venerdì 3 marzo 2023

Ragioniamo con Daniele Bazzani

 Mi sono imbattuto in questo video del buon Daniele, chitarrista che credo tutti conosciamo e che abbiamo anche incrociato nelle nostre scorribande Sarzaniane, e magari qualcuno di voi l'ha anche già visto. E' un video illuminante nella sua velata lapalissianità ( per noi anziani chitarrai) ma che mette bene a fuoco cose che spesso si tende a dimenticare. Lui stesso dice che ambire o possedere uno strumento di valore è cosa buona e giusta perchè ci aiuta a suonare meglio e ad alimentare la curiosità che è alla base del progredire, ma non sempre capiamo bene cosa alla fine vogliamo raggiungere. E a volte il traguardo sembra non avvicinarsi anche se cambiamo il mezzo con cui percorriamo l'impervia strada del musicista appassionato, bravi o meno bravi che si sia. Perchè lo strumento non sempre è usato al meglio, o per essere più precisi, non lo abbiamo capito ben bene, sperimentando e spremendolo fino in fondo. Magari ci manca un qualcosa per raggiungere una certa sfumatura timbrica e ci affrettiamo velocemente a desiderare un cambio per raggiungerla. Quando invece...Da qui potrebbero partire mille considerazioni ( molte già affrontate su queste pagine ) e magari dopo che avrete visto il video ne potranno arrivare altre mille. Sono 14 minuti, secondo me ben spesi. Anche perchè sono sicuro che, incosciamente o meno, un po tutti noi abbiamo provato le cose che ci suggerisce, ma a volte ( parlo in primis per me ) dimentichiamo o non mettiamo bene a fuoco. Ciao Cookers




21 commenti:

  1. Daniele l'ho conosciuto di persona ad un concerto di Tommy Emmanuel a Morena, lui ha suonato all'apertura del concerto, quello che dice è sacrosanto, molti di noi scelgono uno strumento dopo averlo sentito suonare da altri e dopo essersi fatti catturare dalla bellezza delle linee degli intarsi, pochi lo fanno chiudendo gli occhi e cercando di capire come quello strumento, si adatta alle proprie mani ed al proprio modo di suonare, perché è vero che è difficile capire quale è il suono che si desidera e come produrlo, ma lo è ancora di più se per trovarlo su una chitarra dobbiamo pure faticare fisicamente....

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  2. A me è piaciuta la parte dove parla della scalatura delle corde: non esiste un must, e se ci sono linee guida razionali, nulla vieta di trovarne altre perchè, cosa importante, ogni strumento è cosa a se, e quello che va bene per uno magari non è il massimo per altri o quantomeno si possono trovare sfumature decisamente interessanti fuori dai canoni oramai diventati bibbia. Ai tempi in cui iniziai a suonare, non c'era tutta questa proliferazione di nozioni base, nessuno mi ha mai detto che le 0.12 erano il minimo indispensabile o che l'action perfetta è di 1.08 al mi cantino, che l'anima esagonale suona diversa dalla rotonda o che il phosphoro non era solo nei pesci. Le dritte degli amici più grandi erano poche e molto personali, già era difficile sapere che chitarre usavano i nostri eroi, figuriamoci sentirle dal vivo. Ora è un mondo nuovo, probabilmente migliore e con facilità si può sapere tutto e di più, ma la fantasia così viene annullata, o almeno repressa. Chi si tira giù più gli accordi da un disco o una cassetta? Ah, già, non ci sono più dischi e cassette...

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    1. Sai quante mute di corde e quante scalatore ho provato prima di arrivare a soddisfare le mie orecchie e le mie mani, ora vai su internet leggi le varie recensioni, e già ti fai un'idea...

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  3. Alla fine il succo del discorso è che ogni strumento, anche il più economico, ha la sua dignità e la sua particolare voce (premettendo che la qualità media degli strumenti entry level si è innalzata molto rispetto a quelle con cui abbiamo cominciato noi negli anni settanta, quindi capita raramente di trovare chitarre insuonabili, con il manico a banana o la tastiera intonata male o meccaniche disastrose che non tengono l'accordatura). Che questi strumenti possano inspirare il musicista, ce lo fa capire chiaramente con esempi che sono la parte preponderante del video, mi fa tanto piacere: lo ammiro enormemente nelle prove di strumenti (di pregio) e dei vari microfoni che ci sono nel suo canale, dove dichiara che suona "quattro note" improvvisate sul momento e a me sembrano già dei brani molto belli. Ma io non sono un musicista, sono solo un appassionato di chitarre e la creatività mi difetta, quindi per entusiasmarmi mi rimangono solo le "pippe", di cui tanto abbiamo discusso su questo blog.

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    1. Comunque è interessante il discorso della sperimentazione su accordature diverse: sono sempre rimasto affascinato dalle "open tuning" e trovo che veramente tirino fuori una voce diversa dagli strumenti, più interessante rispetto all'accordatura standard, che a volte mi sembra la scelta peggiore per la chitarra (più scomoda, più faticosa, con una timbrica più limitata e mediosa, meno espressiva ...). E nonostante questo non ho esplorato molto in questo campo (in generale ne uso tre: DADGAD, CGDGAD, open D, oltre alla drop D che è quasi standard), ma non ho mai pensato di abbassare semplicemente l'accordatura standard di 1 o due toni.

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    2. Sono d'accordo con te Beppe, quando suona Daniele è sempre una bella sorpresa, la parte più godibile del video. Ma i temi suggeriti sono e restano interessanti. Sulle accordature alternative, è davvero un mondo a parte. Anche io le esploro poco, ultimamente solo se studio un brano che le adotta. Perchè quando scrivo un brano mio poi penso che dovrò magari ( e sottolineo magari...) farlo live e sul palco diventa tutto ostico se non sei, che ne so, tommy o il Bazzani. E allora al massimo vado in drop D, semplice da usare ma efficace. Ah, la pigrizia eheheheh

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    3. In realtà Tommy suona prevalentemente in standard e drop D tuning, perche dice che nei suoi concerti non vuol far pagare il biglietto alla gente per ascoltare lui che accorda la chitarra...

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    4. Abbassare di un semitono ed oltre l'accordatura standard, è qualcosa che ho sempre fatto a mia insaputa da ragazzino, quando accordavo ad orecchio, me ne accorsi quando comprai il mio primo accordatore elettronico... Anche cambiare la frequenza del La da 440hz a 432hz, può avere un impatto non indifferente sulla suonabilità e sulla voce di alcuni strumenti, per non parlare delle accordatura alternative che per me sono fonte di ispirazione

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  4. Guardando questo filmato, mi conforta il fatto che non ho mai studiato chitarra fingerstyle e non ho mai ascoltato nessun chitarrista fingerstyle, a parte Tommy Emmanuel, però quelle sperimentazioni di usare corde inusuali su chitarre acustiche le ho fatte pure io, e con la mia vecchia DXM vi ho postato anni fa un sacco di mie cose con corde sottili e accordature ribassate e senza neanche farlo apposta, salta fuori questo video che mi ha illuminato, della serie, alla fine non bisogna per forza seguire degli schemi, ma anche nel mondo della elettrica, dove forse ho passato più tempo a esplorare rispetto alla acustica, anche lì, io monto corde 010 con accordatura un tono sotto sulla mia Ibanez Bilbert e le corde neanche a farlo apposta non friggono e neanche frustano, questa si chiama sperimentazione, e mi fa piacere che pure io che non so suonare ci sono arrivato per istinto e per curiosità senza seguire dei canoni dettati da una didattica o da un iter tassativo, e anche con quest'ultima, ovvero con l'elettrica, come fa notare Bazzani nel video, ho acquisito per curiosità che certi vibrati, grazie alle accordature ribassate, escono fuori che è una meraviglia, per cui questo video per me ha confermato in tante sfaccettature quello che già da tempo ho sperimentato io con le mie chitarre, e la cosa mi appaga molto

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    1. Probabilmente queste esperienze di sperimentazione sono in qualche modo applicabili a quasi tutti gli strumenti ( quasi tutti ) e in fondo sarebbe quasi superfluo evidenziarle. Ma spesso si resta incollati a schemi tracciati e si perde uno degli scopi primi della musica, la ricerca. Che passa anche nel cercare di capire, oltre a quello che si sta suonando, come e con cosa, senza pregiudizi. Certo, viene anche da pensare che Daniele farebbe suonare bene anche una ringhiera :-)))))))

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    2. Poi ti fa capire una cosa importante, basta un solo giorno senza suonare la chitarra e per recuperare quel giorno ci vuole minimo una settimana per riprendere l’elasticità dei movimenti delle mani, così a detta sua diceva Andrés Segovia,
      Questo per capire che per fare i concertisti o comunque essere ad alti livelli l’intensità di lavoro e studio sullo strumento non deve mai calare,
      Mi viene da sorridere se penso all’ultima volta dove ho preso in mano la acustica ovvero quando io e te abbiamo fatto l’ultima v-jam sul brano Mother Goose, sono passati quasi 4 mesi, vabbé ho suonato in compenso le elettriche ma sicuramente senza una costanza giornaliera, ho sempre nutrito una stima a chi riesce anche se non è un professionista, a suonare regolarmente tutti i santi giorni, ma non tanto per trovare il tempo, io ad esempio il tempo lo avrei, ma tanto per averci la voglia, cosa che a me negli ultimi anni è calata parecchio, se penso a 10 anni fa che suonavo fino a sei ore al dì, ora per fare sei ore di chitarra passano settimane… c’est la vie;)

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    3. Stessa cosa per me: di tempo ne avrei anche, ma voglia o per meglio dire stimoli, a volte sono pari a zero. E passano giorni dove non imbraccio nulla, ne l'acustica ne l'elettrica. La musica resta comunque essenziale ogni giorno, tra ascolto e approfondimenti vari, ma le mani che già sono quel che sono ci rimettono di sicuro. Ma non sono un professionista, e in vista di impegni live mi butto a capofitto cercando di rimediare. Chiaramente ogni volta suono sempre peggio eheheheheh

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    4. Fare i farfalloni, ovvero passare da un fiore all’altro, come si dice in gergo, cioè oscillando da un genere ad un altro, non so se è sempre positivo, penso infatti spesso al rovescio della medaglia, tu forse puoi capirmi, immagino pure te hai iniziato con ungenere di riferimento, magari il rock, poi è arrivato il punk, il progressive, passando poi anche per il folk e il cantautorato, io uguale, ho cominciato con hard rock passando al Metal con le sue varie sfaccettature, per poi ritrovarmi a studiare in un accademia di musica armonia jazz con i vari standard, poi mentre studiavo lì conobbi pure un maestro che mi contaggiò con il fingerstyle e tutto questo mentre stavo in una band tributo agli Iron Maiden,
      Immaginati tu come ero bombardato e contaminato in quel periodo, da una parte la cosa positiva di essere degli onnivori della musica e apprendere più concetti e più linguaggi contemporaneamente, dall’altra parte sentirsi confuso perché seguire solo un binario con un gruppo era troppo limitante e poco stimolante,
      Alla fine penso a chi diversamente da me è rimasto fedele ad un solo genere e magari da 30 anni suona sempre solo quello e forse sono anche più felici e soddisfatti rispetto a chi come me ha voluto approcciarsi a generi diversi sia con acustica sia con chitarra elettrica

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  5. Bazzani dice cose interessanti (che tra l'altro abbiamo trattato varie volte anche noi). Il suo è un punto di vista comune a diversi musicisti. Jackson Browne, ad esempio, nei suoi concerti portava sul palco un ben di dio di chitarre selezionatissime, ma tra i continui cambi di strumento a volte imbracciava anche chitarrine economiche perchè diceva che certi pezzi venivano bene solo con quelle.

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    1. in fondo hai ragione, sono artgomenti che abbiamo già trattato, niente di nuovissimo. Forse bisogna solo ricordarcelo in alcuni momenti dove frustrazioni, noia e entusiasmi per nuovi acquisti ci assalgono. Cerchiamo sempre il meglio, anche se non siamo ( più o meno tutti) dei professionisti, e a volte potremmo trovarlo già tra le cose che abbiamo cambiando prospettiva o più semplicemente accordatura. Ma chissà se saremmo appagati nella stessa misura di quando apriamo la custodia di un nuovo giocattolo...e forse è qui la vera differenza con i musicisti professionisti.

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  6. Qui conta parecchio anche il punto di vista di Bazzani, cioè quello del chitarrista solista che si esibisce da solo oppure con un/una cantante, quindi in situazioni dove la chitarra è protagonista. Il punto centrale è ciò che si cerca in uno strumento per l'utilizzo che se ne fa. Credo che l'impiego della chitarra acustica assieme ad altri strumenti elimini di fatto molti discorsi. Dato che, per motivi che ben conosciamo, pochi possono permettersi di suonare in un gruppo portandosi sul palco diverse chitarre acustiche, le sfumature timbriche e la ricerca di sonorità diverse attraverso accordature alternative devono lasciare il campo a praticità e versatilità. Una raffinata Chatellier può valorizzare al meglio concerti solistici o l'accompagnamento a una voce ma, per esempio, potrebbe diventare una palla al piede in mezzo a fiati, percussioni e altri strumenti elettrificati. In quel caso risulta più versatile una buona chitarra industriale di fascia media con buona suonabilità, timbro asciutto e un sistema di amplificazione facile da gestire.

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  7. In realtà Daniele fa delle scelte molto precise degli strumenti che utilizza in base alle specifica situazione: quando è da solo sul palco usa (quasi sempre) sempre la sua Larriveè con cui ha fatto moltissimi concerti, quando accompagna una cantante preferisce usare la sua D28 o la J45 (o al limite la Gibson L2 per i pezzi più blues), nei video che che registra per youtube ultimamente lo vedo molto spesso con la Chatelier e qualche volte con altre chitarre di liuteria.

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    1. E comunque la scelta delle chitarre è un argomento su cui è ritornato più volte, con vari ripensamenti. Per esempio in questo video, più vecchio di quello riportato da Stefano, sembra affermare il contrario e cerca anche di motivarlo validamente:
      [video]https://youtu.be/WAEl62NiC4Y[/video]
      Ho una grande stima per le persone che non vivono con certezze assolute, ma ritornano sovente a ragionare sui loro dubbi...
      Se avete ancora voglia di sorbirvi 10 minuti dei suoi monologhi, guardatevi anche questo video, in cui dice cose che ci sono note, ma sono comunque interssanti:
      [video]https://youtu.be/OwaDB5W5q9A[/video]

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    2. Condivido il fatto che spesso ci si contraddice e si torna sui propri passi, in fin dei conti siamo esseri umani, a me il video che ha postato Stefano mi ha fatto capire che lui non simette a dire che è meglio una chitarra da 100 rispetto ad una da 10000, a fatto capire che non poteva stare 15 giorni senza suonare, e nel bagagliaio dell'auto non ci stavano le sue amate bestiole, così per non rimanere fermo troppo tempo si è portato appresso una chitarrina da pochi spiccioli e da questa ha voluto dire che non ci sono solo difetti ma a volte si nascondono sorprese o piccoli pregi

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  8. Quando ho fatto il post il titolo non mi convinceva troppo, quel "ragioniamo" mi sembrava un invito un po' mortificante. E invece sta andando così, si ragiona su cose forse già sentite e lette, ma sempre con interventi interessanti. Mi piace Bazzani, ancor di più i cookers che dimostrano di avere un cervello sempre acceso

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