sabato 14 novembre 2020

Andrea Mingardi scrive una lettera agli Avanzi di Balera

 IL PARADISO DEI MUSICISTI.

Quarant'anni sono pochi e, di solito, si è ancora giovani ma nel 1980 un'intera categoria si sentì decrepita all'improvviso. Non ci fu nemmeno preavviso. I DJ occuparono tutti i palchi che fino a poco tempo prima erano stati appannaggio di gente in carne ed ossa che suonava strumenti. I gestori delle maxi discoteche, non avevano impiegato molto a capire che un uomo costava meno di otto. Ma la cosa più grave era che un certa controcultura stava affermando che fosse più divertente ballare con i dischi che con la band.

E così, migliaia di musicisti più o meno giovani, si ritrovarono in mezzo a una strada. Non perché fossero scarsi ma perché qualcuno aveva stabilito che non erano più di moda. E da allora è andata sempre peggio. Certo, i grandi concerti, i grandi eventi e le specializzazioni rimanevano e sono rimaste, come punta dell'iceberg ma l'iceberg non c'è più.

Ora, in questa crisi spaventosa, ci hanno fatto passare come superflui, come obsoleti, testimoni di un tempo che fu, reperti archeologici di un'era superata. La musica c'è sempre, scaricata, copiata, trafugata, spacciata, rappata, rapinata, inanimata, sottovalutata e torturata da direttori artistici del mio uccello, e chiedo scusa all'uccello. Gente che in combutta con trasmissioni televisive, avallata da giurati prezzolati che si capisce lontano un miglio che invidiano a sangue i giovani e danno loro delle "storte" micidiali, hanno portato a convincerci che persino alcuni nostri insopportabili dinosauri siano dei fenomeni. Conduttori televisivi, che per mero e triste interesse, se ne guardano bene dal promuovere musica di valore ma, agendo come vigili travestiti da direttori d'orchestra, indirizzano i gusti delle masse verso il burrone più vicino. Come se l'audience fosse un unità di misura affidabile, per stabilire il bello o il brutto. Quando poi, si deve parlare di valori, alcuni di loro si riempiono la bocca con: Beethoven, Debussy, Gherswin, Puccini, Morricone, Mozart, Chopin e con i nostri cantantuotori più poetici. Ma non sanno nulla di loro, non li amano. Anzi se qualcuno oggi portasse alle Mjor discografiche prodotti tipo Frank Zappa, De Andrè, De Gregori, non li prenderebbero in considerazione.

Siamo nel 2020 e vi confesso che per qualche tempo ho sospettato che la gente, poi fosse contenta del pastone propinato da questi distruttori di qualità ma i vostri scritti, migliaia e migliaia, grazie, mi hanno fatto ricredere. Gli orfani di un epoca magica sono milioni. E quello che qualche modernista del cazzo definisce con la parola nostalgia non è altro che la voglia di non considerare straordinari valori perduti. Musicisti o orchestrali? Una volta ci tenevamo a distinguere le due categorie. il musicista era un tizio cosciente e con una visione globale del pianeta musica, mentre l'orchestrale veniva considerato uno del tipo. "Cos c'è da fare?. In realtà, entrambi poi dovevano suonare bene "Long train runnng", ritmo, feeling, accordi che ricordassero la versione originale dei Doobie Brothers. Insomma, bisognava suonarla bene se no la gente non ballava o ballava meno. E questo, gente, non era copiare ma fare esperienza. E la trafila per arrivare a farlo era stata eterna e sofferta. Imparare uno strumento, acquistarlo a rate, convincere parenti e vicini che non fosse rumore quello che studiavi., era il primo passo. Resistere a tutti gli scettici che ti dicevano: batterista? Ma datti ben all'ippica., autoconvincersi che tutte le note lunghe con la tromba servivano a rinforzare il labbro e a non farti più dire. Dai suonaci la ritirata, avere una chitarra con l'eco e avvicinarsi al suono degli Shadows, continuare a pestare le scale sul pianoforte fino ad accennare a dei "Per Elisa" da pisciatoio pubblico, era da eroi. Per riuscirci, dovevi convincere il mondo, un mondo intero... e anche te stesso nei momenti di sconforto. Fino al giorno in cui ti arrivava la prima telefonata: Sai, Giorgio il nostro batterista è uno stronzo, è andato via, o è morto, vuoi provare con noi? Riuscire a salire quei trenta centimetri di palco era come scalare l'Everest. Essere preso in considerazioni dagli altri componenti del gruppo, un impresa. E poi le prove, le esercitazioni, i viaggi eterni, i caratteri diversi, le liti, i soldi, pochi, gli impresari, i punti di vista contrastanti, le mille difficoltà e le paure di non farcela, erano il contorno. Noi non copiavamo. Il palco era la nostra università. I mille repertori e generi sono serviti a noi e a fenomeni come Battisti e Dalla. Loro, sono stati in grado di filtrare il tutto, elaborarlo e inventare qualcosa di inedito e meraviglioso: la musica.

Ma i musicisti avevano come obiettivo il Nirvana: cioè, sentirsi insieme mentre suonavano, muoversi insieme e godere insieme quando la gente godeva di quel susseguirsi miracoloso di canzoni. Perché, diciamolo, non c'è nulla di più emozionante di una musica giusta, al tempo giusto. E' come sentirsi dire che va tutto bene, che andrà tutto bene, che sei nell'aura giusta. Ragazza, tu non preoccuparti, canterò e suonerò per te, perché ti voglio vedere felice, e sei la mia ispirazione. E quando faccio le prove delle canzoni è come se provassi le occhiate, i baci e le carezze da farti. Perché, sai, io sono felice solo quando lo sei tu. Miserie ed eroismi. E adesso ci ritroviamo a un punto in cui vorrebbero farci credere che si può fare tutto con la finzione, che la qualità non conta niente, che si può correggere, contraffare qualunque cosa. Intonazione, ritmo, virtuosismi, armonie. Come se il paradiso dei musicisti fosse un autotune su un autostrada di nuvole, una rappata di plastica o una truffa totale di qualcuno che canta con la voce di un altro. E invece no, cazzo, noi saliremo in cielo su scale ideate da Charlie Parker o scenderemo in una cantina fumosa, popolata da Miles Davis, Chet Baker, Billie Holliday, Art Blakey, Sinatra, Montand, Brel, Modugno, Tenco, Jannacci, Lucio, Ray Charles e mille altri. In paradiso non c'è il lockdown, lì si suona sempre, non si smette mai e ci sono tante belle donne ad ascoltare e a ballare. Gli orchestrali e i musicisti, è questo che meritano, forse ancora più dei Panda.

60 commenti:

  1. Poveri vecchi Avanzi, così va il mondo.

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  2. grazie per la condivisione, anche se non sono della sua generazione, credo che abbia detto sacrosante verità

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  3. E' imbarazzante quanto le parole di Mingardi siano quelle che userei io per fotografare il momento, anche se io sono una nullità al suo confronto sia ben chiaro. Non aggiungerei altro. Ma perchè vi ha scritto? Se non è una domanda troppo personale...è solo per inquadrare il contesto, quello che ha scritto resta indelebile per chi vuol capire.

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  4. Ha scritto questa lettera, pubblicata sulla pagina Facebook della Associazione, forse perchè li ci sono molti ex musicisti (o meglio: "sunador) che suonavano nelle band ai tempi in cui si faceva musica nelle sale da ballo. Tutti accomunati da un amore totale per la musica suonata dal vivo e da un odio viscerale verso i d.j. che furono la nostra rovina. Abbiamo più o meno tutti l'età di Mingardi e gli stessi sentimenti.
    In questi raduni (covid permettendo) le vecchie band di amici si ritrovano e suonano. Vero è che c'è sempre il rischio di scivolare nel patetico. Ma in fondo quello che prevale è l'amore per la musica suonata insieme agli amici del tempo che fu.
    Nel video ho messo alcune foto di questi "sunador" (ci siamo anche noi): quello vestito da Tupamaros è un mio caro amico, cantante ed eccellente batterista, l'ultima foto è quella del grintosissimo Presidente della Associazione, tolta giacca e cravatta si è calato in pieno transfer rocchettaro.

    [video]https://studio.youtube.com/video/gZT0qLBoIoI/edit[/video]

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  5. vabbè il video non mi esce...booooo

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    1. Non ti esce perchè, a quel che leggo, quello che hai incollato non è l'url del video. Ci sono cose di troppo...ci provo io ;-)
      [video]https://youtu.be/gZT0qLBoIoI[/video]

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    2. Beh, vecchi tupamaros ma anche belle figliole in minigonna, non ci vedo proprio niente di patetico eheheheh Vi sarete di sicuro divertiti, ed è l'UNICA cosa che conta. C'è uno con la telecaster che sembra Califano versione rock, forte!!!!

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  6. Che dire... A febbraio ho cambiato la macchina dopo 15 anni, quando mi hanno comunicato la targa ho smadonnato, ultime due lettere: DJ (a me, DJ...!).
    Dopo una settimana tutti in lock down, auto praticamente chiusa in garage per quattro mesi. Poi dite che i DJ non sono una jattura!

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    1. ahahahahahahahahah, sei un mito

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    2. [img]https://carwow-de-wp-3.imgix.net/Black-Magic-Perleffekt.jpg?auto=format&cs=tinysrgb&fit=clip&ixlib=rb-1.1.0&q=60&w=750[/img]

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    3. hai voglia a caricarci chitarre e cookers nel prossimo raduno :DDDDDDDD
      Certo, di questo passo tra un po toccherà portarci pure le badanti... ;-))))

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    4. noi a giugno abbiamo preso la nuova Opel Corsa.. abbiamo approfittato anche del fatto che intestandola a me come disabile abbiamo ottenuto l'iva al 4%, in + ci hanno valutato la nostra Ibiza del 2011 5500€, alla fine tra iva e usato abbiamo risparmiato 8000€ ci è andata di lusso;)

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    5. Stefano, non è così grande. In pratica è una volkswagen t-roc carrozzata skoda. Carico massimo 4 badanti più l'autista.

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    6. Ah, te ne porti 4...buongustaio :DDDDDDDDDD

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  7. Il mio Doblò grandinato me lo terrò così com'è. Vorrei solo che fosse un poco meno rumoroso rispetto alle buche della strada...sembra un carretto con le ruote di legno.
    Vabbè amen.

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  8. Non so perché ma questa lettera mi fa salire una rabbia rassegnata, ma perché tutto deve essere finalizzato al guadagno di pochi che decidono per tutti!?? Anche lo svago ed il divertimento deve sottostare al mercato! Se fossi un legislatore proporrei una legge per offrire un viralizio per chi fa musica e per chi fa arte in genere, in modo da slegarli dal mercato

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    1. cos'è Mimmo un viralizio? ahahahahahahahah

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    2. Una infezione continuativa al virus?

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    3. Ma poco cane!!! Sto coso corregge solo quello che je pare!!! Comunque potrebbe essere un termine legato alla navigazione a vela... 😂😂😂😂🤣🤣🤣🤣🤣

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    4. Vediiii!?? Io scrivo porco e lui stampa poco!!! Sto telefono vive di vita propria, come quando io non dico nulla e lui parte con "ok Google":" metto la compilation della classifica dei dischi più venduti nel 2011..." ma chi te lo ha chiesto!!!???

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    5. A Mi', tu e il tuo cellulare siete mejo de Gianni e Pinotto 🤣🤣🤣😍

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    6. Sono anni che combatte col correttore automatico. E sono anni che perde! :D

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    7. Siete dei grandi ... era da un pezzo che non leggevo un post così spassoso.
      Ti prego Mimmo non cambiare cellulare, non credo che tu riesca a trovarne un'atro con un umorismo così fine! (ma è meglio che stia zitto, perchè io riesco a condire il tutto di strafalcioni anche senza correttore)

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    8. Il bello è che l'ho pure cambiato, mi sa che devo cambiare marca... 😂😂😂😂

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    9. Caro Beppe, come chitarristi insomma siamo così e così, ma siamo maestri nell'arte del cazzeggio

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  9. Dovremmo cambiare l'intestazione del blog. Visti i numeri della sezione slow food, sarebbe più realistico "chitarre acustiche, musica e cazzeggio".

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    1. Non sarebbe mica una brutta idea... Sai quanti cazzaroni verrebbero a leggerci... 😁😁😁😉

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    2. è che a noi ci piace andare al ristorante mica spadellare in cucina

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    3. 'spetta ancora un pochino poi vedrai come spadelli in cucina! :D

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    4. Io spadello in cucina tutti i giorni, ma chissà perchè sono un po' restio nel pubblicare le cose che faccio. Mi devo impegnare di più...

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  10. Parole sante di Mingardi, io nel mio piccolo questo declino l'ho vissuto e lo vivo, non da musicista ma da appassionato e fruitore. Non ho figli ma se ne avessi probabilmente finirei sui giornali in cronaca nera. Son cresciuto in mezzo alla musica, e nonostante mio padre amasse il rock e mi ci fece crescere, c'era Milano e c'era la cultura, avevamo un sacco di possibilità di "conoscere" quello che l'arte offriva. Bastava uscire di casa, andavamo per locali, nei teatri o negli stadi. C'era di tutto e di più, non sto a elencare la mole di concerti a cui ho avuto il privilegio di assistere, dico solo che vidi Jaco Pastorius al Ciak, completamente strafatto e fu l'anno che poi morì a New York spintonato da un nero, cadendo e sbattendo la testa sul marciapiede. Vallo a raccontare ai ragazzi oggi, che tu hai assistito all'ultimo concerto di un gigante del basso elettrico, se dici Pastorius probabilmente pensano che sia una salsa per condire le patatine fritte. I media, televisione in primis, sono i responsabili di questo schifo, ma lo sono anche le nuove generazioni che non battono i pugni sul tavolo pretendendo la cultura al primo posto fra le fondamentali. Poi ci sono le istituzioni, e sono quelle che fanno più schifo di tutti. A Milano negli anni 80 d'estate il Comune all'arco della pace faceva una manifestazione gratuita Jazz dove vidi gente del calibro di Michael Brecker, Marcus Miller, Mike Manieri etc etc... e gratis. Lo stato è responsabile di questo declino, la cultura se sei stato hai l'obbligo di renderla accessibile a tutti. Poi ovviamente gli sbarbati continuerebbero ad ascoltare la merda che gira in radio e in televisione, ma alcuni di loro avrebbero la possibilità di crescere, come accadde a me e ad altri come voi amici. Ovviamente tenere le teste vuote con dentro la segatura fa comodo a tanti. Un abbraccione
    Ps: in questa foto quando finii insieme ad un mio carissimo amico sul giornale, e dimostra quel che dico, San Siro, credo fosse l'83, John Mc Laughlin, Al Jarreau, George Benson etc etc, una due giorni dove ci si leccava i baffi. Sarebbe impensabile oggi che gente di quel calibro facesse ancora concerti a Milano, anche perché non è più la capitale Europea della cultura, ma la capitale Europea del degrado culturale. Abbracci
    [img]https://live.staticflickr.com/65535/50610542321_4eae8a17b9_o.jpg[/img]

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    1. Poi è arrivato Berlusconi con le sue tv, è andato al governo e all'economia ci ha messo Tremonti che disse "con la cultura non si mangia", e via col neoliberismo che spopolava a destra e sinistra.

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    2. Io ascolto jazz e ho iniziato da bambino (a 10-12 ani) ad andare ai concerti, grazie a maestri illuminati e appassionati che mi hanno fatto conoscere la musica jazz e classica, vi posso dire che non è certo una questione di offerta, non ho mai visto tanti concerti jazz come ora e di qualità, ma piuttosto è cambiata la modalità di fruizione, tutto è fatto in fretta, svilito, ridotto a musica di sottofondo. Siamo noi (io in primis) che non lavoriamo a sufficienza sui giovani, che non gli permettiamo di assaporare il piacere di una musica suonata e ascoltata a dovere. Il paragone con i fast food è calzante, mangiamo mentre corriamo, ascoltiamo musica mentre mangiamo e corriamo, telefoniamo mentre mangiamo, ascoltiamo musica e corriamo, ma n'do' corriamo? La cultura del multitasking ci permette di fare cento cose contemporaneamente ma ha abolito la qualità, questa per me è la sintesi.

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    3. Son d'accordo Mirko, però non vedo nell'attuale amministrazione questa voglia di promuovere il bello, anzi. Giancarlo, non so dove abiti, e non so qual'è il tuo parametro per giudicare cosa è di qualità, ma non la vedo così. A Milano tutti i locali storici che abbiamo frequentato una vita non fanno più musica di livello, o han chiuso definitivamente, a partire da Scimmie, Capolinea etc etc. Il Blue Note che doveva essere la succursale Milanese del famoso locale di New York ha un palinsesto ormai fatto da gruppi Italiani (di cui buona parte sono amici) pagati una miseria e certo, bravissimi professionisti, ma non sono certo gli artisti internazionali che han fatto la storia della musica. Poi sul discorso "siamo noi che non lavoriamo a sufficienza sui giovani"... se tu a scuola a un bambino metti in mano un flauto di plastica e se tu tv di stato promuovi format televisivi come quelli attuali cosa pretendi di ottenere? Lo stato ha l'obbligo morale di formare le coscienze educandole all'arte, e la musica ci rientra nell'arte. E ha l'obbligo di garantire una giusta equazione fra intrattenimento e cultura, cosa che non fa. L'arte deve circondare l'individuo dalla nascita e avvolgerlo sempre nell'arco della vita. Poi ci sarà sempre chi ascolta la trap, ma in una percentuale molto minore dello stato in cui siamo arrivati oggi.

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    4. ciao Danilo io sono di Reggio Emilia come Mirko e qui sinceramente di concerti e rassegne ce ne sono (un tono medio piuttosto buono e vario, insomma molto migliore di quello su cui potevamo contare da ragazzi, anche se non arrivano più i grandi nomi come una volta), il pubblico però è tutto dai quaranta in su. Per il resto sono d'accordo con te, lo stato non fa nulla sui giovani e sui bambini, ma non è facile, del resto anche io che suono ecc. non sono riuscito a instillare nei miei figli la passione per la musica suonata (non tutto è perduto però), e lo stesso Mirco che è uno che a scuola lavora benissimo, non so che bilancio possa fare. Certamente il discorso è complesso, ma grande responsabilità ce l'hanno i mezzi di comunicazione di massa, televisione in primis, certo è molto diverso ascoltare Canzonissima con Mina piuttosto che xfactor o altri format (l'altra sera ho visto il collegio, allucinante). Non so se tutto questo obbedisca ad un preciso disegno politico o se sia solo un andazzo che prima o poi ci porterà da qualche parte...forse andrà a finire che rimpiangeremo anche i dj, come già succede oggi per le discoteche anni '80...sono diventati obsoleti pure quelli...

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    5. Discorso interessante e appassionante, che andrebbe affrontato con tanta pazienza e apertura mentale, in più la lontananza ( o vicinanza virtuale ) complica il tutto. Non posso che essere d'accordo con il fatto che la buona musica è passata in secondo piano, ma anche qui chi decide cosa è buono o no? I gusti cambiano con i tempi, e sono proprio i tempi che dettano legge. Io avendo superato i 60, ho vissuto in pieno gli anni 70, ma avevo ben chiaro cosa erano stati i 50 e i 60 che erano solo ieri...In casa la musica c'era, ma i miei genitori ascoltavano di tutto ma non certo il rock che amavo. Non ricordo come e perchè, la coscienza musicale me la feci a 12/13 anni ascoltando le trasmissioni radiofoniche ( di nicchia e soprattutto ancora monopolio RAI ) e leggendo ciao 2001. Ma era l'aria che si respirava a indurti ad essere curioso. Erano gli anni del tutto e subito, e anche la musica era vista come un diritto e un bisogno primario, da avere anche gratis con le modalità dell'epoca non sempre pacifiche e condivisibili in toto. Di fatto ho visto tra la metà degli anni 70 e gli inizi degli 80 decine e decine di concerti memorabili, senza aver mai pagato il biglietto. E non perchè ci si intrufolava di nascosto, ma si netrava in gruppo con la convinzione che anche la cultura dovesse essere di libera fruizione. Se di base c'era la certezza di essere nel giusto era anche perchè molti artisti condividevano il fatto che pagare 20 o 30mila lire era davvero troppo, e gruppi come gli Area, Perigeo e tanti altri facevano concerti gratuiti o a prezzo "politico". Perchè quelli erano i tempi in cui comunque, volenti o nolenti, tutti avevano una coscienza sociale sviluppata, tempi di traguardi sociali importanti, visioni del mondo nuove, e anche noi pensavamo che lo stato nulla facesse per aiutare la musica, il teatro o qualunque forma d'arte a esprimersi liberamente. Quindi nulla è cambiato , chi ci governa è lo stesso che lo faceva 50 anni fa, cambiano i nomi ( non sempre...) e i target a cui cercano di arrivare. Continuo sotto...

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    6. Oggi il mondo è talmente diverso da sembrare impensabile ai nostri tempi. Pensando a questi giorni di pandemia e lockdown, pensavo che in fondo i nostri giovani sono fortunati: io sarei stato confinato in cameretta che poi era il salotto con il mobile letto, spazi ridottissimi con un telefono ( duplex) come unica fonte di comunicazione. Anche l'oziosissimo sbracarsi sul divano a guardarsi le serie netflix per noi sarebbe stato impossibile, un paio di canali con pochissima offerta. Oggi guardo mio figlio, sicuramente stressato nei suoi 20 anni da recluso, ma può contare su cose come internet, che lo mettono in comunicazione anche visuale con gli amici, può seguire le lezioni dell'università, insomma un modo di annoiarsi certamente lontano da quella prigione che avremmo avuto noi se il covid fosse venuto nel 1974. E qui, aggiungo, mi viene da pensare che forse noi libertari dell'epoca saremmo scesi in piazza come i negazionisti, in quanto tutte le restrizioni che sarebbero venute dallo stato ci sarebbero sembrate un mezzo golpe. I giovani...mio figlio è cresciuto in mezzo al blues, il rock, le mie chitarre, senza imposizioni ma comunque il mio mondo lo ha di certo circondato. Poi ci sono gli amici...e oggi ascoltò DeAndrè e Ultimo, il banco del mutuo soccorso e tiziano Ferro, cose dal mio punto di vista incociliabili eppure è così. Molti dei suoi amici probabilmente non sanno neanche chi fosse il Banco o De Andrè, per lui non è un problema. L'ho portato anche, con la ragazza, ad un concerto di Giovanni Palumbo, il mio amico chitarrista acustico ortodosso duro e puro. Pensavo si sarebbero annoiati, sono concerti che anche a qualche cookers farebbero chiudere la palpebra, e invece sono voluti tornare a vederlo. I giovani sono diversi, hanno cose che noi abbiamo dimenticato, ma non tutti amano solo la trap e Elettra Lamborghini. L'ambiente in cui sono cresciuti può influire, ma d'altronde anche ai nostri tempi mica tutti sentivano Jorma Kaukonen e Bruce Cockburn, molti, moltissimi seguivano Morandi e Ranieri, Baglioni e Nino D'angelo. La nostra musica era per i frikkettoni, barboni e bombaroli, questo pensava la maggioranza silenziosa. E i nostri genitori. Ora, c'è anche oggi musica di valore, il problema è che non viene di certo sostenuta. Questo mondo di capitalisti estremi punta di certo a cose spendibili e passeggere, un circolo vizioso di successo che sprofonda nel dimenticatoio a velocità pazzesche. E comunque anche allora ascoltare la musica che ci piaceva era roba da carbonari. Solo quando hanno capito che avrebbero fatto i soldi anche con la musica "rock'n roll" i negozi si sono riempiti di dischi, i concerti si susseguivano e anche a Canzonissima potevi magari vedere 3 minuti delle Orme! Ok, sto scrivendo troppo e così non ricordo neanche quello che ho detto tre righe più su, probabilmente sono scivolato nello sproloquio nostalgico ma anche cerchiobottista. Chiudo dicendo che forse il mondo oggi è peggiore, se non in senso assoluto sicuramente rispetto le mie/nostre aspettative. Cercare le colpe può aiutare a venirne fuori? Forse, ma non ne sono assolutamente certo ;-)

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    7. Comunque in mezzo a tutti questi pensieri in libertà, di una cosa sono assolutamente certo: i nostri gusti musicali (e non) ce li formiamo durante l'adolescenza o al massimo entro i 20-25 anni (oggi l'adolescenza è un po' più lunga), perchè quella è l'età in cui le cose arrivano al cuore prima che al cervello o al protafogli, e lì rimangono. E' un po' come la prima morosa...

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    8. Sono d'accordo Gianca, e infatti essendo stato bombardato in quegli anni da migliaia di proposte che giungevano da fuori e dentro l'Italia, i miei gusti sono davvero ampi. Ho delle preferenze, chiaro, ma poi ascolto tutto e cerco il buono anche dove sembra non esserci. Ma ho dovuto comunque scegliere tra quello che il main stream proponeva e quello che mi incuriosiva veramente, e li ognuno fa il suo percorso.

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    9. Stefano i Perigeo!!! pensa che il mio amico Pacho (che poi è il percussionista degli Elio) ha fatto la reunion recentemente, mi aveva invitato ma suonavano a Firenze mannaggia... non sono andato, mi sarebbe piaciuto tantissimo. Giancarlo, esatto, eravamo circondati da proposte, e avevamo la possibilità di fare il proprio percorso. Oggi questo percorso è già segnato e proposto in forma quasi univoca, molto più difficile per i giovani andarsi a cercare le cose, sia in modo diciamo virtuale che live. E si torna a bomba al discorso iniziale di chi ne è responsabile e di cosa c'è dietro a tutto questo. Si Stefano, oggi il mondo è peggiore, è un dato di fatto. Abbracci

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    10. Stefano, ha detto una cosa sacrosanta: essere circondati dalla musica, senza imposizioni, aiuta a scegliere i propri ascolti, ed è una scuola formativa per le nuove generazioni, c'è però da dire che, senza strumenti per capire ciò che è di qualità e cosa lo è di meno, il tutto rimane un calderone dove chi si immerge rischia di non cogliere il bello, noi a differenza dei nostri figli e nipoti, avevamo degli strumenti tipo le trasmissioni di Arbore e Non compagni per fare un esempio, loro cosa hanno? I talent show? Una differenza mica da poco...

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    11. Arbore e Non compagni...
      Mimmo c'hai un cell che è uno spettacolo! :D

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    12. No!!! Sto cominciando seriamente a pensare di essere affetto da dislessia... 😕😪😁

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  11. Io non sopporto il trap, il rap, il freetyle ecc ecc. Ma ho lavorato come volontario in una comunità di ragazzi minorenni con un vissuto difficile. Per farla breve: con loro niente corsi di chitarra (troppo difficile e astruso) ma unicamente ricerca di basi rap sulle quali i ragazzi cercavano di esprimersi scrivendo ciascuno il proprio testo.
    Dal punto di vista musicale/formale erano una vera schifezza, ma li ho visti coinvolti fino alle lacrime mentre urlavano la loro disperazione. Ed era la sola musica che li coinvolgeva. Io, in questa situazione limite, ero contento: avevo gettato loro una corda tra la mia e la loro generazione, e loro l'avevano afferrata per seguirmi.
    Ripensandoci quello era rap autentico non classificabile secondo i miei canoni formali.

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    1. Il rap è spesso visto da noi musicisti ( professionisti o meno non conta ) come una serie di parole con un sottofondo ritmico. C'è molto di più, e comunque sono decenni che è nato nei ghetti afroamericani, una sorta di blues metropolitano dove una base molto funky sorreggeva lunghe esternazioni molto dure che erano un urlo di persone sicuramente messe in disparte dalla società. Anche li, lo showbusiness ci ha messo le mani e di quanto c'era di vero ben poco è rimasto. Ma non è tutto da buttare. Ad esempio a me piace molto, restando in italia visto che almeno capisco quello che dice, Frankie HiEnergy. E anche Caparezza, divertente ma mordace nella sua satira. Ma io non faccio testo, lo sai, passo dal chitarrismo acustico al punk e poi capriola nel progressive senza sentire rimorso. E' grave reverendo? :DDDDD

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    2. ma no...due ave marie e vai.

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    3. Molto lodevole la tua iniziativa Mister. Complimenti

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  12. Giancarlo, in un commento qui su, mi chiede quale bilancio io possa fare, dato che insegno musica alle scuole medie. Molti colgono i problemi culturali citati anche nei vostri commenti. E di solito si finisce per chiedere alla scuola di fare qualcosa. E' giusto. E lo scuola fa molto! Non sempre in modo ottimale, ma tra mille difficoltà fa davvero tanto. Il punto è che la scuola occupa solo una parte della vita dei nostri ragazzi. Il resto è un mondo liquido che si infila ovunque e anche se la scuola tenta di costruire dei filtri efficaci, i ragazzi sono totalmente permeabili perchè vogliono esserlo. E' la loro natura. Nemmeno i genitori sanno più come comportarsi di fronte alla marea di stimoli che arriva continuamente da ogni dove. E chi vive di comunicazione (social, pubblicità, app, videogiochi, canali video, musica, film, moda, ecc.) lo sa benissimo e sa come bucare ogni filtro perchè ha costruito tecnologie potentissime impensabili solo fino a dieci anni fa.
    Ma per quanto venga bistrattata o presa sottogamba, la scuola è l'unico argine che per i ragazzi ha ancora un senso, è un presidio importante della loro vita sociale che riesce ad aprire un orizzonte diverso. Ecco perchè la scuola deve essere tenuta aperta ad ogni costo il più possibile, anche in piena emergenza. Se passa l'idea che alla scuola si può rinunciare, che può essere sostituita da un surrogato a distanza, come un qualsiasi social o canale youtube, possiamo dire addio al futuro.

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    1. Complimenti Mirko, non sapevo insegnassi musica! Avete tutti i galloni sulle spalline qui dentro, mi spiace solo che siamo lontani altrimenti chissà quante birre e quanti racconti di vita vera vissuta. Vi abbraccio a tutti

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    2. Abbiamo... avevamo l'usanza di un ritrovo annuo dei cookers. Prima era a Sarzana per ovvi motivi (che paradiso!). Poi ci siamo spostati sul lago d'orta, altro posto bellissimo con belle rassegne acustiche. Appena si potrà ne faremo uno di corsa. Non ci scappi! ;)

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    3. Grazie Mirko, a te e a tutti su questo forum, mi avete fatto sentire a casa. Non mancherò. Vi abbraccio

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    4. Questo è un bel complimento che ci fai...se penso a quando siamo partiti con questo blog (quanto tempo è passato? Su due piedi così non me lo ricordo).
      Eravamo in quattro: Stefano, Mirko, Mimmo e io. Proprio come i quattro amici al bar di Paoliana memoria, all'inizio si pensava in grande poi abbiamo capito che non serviva. Se qui hai respirato aria di casa, abbiamo centrato l'obiettivo.

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    5. Compimenti meritati Mister, simpatia, umiltà e l'amore per la chitarra. Casa dolce casa

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  13. Era l'inizio del 2013 Max (forse ancora fine 2012), sono passati circa otto anni. mica pochi...

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  14. Massimo ha ragione, il tuo è il miglior complimento che potessi farci. Abbiamo sempre pensato a questo posto come a un osteria dei vecchi tempi, è dal 2012 tra l'altro, dove incontrare gli amici,fare 2 chiacchiere e strimpellare. Le amicizie da virtuali sono diventate reali, un'altra cosa di cui andiamo fieri. Appena si potrà, vedrai come è facile e naturale stare insieme 😉

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