giovedì 8 dicembre 2022

Gibson J35

Era parecchio che mi gingillavo con l’idea di prendere una J35 usata e dopo un bel po' di ricerche, contatti presi, occasioni fallite, alla fine ho trovato quella giusta.

Tutto parte in qualche modo dalla mia passione per John Renbourn, il quale all’inizio della carriera, sia da solista che con i Pentangle, per diversi anni ha usato una J50 e molti dei pezzi che amo di più hanno le sonorità della jumbo slope shoulder di casa Gibson.

A ben vedere, la J50 non era esattamente la chitarra giusta per quel genere di musica folk dalle atmosfere celtiche, ma il giovane Renbourn era un grande ammiratore di Davy Graham e la cosa più vicina alla J45 imbracciata da Graham sulla copertina del disco “The guitar player” che John riuscì a trovare nell’Inghilterra di quegli anni fu una J50 vendutagli da un soldato americano di passaggio. Anni dopo Renbourn scoprì che il suo idolo in realtà suonava una Martin ma ormai le cose erano andate così ed il suono di quella Gibson nei primi dischi di Renbourn, “giusta” o “sbagliata” che fosse, per me è ormai indissolubilmente legato a quei brani complicatissimi con cui mi ostino a lottare sulla tastiera.

Perché allora non hai preso una J50, mi si potrebbe chiedere: è che quell’enorme battipenna e l’orribile (ehm) reverse belly della J50 non erano proprio in cima alle mie preferenze estetiche. Ed ecco che il mio interesse è andato quasi naturalmente sulla J35, stessa forma, stessa finitura natural, stesse o quasi caratteristiche costruttive (poi ci torniamo) ma un più bello e sobrio battipenna firestripe e il classico ponte rettangolare delle prime Gibson.

La J35 infatti è una delle prime chitarre realizzate su larga scala da Gibson, a partire dal 1936 e fino al 1942, anno in cui fu soppiantata dalla J45. Costava 35 dollari (di qui il nome) ed era un’alternativa più economica alle dread di casa Martin, ma nonostante il prezzo abbordabile è rimasta una delle chitarre più apprezzate e più ricercate dai collezionisti. Negli anni ’90 e fino al 2018 Gibson ha prodotto una riedizione della J35 molto fedele all’originale (certo, a parte nut e saddle in tusk e il solito L.R. Baggs). Rispetto alla J45, oltre al ponte, l’unica differenza costruttiva è la geometria delle catene scalloped, che nel caso della J35 disegnano una X più ampia, lasciando il top un po’ più libero di risuonare. Il che conferisce allo strumento un suono leggermente più scavato sui medi, con alti e bassi più in evidenza e una rispondenza al tocco leggero che la rende molto adatta anche al fingerpicking. Poi di nuovo quest’anno è uscita una versione con finitura satinata (Gibson, perché?) ma i legni dei pochi esemplari che ho potuto vedere erano francamente orribili. Certo, anche l’abete comincia a scarseggiare e non si può più andare tanto per il sottile, ma sono certo che non più di una decina di anni fa in quel di Bozeman, Montana non si sarebbero mai sognati di mettere sul mercato una chitarra realizzata con i top che i miei poveri occhi hanno visto in negozio.

La J35 che è entrata in questa casa è del 2017, è stata tenuta in modo maniacale ed ha un top davvero spettacolare. Non so quanto si riesca ad apprezzare dalle foto ma la regolarità e la trama fitta delle fibre, l'effetto silked di questo abete Sitka è davvero una gioia per gli occhi. Il suono di questa chitarra mi ricorda moltissimo quello dei brani di Renbourn: arioso, con una gran separazione e un riverbero naturale molto presente, pur essendo ben incentrato sulle fondamentali. Bellissimo l’attacco delle note, particolare, come se avesse un leggero twang quando percuoti una corda. Una caratteristica che ho notato anche nelle registrazioni di Renbourn. Un suono decisamente diverso dalle due Martin che ho in casa e un volume davvero notevole quando si spinge. Appena arrivata ho sostituito i pin in tusk con quelli in osso che avevo già e a breve sagomerò un saddle in osso. Sto prendendo confidenza col manico, il cui radius è un po’ più accentuato rispetto alle Martin, e con le dimensioni generose. A breve registrerò qualche pezzo... chissà di chi?

15 commenti:

  1. Bellissima! la j35 è sempre un grande classico e qualche anno fa la Gibson l'ha riproposta con un lotto molto consistente, molte delle quali sono arrivate in Italia, ne devo aver provata una da Tomassone e mi era piaciuta sia per il suono che per l'estetica sobria e vintage. Avevano anche un prezzo molto onesto che dovrebbero aver mantenuto, a differenza della j45 i cui prezzi sono schizzati alle stelle e si fa fatica a trovarla pure da nuova.

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    1. Ciao Gianca, questa appartiene proprio a quell'edizione di cui parli e che probabilmente hai provato. Tra l'altro ha anche conservato una fascia economica un po' inferiore alla J45 e J50 (che poi altro non è che una J45 natural) ed ha molti estimatori. Oggi la versione appena uscita costa quasi 2000 euro ed ha una finitura satinata che Gibson chiama faded. Trovo decisamente più bella e fedele all'originale la mia però.

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    2. quelle faded non mi convincono, possibile che bisogna sempre peggiorare un modello riuscitissimo per vendere poi l'originale a prezzo esorbitante? eppure nei negozi si trovi solo quelle (quando le trovi).

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    3. Infatti, pare nulla ma il cambio di finitura per me segna uno stravolgimento inutile. Per fare cosa poi, un ibrido più economico tipo la serie studio (non so manco se esiste ancora)? Alla fine costa 2000 euro, quindi boh.

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  2. e poi il pickguard strippato...è una favola

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  3. Cavolo se è bella!! O mi è sfuggito, oppure hai dimenticato di dirci quanto ti è costata, il top ha una trama molto simile alla mia Ovation custom elite, che sotto la luce ha dei riflessi cangianti, bella descrizione, però due accordi per farcela sentire li potevi postare... 😉😁

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    1. Sapevo che avresti apprezzato il top! Ne ho visti parecchi nel corso di questo ultimo anno tra le chitarre usate in circolazione sul web e questo era il più bello di tutti. Appena faccio il nuovo saddle la registro senz'altro

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    2. 1350, viste le condizioni praticamente pari al nuovo e l'andamento dei prezzi delle altre j35 in vendita in giro è un prezzo più che onesto. E senza contare i prezzi che girano su Reverb, altissimi. Tra l'altro l'impulso principale è che un mesetto fa ho venduto la Recording King.

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  4. Bella e interessante chitarra poco conosciuta ( almeno da me ) ma sicuramente da provare. Per cui guagliò, urge raduno dove ce la farai spupazzare allegramente ;-)

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    1. Eh sì, sarebbe davvero il caso di cominciare a programmare qualcosa, magari per la primavera

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  5. Molto, molto bella! Ricordo che tempo fa, prima di prendere la 0018, quel modello mi era entrato in un occhio. Aspetto di sentirla con una registrazione da par tuo. Molti complimenti!

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    1. Grazie Mirco, registrerò qualcosa al più presto!

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  6. Alla fine l'hai preso il chitarrone! stupendo il top con una venatura fittissima e molto regolare, probabilmente un abete cresciuto molto lentamente per l'altitudine e le temperature rigide ... sono caratteristiche ricercate dai liutai per la particolare resa sonora. Complimenti.

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    1. Ciao Beppe! Sì, ci giravo intorno da un sacco di tempo, poi da quando ho venduto la RK ho intensificato le ricerche e alla fine credo di averne trovata una niente male davvero. Le chitarre vanno e vengono ma questa credo che resterà. Se questo weekend riesco a finire il nuovo ponticello in osso, registro qualcosa.

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  7. Bravo Andrea! Alle passioni non si comanda... un abbraccio

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