martedì 30 marzo 2021

V-Jam : "Jenny" by Jan & Ste

Buongiorno cari Cookers, eccomi qui, innanzi tutto per salutarvi, e poi per raccontare un po’ di me e di quello che ho fatto ultimamente, a parte andare a tartufi, bruttissima stagione con poche soddisfazioni, sembra quasi che rispetti l’andamento di questo faticoso periodo di incertezza.


Le chitarre acustiche non le ho abbandonate, tutt’altro, rimangono sempre la base di partenza di tutto,  Tangona, Sigma 00018 e Ovation sono il primo step su ogni cosa che faccio, diciamo che la mia attenzione si è un po’ spostata, a livello di genere musicale, dal classico rock blues, a generi che magari vi potranno fare storcere il naso, ma che mi hanno coinvolto molto, sia nell’ascolto che nel suonare, parlo di quel sound  indie, shoegaze, neofolk, insomma la new wave di oggi, in cui si cimentano band emergenti e altre più famose, e le chitarre elettriche e gli effetti, in questo frangente,  sono più indicate.
Ho scritto una dozzina di ballad, e qualcosa immancabilmente è finita a su You Tube, più per mio uso e consumo, che per altri fini.
Finalmente arrivo al punto, con le parole mi perdo spesso, e proprio su “Jenny”, un mio pezzo cantato e suonato con la elettricissima PRS Mark Tremonti effetto 12 corde più flanger, ricevo un commento da Roma, e chi può essere se non Stefano.
Stefano mi scrive che è rimasto colpito dal testo e dall’atmosfera  decadente stile anni 80 del brano, e mi propone di rifarlo, lasciando che si occupi lui della parte strumentale, mentre io sarò impegnato esclusivamente della parte cantata.
Ovviamente la mia risposta è un sì, e gli spedisco via mail il testo e gli accordi.  
Due  giorni dopo mi arriva un file con la base da mettermi in cuffia, su cui cimentarmi a cantare il pezzo.
Il giro di chitarra con cui inizia il pezzo mi conquista subito,  e comincio a provare le registrazioni, non ne faccio tante, perché, inutile dirlo,  non sono un cantante, e a 65 anni suonati, la voce non cambia dalla mattina alla sera..
Inizia il consueto scambio di mail, con idee, proposte e tanto entusiasmo, e successivamente la seconda prova con l’aggiunta di altri strumenti, basso e chitarra con un piccolo solo centrale.
Stefano fa diventare suo il pezzo, arricchendolo di suoni  e sonorità, con la consapevolezza di allontanarsi dalle mie intenzioni iniziali, mi ricorda Johnny Cash quando fece la cover di “Hurt”, e l’autore, Trent Reznor dei Nine Inch Nails, gli disse che anche se l’aveva stravolta, aveva un suo perché ed era perfetta così.
Pazientemente, e con capacità e competenza che invidio, continua il  montaggio del brano, Stefano aggiunge sinth, percussioni, chitarre, taglia, copia, incolla, è un Armani dell’home recording.
Provo a cantarla e l’insieme di tutti gli strumenti così ben amalgamati mi dà l’impressione di una piccola grande band che suona solo per me. E’ emozionante.
La metrica non è semplice, quando suono da solo, one man one band, allungo, accorcio, improvviso, ma se si deve fare i conti con metronomo e quant’altro, le cose cambiano.  
A un certo punto mi scrive, dimmi di fermarmi, se no io vado ancora avanti.
Fermate!!! E’ la mia risposta con un sorriso sulle labbra.
E così, il pezzo originale, da cotto e mangiato con una registrazione spartana con il cellulare, improvvisata e impastata, prende un’altra forma, sicuramente un’altra dimensione, di musica suonata con capacità e gusto in uno studio di registrazione.
Il bello di queste collaborazioni è che entrano in gioco le personalità e il background di ognuno di noi, e in questa ottica si sente l’influenza e il carattere di Stefano,  la solarità delle sue note, abbinata a un playing di chitarrista di lungo corso con una radicata conoscenza del rock, del blues e del country, e la palpabile malinconia del mio testo si fondono in perfetto equilibrio, ma soprattutto si sente l’anima di due vecchi darkettoni che hanno tolto le borchie, ma il cuore è rimasto negli anni 80.
Il risultato finale ha superato le mie aspettative e il divertimento e la piacevolezza di ritrovarsi mi ha riportato ai tempi in cui ero più presente nel blog di Figercooking, quando vogliamo sorridere, chissà perché, ci voltiamo sempre indietro.
Vi mando un caro saluto e un abbraccio a tutti, e grazie per il tempo che dedicherete a leggere e ad ascoltare.

 

25 commenti:

  1. Hey qui ci vogliono gli occhiali alla Ruggeri (jan ce li ha già, piacere di risentirti da queste parti)! Bravi, confrontarsi con qualcosa di totalmente nuovo non è mai facile, e ci siete riusciti molto bene, complimenti all'autore e al polistrumentista, curiosamente quando dobbiamo fare ricorso alla pura invenzione, così "senza rete", vengono sempre fuori le cose di quando avevamo vent'anni o giù di lì, insomma le cose che hanno formato i nostri gusti (mica roba da niente).

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    1. Ciao Giancarlo, è vero, sono stato latitante, ma molto latitante, impegnato in cose e casa, guarda, sono in pensione da tre anni giusti il 1 aprile, e mi chiedo come facevo quando lavoravo.
      Non sei il primo che paragona la mia voce a quella di Ruggeri, magari!!!
      Credo che in questa collaborazione esca veramente fuori la nostra essenza, Stefano polistrumentista che non si tira indietro nemmeno di fronte a suonare una cornamusa, e il sottoscritto che se può scegliere tra una penna e un plettro sceglie la penna.
      La mia versione originale nasce con solo voce e chitarra acustica, una classica ballata da cantautore davanti al falò, l'ho poi ripresa in mano con chitarra elettrica ed effetti, più scura, ma sempre molto minimale. Stefano l'ha sentita e mi ha convocato per la V-Jam. Da lì in poi ha fatto tutto lui, un tornado di idee e di proposte, io mi sono limitato a cantare.
      Hai ragione Gianca, quando si sperimenta si finisce sempre per attingere a quello che è stato il nostro background, apriamo i cassetti della memoria e prendiamo a piene mani. ;-)

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  2. Bello risentirti Sig. Tenente

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    1. Ciao Max!! Solo qualche giorno fa con un amico ho parlato di te!!
      Gli raccontavo di Fred Buscaglione che era compagno di classe di mio papà, erano entrambi del 1921, e a novembre tutti e due avrebbero compiuto 100 anni, e gli ho fatto ascoltare la tua "Biondina" il pezzo che abbiamo fatto, io proprio poco neh, insieme.
      Ma che pezzo, ma che sound, ma chi è che canta e suona? E gli ho parlato un po' di te, del gruppo di chitarristi di Finger,e di come ci siamo conosciuti.
      Anche a me ha fatto piacere risentirti..;-)

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  3. Beh, ha già detto tutto Jan. Quando ho sentito il pezzo sul suo canale, memore dei nostri passati darkettoni, ho subito pensato ad arrangiarla come se fossimo ancora negli anni 80. Ho messo un quintale di tenax e il resto è venuto da se. Trovo la voce di Gianfranco interessante, ricorda Ruggeri ma anche altro, lo "userò " più spesso 🤣🤣🤣 Comunque mi sono divertito con tanto chorus e flanger, erano anni che non li utilizzavo in maniera così massiccia. Ma le parti che mi acchiappano di più ultimamente sono basso e batteria!!

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    1. Ste, sono quasi passati quarant'anni dal clou degli anni 80, ovvero l'inizio e mi sembra solo ieri che giravo vestito di nero come un corvo e con cazzuolate di Tenax in testa.
      Il tuo arrangiamento ha illuminato il brano di sfumature di luce, togliendolo in parte dalla penombra in cui era nato. La cosa che mi è piaciuta di più è quell'intro di chitarra assolutamente new wave, ma anche la ritmica, le percussioni e il sinth sono azzeccati e convincenti.
      Pr la voce da usare, non posso garantire, ma ci posso provare....
      ;-)

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  4. Ehilà Jan, un rientro alla grande con tanto di V-jam! In combutta col romanaccio che in questo genere "decadente anni '80" (se l'ha detto lui!) ci sguazza. Bel testo, d'altra parte conosciamo le tue abilità letterarie. Come ha detto Giancarlo nel canto ci sono echi di Ruggeri. Ma a parte la confezione che ha cucito l'Armani dell'home recording, questo pezzo lo vedrei pure suonato dagli After Hours. Ovviamente con altri suoni, ma le atmosfere sono quelle. Bel pezzo e bella "confezione". Non è il mio genere, ma è sempre piacevole ascoltare cose fatte bene. Bravi!

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    1. Gli Afterhours? Mmmm...quasi quasi...😜

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    2. noooooo...che gli hai messo in testa!
      ora non la finisce più con 'sti anni 80!

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    3. Ma reverendo, gli Afterhours non sono emblematici degli anni 80...nascono in quei tempi ma non nella scena new wave, bensì si rifacevano ai velvet underground e ai television. E poi suonano ancora. Se proprio li si vuole etichettare, sono indie. Per la precisione...:DDDDDDD

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    4. Grazie Mirco!! Come recita un vecchio modo di dire, è l'occasione che fa l'uomo ladro, e Stefano è un istigatore a delinquere..eh eh eh..
      Mia moglie dice sempre che i miei testi sono da suicidio, di una tristezza infinita, però non sono Mogol e non riesco a scrivere a comando.
      Il paragone con le atmosfere degli Afterhours fa gonfiare la mia coda di pavone all'inverosimile, perchè molti pezzi della band alternative di Manuel Agnelli mi piacciono.
      Ha suonato tutto il bravo Stefano, ci fossero due, dico due, note suonate da me, ahimè si sentirebbero, anche se credo che il mio playing sia migliorato nonostante gli anni mi stiano regalando una fastidiosa artrosi alle mani, con problemi di tendiniti e dito indice che si irridisce e si blocca dopo un po' che suono, un'ora e mezza, due e devo posare la chitarra.
      Se penso alle giornate in cui suonavo con la vecchia band dalle dieci di mattina alle sei della sera, con un break per un panino o un piatto di pasta, mi viene da piangere, ma si deve fare i conti un po' con tutto.
      Grazie ancora dell'ascolto e alla prossima!! ;-)

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    5. Stefano, ci toccherà fare gli indiani invece degli indie, se no il reverendo non ci assolve..eh eh eh..
      ;-)))

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    6. L'incontinenza è un chiaro sintomo...🤣🤣🤣

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  5. Ciao Jan!! Bello risentirti, e in questi frangenti ancora di più! Trovo questo brano davvero ben architettato, sicuramente buona parte è merito di Stefano, ma senza una buona base di partenza tutto diventa più difficile. Come stai? Scrivi ancora? Ora che sei tornato, non risparire, mi raccomando I tuoi 65 anni sono solo un numero, continua così!
    A proposito: Bravo Ste! Invidio la tua versatilità, ne avessi una piccola percentuale e sarei un artista!! 😉

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    1. Grazie Mimmo!Diciamo che mi ha tirato per il bavero Stefano e sono contento che l'abbia fatto.
      Il brano ha una struttura semplice che si presta a più interpretazioni e così è stato, infatti ho versioni acustiche ed elettruche con diverse tipologie di effetti, quella che ha ispirato Stefano l'ho suonata con una PRS ed effetto 12 corde+flanger.
      Qualche racconto breve l'ho ancora scritto, poi mi sono buttato nella musica e ho scritto 12 pezzi..
      Gli anni passano per tutti.. mia mamma ha 95 anni e rompe le balle come quando ne aveva 40..eh eh eh...
      Ricambio i saluti e a presto!
      😉

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    2. A Mi, tu sei un artista...io invece so versatile e faccio un po tutto ma male ahahahahah

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  6. Beh...ma allora mi domando io: che ci sto' a fare qui sopra con tutti 'st' artisti?!?
    Meno male che ogni tanto c'e' un po' di musica "normale" (leggi godibile), altrimenti con tutti questi strumentali tutti uguali, pallosi e noiosi (mi ci metto pure mi?!? Mmmm...massi', dai. ) sai che palle!!! XDXDXD

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    1. La parola "Artista" in questo caso è un termine sicuramente usato in tono affettuoso e amichevole, non nel senso stretto della parola, credo sia fuori da ogni discussione.
      C'è chi ascolta la musica "normale", chi quella "pallosa" e chi le ascolta tutte e due...
      XDXDXD

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  7. Bravissimi! Non sapevo della vena compositiva di Gian e da consumatore onnivoro di musica - new wave compresa - questa mi è piaciuta molto. Le "produzioni" di Stefano ormai sono una garanzia e anche in questo caso credo che abbia interpretato benissimo la sensibilità dell'autore. Io ci sento anche un po' le atmosfere malinconiche degli Smiths. Chapeau ad entrambi!

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    1. Grazie Andrea, da un onnivoro musicale come te mi aspetto sempre commenti mirati e senza preconcetti, e non mi deludi mai...infatti gli Smiths sono tra le band che prendo spesso ad esempio, specie nelle tessiture di chitarre. Ma quello che mi ha guidato è l'atmosfera "suggerita" dagli accordi, la voce e il testo di Jan. La produzione potrebbe essere una delle strade che avrei voluto imboccare, ma c'è tempo eheheheheh

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    2. Grazie Andrea!! Mozzy e i suoi Smiths fanno parte della colonna sonora che mi porto dietro dagli anni 80, lo ammetto. Atmosfere malinconiche in questo caso, decadenti e nichiliste con altre band.
      La new wave di quel periodo è diversa da quella di oggi, l'elettronica, le tastiere, i sinth, oggi ancor più di allora la fanno da padrone, un esempio sono gli Hapax, una band di Napoli che seguo e che trovo abbia un sound molto interessante.
      Grand Chapeau pour Stefano e Petit Chapeau pour moi...
      ;-)))

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  8. Bravi! Complimenti a Jan per il testo, la composizione del brano e la voce, che è perfettamente in tema con l'atmosfera tenebrosa che il nostro eclettico polistrumentista Stefano ha saputo confezionare con sensibilità in modo eccelso. Mentre l'ascoltavo mi scorrevano nella testa le immagini grige e piovose del primo "blade runner"...

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    1. wow, blade runner...ottimo accostamento, tanta cupezza ma con un sottofondo di speranza. Grazie Beppe

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    2. Grazie Beppe.. è stata una bella collaborazione, che mi ha galvanizzato e dato fiducia di poter combinare ancora qualcosa per me stesso, per potermi divertire e stare bene, e se non sei un professionista questo è fondamentale...;-)

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