martedì 3 agosto 2021

Conoscete J.P. Cormier?

 Ho scoperto da poco questo flatpicker canadese, che è un grande appassionato di chitarre acustiche oltre ad essere un ottimo musicista (suona la chitarra prevalentemente in flatpicking, ma se la cava anche con il fingerpicking, inoltre è bravo con il violino, il banjo, il mandolino e canta pure con una voce gradevole ed intonata). Manifesta questa passione con grande entusiasmo sul suo canale Youtube provando, senza alcun preconcetto, chitarre di produzione orientale come fini strumenti di liuteria.  In quarant'anni di carriera come musicista professionista in ambito country-bluegrass, ha posseduto ogni tipo di chitarre ed è un convinto sostenitore di brand come Recording King, Epiphone, Alvarez-Yairi, Yamaha (con cui ha intrattenuto rapporti come dimostratore in varie fiere), ma racconta di aver trovato gli strumenti che lo appagano pienamente  nelle bottega del liutaio canadese Robin Boucher. 

Vi allego un video dell'esecuzione live del suo album "Primary Color" effettuata nel suo studio personale durante il lockdown, durante il quale suona 14 pezzi con 14 diverse chitarre. Non è il genere di musica che preferisco, ma è interessante sentire la voce di così tante chitarre e così diverse ...

La cosa curiosa è che, nonostante J.P. sostenga di amare le chitarre dei brand Martin, Gibson e Taylor e di averne possedute tante nella sua lunga carriera, sul suo canale youtube non troverete neanche un video in cui prende in mano una di queste chitarre. Qua sotto spiega nei dettagli questa sua scelta, motivando che  hanno dei prezzi esageratamente alti per essere degli strumenti costruiti con linee di produzione in fabbriche automatizzate e quindi soggette alla "legge del 20%", mentre con costi equiparabili è possibile comprare strumenti di liuteria costruiti completamente a mano, con standard di qualità rigorosi, strumenti che secondo  lui possiedono un po' dell'anima del liutaio che li ha costruiti.


Se quello che dice in questo video non vi ha scandalizzato, vi consiglio di andare a dare un' occhiata agli altri video della playlist "Guitar stuff ... with John". Nonostante i toni un po' da battitore d'asta e qualche iperbole nelle lodi delle chitarre, trovo che le sue considerazioni rispecchino le piccole esperienze che abbiamo avuto anche noi cookers. Vi consiglio di utilizzare i sottotitoli in inglese che facilitano la comprensione e fare attenzione ai prezzi che cita, perchè sono in Dollari canadesi, quindi per la conversione in Euro basta moltiplicare per 0,7 (per la precizione 0,67).

9 commenti:

  1. Si io lo conoscevo, è la cosa che mi piace di quest'uomo, è l'assoluta mancanza di preconcetti nei confronti dei marchi, ogni strumento ha delle peculiarità, ma sopratutto esalta la figura dei liutai apprezzandone la loro opera

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  2. sono d'accordo che non bisogna farsi influenzare dal marchio, posso anche essere d'accordo che i costi di certe chitarre costruite in serie dentro una fabbrica siano troppo elevati.. ma non concordo che uno strumento fatto artigianalmente a mano debba essere per forza superiore ad uno strumento fatto in fabbrica, non faccio di certo di tutta l'erba un fascio, ma quelle chitarre che a volte in fiera ho provato fatte da artigiani a mano erano dure come sassi, se vuoi belle e ben suonanti, ma dure e con manici amio avviso insuonabili, a questo punto se io dovessi fare una scelta preferisco spendere due o tremila € per uno strumento che riesco a suonare e che abbia un bel suono e che un giorno quando sarò stufo lo potrò rivendere senza problemi e senza rimetterci granché, piuttosto che avere uno strumento per me insuonabile anche se c'è dentro l'anima del liutaio.. detto questo, grazie della condivisione, interessante il tizio che non conoscevo:)

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    1. Come dicevo sopra, J. P. ha un po' i toni e la parlantina dell'imbonitore da mercato, ma la sua passione è sincera. Ovviamente ci sono anche liutai (o sedicenti liutai) incompetenti. Ma la differenza tra uno strumento di liuteria e la produzione industriale sta proprio nel rapporto tra cliente e artigiano, ci deve essere una interazione, la chitarra deve essere fatta su misura sulle esigenze del cliente, in base alla sua idea di suono, al suo modo di suonare, alle sue esigenze per la suonabilità dello strumento... poi un liutaio che dedica 400 ore nella costruzione di uno strumento, ci mette di sicuro un po' del suo amore per quel lavoro, della sua competenza, del suo ingegno; ha sicuramente una cura diversa di un operaio della catena di montaggio che ripete meccanicamente la stessa operazione tutto il giorno.
      Ma hai ragione anche tu, non bisogna fare di ogni erba un fascio.

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    2. certamente, non discuto su quello che dici, bisogna però vedere se alla fine il gioco vale veramente la candela..
      cioè alla fine può anche avere una doppia soddisfazione seguire passo dopo passo il lavoro da te commissionato ad un artigiano, però alla fine lo strumento finché non è finito non saprai mai poi come te lo senti in mano, puoi anche scegliere i legni ed essere esperto, poi se a prodotto finito non hai quel feeling che ti aspettavi sulla carta?
      secondo me il rischio c'è sempre, cosa che invece su un prodotto già pronto e finito su un piedistallo di un negozio non hai.. io personalmente se volessi spendere 5000€ per una chitarra acustica non andrei mai dal miglior artigiano a farmela costruire, ammesso che 5000€ bastassero, in primis perché proprio non avrei le competenze per farmi costruire lo strumento su mie specifiche, in secondo luogo per i motivi sopra citati, andrei sicuramente in un vicolo cieco e non ne uscirei con un prodotto finito a me congeniale..
      continuando un po' il discorso di chitarre acustiche di fascia medio alta che ho provato recentemente in negozio, devo ammettere che sono rimasto sbalordito sui manici di tutte le acustiche che ho provato, erano tutti perfetti per le mie mani, non ho provato una chitarra con manici che facevo fatica a suonare, parlo di Martin d18 e d41 e di Guild d40 e d55 sono rimasto davvero colpito dalla perfezione dei maici di questi strumenti, oltre anche al loro suono ovviamente

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    3. Non voglio contraddirti, ma uno strumento di liuteria, in genere viene costruito sulle specifiche del cliente, oppure il liutaio lo costruisce in base alle proprie misure, quindi suonare uno strumento costruito per un'altro, è come indossare un paio di pantaloni non nostri: difficilmente ci cadranno a pennello, inoltre in fabbrica, l'approccio costruttivo è il medesimo per ogni strumento, un liutaio in genere si adatta alla materia che sta lavorando, cercando di esaltarne le qualità intrinseche

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    4. Concordo pienamente Mimmo e credo che questo intenda J.P. quando dice che il liutaio ci mette un po' della sua anima negli strumenti che produce. Poi ci sono anche pessimi liutai, che magari si fanno anche strapagare, come ci possono essere ottimi strumenti di fabbrica, magari con costi non esorbitanti ... sta a noi trovate gli strumenti che ci soddisfano veramente.

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    5. certo Beppe, sta proprio a noi scegliere quello che + ci aggrada.. non sto mica dicendo che sia sbagliato farsi fare uno strumento su misura.. bisogna esserer molto esperti da ambo le parti, ma ribadisco il rischio di partire da 0 per trovarsi poi lo strumento finito e magari non ritrovare quel suono o quel feeling che si ha in mente secondo me c'è sempre.. lasciando perdere il discorso economico, per me ad esempio è molto + semplice sedermi su uno sgabello in negozio e provare con mano decine di chitarra per poi decidere dopo aver fatto le dovute prove, piuttosto che scegliere quali legni, quali tipo di manici, quali meccaniche sulla carta per poi dire ok, montami questo con quello e vedrai che tutto sarà perfetto, sarò anche io poco fiducioso e malfidato di natura;)

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  3. Avevo già incontrato il simpatico tizio sul Tubo, che in effetti fa parecchie riflessioni che abbiamo espresso anche noi qui. Non avevo visto questo video sulla "legge del 20%" che mi pare abbastanza fondato. Che poi in realtà quel numero sia solo indicativo mi pare comunque una teoria credibile. Ci sono aziende che riescono effettivamente a impostare un migliore controllo di qualità rispetto ad altre, ma spesso capita che il livello di controllo sia fluttuante. Proprio RK, lo sappiamo, ha attraversato diversi momenti produttivi dove ha sfornato molte ottime chitarre, poi ha avuto un calo e poi è risalita, poi ha ridotto il catalogo. Idem per Blue Ridge. Quindi direi che quella del 20% è solo una indicazione, ma ha un fondamento. Chi produce a livello industriale a costi contenuti si muove così. Diverso per Eastman che ha mantenuto uno standard qualitativo più alto ma ha sempre avuto prezzi più alti. Chi invece si è fatto un nome - o se lo sta costruendo - con una piccola ditta artigianale, deve puntare sulla qualità. Condivido il discorso di Chickensteven sulla rivendibilità dei marchi industriali famosi, ma non è vero che una chitarra di liuteria costi molto di più di una industriale di fascia alta. Chatellier costruisce dei modelli che costano meno di certe Martin standard.

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    1. Proprio così Mirco. Guardo online i prezzi di una Martin OM 28 e vedo che sta intorno ai 3400 € e penso alla mia omologa Eastman che ho pagato 1200 € e mi sta dando un sacco di soddisfazione ... Per quella cifra veramente vado a trovare i fratelli Chatelier.

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