limitato vocabolario armonico, nonchè un insufficiente capacità di utilizzo dei voicings degli accordi noti.
Così mi sono immaginato nel futuro come ........... il signore nel video che segue ...........
Il chitarrista solitamente, o almeno così è nell'immaginario di molti, è quello che deve correre sulla tastiera a sciorinare "licks" ad altissima velocità ........ fortunatamente ....... non è così! .... anche se in molti "siti" si fa di tutto per convincerci del contrario.
Se ponessimo un pianista, con qualche anno di studio di livello intermedio, di fronte a 16 misure dello stesso accordo vedremmo, con molta probabilità, uno sviluppo armonico dell'accompagnamento ricco di movimento: varietà di voicings, sviluppo di accordi/scale, buona conduzione delle voci, sostanzialmente una variegata ed interessante attività armonica. Un chitarrista con più anni di studio, nella stragrande maggioranza dei casi, mostrerebbe una sorta di paralisi armonica, limitando il proprio accompagnamento a pochi voicings, spesso sconnessi dal punto di vista dello spostamento delle voci.
Da un mese circa mi sto interessando a questo aspetto ed ho avuto modo di ascoltare quello che è considerato il padre del "comping" in situazioni di Big-Band (Freddie Green); sono arrivato alla seguente conclusione : " avere conoscenze armoniche per realizzare un buon "comping" .........non ha prezzo!"Così mi sono immaginato nel futuro come ........... il signore nel video che segue ...........
lunedì 25 marzo 2013
Alessandro Sipolo
pubblicato da
stefano a
E' un po' che nelle mie ricerche musicali sul tubo , oltre al random che porta a volte frutti inaspettati , aggiungo come parola chiave "nuovo", E' una parola che in realtà spesso non porta a niente , straabusata e spesso fuorviante , ma sono stufo di raggomitolarmi sui soliti artisti e cerco , speranza mai doma , una rinascita anche nella musica.
E girando girando , mi imbatto in questo cantautore non ancora trentenne ma dalla voce profonda , evocativa nel timbro (gli accostamenti vengono naturali...) e nei testi.Leggendo la sua biografia sul suo sito apprendo che questo brano , incluso nel suo album d'esordio , lo ha scritto al liceo.Ma allora i giovani non sono tutti corrotti dai videogiochi edai reality show , e un po' il cuore mi sorride.
Niente di nuovo , anzi , ma l'eleganza di questa musica è eterna , tutta condita dalla voce e da strumenti acustici come una classica , un bouzuki , un cajon.
A me piace , ma sono un dinosauro e mi rendo conto che i suoi coetanei continueranno ad ascoltare mengoni e lady gaga , però...
E girando girando , mi imbatto in questo cantautore non ancora trentenne ma dalla voce profonda , evocativa nel timbro (gli accostamenti vengono naturali...) e nei testi.Leggendo la sua biografia sul suo sito apprendo che questo brano , incluso nel suo album d'esordio , lo ha scritto al liceo.Ma allora i giovani non sono tutti corrotti dai videogiochi edai reality show , e un po' il cuore mi sorride.
Niente di nuovo , anzi , ma l'eleganza di questa musica è eterna , tutta condita dalla voce e da strumenti acustici come una classica , un bouzuki , un cajon.
A me piace , ma sono un dinosauro e mi rendo conto che i suoi coetanei continueranno ad ascoltare mengoni e lady gaga , però...
domenica 24 marzo 2013
Spaghetti allo scoglio (sabbioso dell'Adriatico)
pubblicato da
Mr_Pone
Il primo ingrediente assolutamente necessario è il pesce fresco.
Io preferisco rinunciare alla coreografica presenza di scampi, mazzancolle e gamberi che so essere, nove volte su dieci, decongelati e scegliere il più modesto pescato dell'adriatico: cozze, vongole (ma solo se siete certi che non hanno sabbia), gallinelle, qualche occhiatina, granchi.
Sono pesci più economici, perchè magari spinosetti, ma saporosi e certamente freschissimi.
Per capire quando il pesce è fresco annusatelo: deve avere il profumo del mare, leggero, fresco e delicato. Se odora troppo pesantemente o, peggio, si sente un vago sentore di ammoniaca...è una schifezza.
Se proprio le spine vi danno fastidio, a metà cottura potete sempre tirarli fuori e dargli una spinatina.
Pulire il pesce e, se ci sono molte teste e scarti, metteteli a bollire in una pentola d'acqua. Una volta filtrata, e aggiunto il sale, andrà benissimo per cuocervi gli spaghetti.
In una ampia padella si mette olio di oliva, aglio ad imbiondire appena, il pesce, i granchi tagliati a metà, le cozze, le vongole. Si sfuma con mezzo bicchiere di vino bianco. Si aggiunge qualche cucchiaio di passata di pomodoro per fare un poco di rosso, pomodorini a pezzi e da ultimo prezzemolo tritato grossolanamente, ma tenetene un poco da parte. Non mettete il sale, ci penseranno le cozze quando si aprono. Per chi lo gradisce, aggiungere il peperoncino. Ma a me piace anche il pepe macinato sul piatto in tavola.
Gli spaghetti tenuti al dente, una volta scolati, finiscono la cottura nella padella, dove li farete saltare per insaporirli nel sughetto. E per le quantità? Fate conto che per ogni commensale ci vorrà una gallinella, una decina di cozze, il doppio di vongole, un paio di mezzi granchi. Se ne avete di più, sarà un piatto più ricco, se ne avete di meno, ciccia...si fa con quello che c'è che tanto è buono comunque.
Prima di portare in tavola spolverare con il prezzemolo tritato.
Lo stile di Robert Johnson
pubblicato da
Sandro Agostini
Vi propongo questo piccolo esercizio in Open D tuning, ovviamente è preferibile se eseguito in acustico, sullo stile di Robert Johnson, la ripresa è fatta dal cellulare di un mio allievo, scusate quindi la qualità.
il video credo chiarisca meglio la tecnica :
Buongiorno e sveglia
pubblicato da
stefano a
E quando dico sveglia lo dico anche in senso figurato , ieri è passato senza lasciare un post , e non si fa , fratelli , non si fa...E allora posto di nuovo io , l'ultimo dei quattro moschettieri , Stephen Stills . Il più sobrio , sempre nelle sue camicette stirate , quello con più tiro ,con la voce più grintosa ,e forse , alla fine della fiera , il più bravo con la sei corde. Buon ascolto gente :-)))))
venerdì 22 marzo 2013
Proprio in mezzo agli occhi
pubblicato da
stefano a
Giornata massacrante , visto che il lavoro latita me lo invento e così ho rimesso a posto un pavimento in giardino e quindi carica e scarica sacchette di sabbia e cemento , scava , solleva , insomma sono un uomo morto !
E allora una cosa semplice semplice , chitarra e voce , una romantica ballata hyppie piena di speranza di Nash che soleva cantare in duetto con il fido crosby.Ho anche voluto provare a caricare il video direttamente dal computer senza passare per il tubo : la prima volta il file era troppo pesante è non ce l'ha fatta , ora proviamo con il formato lo-fi per le mail. Se andrà a buon fine vedrete il video ,e se la sua qualità tecnica , aldilà della mia performance , è soddisfacente . Altrimenti non vi perdete nulla eh eh eh
E allora una cosa semplice semplice , chitarra e voce , una romantica ballata hyppie piena di speranza di Nash che soleva cantare in duetto con il fido crosby.Ho anche voluto provare a caricare il video direttamente dal computer senza passare per il tubo : la prima volta il file era troppo pesante è non ce l'ha fatta , ora proviamo con il formato lo-fi per le mail. Se andrà a buon fine vedrete il video ,e se la sua qualità tecnica , aldilà della mia performance , è soddisfacente . Altrimenti non vi perdete nulla eh eh eh
Superloco postò
pubblicato da
Mr_Pone
Superloco ha postato questo bellissimo giro di accordi e io, in piena libertà ci ho suonato sopra..forse ho fatto anche qualche cappella perchè l'ho provato solo un paio di volte e poi via...a ballare abbracciato alla mia bella.
INCERTE CONCLUSIONI.......
pubblicato da
Mimmo Marracino
Questo è un mio nuovo pezzo, il titolo è provvisorio, perché l'ho inviato a Stefano per lavorarci su, ( ma chiunque di voi si vuole accodare è ben accetto), Il pezzo l'ho suonato in accordatura Open: CGCGCD, e l'ho registrato con la Ovation mandata sullo ZOOM Ps04, senza equalizzare lo ZOOM, ma usando l'equalizzazione della chitarra, poi la traccia l'ho passata su Audacity, ed ho aggiunto solo un pochino di Chorus. Avrei voluto linkare la traccia in modo da poterla avere subito disponibile su Fingercooking, ho chiesto anche aiuto a Max, ma siccome che so gnucco, nun ce so riuscito HAHAHAHA!!! per cui vi allego il link della pagina dove si trova la traccia..... ma com'è che so così!?!?!! ;-)))
P.S. noto con piacere che qualche Fingercooker, mi è venuto in soccorso, ed ora la traccia è visibile e cliccabile, Credo che l'aiuto sia venuto dal Reverendissimo MrPone...sbaglio? ;-)))
INCERTE CONCLUSIONI by Marracino
P.S. noto con piacere che qualche Fingercooker, mi è venuto in soccorso, ed ora la traccia è visibile e cliccabile, Credo che l'aiuto sia venuto dal Reverendissimo MrPone...sbaglio? ;-)))
INCERTE CONCLUSIONI by Marracino
Razza Cogliona
pubblicato da
Aldo Valeri
Non so cosa ne pensiate voi, ma il ritorno dei marò in India è l'ennesima figura di merda tre gli altri milioni di figure di merda che l'Italia, intesa come nazione, ha collezionato dalla caduta dell'impero romano ad oggi.
Io mi sono fatto questa idea:
1) Tutti sanno che gli innocenti pescatori indiani che incrociano al largo le rotte delle grandi navi, in realtà sono pirati travestiti da pescatori. Non ci credo che dei militari si siano divertiti a fare il tiro a segno per svagarsi un po'.
2) Tutti quelli che lavorano REALMENTE sanno che l'Italia attualmente ha commesse ENORMI aperte con China, Brasile e India.
Solo i nostri politici, prima per fare i gradassi fanno il colpo di mano, poi però cadono dal pero quando qualcuno che vive nel mondo reale gli ricorda che facendo incazzare gli Indiani (non i pelle rossa...) si rischia di perdere commesse per milioni e milioni di euro. Io per esempio so che, almeno fino a quando lavoravo, FIAT aveva con TATA interessi in comune enormi.
FIGURA DI MERDA MONDIALE quindi, per una questione diplomatica gestita male da subito perchè, la razza cogliona non ha avuto i coglioni per chiarire immediatamente che quei pescatori non erano pescatori ma PIRATI e poi per aver fatto i gradassi prima, per sgonfiarsi come ciambelle poi.
Il problema è che la figura di merda non l'hanno fatta solo LORO i politici, ma di riflesso pure noi tutti.
giovedì 21 marzo 2013
Fingercooking: Storia della cucina piemontese: I tumin eletric
pubblicato da
Aldo Valeri
I Tumin Eletric:
Nela carrello degli antipasti non può mancare "L'tumin eletric" semplicissimo da preparare, ma difficilissimo da spiegare, cos'è l'tumin eletric? Beh... letteralmente sarebbe formaggio molle in salsa piccante, ma se invece vogliamo spiegare cos'è "l'tumin" diventa gia più difficile.
Detto che i termini dialettali sono sovente intraducibili, l'tumin o, formaggio molle, può esser anche tantissime altre cose tra cui, uno sberlone. Ades t'ficu n'tumin (adesso ti du una sberla) può avere come similitudine la pizza romana: mò te do na pizza n'faccia, oppure: mò t'amollo na pizza, e la pizza in questo caso non è una margherita ma un ceffone, però bonario, non dato con cattiveria, quasi amichevole tantè che rimane sempre a livello di manaccia più scherzosa che altro.
E qui entriamo nel magico mondo dell'ironia sabauda, un'ironia mai sopra le righe, ma sempre sottilissima, l'tumin eletric di fatto è gia di per se un termine che fa ridere perchè per eletric (elettrico) si intende qualcosa di piccante. Va subito chiarito che la pietanza più piccante che si può trovare su una tavola torinese, farebbe letteralmente scoppiare dal ridere qualunque calabrese, ma tantè.
Epperò quassù da noi, il piccante è anche quello misurato, mai eccessivo, molto sabaudo...
Ingredienti:
1) una confezione di tomini (formaggio molle), non so che tipo di formaggio sia, qua da noi è diffusissimo, altrove è introvabile, quindi se qualche piemontese di Fingercookin mi aiuta è meglio.
2) aglio prezzemolo, olio, peperoncino e concentrato di pomodoro
Disporre i tomini (tagliati in piccoli cilindri) in una terrina, a parte tritare aglio e prezzemolo, mescolare il tritato con la conserva e il peperoncino (a piacere) cospargere la superfice superiore di ciascun tomino con la salsa ottenuta col battuto, immergere il tutto in olio d'oliva.
Questa è una delle mille ricette per fare i tumin eletric.
L'tumin eletric era anche diffusissimo nei nostri pub, le cosidette "piole" dove i lavoratori usciti dalla fabbrica si ritrovavano per un quartino di vino spesso accompagnato da un tomino e due anciue al verd, la famosa "merenda sinoira" (merenda prima di cena) e dove si cantava e suonava la chitarra. Era un piccolo mondo antico che ovviamente non c'è più, io stesso ne ho sentito solo parlare da mio padre, ma non l'ho vissuto direttamente se non di striscio. Di quel piccolo mondo antico carico d'ironia, l'alfiere per eccellenza è stato Gipo Farassino, di cui allego l'Mp3 (purtroppo il video dello spettacolo è introvabile) della celeberrima "Serenata ciucatuna" (serenata ubriaca o dell'ubriaco) un pezzo che per tutti i torinesi sopra gli anta è un vero e proprio must.
Bisogna quindi ascoltandola, immaginare una piola con un piccolo palco su cui Gipo intona questa canzone recitata.
E' la storia di un giovane innamorato che annega nel vino il dispiacere per la sua bella che ha deciso di lasciarlo per sposare un altro. Cacciato dalla piola ch sta per chiudere, vaga nella notte per la città incontrando prima un metronotte, poi un passante, poi litiga con la statua di Carlo Alberto, infine incontra una prostituta.
Questo pezzo è comunque L'ESEMPIO per antonomasia della canzone popolare piemontese.
Qui si capisce immediatamente quali e quante siano le differenze, se a Roma ci sono gli stornelli che cantano l'amore e le bellezze della città, se a Napoli si canta il sole e il mare e l'amore in tutte le sue forme, se in quasi tutte le regioni la canzone polare è legata a questi temi sentimentali, da noi no, la canzone popolare è sempre riferita al lavoro.
Il lavoro, simbolo di forza, virilità, mascolinità.
Difatti la canzone fisce con il nostro ubriaco che si danna l'anima perchè non riesce a capire come mai, non sa capacitarsi del perchè la sua bella abbia deciso di lasciare lui, un capotornitore, lui l'orgoglio del III° reparto della Fiat Mirafiori, per un ORRORE!!! un saldatore, uno che oltretutto salda a stagno... ecco qui c'è tutto il mondo di una Torino che oggi non c'è più.
Credo che la canzone se pur dialettale sia comprensibile, anche perchè, e qui altra ironia, le parti in dialetto sono mischiate con parti in un italiano con forte accento piemontese, credo che sia uno dei pezzi più divertenti di Gipo e ne valga la pena ascoltarlo per farsi due sane risate.
Sua Maestà l'Aceto Balsamico Tradizionale
pubblicato da
Mr_Pone
E' abbastanza diffusa nelle famiglie modenesi la tradizione di tenere nel sottotetto di casa la batteria di botticelle per l'aceto. Ogni botticella ha dimensioni digradanti ed è di un legno diverso: castagno, rovere. gelso. frassino. ciliegio e ginepro. Ogni essenza conferisce al prodotto il suo contributo di profumi.
Le botticelle, anche da nuove, costano un occhio della testa, ma più sono vecchie e più hanno valore (mi ricorda qualcosa...) Ecco allora che l'intera batteria passa di padre in figlio e guai a scompagnarla! Essa rappresenta un po' lo spirito della famiglia nel tempo. Alcuni proprietari hanno botti talmente vecchie e cadenti che, piuttosto che disfarsene, vengono inglobate nella nuova botte che viene costruita sopra la vecchia. La famiglia Fini per esempio, aveva (ed ha) botti "stratificate" che avevano subito più e più volte questa operazione. Alla fine la quantità di aceto era quella contenuta nella piccola botte più interna, pluricentenaria.
Tutto nasce dalla bollitura del mosto d'uva. Come in tutte le passioni, anche qui ci sono gli estremisti che pretendono un fuoco rigorosamente di legna e snobbano il più pratico fornello a gas. In questa fase il mosto si riduce, il fruttosio si caramella. L'operazione, assumendo contorni un po' magici e decisamente pagani, deve durare una notte intera e oltre. Guai a farlo se non c'è la luna giusta o se per caso c'è una figlia mestruata in casa..va tutto a puttane. Che ci volete fare? Qui c'erano i Celti con le loro misteriose pratiche druidiche.
Il mosto cotto e ridotto viene messo nella prima botte di castagno (la più grande) che ha un'apertura in alto abbastanza ampia, semplicemente coperta da una garza. Il liquido all'interno continua la sua lenta evaporazione tra il calore feroce di un sottotetto agostano e il gelo dell'inverno.
Si ma quanto tempo ci rimane? Ah beh, qui ragazzi non ci vuole fretta, quelli più duri e puri impiegano anche trenta anni prima di spillare dall'ultima botticella più piccola il prodotto finale, che è stato travasato via via in tutte le sei botti precedenti.
Quello che ne esce (io l'ho assaggiato qualche volta) dopo trent' anni è un liquido denso, scuro, costosissimo (una bottiglietta di 30 cc. va anche oltre i cento euro) e introvabile ovviamente in commercio dove ci si accontenta di prodotti industriali anche passabili ma assai lontani dal vero Tradizionale.
Come tutte le usanze un po' esoteriche, c'è un Consorzio a cui il produttore chiede di accedere (ed è grande motivo di orgoglio esservi ammessi). Il Consorzio è come una Confraternita i cui più autorevoli membri ogni anno, con grande pompa, assaggiano e decidono chi è degno di farvi parte...Ricordo il mio vecchio prof. di fisica e matematica del liceo, che dopo una settimana passata a spaccarci il posteriore con l'analisi matematica, integrali e derivate, alla domenica, essendo il Presidente della Confraternita, indossava il mantello, un cappello piumato, una collana con gli emblemi, si recava in Commissione per giudicare gli aceti in concorso.
Si vede che si divertiva proprio a dare voti e pagelle....
Il mio riso alla cantonese
pubblicato da
stefano a
Il reverendo , letto in uno scambio di mail che mi accingevo a prepararlo , mi ha invitato a pubblicare la ricetta , ed eccomi qua.
Dico subito , a scanso di equivoci , che il mio modo di prepararlo prende spunto dalle ricette originali assaggiate nei vari ristoranti cinesi che ho frequentato , ma poi il tutto è plasmato secondo i miei gusti e con l'esperienza sul campo.Inoltre il mio piatto può essere usato come accompagnamento ad altri cibi , ma va bene anche come portata a se. Partiamo dagli ingredienti.
Per circa 4 persone :
500 gr. di riso basmati ( ma io ho usato , all'occorrenza , anche altre qualità più nostrane e viene bene lo stesso )
150 gr. di prosciutto cotto tagliato in un unica fetta spessa
200 gr. di gamberetti sgusciati
200 gr. di pisellini
3 uova
curry
salsa di soia
cipolla
olio e.v.o.
sale q.b.
Metto in una padella olio e cipolla tagliata fina , faccio soffriggere aggiungendo un cucchiaio scarso di curry e quando la cipolla imbiondisce aggiungo i pisellini.Aggiungo quindi un po' d'acqua per facilitare la cottura e salo . Volendo si può usare mezzo dado .Portare a cottura.
I gamberetti li scotto in acqua salata per un paio di minuti.
Intanto il riso cuoce a parte...
Le uova . Per far si che la frittattina a listarelle che si trova nella ricetta originale venga in maniera omogenea come grandezza , adotto un trucco che mi ha suggerito un cinese DOC : in una padella antiaderente ( io uso una paellera , comoda anche per presentare il piatto in tavola ) metto un filo d'olio e verso le uova sbattute , e dopo pochi secondi , quando il composto è ancora tenero e non cotto , ci verso sopra il riso e gli altri ingredienti mescolando rapidamente e a fondo , e vedrete che l'uovo si dividerà da solo in tante striscioline sotto l'azione meccanica della cucchiarella di legno e lo sfregamento con il riso.Aggiungo un paio di cucchiai di salsa di soia , ancora un minuto per insaporire mescolando il tutto e voilà , il piatto è pronto.
Saltuariamente , per colorarlo e profumarlo , aggiungo dello zafferano sciolto in mezzo bicchiere d'acqua calda a fine cottura.
Come accennavo , si può mangiare accompagnato ad altre portate ( l'altra sera ci ho messo vicino dei petti di pollo tagliati a pezzetti , infarinati e fritti in poco olio e una padellata di verdure ortolane ) oppure anche come primo piatto , gustoso e ben condito anche da solo.
I più bravi usano le bacchette ( il reverendo anche le spazzole...), io ancora non so usare bene la forchetta eh eh eh
buon appetito e vi lascio con il consiglio d'ascolto abbinato , per il bere ci penserà doc rob :-)
mercoledì 20 marzo 2013
Ulli e la 12 corde...
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stefano a
Il body piccolo , tanto abalone ( o madreperla , chissà...) e un suono caratteristico , linea di confine tra un carillon , una sei corde palestrata e la voglia di duo .Certo che ad avercene una sottomano si potrebbero inventare ricette nuove e gustose...
Chi cerca trova
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jazzino
Girando sul tubo per sentire ancora la "The Loar LH-600" mi sono imbattuto in questa perla .......
Buona giornata a tutti
Buona giornata a tutti
martedì 19 marzo 2013
East of the Sun
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jazzino
Qualche tempo fa vi ho parlato di quel sito americano dove ....... appena entrato mi sono sentito una pippa galattica ....... non che nei siti no-strani mi senta diverso ma confrontarsi con questo tipo di musicisti è veramente un grande stimolo.
Questo è uno dei tanti "amici" il suo nome è Jeffrey ...... suona ed insegna Jazz on-line ...... questa volta imbraccia una "classica" ...... e, come nella buona tradizione jazz, l'esecuzione non conta; conta l'emozione che riesce a trasferire ..... Utilizza delle armonizzazioni difficilissime con dei voicing fantastici; sembra quasi che stia suonando il piano ....... basta parole !
Buona giornata
Questo è uno dei tanti "amici" il suo nome è Jeffrey ...... suona ed insegna Jazz on-line ...... questa volta imbraccia una "classica" ...... e, come nella buona tradizione jazz, l'esecuzione non conta; conta l'emozione che riesce a trasferire ..... Utilizza delle armonizzazioni difficilissime con dei voicing fantastici; sembra quasi che stia suonando il piano ....... basta parole !
Buona giornata
lunedì 18 marzo 2013
E adesso...giaz
pubblicato da
Mr_Pone
Ferma ferma ragazzi...che avete capito? Volevo solo un po' di ghiaccio (nel mio dialetto giaz = ghiaccio).
un po' di tocco femminile...
pubblicato da
stefano a
La ragazzina è brava , e anche se ancora un po' acerba nel playing , mostra tutte le qualità che potrebbero , crescendo , portarla a ottimi livelli ( è già più brava di me ). In questa cover di un brano dei tears for fears riesce a dare il giusto tiro che , nell'originale , era fornito dalla ritmica in special modo dal basso.Credo che sicuramente avrete negli orecchi la versione dei Tears , quasi un tormentone nei primi anni 80 ( a me piacevano ) ma gabriella e la sua taylor funzionano anche se in quel periodo stavate facendo un pisolino eh eh eh
Ah , beata gioventù....
Ah , beata gioventù....
domenica 17 marzo 2013
Confrontarsi arricchisce tutti!
pubblicato da
jazzino
Studiare la musica, in special modo il jazz, non ha un “fine”; ogni piccola conquista ti mette di fronte ad una voragine di ignoranza! Ergo : devi godere del percorso che ti riserva piccole scoperte ogni volta che imbracci il tuo strumento ed a questo processo non ci sarà mai fine!
Beh …… innegabilmente faticoso e sacrificante ma ……. “il musicista jazz, in letteratura, è quello che più difficilmente va incontro decadimento cognitivo su base vascolare”. Si ….. in termini percentuali, il musicista jazz è la persona che, statisticamente, avrà scarse probabilità di soffrire della malattia di Alzheimer ! Questo non significa che sia impossibile ma quantomeno improbabile.
La malattia di Alzheimer è la più comune malattia degenerativa del cervello con un impatto sociale sempre più rilevante.
In questa malattia il processo degenerativo colpisce in particolare le aree cerebrali che governano memoria, linguaggio, percezione, cognizione spaziale, provocando un declino progressivo e globale delle funzioni cognitive accompagnato dal deterioramento della personalità e della vita di relazione.
Avere la capacità di allenare quotidianamente queste funzioni cognitive è di sicuro l’arma migliore per allontanare questo “fantasma” !
Il Jazz, per il musicista e non per lo spettatore, è fatto di conoscenza e correlazione, teoria e geometria, similitudini e interscambiabilità, visione ed esecuzione ……. Una vera palestra per la mente!
Nella mia pratica quotidiana, e non parlo di “suonare la chitarra”, ho la possibilità di programmare, gestire e coordinare equipe di professionisti che di volta in volta si occupa di stilare ed eseguire programmi specifici di riabilitazione psico-fisico su un “piano riabilitativo individuale” redatto e coordinato dalla massima autorità sanitaria della struttura in cui opero ….. cioè da me!
Per il nucleo “demenze” (brutta parola ma di questo parliamo) ho messo in piedi dei programmi specifici di percorsi individuali che partono dalla “fruizione passiva” ed arrivano ai “laboratori musicali”; tutto gestito secondo mie specifiche!
I risultati sono fantastici! Dove per fantastico intendo la percezione di eventi emotivi in relazione alla “musica”.
Ovviamente è importante distinguere tra: "interventi musicoterapici" con “finalità terapeutiche” nei quali per terapia si intende la strategia che “dal di dentro” facilita i processi di consapevolezza di sé, di regolazione delle emozioni e delle capacità comunicative; in questo senso il punto centrale dell’intervento è la relazione.
I termini più frequenti, come si può notare, sono sempre gli stessi: finalità, consapevolezza, emozione, capacità comunicative ……….
beh se non è Jazz questo; ditemi voi cosa è???? Ah ah ah
Un abbraccio e buona domenica
Beh …… innegabilmente faticoso e sacrificante ma ……. “il musicista jazz, in letteratura, è quello che più difficilmente va incontro decadimento cognitivo su base vascolare”. Si ….. in termini percentuali, il musicista jazz è la persona che, statisticamente, avrà scarse probabilità di soffrire della malattia di Alzheimer ! Questo non significa che sia impossibile ma quantomeno improbabile.
La malattia di Alzheimer è la più comune malattia degenerativa del cervello con un impatto sociale sempre più rilevante.
In questa malattia il processo degenerativo colpisce in particolare le aree cerebrali che governano memoria, linguaggio, percezione, cognizione spaziale, provocando un declino progressivo e globale delle funzioni cognitive accompagnato dal deterioramento della personalità e della vita di relazione.
Avere la capacità di allenare quotidianamente queste funzioni cognitive è di sicuro l’arma migliore per allontanare questo “fantasma” !
Il Jazz, per il musicista e non per lo spettatore, è fatto di conoscenza e correlazione, teoria e geometria, similitudini e interscambiabilità, visione ed esecuzione ……. Una vera palestra per la mente!
Nella mia pratica quotidiana, e non parlo di “suonare la chitarra”, ho la possibilità di programmare, gestire e coordinare equipe di professionisti che di volta in volta si occupa di stilare ed eseguire programmi specifici di riabilitazione psico-fisico su un “piano riabilitativo individuale” redatto e coordinato dalla massima autorità sanitaria della struttura in cui opero ….. cioè da me!
Per il nucleo “demenze” (brutta parola ma di questo parliamo) ho messo in piedi dei programmi specifici di percorsi individuali che partono dalla “fruizione passiva” ed arrivano ai “laboratori musicali”; tutto gestito secondo mie specifiche!
I risultati sono fantastici! Dove per fantastico intendo la percezione di eventi emotivi in relazione alla “musica”.
Ovviamente è importante distinguere tra: "interventi musicoterapici" con “finalità terapeutiche” nei quali per terapia si intende la strategia che “dal di dentro” facilita i processi di consapevolezza di sé, di regolazione delle emozioni e delle capacità comunicative; in questo senso il punto centrale dell’intervento è la relazione.
I termini più frequenti, come si può notare, sono sempre gli stessi: finalità, consapevolezza, emozione, capacità comunicative ……….
beh se non è Jazz questo; ditemi voi cosa è???? Ah ah ah
Un abbraccio e buona domenica
Metti che...
pubblicato da
perrynason
Ecco, metti che in una casa di campagna, non troppo fuori mano, apri un posticino così. Dove uno arriva, parcheggia in cortile e suona il campanello per entrare, come quando si va a far visita a qualcuno. E quando entra lo accogli con un sorriso mentre strabuzza gli occhi perché ha sentito di questo posto, ma non ci credeva. Metti che alle pareti, nelle vetrine e tutt'intorno, trova tutte quelle chitarre di cui ha visto e sentito su internet, ma che valle a trovare! Quelle americane handcrafted in China, ben fatte e che suonano alla grande a un costo abbordabile che non pare vero. Metti che quelle ce le hai tutte, ma là nell'angolo hai pure una Martin di rango, e una Santa Cruz, e una Collings e si può fare il paragone, che magari non regge, però ragazzi 'ste cinesi son fatte da Dio e non ci si deve svenare per avere una buona chitarra davvero. Metti che quando ti chiedono di provarne una glie la stacchi dal muro, li fai accomodare con garbo e gli lasci il tempo che gli serve e quando sono ben rosolati gli racconti quello che devono sapere, ma senza insistere troppo che non serve. Metti che laggiù in fondo c'è anche il banco con gli attrezzi dove il tecnico ispeziona, regola, aggiusta, cambia e ti ascolta e ti spiega se hai bisogno di un consiglio. E metti che all'altro capo della sala c'è pure una stanzetta con un bancone e tre tavolini dove si può mangiare uno stuzzichino innaffiato da un buon bicchiere o anche solo prendere un caffè e scambiare due chiacchiere tra una prova e l'altra. Dove trovi pure il programma dei concerti perché in questo posticino, ogni tanto, la sera, si spostano le vetrine, si mettono giù una cinquantina di sedie e si esibisce qualche nome che vale davvero la pena. E metti che hai pure il tuo bel sito internet, dove pubblicizzi per bene le tue attività e vendi anche on line!
Ecco, metti che per aprire questo posto singolare ti sei fatto un paniere così, tu e i tuoi compagni d'avventura. Per trovare la casa con un affitto sopportabile e spese di gestione eque, per arredarla, per i permessi e le licenze, per contattare i produttori, per strappare prezzi sostenibili, per assicurarti le forniture, per metterti in casa almeno un centinaio di chitarre attentamente selezionate, per farti pubblicità, insomma tutto quel che serve per materializzare quel posto lì. Perché ci credi, perché in altri paesi questi posti esistono, ma qui non ci sono e tu sarai il primo e può funzionare, deve funzionare e finalmente apri il tuo posto.
E lo chiudi dopo sei mesi. Svendita selvaggia, perdite stimate per alcune centinaia di migliaia di euro, lastrico. C'è la crisi, ma soprattutto siamo in Italia, mica nel Massachusetts!
Cosa credevate?!
sabato 16 marzo 2013
Mumford & Sons
pubblicato da
Gianfranco Barbiè
Quanto mi piacciono le atmosfere di questa band di Londra !!
Zuppa de pesce alla portodanzese......
pubblicato da
Mimmo Marracino
Questo è un piatto della tradizione popolare anziate, è semplice semplice, ma da leccarsi i baffi:
Ingredienti
(per 6 persone)
200 gr. di seppie, 300 gr. di polpi, 1 Kg di pesce da zuppa (scorfano, tracina, coccio, trance di palombo, lucerna, marmora), 300 gr. di cozze e vongole veraci, 800 gr. di pomodori pelati, 1/2 bicchiere di vino bianco secco, olio, aglio peperoncino, sale, un’alice salata, 500 gr. di fette di pane raffermo.
Preparazione
Tagliare le seppie e i polpi e farli rosolare in un soffritto di olio, aglio e peperoncino, spruzzare con il vino e farlo evaporare, aggiungere l’alice salata ed i pomodori e far cuocere a pentola scoperta per circa 30 minuti. Aggiungere quindi il pesce (pulito) e, pochi minuti dopo, le cozze, le vongole e far cuocere ancora per 15 minuti. Adagiare sul pane il pesce ed irrorare con il sugo. Cospargere di prezzemolo e servire immediatamente.
Ingredienti
(per 6 persone)
200 gr. di seppie, 300 gr. di polpi, 1 Kg di pesce da zuppa (scorfano, tracina, coccio, trance di palombo, lucerna, marmora), 300 gr. di cozze e vongole veraci, 800 gr. di pomodori pelati, 1/2 bicchiere di vino bianco secco, olio, aglio peperoncino, sale, un’alice salata, 500 gr. di fette di pane raffermo.
Preparazione
Tagliare le seppie e i polpi e farli rosolare in un soffritto di olio, aglio e peperoncino, spruzzare con il vino e farlo evaporare, aggiungere l’alice salata ed i pomodori e far cuocere a pentola scoperta per circa 30 minuti. Aggiungere quindi il pesce (pulito) e, pochi minuti dopo, le cozze, le vongole e far cuocere ancora per 15 minuti. Adagiare sul pane il pesce ed irrorare con il sugo. Cospargere di prezzemolo e servire immediatamente.
Buon fine settimana
pubblicato da
jazzino
questa è una vera chicca acustica !!! (almeno per me)
Questo signore utilizza un "accrocco" microfonico di quelli che anche voi acusticanti utilizzate ??
Il suono è fantastico !! beh c'è da dire che la chitarra non scherza .... il chitarrista poi ..........
Questo signore utilizza un "accrocco" microfonico di quelli che anche voi acusticanti utilizzate ??
Il suono è fantastico !! beh c'è da dire che la chitarra non scherza .... il chitarrista poi ..........
Il vecchio Reverendo sul tubo...
pubblicato da
Mr_Pone
Ragazzi con questo vecchio video ho raggiunto numeri che mi sembrano ragguardevoli.. quasi 33mila visualizzazioni soprattutto da Giappone e USA ! Non male per un anonimo reverendo no?
Dopo che (insieme ad un mio amico) girai e pubblicai questo video, i milanesi mi chiesero se volevo farli anche per loro (gratis).
Diciamo che il compenso ci sembrò un po' basso e non se ne fece nulla.
giovedì 14 marzo 2013
Antipasti: peperoni con la bagna cauda
pubblicato da
beppeferra
E' il mio antipasto preferito: i peperoni al forno con la bagna cauda.
Sono necessari dei bei peperoni carnosi, sia gialli che rossi - l'ideale sono quelli di Cuneo dalla forma quasi cubica - quindi olio, acciughe sottosale, aglio.
La preparazione è semplicissima:
Lavate i peperoni e metteteli interi, senza sbucciarli, in una teglia del forno. quindi accendete il forno a 180° e fate cuocere per 40 min. Il segreto per riuscire a sbucciarli facilmente, senza ustionarsi le mani, sta nel lasciarli nel forno, dopo averlo spento, finchè non si raffredda. Dimenticateveli lì dentro, anche mezza giornata. Da freddi la buccia verrà via quasi da sola, quindi suddivideteli ognuno in tre o quattro strisce, mondateli dei semi aiutandovi con carta da cucina e disponeteli in un ampio piatto di portata.
Dopo aver preparato la bagna cauda con la ricetta di Aldo, versatene un'abbondante cucchiaiata su ogni striscia e servite in tavola.
Versione semplificata: se non avete voglia di preparare una bagna cauda completa, è possibile anche solo mettere qualche spicchio di aglio intero nell'olio bollente, (infilzateli ognuno con uno stuzzicadente, così sarà più facile toglierli al momento giusto) in cui farete sciogliere le acciughe dissalate. Levate l'aglio quando diventa dorato, non deve assolutamente bruciare ...
Questa versione è meno saporita, ma più veloce sia da preparare che da digerire ;-)
Sono necessari dei bei peperoni carnosi, sia gialli che rossi - l'ideale sono quelli di Cuneo dalla forma quasi cubica - quindi olio, acciughe sottosale, aglio.
La preparazione è semplicissima:
Lavate i peperoni e metteteli interi, senza sbucciarli, in una teglia del forno. quindi accendete il forno a 180° e fate cuocere per 40 min. Il segreto per riuscire a sbucciarli facilmente, senza ustionarsi le mani, sta nel lasciarli nel forno, dopo averlo spento, finchè non si raffredda. Dimenticateveli lì dentro, anche mezza giornata. Da freddi la buccia verrà via quasi da sola, quindi suddivideteli ognuno in tre o quattro strisce, mondateli dei semi aiutandovi con carta da cucina e disponeteli in un ampio piatto di portata.
Dopo aver preparato la bagna cauda con la ricetta di Aldo, versatene un'abbondante cucchiaiata su ogni striscia e servite in tavola.
Versione semplificata: se non avete voglia di preparare una bagna cauda completa, è possibile anche solo mettere qualche spicchio di aglio intero nell'olio bollente, (infilzateli ognuno con uno stuzzicadente, così sarà più facile toglierli al momento giusto) in cui farete sciogliere le acciughe dissalate. Levate l'aglio quando diventa dorato, non deve assolutamente bruciare ...
Questa versione è meno saporita, ma più veloce sia da preparare che da digerire ;-)
Con questi m'illumino d'immenso
pubblicato da
Mr_Pone
In piena estate al mercato si trovano questi peperoncini tondi e piccanti. Ripieni di un pesto di tonno, alici e capperi, sono uno stuzzichino terrificante (di cui in realtà non avrei alcun bisogno mannaggia).
Ingredienti: peperoncini (un paio di vassoietti, tonno sott'olio in scatola (tre scatolette circa), 1-2 acciughe salate o sottolio a filetti, capperi, aceto bianco 1 litro e 1/2, olio di oliva.
Si procede così: tirare via l'opercolo del frutto e svuotare l'interno dai semi con un piccolo cucchiaino o qualsiasi altro attrezzo. Consiglio vivamente di usare guanti monouso di gomma perchè il piccante penetra ferocemente nella pelle delle mani irritandole.
Una volta svuotati vanno bolliti per qualche minuto nell'aceto bianco (in questa operazione perdono un po' di piccante), quindi più li bollite più diventano morbidi e meno piccanti....occorre trovare il giusto compromesso
Con una schiumarola si tirano su e si pongono ad asciugare e a raffreddarsi a testa in giù su un canovaccio pulito.
Andiamo con l'impasto: in un frullatore mettere il tonno scolato dall'olio della scatoletta, le acciughe e i capperi. Con l'impasto ottenuto, usando un cucchiaino, riempire i peperoncini e disporli in un vaso di vetro che avrete prima sterilizzato con l'aceto bollente. Si riempie di olio di oliva, avendo cura di rabboccare un pochino dopo che il livello è sceso.
Ragazzi è dinamite e sono ottimi per accompagnare un lesso, ma a me fanno impazzire anche infilati in un panino.
p.s.: vanno conservati in frigo e consumati senza indugi nel giro di qualche settimana (nel mio caso è difficile il contrario perchè quando so che ci sono....).
VEDRAI VEDRAI.....CHE CAMBIERA'
pubblicato da
Mimmo Marracino
Istoman i nigiù oemò!
pubblicato da
perrynason
Visto l'interesse suscitato dalla comparazione Martin/Eastman propongo un paio di video. Il primo dedicato alla Istoman i nigiù oemò (detta anche E20-OM), uno dei modelli Eastman tradizionali, ispirato alle Martin pre-war. Il secondo riguarda invece la fabbrica cinese di Eastman dove nascono questi strumenti.
In apparenza abbastanza scontati i commenti sulla Istoman i nigiù oemò che suona alla grande, ma sarebbe più corretto dire che è suonata alla grande! E questo è uno dei punti deboli dei video demo. Oltre agli strumenti di ripresa spesso poco attendibili, entra prepotentemente in gioco l'abilità del suonatore, che in questo caso specifico credo meriti a pieno titolo la qualifica di "musicista" (non certo per la camicia). Quante chitarre anche mediocri suoneranno bene in mano a quest'uomo? E per contro: quanti strumenti degni di nota fanno spesso figure barbine in mano a suonatori barbini? Forse ce ne sarebbe a sufficienza per abolire i video demo... ma perchè poi togliersi il piacere di intuire dove sta la verità con le nostre orecchie e quel poco di esperienza accumulata in anni di chitarranza? E' il bello del gioco, senti qua: vero o falso?
Il secondo video è invece interessante perché sembra dimostrare la tesi di chi sostiene che in certe fabbriche cinesi che sfornano ottimi strumenti, sono riprodotte grosso modo le stesse condizioni di lavoro artigianale che avevano Martin e Gibson negli anni '30, cioè durante la Golden Era della chitarra acustica. Con tutte le conclusioni, più o meno fondate, che se ne possono trarre. Mah!...
In apparenza abbastanza scontati i commenti sulla Istoman i nigiù oemò che suona alla grande, ma sarebbe più corretto dire che è suonata alla grande! E questo è uno dei punti deboli dei video demo. Oltre agli strumenti di ripresa spesso poco attendibili, entra prepotentemente in gioco l'abilità del suonatore, che in questo caso specifico credo meriti a pieno titolo la qualifica di "musicista" (non certo per la camicia). Quante chitarre anche mediocri suoneranno bene in mano a quest'uomo? E per contro: quanti strumenti degni di nota fanno spesso figure barbine in mano a suonatori barbini? Forse ce ne sarebbe a sufficienza per abolire i video demo... ma perchè poi togliersi il piacere di intuire dove sta la verità con le nostre orecchie e quel poco di esperienza accumulata in anni di chitarranza? E' il bello del gioco, senti qua: vero o falso?
Il secondo video è invece interessante perché sembra dimostrare la tesi di chi sostiene che in certe fabbriche cinesi che sfornano ottimi strumenti, sono riprodotte grosso modo le stesse condizioni di lavoro artigianale che avevano Martin e Gibson negli anni '30, cioè durante la Golden Era della chitarra acustica. Con tutte le conclusioni, più o meno fondate, che se ne possono trarre. Mah!...
Bella comparazione no?
pubblicato da
Mr_Pone
Molto immediata...mi pare che la Martin difenda bene il suo blasone.
mercoledì 13 marzo 2013
Quelli che...
pubblicato da
stefano a
Con la chitarra acustica ci fanno tutto !
I primi , guitar republic , sono un terzetto ben noto di acusticanti italici (Pino Forastiere,Stefano Barone e Sergio Altamura ) che prende il brano manifesto del grunge , smells like teen spirit , pieno zeppo di energia,chitarre distorte e batterie pestanti e lo trasforma in un festival acustico senza dimenticare il tiro dell'originale.
L'altro signore è anche più noto , tal Jon Gomm che forse tappineggia un po' troppo per i miei gusti , ma qui si supera con una cover di un pezzo di Chaka Khan , Ain't Nobody , quindi in atmosfere discomusic. Ma anche qui , il pezzo non perde l'anima , e se lo ricordate (fu un successo tormentone ) non potrete non restare affascinati da quello che , un bravo acusticante , può tirar fuori da una sei corde con la buca...
P.S.
scusate se oggi monopolizzo il blog , ma di lavorare non se ne parla , e piuttosto che studiarmi tutti i vari modi di suicidarsi o stare a piangere sul mondo di cacca che ci circonda , preferisco ascoltare musica e condividere con voi !
I primi , guitar republic , sono un terzetto ben noto di acusticanti italici (Pino Forastiere,Stefano Barone e Sergio Altamura ) che prende il brano manifesto del grunge , smells like teen spirit , pieno zeppo di energia,chitarre distorte e batterie pestanti e lo trasforma in un festival acustico senza dimenticare il tiro dell'originale.
scusate se oggi monopolizzo il blog , ma di lavorare non se ne parla , e piuttosto che studiarmi tutti i vari modi di suicidarsi o stare a piangere sul mondo di cacca che ci circonda , preferisco ascoltare musica e condividere con voi !
Saltimbocca alla romana
pubblicato da
stefano a
Un piatto semplice e veloce , ma talmente gustoso da essere conosciuto in tutto il mondo.
Ingredienti :
fettine di vitello
prosciutto crudo
salvia fresca
burro
sale e pepe
mezzo bicchiere di vino
Prendete le fettine ,togliete grasso e nervetti in eccesso , proteggetele con carta da forno e battetele fino a farle diventare sottili.
Quindi tagliatele a metà ( anche in tre se grandi ), adagiateci sopra una fetta di prosciutto e una foglia di salvia fermando il tutto con uno stuzzicadenti.
Precisazione : mia moglie a volte passa nella farina la carne , e il risultato è molto gustoso anche se non tradizionale.Inoltre non bisognerà usare il vino onde evitare che si distacchi la "panatura" ottenuta.
Quindi , mettere il burro in una padella e appena caldo aggiungere i saltimbocca , cuocendoli 2/3 minuti per lato.Salare e pepare. A questo punto , se non avete infarinato la carne , aggiungete mezzo bicchiere scarso di vino bianco e lasciate sfumare ed evaporare il brodino ottenuto , ma non troppo.
Servite caldi e irrorati dal sughetto.
Per contorno , io consiglierei dei broccoletti , non quelli soliti ma quelli che a napoli chiamano friarielli , cioè le infiorescenze e le foglie giovani delle cime di rapa.Scottateli in acqua salata , poi ripassateli in padella con olio,aglio e peperoncino .
Per i vini , attendiamo gli accostamenti del capo sommellier roberto , per ora buon appetito e un po' di blues romanesco...
Storia della cucina piemontese: la bagna cauda
pubblicato da
Aldo Valeri
Fingercooking: Storia della cucina piemontese:
La bagna Cauda
Stamane aprendo il Blog ho trovato due pubblicità su due siti di incontri: Uno sulle relazioni senza impegno, l'altro si intitola: "Stanco di avere il letto vuoto?"
E allora mi ci metto anch'io perché cosa c'è di meglio per favorire gli incontri della BAGNA CAUDA?
Il bello dei dialetti è che contengono parole intraducibili, bagna cauda (salsa calda) contiene il termine "bagna" che letteralmente è salsa, sugo, condimento, ma più nello specifico sarebbe intingolo avvicinabile a tutte quelle cose che inevitabilmente finiscono col richiedere la scarpetta...
La bagna cauda, piatto esclusivamente invernale, è forse il più famoso della tradizione piemontese anche se non è certamente il migliore, credo che la sua celebrità sia dovuta all'aspetto fortemente goliardico del piatto e dal fatto che, come tutte le ricette del nord dove gli inverni sono freddi e lunghi, hanno la caratteristica d'essere molto aggreganti: un piatto solo in mezzo al tavolo e tutti i commensali intorno che mangiano da quell'unico piatto.
Uno degli esempi più famosi è la Grolla valdostana.
Altra particolarità è che per la bagna cauda, anche se gli ingredienti sono sostanzialmente tre, ogniuno poi la fa un po' come gli pare, tantè che mi è capitato di mangiarne alcune versioni "moderne" che con la bagna cauda non c'entravano un fico secco... Quindi la ricetta che proporrò sarà quella che io personalmente ritengo ricetta classica che poi è quella che faceva mio padre buonanima, torinesissimo DOC di Borgo Vanchiglia. E' però un fatto che se qui fossimo cento piemontesi, ogniuno proporrebbe la sua, di ricetta.
Ingredienti:
Aglio
Acciughe
Olio
Tutte le qualità di verdura fresca reperibili nella stagione invernale.
Preparazione:
Per ogni etto di acciughe pulite, fare a fettine una testa d'aglio, quindi tre etti d'acciughe corrispondono a tre teste d'aglio affettate sottili. Mettere il tutto in una terrina (fujot) ricoprire con abbondante olio d'oliva, mezzo litro c.a. Considerate che il tutto dovrà letteralmente bollire nell'olio, non friggere.
Portare ad ebollizione e cuocere fino a quando le acciughe non saranno completamente disciolte e l'aglio non avrà preso un bel colore bruno.
Come si mangia?
Semplice: Nel modo tradizionale antico, il fujot viene messo al centro della tavola, mantenuto caldo con il fuoco d'una candela e ogni commensale infila con la forchetta un pezzo di verdura, lo immerge nella bagna cauda e... se lo mangia. Una specie di Bourguignon fatta con le verdure, con la differenza che nella bourguignon la carne deve cuocere nell'olio, qui la verdura è il mezzo, diciamo la posata, il cucchiaio usato per raccogliere la bagna cauda.
Oggi per motivi di igiene e opportunità si usa un singolo fujot per ogni commensale.
Fondamentale la verdura cruda: sedani, finocchi, cardi, radici, peperoni, patate lesse, ogni tipo di verdura va bene.
Unica controindicazione: tre giorni di alito terrificante...
Piccolo aneddoto: mio nipote all'epoca diciottenne, il giorno prima della partenza per le vacanze estive in campeggio pensò bene di fare una bagnacaudata cosa che a luglio è improponibile ma i giovani si sa... Il giorno seguente partirono per il campeggio e una volta arrivati pensarono bene di gonfiare i materassini a... fiato. La leggenda vuole che a fine vacanza, al moneto di sgonfiare i materassini il campeggio fu messo in quarantena.
La bagna cauda viene anche usata per confezionare antipasti, ma lo vedremo nelle puntate a seguire...
La bagna Cauda
Stamane aprendo il Blog ho trovato due pubblicità su due siti di incontri: Uno sulle relazioni senza impegno, l'altro si intitola: "Stanco di avere il letto vuoto?"
E allora mi ci metto anch'io perché cosa c'è di meglio per favorire gli incontri della BAGNA CAUDA?
Il bello dei dialetti è che contengono parole intraducibili, bagna cauda (salsa calda) contiene il termine "bagna" che letteralmente è salsa, sugo, condimento, ma più nello specifico sarebbe intingolo avvicinabile a tutte quelle cose che inevitabilmente finiscono col richiedere la scarpetta...
La bagna cauda, piatto esclusivamente invernale, è forse il più famoso della tradizione piemontese anche se non è certamente il migliore, credo che la sua celebrità sia dovuta all'aspetto fortemente goliardico del piatto e dal fatto che, come tutte le ricette del nord dove gli inverni sono freddi e lunghi, hanno la caratteristica d'essere molto aggreganti: un piatto solo in mezzo al tavolo e tutti i commensali intorno che mangiano da quell'unico piatto.
Uno degli esempi più famosi è la Grolla valdostana.
Altra particolarità è che per la bagna cauda, anche se gli ingredienti sono sostanzialmente tre, ogniuno poi la fa un po' come gli pare, tantè che mi è capitato di mangiarne alcune versioni "moderne" che con la bagna cauda non c'entravano un fico secco... Quindi la ricetta che proporrò sarà quella che io personalmente ritengo ricetta classica che poi è quella che faceva mio padre buonanima, torinesissimo DOC di Borgo Vanchiglia. E' però un fatto che se qui fossimo cento piemontesi, ogniuno proporrebbe la sua, di ricetta.
Ingredienti:
Aglio
Acciughe
Olio
Tutte le qualità di verdura fresca reperibili nella stagione invernale.
Preparazione:
Per ogni etto di acciughe pulite, fare a fettine una testa d'aglio, quindi tre etti d'acciughe corrispondono a tre teste d'aglio affettate sottili. Mettere il tutto in una terrina (fujot) ricoprire con abbondante olio d'oliva, mezzo litro c.a. Considerate che il tutto dovrà letteralmente bollire nell'olio, non friggere.
Portare ad ebollizione e cuocere fino a quando le acciughe non saranno completamente disciolte e l'aglio non avrà preso un bel colore bruno.
Come si mangia?
Semplice: Nel modo tradizionale antico, il fujot viene messo al centro della tavola, mantenuto caldo con il fuoco d'una candela e ogni commensale infila con la forchetta un pezzo di verdura, lo immerge nella bagna cauda e... se lo mangia. Una specie di Bourguignon fatta con le verdure, con la differenza che nella bourguignon la carne deve cuocere nell'olio, qui la verdura è il mezzo, diciamo la posata, il cucchiaio usato per raccogliere la bagna cauda.
Oggi per motivi di igiene e opportunità si usa un singolo fujot per ogni commensale.
Fondamentale la verdura cruda: sedani, finocchi, cardi, radici, peperoni, patate lesse, ogni tipo di verdura va bene.
Unica controindicazione: tre giorni di alito terrificante...
Piccolo aneddoto: mio nipote all'epoca diciottenne, il giorno prima della partenza per le vacanze estive in campeggio pensò bene di fare una bagnacaudata cosa che a luglio è improponibile ma i giovani si sa... Il giorno seguente partirono per il campeggio e una volta arrivati pensarono bene di gonfiare i materassini a... fiato. La leggenda vuole che a fine vacanza, al moneto di sgonfiare i materassini il campeggio fu messo in quarantena.
La bagna cauda viene anche usata per confezionare antipasti, ma lo vedremo nelle puntate a seguire...
martedì 12 marzo 2013
Andrà tutto bene
pubblicato da
beppeferra
Con la cover di questo delicatissimo pezzo di Massimo Varini, voglio fare un augurio a tutte le persone che stanno attraversando un momento molto difficile e che sono sempre più numerose, purtroppo.
Queste tre parole me le ripeto sovente da quando, quasi un anno e mezzo fa, diagnosticarono a mio figlio la leucemia. Quasi come una litania o un mantra, durante i periodi di ricovero in ospedale o durante le attese nell'ambulatorio del day hospital ... solo ora incomincio a vedere la luce in fondo al tunnel, ora che Ale ha terminato la parte più pesante della cura ed è entrato nella fase di "mantenimento".
che nel gergo un po' reticente dei medici significano High Risk,
alto rischio
(di recidiva).
E allora tutto quello che riesco pensare è ...
Queste tre parole me le ripeto sovente da quando, quasi un anno e mezzo fa, diagnosticarono a mio figlio la leucemia. Quasi come una litania o un mantra, durante i periodi di ricovero in ospedale o durante le attese nell'ambulatorio del day hospital ... solo ora incomincio a vedere la luce in fondo al tunnel, ora che Ale ha terminato la parte più pesante della cura ed è entrato nella fase di "mantenimento".
La vita sta lentamente tornando alla normalità, lui sta ricominciando a frequentare la scuola, a vedere qualche amico, e presto torneremo a praticare qualche sport. Ma la paura rimane e ha il banale aspetto di due lettere:
H R
che nel gergo un po' reticente dei medici significano High Risk,
alto rischio
(di recidiva).
E allora tutto quello che riesco pensare è ...
Sunday - una mia composizione
pubblicato da
Sandro Agostini
Vi propongo questa esecuzione eseguita dal mio allievo Jacopo La Camera di questo brano ( è in realtà un esercizio per la gestione dello slide sui bassi e sui cantini sopra un arpeggio con le corde a vuoto )
è uno studio molto impegnativo e ringrazio Jacopo e il progetto VGE che ha montato il video.
Spero sia di vostro gradimento :
è uno studio molto impegnativo e ringrazio Jacopo e il progetto VGE che ha montato il video.
Spero sia di vostro gradimento :
ce l'avete mezzora ?
pubblicato da
stefano a
Perchè tanto dura , o poco più , questa esibizione di James Taylor alla BBC datata 1970. Un Taylor in gran forma che chiacchera , diverte e , soprattutto , suona e canta come solo lui sa fare .Che si tratti di fare una cover dei beatles , oppure un blues (con battute spiritose ) , senza dimenticare un traditional e , naturalmente , le sue ballate , be il caro James non si tira indietro , anzi rilancia.E quando decide di far riposare le sei corde , passa con disinvoltura sugli 88 tasti , per regalarci ancora ottima musica con la sua voce particolarissima , dolce ed armonica , narratore di note e di stralci di vita. Quest'uomo me piace , anche senza le sue Olson...
lunedì 11 marzo 2013
Coda di Valerio alla vaccinara
pubblicato da
Unknown
CODA ALLA VACCINARA (come la fa Valerio)
Ingredienti
Coda di Manzo (vitellone tanto il manzo non si trova)
Sedano (parecchio)
Semi di Finocchio
Carote (poche)
Aglio e Peperoncino – a seconda dei gusti
Pomodori pelati schiacciati con la forchetta… non la passata per
carità divina.
Vino bianco
Preparazione
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Sbollentatura della coda in abbondante acqua (senza sale che
diventa di marmo) con qualche seme di finocchio. Falla sbollire per una
mezz’ora almeno, finchè non fa la schiuma. A quel punto spegni, togli la
schiuma con la “schiumarola” (il mestolo coi buchi per intenderci), togli la
coda e la metti a scolare.
-
Preparazione soffittino aglio, sedano, semi di finocchio
(cipolla ma a me non piace dentro, rende troppo dolce il sugo). Fai soffriggere
in buon olio di oliva nella stessa pentolona in cui avevi lessato la coda.
Intanto avrai preparato i pelati schiacciandoli con la forchetta (solitamente
io uso 3 barattoli grandi da 500gr, il pomodoro dovrà coprire il tutto per cui
regolati di conseguenza).
-
Quando è quasi pronto il soffritto ci butti una bicchierata di
vino e lo fai sfumare.
-
Mentre il vino sfuma, abbassi il gas, e cominci a mettere la
coda. Quando il tutto è quasi evaporato (okkio a non bruciare) si versa il
pomodoro. Volendo si può anche aggiungere un po’ di acqua per diluirlo un po’.
-
Sale e peperoncino quanto basta, casomai il sale lo aggiungi
dopo per non far indurire la ciccia. Lasci cuocere con il coperchio a fuoco
bassissimo e giri spesso.
Il tempo di cottura da quando metti la coda è di circa due ore,
poi dipende dalla quantità. La coda è comunque pronta quando vedi che la carne
comincia a distaccarsi dalle ossa.
Preparati dei buoni canavacci che la coda SE MAGNA RIGOROSAMENTE
CON LE MANI e appiccica come pochi.
Ovvio che con il sugo… prima di passare ad attaccare la coda… ci
fai dei rigatoni da sturbo !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! con pecorino e
parmigiano, come preferisci.
AHO MI AVETE FATTO VENIRE VOGLIA !!!!!!!!!!!!!
;)
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