domenica 18 luglio 2021

L' Orizzonte

 Buona serata! Ogni tanto passo da queste parti e vi propongo le mie personali  elucubrazioni musicali. Ecco  "L' Orizzonte", un mio pezzo che spesso strimpello per ore sul balcone di casa,  con lo sguardo perso nella lontananza dell' orizzonte, appunto, in quei tardi pomeriggi un po' pigri e non troppo soleggiati; una cosa che mi rilassa molto e mi manda in trance, specialmente quando lo eseguo lentamente. Come in altri miei pezzi sfrutto qualche ridondante lick in Mi maggiore o in La. Qui la chitarra e' la mia Jumbo, l' Ibanez della serie Sage.

Piu' sotto inserisco anche una versione con la C40, una Yamaha classica per principianti.

Spero che piaccia. A me piace. Se no, come spesso capita,  ditelo, che cancello tutto.






3 commenti:

  1. Bravo Luciano, il pezzo è ben costruito e si, è un brano che oltre ad essere bello, è molto rilassante, tra le due versioni preferisco quella suonata con la jumbo, secondo me le steel strings, gli danno quel qualcosa in più che le corde in nylon non riescono a dargli

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  2. Bravo Lucià, sono contento se qualcuno ancora strimpella per ore rilassandosi di fronte a un paesaggio, non tutto è perduto. Come Mimmo, anche io preferisco l'ibanez, secondo me più consona. Per me, ma è ovviamente una mia contestabile opinione, la classica va suonata con le dita per esaltarne la dolcezza del suono. Altrimenti mi vengono subito in mente i falò sulla spiaggia di decenni fa, quando una chitarra economicissima con le corde in nylon era il massimo che ci potevamo permettere. Per carità, mi ci sono svezzato, ma oggi l'associo al dilettantismo estremo. Non è questo il caso, ma credo capirai cosa intendo dire ;-))))

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  3. Ma grazie mille a tutti e due! Non ci speravo, grazie davvero cari Mimmo e Stefano XD.
    In effetti per la classica ce ne vorrebbe una un po' piu' bensuonante per farla come dico io e poi ho fatto l'errore di farla troppo veloce, con la C40 intendo e questo si sposa poco con l'idea di stato mentale che voglio trasmettere. Naturalmente quando la eseguo per conto mio la faccio anche piu' lentamente, in modo da accavallare maggiormente i suoni e infondergli quella languidezza che mi immagino, quel pigro rollio come se stessi dondolando su un' amaca distesa tra due piante di palme. Ovviamente il pezzo e' un po' piu' lunghetto, ma naturalmente ho registrato solo due o tre strofette, oltre al ritornello e alla frase di collegamento tra una strofa e l'altra ripetuta piu' volte, il "ponte", come si dice. Di solito questi pezzi in MI o in La sono quelli che preferisco strimpellare di piu', sono le tonalita' con le quali mi rilasso maggiormente, mentre Do, Re e Sol le uso quando ho bisogno di piu' incisivita'. Forse dipende dal tipo di posizioni che poi ti ispirano di conseguenza e che a me, almeno, guidano sempre nella stessa direzione.

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