mercoledì 13 marzo 2019

Si cambia...


Si cambia la formazione con cui abitualmente accompagnamo le presentazioni dei libri di poesia del mio amico, ora si è aggiunta Loredana alla voce ( cantante degli Isolati Fenomeni ) e Giuseppe alle tastiere oltre a Marco al cajon ed io alla chitarra acustica. Il cambiamento, ovunque si applichi, porta spesso nuovi stimoli, e così è stato anche stavolta: si conosce gente, si scambiano opinioni, si è più disposti a smussare gli angoli, ad accettare novità e strade parallele. Devo dire che è tutto filato liscio sin dalla prima ( e unica ) prova fatta a casa di Loredana febbricitante, non ci eravamo ancora incontrati ma l'impatto è stato ottimo da subito, cosa fondamentale. Ho registrato con lo zoom al volo qualche pezzo, senza prova di ascolto e di posizionamento, con lei che cantava senza microfono davanti allo zoom a circa 1 metro , la tastiera amplificata con le sue cassettine di lato, il cajon dietro il microfono a distanza di sicurezza ( ma non è servito...) ed io sempre dietro che uscivo da un piccolo ampli Alesis a 1 di volume giusto per sgomitare tra il cajon e la tastiera. Pensavo peggio, certo non era mia intenzione fare una registrazione da demo, solo un remember visto che dopo 4 giorni si sarebbe suonato e così a casa potevamo ripassare i 6 brani in scaletta. Stavolta la serata è stata più smart, l'esperienza ci ha indotto a fare poche pause, due letture veloci tra i brani, i commenti del "poeta" ridotti all'osso.

E la gente ha gradito, tanti complimenti che alla fine mi hanno persino imbarazzato, specie per il brano Namid che ho composta ispirato da uno dei libri di poesie. Abbiamo perfino fatto tre bis a gran richiesta, nonostante non avessimo altro in repertorio, e ancora non gli bastava...
E poi ho fatto assaggiare il palco alla Lakewood che si è comportata alla grande, passando per lo zoomA2 e finendo nel Jam 150, piezo e microfono interno non hanno avuto il benchè minimo problema di rientri nonostante il locale fosse piccolo e affollato. Ci siamo lasciati con tante buone intenzioni, spero diventino fatti e prosegua la collaborazione. Di seguito due tracce audio delle prove e alcune foto della serata. Gli altri brani della serata sono stati, oltre a Namid, mercy street, maybe tomorrow e creep. Ciao cookers :-)

















53 commenti:

  1. Bravo Stefano. Sono contento che sei ritornato live. Per chi suona, suonare live è la miglior medicina.

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    1. Vero. Ma sto anche passando tanto tempo a registrare le tracce della versione "lunga" di Namid, e non si finisce mai, c'è sempre qualcosa da rifare, o che comunque può venir meglio. Poi toccherà a te, tieniti pronto socio ;-)

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    2. Ecco, questa la vorrei ascoltare...

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  2. Bene, un progetto stimolante! Anche il nuovo gruppo pare bene assortito. Se le situazioni che frequentate non vi costringono a una formazione minimal, magari un basso non guasterebbe (acustico! :D ). La Lakewood esce niente male!

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    1. Già pensato, vedremo...pensa che anche il compagno di Loredana è bassista ! Però, a fare i venali, stavolta siamo riusciti a prenderci 40 euro a cranio, se aumentiamo la band non ci si comprano neanche le corde di ricambio. E di questi tempi, io volevo puntare sul duo!!!! Scherzo... :DDDDDDDD

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    2. Beh, e cosa te ne frega? Mica ci devi campare, avendo gia' un lavoro autonomo, no?!? Fossi al posto tuo lo fare anche gratis, io. Anzi pagherei di tasca mia per far ascoltare le mie cazzate musicali, eheheh...

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  3. Che belli che siete, e dalle tracce postare, direi bravissimi, Loredana ha una voce splendida, e il tappeto musicale e di prima qualità, non puoi capire quanto vi invidio per il fatto che potete lanciarvi in queste avventure di gruppo, io con questo cavolo di lavoro, non posso pianificare nulla perché non ho mai un giorno fisso per poter provare, e per esibirmi dovrei spesso prendermi le ferie...non vedo l'ora di andarmene in pensione!!!

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    1. Ahahah! Mimmo il ...pensionato! No, non ci sta bene. Caro Mimmo per dei cinquantenni come noi (io fra un anno e mezzo: sessantenne) la pensione dovra' avvenire almeno fra altri 50 anni! La pensione e' per vecchi e disabili XD. Noi siamo ancora giovanissimi, eccome se lo siamo!

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    2. Grazie Mimmo. Davvero hai un lavoro maledetto per gli orari, pensa che ho incontrato in questi ultimi anni più volte i cookers più lontani geograficamente che te che sei ad un tiro di schioppo. Altrimenti ti avrei proposto più volte di esibirci in coppia, lo sai ;-)

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    3. Lo so Ste, gli unici momenti che potrei fare qualcosa, sono quello che coincidono con le ferie

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    4. Ah..ah....eh, no... le ferie bisogna dedicarle in toto alla famigghia! " Eh...e' d'uopo", dicìa Toto'....

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  5. Bello...mi sembra un insieme azzeccato.
    L'unico appunto (ma è ormai una mia sindrome) è che non digerisco più di tanto i pezzi in inglese. Sarà che non lo conosco e non lo pratico, ma in un gruppo siffatto, legato alla poesia italiana, perchè non fare pezzi in italiano? A cercarli con pazienza ce ne sono di belli.
    Poi mi sono accorto, ammesso sia vero che quando canto qualche pezzo ci sia un certo "pathos", be' quando canto nel mio maccheronico inglese il "pathos" va a farsi friggere.
    Qui gli ingredienti per unire poesia, musica e testi in italiano, mi sembra ci siano tutti.
    Sto diventando AUTARCHICO.

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    1. Che dire, in realtà la scelta dei brani ha avuto diverse componenti, ne ho proposti una ventina e poi li ha scelti Loredana. E c'è anche l'input del "poeta" che associava alcuni brani ai suoi scritti. Comunque sinceramente se penso alle centinaia di brani suonati nella mia vita chitarristica, erano quasi tutti in lingua inglese. Chiaro che per le parole e i contenuti i cantautori italiani hanno fatto scuola, ma se penso alla chitarra acustica ben suonata che accompagna la voce, non posso non pensare agli artisti che mi hanno svezzato, da James Taylor a Jorma, da CS&N a Joni Mitchell. Insomma, la musica che mi ha cresciuta veniva da fuori confine, anche se poi amo ed ho amato cose più italiche. Tu poi dici che si legherebbe bene alla poesia italiana, ma la poesia, ed èil pensiero di Marco stesso, non ha confini. Ci si allaccia spesso nelle discussioni a poeti diversi, senza parlare di scuole o pensieri specifici. Lo so che tu non ami cantare in inglese, io trovo che sia una lingua che ben si adatta ad un certo canto e a una certa musica che mi piace. Country, folk, blues e rock, raramente trovano spazio per un cantato in italiano. Ovviamente sono opinioni personali, e come tali soggettive e rispettabilissime. Comunque avevamo già dato nelle altre uscite, Branduardi, Dalla e Vecchioni, ad esempio. Volevo ( volevamo ) cambiare anche in questo :DDDDDDDD

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    2. Aggiungo che comunque stiamo lavorando per musicarne alcune di queste poesie, così il tuo idioma preferito sarà largamente valorizzato. Namid stessa, per ora solo strumentale, già stavolta ha visto l'inserimento di parti recitate prese dal libro con la musica che continua in sottofondo. Peccato non abbia una registrazione seria, forse dalle prove... ;-)))))

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    5. In realta' i dubbi che timidamente rendono perplesso mister Pone sono legittimi, a mio parere e, penso, non solo mio. Si tratta sempre della solita annosa questione: a che serve che un italiano canti a degli italiani in lingua anglosassone? Questo si nota soprattutto nel blues e nel rock. Nel mio caso, ad esempio, me lo sono sempre chiesto: cosa avrei ottenuto imparando i pezzi country Rock, bluegrass etc, che adoro di, che so, Tony Rice, N. Blake, gli Eagles, etc...Beh, solo soddisfazione personale! Infatti a chi sarebbe interessato ascoltarmi in tal senso quando mettendo su un disco degli stessi sarebbe stato di gran lunga ed infinitamente piu' meglio?!? (notare il doppio superlativo assoluto XD)
      Ho ascoltato i pezzi di Tracy e di Amy Winehouse e devo dire che, soprattutto per quest' ultima, beh, il paragone e' pressoche' impari, anche riconoscendo alla cantante del gruppo Stefanesco un grande talento. Ma...ragazzi...Amy e' semplicemente impossibile da "riprodurre". E' qualcosa di talmente grande, a livello emotivo e a livello vocale che il solo pensiero di poterne ripetere le parole (pedissequamente) risulterebbe quasi una bestemmia...
      Dall' altra parte c'e' la musica. Perche' noi italici siamo affascinati dalla musica americana? Appunto: Rock, Country, Folk, Blues. Ma questo non e' parte integrante del nostro retaggio culturale, non descrive il nostro passato, e' musica che non ci appartiene. Forse globalizzando il nostro pensare possiamo ritagliarci un piccolo spazio in merito, ma non sarebbe la stessa cosa, perche' le nostre origini sono altre...E allora?!?
      E allora non c'e' niente da fare: noi non abbiamo identita'. Come sempre e come DA SEMPRE, noi ci adattiamo a quello che piu' ci piace e ci appoggiamo a quello che ci fa piu' comodo, di volta in volta. Siamo dei volatagabbana.
      Domanda. E' piu' lecito fare come Pino Daniele, o Edoardo Bennato, o che so, Zucchero, cioe' usare musica e modi e maniere simil-americano e parole italiche, oppure come molti artisti pop, tipo Alexia, o Spagna, oppure Elisa ,etc...che cantano anche in lingua inglese, oltre ad adottarne stilemi e tutto il resto appresso?!? Oppure rassegnarsi a riprodurre il repertorio folk della propria terra come fanno del resto anche gli americani (blues, country e bluegrass), anche se nel nostro caso sarebbe piu' esatto chiamarlo folclorico che folk, aderendo cosi' veramente ad un senso di appartenenza, anche se regionale piu' che nazionale?
      Risposta. Essere originali e crearsi qualcosa di nuovo come fece a suo tempo, ad esempio ( e che esempio!) Lucio Battisti.
      Insomma...alla fine, quando ci esibiamo in contesti simili cosa facciamo: scimmiottiamo? Imitiamo? Ci esprimiamo? Ci esibizionamo?
      Alla fine quello che conta e' tornare a casa con quell' emozione che ci accompagna per tutta la sera e che non ci fa dormire la notte, perche' l' adrenalina si e' impossessata di noi e per scaricarsi del tutto occorreranno ancora giorni e giorni. Poi scemera' del tutto, fino alla prossima volta.
      Ma alla fin fine uno ha capito quello che ha cantato? E suonato? A volte lo si fa meccanicamente, o inconsciamente, come in trance. Spesso uno non si capisce nemmeno se canta in italiano e pensa quindi nel proprio idioma...

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  6. Innanzitutto complimenti, si suona sempre per qualcuno in fondo, e quando questo ci fa suonare insieme agli altri c'è un grande beneficio, si cresce, si migliora e ci si fa forza. Suonare in pubblico fa bene.
    Mi siete piaciuti, bella la voce e ottimo dialogo tra chitarra e piano, il divertimento é assicurato.
    La Lake mi sembra che si comporti molto bene.

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    1. E se c'è divertimento il più è fatto eheheheh La Lake si è comportata benissimo, io sono stato in apprensione tutta la sera, spazi angusti, la paura di colpi o altro mi ha un po' messo in ansia, ma le chitarre sono fatte per suonare, e non solo sul divano ;-))))

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    2. Piu' colpi prende meglio e'. Le chitarre sono fatte soprattutto per essere reliccate in maniera naturale: graffi, colpi e spaccature varie. Cosi' a nessuno verrebbe in mente di sprecare soldi per quegli orrori reliccati pittoricamente e fatte apposta per fesseggiare i boccaloni.

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  7. Il gruppo è cresciuto, non solo come numero di componenti ma anche come qualità. La cantante ha una bella voce (non solo la voce a dir il vero...), vi siete amalgamati bene in tempi rapidissimi, complimenti!

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    1. Grazie Beppe, bella voce, bella persona e non solo, il che non guasta mai :-))))))

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  8. Beh, caro Stefano, per quanto riguarda le osservazioni o considerazioni esposte da me piu' sopra (tralasciando se cadano piu' o meno a proposito o meno), come suol dirsi, chi tace acconsente, anche se in merito nutro abbastanza e giustificati dubbi XD.
    A proposito di divani e chitarre suonate su di esse, desideravo comunque un tuo parere su questo pezzo e su questa chitarra, se possibile. E' tratto dal primo manuale di Giovanni Unterberger, del 1979 e l' ho strimpellato con una parlor della Washburn. A Mimmo e' piaciuto e ne sono felice, spero che lo stesso sia per te, se no, pazienza...

    [video]https://www.youtube.com/watch?v=mmMDv8yPg-8[/video]

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    1. bello...il suono "scatolino" di questa chitarra è adattissimo al pezzo. Mi piace.

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    2. Luciano, se tu ti limitassi a rapportarti così, sarei contento, e invece non riesci proprio a restare nei binari, dispensi sentenze peraltro non richieste, e sono sincero, questo mi indispone, e per non creare flame ( visti i precedenti ) non rispondo. Invece sul video devo dire un bravo, brano non facile, ben suonato e concordo che la piccolina ha il suono giusto. Finalmente un pezzo registrato anche bene, senza effetti e con tutte le parti rispettate. Bravo

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    3. Ti ringrazio Max, infatti da quando ho preso questa parlor (che desideravo da anni si puo' dire, una parlor cioe', anche se mi piacerebbe avere la Martin anteguerra di Norman Blake, eheheh), beh, sto rispolverando i vecchi rags, e non solo, composti da G. Unterberger, che tanto mi appassionavano in gioventu', quando iniziai a prendere la chitarra in mano e di cui ho conservato dei ricordi sulle dita, visto che da secoli non li strimpellavo. Ma alcuni di essi e' difficile riprenderli, specie quelli in cui necessariamente entra anche l'anulare destro in gioco, visto che non riesco piu' a muoverlo come un tempo :-), come ad esempio nello studio n.5, il mio preferito, insieme a questo.

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    4. Grazie, caro Stefano, sono davvero felice per la tua risposta. Per le sentenze, che peraltro sarebbero delle considerazioni, forse le faccio a voce troppo alta, invece di pensarle soltanto, ma sicuramente in un confronto a voce i malintesi sarebbero ridotti al minimo e forse sparirebbero del tutto di fronte ad un buon boccale di birra XD Anche se devo riconoscere che, rileggendo il tutto a mente fredda, devo riconoscere che le mie cosiddette considerazioni erano fuori luogo di parecchie misure, a parte forse la questione della lingua, ma quello era scontato e alla fine anche un po' retorico. Ti ringrazio nuovamente ed anzi la tua risposta mi ha anche un po' commosso, anche senza il "po'" . Grazie.

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    5. Lo vedi Lucia', a volte basterebbe essere meno impetuosi, rileggersi, contare fino a 10. Io lo faccio sempre, si evita di toccare la sensibilità altrui, non si è mai fraintesi e resta il giusto rispetto che èalla base della convivenza civile. Le ho chiamate sentenze le tue "considerazioni" perchè iniziano sempre con " io odio" oppure " non sopporto ", non tenendo in conto che ognuno ha il diritto di avere le sue opinioni e che le nostre non sono mai la verità assoluta. Se iniziassi con un "io amo" o " a me piace", tutto avrebbe un altro senso. Anche se poi qui quello che mi ha dato fastidio non sono i discorsi sulla lingua usata, ne abbiamo già parlato e ognuno ha le sue preferenze sacrosante, ma sul rispetto delle donne : una battutina sull'aspetto gradevole di una donzella non significa catalogare ed etichettare qualcuno, ne tantomeno sminuire il suo ruolo o valore. Persino mia moglie ha detto, dopo il concerto ed avendo visto Loredana per la prima volta, che era molto carina. I complimenti non possono essere equivocati, ne si può sempre fare dietrologia. Qui ci sono solo persone per bene, ci conosciamo, anche fisicamente, da anni e ti assicuro che mai nella vita ho conosciuto persone tanto corrette. Ora però basta, parliamo di cose che ci interessano : dicci di più sulla parlor, e anche su come hai posizionato il microfono, la distanza e dove lo hai puntato, sul 12° tasto o alla buca ?

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  9. Ah, avevo omesso di precisare che ho seguito il tuo vecchio consiglio di registrare col microfono e di buttare via tutte gli effetti et similia tipo guitar rig , etc...plug in che snaturano il suono della chitarra. Avevi ragione, col mic e' tutto un' altra storia...
    Qui ho usato un mic Auna a condensatore con cui ho sostituito l' audio del cellulare della ripresa video.

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  10. pace fiöl e volemose bene che la vita è una sola...

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  11. Vero. Verita' sacrosanta...

    Mi hai fatto emozionare, caro Stefano...

    Ora devo scappare a lavorare, stasera rispondero' sulla parlorina.
    Nb. come vedi il post incriminato lo avevo cancellato ieri sera, ma ti assicuro che stavo veeeramente scherzando in quel frangente, lungi da me equivocare in proposito, ci mancherebbe. E' vero pero' che mi prendo delle confidenze fuori luogo e fuori contesto..XD e questo non e' bello...

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  12. ebbravi, gran bell'affiatamento! L'impasto mi piace molto e la lakewood esce davvero bene. spero andiate avanti, che quella lakewood si sente che smania dalla voglia di esibirsi! ;)

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    1. Infatti l'ho portata fuori casa solo su sua insistenza, fosse per me l'avrei chiusa a chiave nella custodia ahahahahah Scherzi a parte, dipende dai casi, stavolta il suono aveva la precedenza, e devo dire che in molti mi hanno detto di notare un miglioramento rispetto alle altre volte con la walden ( che pure non è male ). Il sistema on board piezo+mic è ottimo, e gli aggiustamenti possibili con lo zoom e con l'equalizzazione del jam fanno il resto. Il suono acustico è inarrivabile, ma sempre più avvicinabile. Ciao Andre'

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  13. Ciao Ste !! Questa è una formazione che a livello strumentale intriga molto, permette di spaziare tra generi e brani esibendosi in tutte le location perché anche se minimale, non è orfana di nulla e nell'insieme ha un suo perché.
    Mi sono piaciuti molto gli arrangiamenti dei due brani, con le tastiere che fanno un piacevole tappeto sonoro, il cajon suonato con garbo, la bella voce di Loredana, cantante capace di interpretare con personalità, e per finire la chitarra acustica, la Lake che concordo nel dire che si è comportata benissimo, e diciamo che non è solo lo strumento che conta, sei stato molto bravo e preciso e questo fa la differenza.
    Continuate così e in bocca al lupo a questa nuova formazione!!
    ;-)

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    1. Spero davvero ci sia un seguito, Loredana ha già impegni con il suo gruppo ma mi è parsa coinvolta. Vedremo, perchè credo anche io che questa formula sia completa e esportabile facilmente. Certo, un basso... ciao frate'

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    2. Ciao Stefano e bentrovato. Mi scuso anzitutto per il fatto di continuare ad invadere questo tuo spazio, ma come sai a suo tempo mi cancellai da coloro che hanno la facolta' di postare topic e di conseguenza non saprei dove scrivere in proposito XD.
      Una Parlor l'ho lungamente cercata, per riprendere a strimpellare ragtime e fingerpicking in generale, dopo tanto tempo che usavo il plettro e dopo averne messo parecchie nell' elenco dei preferiti, alla fine sono andato nel negozio di sempre del mio paese e tra le 4 che aveva in esposizione ho scelto questa, una Washburn WP11SNS, molto carina, con buone rifiniture e, come si nota dall'orlo della buca, con una
      tavola abbastanza spessa, mi sembra un po' piu' del normale. Secondo le notizie sul web, sarebbe un' esatta riproduzione di una parlor di una Washburn di 100 anni fa. L' unica cosa sulla quale ero perplesso era costituita dalla forma del ponte, non il classico Martin che a me piace tantissimo, ma alla fine non bisogna essere troppo fondamentalisti e a poco a poco l' ho apprezzato, anche perche' segue la forma della cassa. Pagata 300 euro, si discosta poco dal prezzo che ho visto sul web e in piu' quando ho chiesto delle corde 012 per sostituire le vecchie, il negoziante me ne ha regalato due mute. Essendo molto alta l'action e non potendola suonare a modo mio, come sempre del resto, ho fatto saltar via, con delicatezza, il capotasto e tolto la sella del ponticello, entrambi dichiarati in osso e, non volendo lavorarli per non rischiare di rovinarli, li ho conservati e sostituiti con due di plastica, tra le decine che possiedo e che sono riuscito ad adattare a meraviglia, tanto da tenere molto bassa l'action e divertirmi senza che la mano si frantumi :-).
      riservandomi di rimettere gli originali quando avro' tempo e voglia di sistemarne l'altezza in maniera ottimale.

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  14. Comunque negli ultimi tempi ho scoperto il piacere di suonare qualsiasi chitarra mettendo il capotasto mobile al primo tasto, in tal modo il suono mi piace di piu', essendo un semitono piu' alto e la tastiera non e' troppo corta come quando il capotasto e' sistemato al secondo o terzo tasto. In questa maniera risolvo anche l'annosa questione del capotasto libero che secondo me non da' lo stesso feeling, sia manuale, sia musicale, di una tastiera "frettata" in toto, cioe' anche in prima posizione. Non so se mi sono spiegato. L' unica difficolta' riguarda i dot che cosi' risultando sfalsati, confondono la ricerca del tasto giusto, non avendo il punto di riferimento come d'abitudine. Con chitarre vecchie ho ovviato con inchiostro "indelebile" sui dot e sembra che funzioni; con la parlor non ci penso proprio a "scriverla" mentre per la classica non ci sono problemi. L' ideale sarebbe avere una tastiera senza segnatasti, dot, ma...valla a trovare! Mi sembra che una Massimo
    Varini Eko fosse cosi' (ma costa troppo per quel che vale).
    Per la registrazione, beh, posto una immagine che spiega piu' delle parole (sperando che si veda, e' la prima volta che posto una foto e non un video). Come si evince, il microfono e' circa 40 cm sopra la spalla della chitarra, che suono tendendola a circa 45 gradi sulla mia
    sinistra (ma questo serve per lo piu' a dare un' immagine dell' esecuzione non troppo
    frontale). Sopra l'asta del microfono, sistemo il cellulare nell'apposita molletta che lo tiene opportunamente agganciato, Il mic e' innestato su filtro antishok ed entra con cavo usb nella scheda audio. Registro naturalmente con Audacity, il cui audio acquisito sostituisce quello del cellulare, in un programma videoediting, tipo Videopad.
    Ovviamente, nell' immagine che ho scattato, ho rispettato le proporzioni delle distanze, calcolando la mancanza della coscia sulla quale poggia la guitar nella realta', regolando di conseguenza l'asta del microfono.
    Penso che sia tutto e come al solito mi sono dilungato oltremisura. Purtroppo la prolissita' e' un dei miei tantissimi difetti XD.
    Spero si veda l' immagine, perche' nell' anteprima non la fa vedere.

    [img]https://plus.google.com/u/0/116191808342361842289/posts/PASDqohhvCk[/img]

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  16. Beh, comunque non vedo l' immagine, per cui inserisco di seguito l' url da incollare dove l'ho postata, cioe' nel mio profilo Google plus.

    https://plus.google.com/u/0/116191808342361842289/posts/PASDqohhvCk

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    1. Sono qndato a vedere la foto che qui non compare ( a proposito, ricorda di fare download da google plus prima del 2 aprile, dopo smette di esistere...) ed ho capito il posizionamento dall'alto. Ho provato anche io a mettere il microfono in alto, ma trovo catturi alcune frequenze che si perdono con il mic messo classicamente di fronte, ma ne perde troppe visto che il nostro strumento è stato progettato con buca frontale e la pressione sonora maggiore è proprio da li che esce. Ho visto che i professionisti usano due microfoni, e spesso uno dei due è messo così per prendere il suono con più ambiente. Magari prova a metterlo qualche volta di fronte, puntato al 12° tasto o in qualunque punto tra lui e la buca, il suono dovrebbe risultare più focalizzato. D'altronde in casa si può sperimentare di tutto e fare i debiti paragoni, poi sceglieremo quello che ci sembra restituire di più la vera voce della chitarra. Suonare con il capo è una scelta che adottano in parecchi, magari non sempre ma sovente. Si diminuisce l'action, la chitarra è più morbida e tutta una serie di cose che effettivamente giovano al playing. Resta il problema, almeno per me che non sono un professionista, della visualizzazione della tastiera : anche su chitarre senza dot, ci sono comunque i segnatasti sulla parte superiore che a volte mi ingannano. Per questo prediligo mettere il capo al 2° tasto, le distanze restano "quasi invariate. Però se devo suonare con altri musicisti il capo può dare problemi per la tonalità, a meno di non ristudiarsi tutto il brano con cambio di accordi e non sempre è auspicabile. Infine si accorcia la tastiera libera, e alcune posizioni oltre il 12° diventano imprendibili per le mie dita artritiche.Ciao e buona giornata

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    2. Grazie! Allora non era un fake, G+ andra' davvero in pensione. Spero solo che non venga intaccato l'account di Youtube e tutto quanto fa capo a Google.
      Beh, che dire, Stefano? E' vero, il posizionamento e la configurazione di uno o piu' microfoni riempie pagine e pagine di riviste specializzate ed in rete esistono svariati tutorial in merito e tutto cio' che hai detto e' avvallato dalla stragrande maggioranza di noi, popolo di gente perennemente insoddisfatto consumatore di corde di bronzo! XXD
      Faccio, se permetti, altri esempi, a titolo personale. In queste prove pero' l' audio e' quello del cellulare, perche' visto che sono delle bozze, anche male in arnese, mooolto provvisorie, ho evitato di sostituirlo con quello del microfono, anche perche' sono piccole composizioni in stallo da parecchio tempo, da sviluppare ed elaborare in pezzi completi e finiti quando avro' la possibilita' di organizzarne le battute in strutture complete e corrette, per quanto riguarda i beat e la posizione dei bassi.
      Clip 1 - Mano destra.
      Ho sistemato lo smartone all' altezza della testa, per appurare che il suono registrato corrisponda grosso modo a quello che sento io. E' una prova fatta col plettro e l'ho gia' postata qualche giorno fa in coda all' articolo di Mirco "Guitar philosophy".

      [video]https://youtu.be/YuLXxtZ_TaI[/video]


      Clip 2 - Plettro.
      Mic (del cellulare) puntato sulla mano destra, a circa due palmi (40 cm); asse mic- guitar circa 135 gradi, 90 + 45.
      Qui entra in gioco anche il discorso relativo al capotasto. Questo pezzo non riesco a suonarlo in nessun altra posizione se non col capo sistemato al terzo. A parte aver cannato il Sol basso a 0:21 :-), beh, confesso che ogni volta che arrivo alla frase situata a 0:33 o a 1:07, non riesco a trattenere una lacrima...infatti li' rallento sempre. Il potere di un bel suono e' davvero incredibile quando ci entri in sintonia.

      [video]https://youtu.be/pYBo8P3tzFc[/video]


      Clip 3 - Dita.
      Questo e' un bozzettino ( con numero di battute ancora da inquadrare) in finger di un mio pezzo dedicato a Tommy Emmanuel, perche' ispiratomi da un suo brano. Il punto consiste nel fatto che non riesco a suonarlo in posizioni diverse dal primo tasto, sul quale sistemo il capo. Senza, lo sento troppo basso, se lo avanzo mi sovviene troppo alto. Sono queste sfumature che cogliamo che ci rendono tutti diversi ed e' giusto cosi'. Stessa angolazione polso-microfono e stesse distanze. Forse io amo le frequenze basse un po' di piu' delle alte e medie e non le avverto tanto se sposto il mic verso il manico. Come senti il suono e' bello inscatolato ma abbastanza caldo e le sensazioni di cui parlavo non le avverto con la Dreadnought, anche se in questa i bassi sono delle vere e proprie cannonate. Chissa', forse dipende anche dalle medie. Beh, se il suono e' inscatolato...

      [video]https://youtu.be/ptgr2XW9tcE[/video]

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  17. Leggo solo stamattina e sono già al lavoro per cui l'ascolto non è ottimale. Appena riesco a sentire in cuffia o sui monitor ti dico. Ciao

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    1. Quello che posso dire, ascoltando dalle casse del portatile, è che il suono è molto più squillante, metallico e inscatolato rispetto alla ripresa del ragtime . Se ho ben capito li usavi il mic e qui hai tenuto l'audio del cellulare...se è così, il mic dona al suono più articolazione e profondità. Poi bisognerebbe sentire la chitarra dal vivo per capire bene quale sia la sua vera voce, che probabilmente è di sicuro quella delle parlor, cassa piccola, definizione ma bassi più indietro. Però anche le piccoline hanno tra di loro voci diverse, dipende dai legni e dal progetto. Ascolto in cuffia appena posso e correggo il tiro, se è il caso ;)

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    2. Ciao Stefano! :-). Grazie per il tempo che perdi e per la disponibilita'! E perdonami ancora una volta per averti portato fuori contesto il topic...ora mi iscrivo al tuo canale youtubico, cosi' ti inquietero' li' la prossima volta :-)) evitando di perseguitarti qui XXD.

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    3. Figurati, purtroppo per vari motivi ultimamente sono poco presente. Comunque, ho ascoltato in cuffia e devo dire che sembrano due chitarre diverse, confermando, se ce ne fosse bisogno, che il mic è tutta un altra cosa. Con il telefonino il suono si impiccolisce ed inscatola, quasi un banjo. Che per carità, per alcune cose è anche carino, ma la complessità di una chitarra è altra cosa. E nel video del brano di Unterberger la wash suona da chitarra. Piccola, ma chitarra. Per cui continua con gli esperimenti del microfono, credo rendano più giustizia. In ultimo, se riesci a non perseguitarmi sarebbe carino eheheheheheh

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  18. Grazie! In effetti erano le prime volte che usavo uno smartone; l' avevo comprato di seconda mano proprio per i video e l'audio, perche' la fotocamera era abbastanza obsoleta. La mia intenzione e' di prendere un altro microfono, magari uno shure e, come mi consigliavi piu' sopra, sperimentare con due microfoni, opportunamente posizionati.
    In realta', come sempre, l'ascolto resta in gran parte un fatto soggettivo. Personalmente, infatti, nelle prove col plettro trovo un tantino freddo il suono che esce dal microfono, o perlomeno leggermente "asettico", invece sento una punta in piu' di dinamica nelle reg. col cellulare. In quest' ultimo caso sento, non so come dire, una voce quasi umana, che a volte mi suggestiona fino all' emozione. In cuffia, naturalmente. Mah, forse sono io che ho le orecchie sbagliate, ahahah!!!
    Ok, semi-prometto di non perseguitarti piu', anche se il perseguire era inteso nel senso buono del termine, ovviamente XD

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