venerdì 8 febbraio 2019

Le tasche piene

Ho sempre detestato Jovanotti, sopratutto quando, passando gli anni per tutti, cercava di mantenere il suo target giovanile adattandosi alla metrica rap che ormai da anni imperversa tra i ragazzi.
A dir la verità non era l'unico, e capita ancora di vedere in tv ormai attempati sessantenni "travestiti" da giovani. L'effetto è patetico ma, insomma, tutti teniamo famiglia e se la moda va da una certa parte bisognerà seguirla per lavorare ancora un po'.
Tuttavia Lorenzo Cherubini in questa canzone pare abbia avuto un cedimento causato dall'età e da vicende familiari e ha scritto questa cosa che mi sembra piccolina ma sincera. La struttura musicale è banale ma la semplicità unita ad un testo che ha qualche sfumatura poetica (se sia suo davvero non lo so), lo hanno riportato ad una condizione cantautorale più consona alla sua età. 
Insomma, per farla corta, il pezzo mi piace. E' di qualche anno fa ma, non seguendo affatto il Jovanotti, mi risulta nuova e in qualche modo diversa dal genere che lo ha portato al successo e ci è stata suggerita dalla ragazza che canta nel nostro gruppo.
In rete ne esistono molte versioni, ma tutte vengono arricchite e appesantite (compresa la versione di Giorgia) secondo me sbagliando, perchè la ballata è delicatina e non regge arrangiamenti troppo invadenti. C'è insomma un qualcosa che sfugge a chi vuole interpretare questo pezzo buttando giù la porta a calci e entrandoci con gli scarponi infangati. Abbiamo provato a rifarla entrando dalla porta di servizio cercando di acchiappare quel dato sfuggente per farla poi cantare alla fine alla nostra Valentina.
La registrazione è in prova con i fraseggi del violino/ flauto ancora da definire.


21 commenti:

  1. E' Reverendo, bellissima e delicata interpretazione. Arrangiamento essenziale ma perfetto. In questi giorni c'è San Remo, per fortuna sono impegnato in altro e non lo seguo, ma radio Rai non fa sentire altro. Canzoni piene di rumori dati da sound machine e robe varie. Tu dai giustizia al termine canzone. Una chitarra semplicissima e una voce. Se ascoltiamo i grandi cantanti americani sono essenzialmente questo: una chitarra e una voce, qualche armonica e poco altro. Penso a The Road di J. Bronw o a Jerry Jeff Walker. Bravo complimenti. Non conosco l'originale ma questa mi piace.

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  2. Sapessi...anzi sono sicuro che già lo sai..quanta fatica certe volte si fa a tagliare, asciugare un pezzo, portarlo all'essenziale, alla pulizia. D'altra parte è tipico dei dilettanti (che per definizione "si devono divertire") suonare tutti insieme, riempire ogni possibile buco di suono, intasare tutto.
    Contento che ti piaccia - ciao.

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  3. La tua versione e molto ma molto meglio di quella di Lorenzo Cherubini,( non ce la faccio proprio a chiamarlo ancora jovanottJ), sei entrato in punta di piedi, ma sei esplosivo come la dinamite, perché hai dato un senso a questa canzone, che non avevo mai ascoltato veramente quando la canta lui, sarà per la "s" sciuscia, o per il fatto che dopo il fatto della riunione dei bildeberg, mi e sceso all'altezza delle caviglie, ma devo dire che cantata da te e proprio una bella canzone

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  4. che è 'sta riunione dei bildeberg?
    Quando la registriamo cantata dalla Valentina ve la farò risentire.

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    1. Sono quegli incontri blindati, dove di incontrano tutti gli esponenti della finanza mondiale con un enturage di vari esponenti della cultura e del giornalismo, dove in pratica si decidono le sorti del mondo, ci ha partecipato anche lui e la Gruber, ovviamente giornalisti e pubblico se non direttamente convocati non vengono ammessi... Attendo la versione cantata da Valentina, ma la tua mi è piaciuta particolarmente

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  5. Ma te sei proprio sicuro che la deva cantare Valentina?
    Avrete un bel repertorio fatto per lei... questa tienila per te.

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    1. per dirla tutta...non riesco a ricordarmi le parole e, sul palco, devo leggere...e per leggere devo mettermi gli occhiali...insomma, faccio pena.
      Meglio la Valentina che ha trent'anni ed è pure una bella ragazza.

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    2. Vabbè, il look conta ma fino a un certo punto, soprattutto quando si fanno queste cose. Pure se ti fai i ricci non migliori, ma la voce ce l'hai eccome e secondo me gli occhiali passano in secondo piano. Fìdet! :D

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  6. Bravo Max, la tua voce da sempre un senso alle cose che canti, questo te lo invidio parecchio, sono sincero, la mia voce a metà tra una gallina raffreddata e un bennato che ha dormito poco non mi soddisfa davvero mai. Sul resto, per me non ha senso dire è meglio, è peggio, la canzone è bella ( a me piace sin da quando è uscita, in casa il jova è molto ascoltato ) per cui secondo me il merito di averla scritta se lo merita tutto, altrochè. Sull'arrangiamento direi che chitarra e voce reggono bene, ma essendo non un brano cortissimo, alla fine un po' risulta piatta. Ora, senza eccedere ( lo sapete, sono un amante del prog, che ve lo dico a fare ) direi che degli interventi del violino e del flauto messi ad arte non potranno che fare bene al pezzo. Sono daccordo con Mirco, questa cantala tu !

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  7. Anche io ho sempre detestato Jovanotti, ma devo ammettere che qualche bella canzone l'ha scritta. Questa non la conoscevo e devo dire che mi sembra esprimere una emozione tenera e sincera e leggo che l'ha scritta quando è mancata sua madre.
    Che dire: la tua versione è asciutta, da talebano acustico che bada al sodo e coglie nel segno, ed è inutile ribadire che la tua voce è perfetta per trasmettere emozioni. In merito a Valentina aspetto di sentire la versione completa cantata da lei e poi ti dirò quale preferisco ...

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  8. Bravo Max, stupenda esecuzione ed interpretazione, la canti e la suoni con grande personalità.
    E' un pezzo che avevo in repertorio con il mio trio, la facevamo un po' più veloce e con il pianoforte che ci regalava qualche bella pennellata.
    ;-)

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  9. Ciao Max
    non posso che perorare la causa "cantala tu,cantala tu,cantala tu".
    P.s.: anche io ho il tuo stesso problema che alcune cose devo leggerle
    quando suono con la band ma un tablet mi ha risolto la vita,
    evito leggio e asta e non mi preoccupo più se sul palco la luce
    scarseggia. ;-)

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    1. interessante Macca, ma come fai se il testo non ci sta tutto in una schermata? In fondo il tablet è solo un A5 no? E il tablet dove lo appoggi se non usi asta e leggio?
      Non lo avevo mai preso in considerazione ma l'esperienza di chi già lo usa può chiarire molte cose..

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    2. E' una buona soluzione. La usa anche il saxofonista del mio gruppo.
      Ci sono i supporti per attaccarlo all'asta del microfono (li trovi a poco anche negli store cinesi). Nessun problema di luce, puoi ingrandire il testo quanto vuoi come su uno smartphone e se non ci sta tutto basta una ditata per farlo scorrere.

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    3. ...ti impagini il testo come ti fa comodo, lo salvi in pdf e lo carichi sul tablet. Se è un testo lungo lo organizzi in pagine e con una rapida ditata cambi pagina a colpo sicuro. Basta un minimo di pratica, magari prevedere il cambio di pagina in una pausa utile mentre suoni. Ormai lo usano in molti, è meno ingombrante di un leggio, si nota anche meno ed è più facile ordinare la scaletta dei pezzi rispetto alle pagine in carta dentro alle solite veline di plastica.

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    4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  10. Perry ha spiegato molto bene,è come lo uso io,avrei voluto pubblicare un'immagine
    molto esplicativa ma non riesco,clicco su anteprima ma non visualizzo l'immagine
    vabbè hai capito dai :)))

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  11. Il mio maestro ha un pedalino. Bluetooth con cui scorre le pagine pdf avanti e indietro

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  12. Esistono anche degli ebook-reader in formato 13,3" (praticamente un foglio A4) specializzati per gli spartiti, addirittura doppi, come le pagine di uno spartito aperto. Dotati di pedalino per lo scorrimento delle pagine. Ovviamente costano un un botto (intorno ai 1500 euro) ...

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