Quando ho scoperto questo Tiny Desk Concert sul tubo ho subito pensato che sarebbe piaciuto ai frequentatori di questo blog, estremisti acusticanti e convinti sostenitori del "Less Is Better". Scherzi a parte, è piaciuto molto a me: la delicatezza dell'impasto vocale, l'efficacia della formula apparentemente banale (una chitarra che accompagna in modo abbastanza standard, l'altra che ricama sopra delicati florilegi in un registro acuto), la bellezza delle canzoni, l'intimità del sound, mi hanno subito catturato. Mi richiamano alla mente i primi Simon & Garfunkel.
Mi stupisce anche la resa della registrazione, effettuata con un solo microfono, anche se non è un microfono da poco: si tratta di un Sennheiser MKH 418-S (circa 1800 €), microfono stereo di tipo Mid/Side costituito da una capsula a cardiode in punta e una capsula bidirezionale con figura a 8 sui lati. Notevole la separazione che si ottiene sulle due chitarre, mentre le voci risultano abbastanza centrali.
Vi consiglio anche questo concerto, decisamente più lungo, ma anche molto piacevole. In questo caso la microfonazione è più complessa, ben quattro microfoni hand-made della Ear Trumpet Labs, che adeguatamente mixati forniscono un suono più caldo ed avvolgente ...
Ammazza, stai diventando un tecnico del suono! :D
RispondiEliminaSimon & Garfunkel revisited, ma con chitarre più importanti. In tutti i sensi... Questi due son bravi si!
Forse Simon & Garfunkel erano un po' più vari e con più groove ... Kenneth Pettengale comunque è un chitarrista notevole, mi chiedo come faccia a suonare con il capotasto così avanzato in certi pezzi.
EliminaSì, mi interessano le tecniche di ripresa, soprattutto per quanto riguarda la chitarra, gli strumenti acustici in generale e la voce, mi piacerebbe capirne di più in questo campo, ma a parte la questione dei mezzi, bisogna investirci un sacco di tempo in prove. Basta cambiare l'inclinazione di un microfono o spostarlo di pochi centimetri, che il suono cambia significativamente... per questo mi stupisce la qualità della ripresa con un microfono solo, tenendo conto che i due musicisti non sono immobili come inchiodati su una sedia.
Molto intimo, bella musica. Il confronto con S&G scatta subito, ma poi in realtà le loro canzoni sono parecchio diverse, e ammantate di un qualcosa di antico, vintage direbbero quelli bravi. Anche le voci sono ben accoppiate, ed è qui che queste performance fanno la differenza. Come chitarristi sono bravi, non c'è che dire, ma senza quegli impasti vocali sarebbe lo stesso? E' quello che mi dico quando faccio, o penso di fare, piccoli spettacolini acustici ( la loro location mi ha ricordato le librerie dove in duo aiutavamo le presentazioni dei libri di poesie ): e mi rispondo no, senza quelle voci la magia se ne va. E aggiungo: maledetta natura, perchè non mi hai dato una voce così? La registrazione è davvero ottima e dinamica, ma anche un solo microfono può far miracoli, se costa 1800 euri, la qualità si paga, sempre. Un ultima cosa: ma quel nodo sul manico, si doveva ricordare qualcosa o è un vezzo alla shredder elettrico? eheheheheh ciao Bepi
RispondiEliminaSì, il microfono fa davvero la differenza, sul tubo c'è un altro concertino in un ambiente quasi identico (le librerie devono avere una resa sonora eccellente), ma è ripreso solo con uno di quei Ear Trumpet Lab del secondo video (~600€),ed il suono è molto più chiuso, meno caldo ... probabilmente conta anche la post produzione, NPR Music cura molto l'audio di questi Tiny Desk Concert. Riguardo al fazzoletto, dopo il primo pezzo Kenneth risponde ad una domanda del pubblico e dice qualcosa a proposito di evitare buzz sui fret della parte bassa del manico, ma non ho capito bene, forse si riferisce all'uso del capotasto così in avanti.
EliminaRiguardo alle voci, la natura conta di sicuro tanto, ma io penso che siamo portati a sottovalutare il lavoro che c'è dietro, è come per qualsiasi altro strumento: ci vuole studio, tecnica, esercizio, cura dello strumento (ci sono cantanti classici che prima di un concerto stanno per giorni senza proferire parola per risparmiare la voce e girano perennemente con un foulard sul collo, terrorizzati dalle correnti d'aria peggio di una vecchina di 90 anni).
EliminaE anche l'amalgama delle due voci deve aver richiesto uno studio non da poco, ho letto che Joey Ryan e Kenneth Pettengale hanno entrambi fallito in una carriera da cantautori prima di conoscersi, il successo è arrivato solo quando hanno cominciato a lavorare insieme.
Sanno usare bene le due voci, non hanno bisogno di virtuosismi con le chitarre, badano all'essenziale ma suonano e cantano con precisione chirurgica. In queste situazioni (che a me piacciono molto) la qualità della registrazione diventa sostanza e questi artisti, come Mandolin Orange, Quiles & Cloud e tanti altri, da soli davanti a uno o due microfoni, mi fanno un'invidia ce non vi dico.
RispondiEliminaHo pensato proprio a te quando ho visto il primo video ... c'è di sicuro un gran lavoro dietro alle loro performance, gli incastri delle linee vocali, le parti delle due chitarre ed anche il loro timbro (più scura la J45, più brillante e definita la martin 0-15) sono sicuramente stati studiati con molta cura.
EliminaChe meraviglia.. che bravi.. non aggiungo altro..
RispondiElimina;-)