lunedì 26 dicembre 2016

Set up di una chitarra acustica

Visto il via vai di nuove chitarre tra i cookers (pare che altre siano in arrivo...!) mi sembra opportuno questo video dedicato al corretto settaggio di una chitarra acustica per avere la giusta suonabilità e la miglior resa sonora. Contiene una serie di utili informazioni tanto per chi vuole mettersi alla prova curando personalmente il set up della propria chitarra, quanto per chi si rivolge a un liutaio serio e vuole avere una idea del servizio che paga. Troppo spesso pensiamo che tutto si possa risolvere smanettando col truss rod, mentre il settaggio di una chitarra acustica richiede una attenta serie di passaggi nel giusto ordine, se non vogliamo incappare in risultati deludenti o rischiare di dover ricorrere al liutaio per rimediare ai danni che abbiamo fatto (meglio andarci prima!).
Il video è tratto dall'interessante serie Luthier tips du jour, sponsorizzata dalla Luthiers Mercantile International e curata con la giusta dose di ironia dal liutaio Robert 0' Brien. Ovviamente è in lingua inglese, ma attivando la traduzione simultanea di YouTube il commento risulta comprensibile e senza troppi sfondoni linguistici.

(Penso che il mio prossimo acquisto sarà un set di limette per il capotasto!...).


57 commenti:

  1. Roby ha dichiarato! In arrivo dall'altra parte del mondo, un pezzo importante... :)

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    1. Acc...malediz...dannaz...così mi avete scoperto! Volevo fosse una sorpresa...

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    2. Ma come scoperto?! L'hai dichiarato pubblicamente nei commenti all'articolo sulla mia Sigma: "dall'altra parte del mondo". E noi siamo in attesa di una chitarra neozelandese! :)

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  2. attento Mirco col capotasto, non sai in che vai a infilarti! ormai ne ho fatti un po' (anche troppi!) di capotasti, tutto è partito per rimediare all'errore iniziale tipico, ovvero di aver scavato troppo un solco. E la soluzione del baking soda o della polvere d'osso con la colla mi suonava più che altro come un rimedio temporaneo. nell'ultimo, in ebano, purtroppo come previsto da Mimmo, si stanno 'sedendo' alcuni solchi, principalmente quelli del sol e del si che un po' sferragliano e temo dovrò rimettermi presto all'opera, su osso stavolta.

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    1. Anche sull'ebano si può intervenire, resinando gli slot troppo profondi con il bicomponente che si usa per la fibra di carbonio, solo che c'è ne va talmente poco, che, o trovi qualcuno che te ne regala un pochino, oppure sei costretto a comprarne un barattolo, con annesso reagente....

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    2. Sono conscio che l'intervento sul capotasto è molto delicato. Il problema, come si dice nel video, è fare delle buone misurazioni e agire per piccolissimi passi con le lime. Se si eccede con gli slot, bicarbonato e colla sono buona una pezza, ma è sicuramente meglio evitarli. Però un buon settaggio del nut è risolutivo. Ad esempio ho portato la nuova Sigma a una action abbastanza bassa (2,4 al 12°) ma mi risulta più comoda la 0018v che è a 2,6. In parte è merito del manico modified V che per me è l'ideale e mi da una sensazione migliore, ma soprattutto è il nut della Martin che è ben settato e dà una ottima suonabilità anche con un relief più accentuato e una action più alta. La Sigma ha un relief quasi a zero e in effetti bisognerebbe correggerlo e abbassare un pelo gli slot del capotasto.

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    3. Su alcuni strumenti che hanno il fret zero è più semplice. Sull'o.m., sottoposto a più aggiustamenti graduali, il capotasto in plastica si è rotto subito al primo tentativoL'ho rifatto in osso partendo da una barretta vergine ma non è la profondità dei tagli che determina l'altezza delle corde bensì il primo fret (che andava abbastanza bene). E'tuttora libero, tenuto fermo solo dalla pressione delle corde. Prossimamente, quando sarò del tutto convinto di come l'ho realizzato, lo fisserò con un goccino di attack.
      Dovrei attrezzarmi con una barra di riscontro per pareggiare i frets, delle lime specifiche per settare osso del ponte e capotasto. Prima o poi farò l'acquisto.

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    4. Sul capotasto della mia Ibanez, limai il solco del Si un po' troppo e cosi' la corda risultava inascoltabile, ho rimediato con un pezzetto di carta inserito nel solcoe a mio avviso non si avverte nessuna differenza con un capo in buone condizioni; l' unico accorgimento e' calbrarne la posa durante l' vvolgimento della corda, in maniera che il pezzetto di carta non avanzi o indietreggi troppo rispetto al solco che deve surrogare. Antiestetico?!? Eccheccenefrega!!! Tanto poi ci facciamo 4 risate (diceva Toto' XD).-

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    5. Nel caso ci sia uno zero fret, il nut è praticamente fuori gioco. Ma sulle chitarre acustiche è abbastanza raro.
      Come dice il video, per avere un buon settaggio sulla chitarra acustica bisogna avere il giusto relief sul manico e agire su nut e sella.
      La difficoltà maggiore mi sembra sul nut. Dopo le misurazioni del caso, sulla sella puoi fare dei segni di riferimento per sapere quanto materiale asportare, ma sugli slot del nut bisogna andare per gradi pochissimo alla volta, e non è difficile oltrepassare il limite.

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    6. Beh, di solito e' sufficiente rigare un po' il cosiddetto nut con una lama da taglierino longitudinalmente facendola scorrere sui primi due o tre fret, tenendo insomma questi ultimi come punto di riferimento, come quando per disegnare una retta con una squadretta occorre farla scivolare su di una riga o sua un' altra squadra, come facevamo a scuola. Ovviamenmte non bisogna sorpassare la rigatura ottenuta, che, del resto, sarebbe poi il limite ideale dei solchi.

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    7. Mi interessa il discorso nel caso dello zero fret (non so se vi ricordate lo Zero Glide che ho installato sulla mia Simon & Patrick: http://fingercooking.blogspot.it/2014/02/mi-son-fatto-lo-zero-fret.html). Ho letto da qualche parte che in una chitarra con lo zero fret il tasto zero va retificato alla stessa altezza di tutti gli altri tasti, invece secondo me deve essere leggermente più alto. Il primo fret è troppo vicino per "sentire" in modo siglificativo il relief e quindi le corde a vuoto dovrebbero friggere contro il primo fret se lo zero fret ha la stessa altezza di tutti gli altri. Voi che ne dite?

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    8. @ansgar: dove hai preso le lime?

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    9. @beppe: da FRET.com "Nut action: is there an ideal height? In theory, yes. The ideal height would be just about the same as a fret's height in the same position as the nut".
      (http://www.frets.com/FretsPages/Musician/GenSetup/NutAction/nutaction.html)
      Se "just about" sta per "circa" non aiuta, ma porterebbe alla conclusione che uno zero fret debba essere circa alla stessa altezza degli altri (forse un pelo più alto).

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    10. Ed in effetti messo in pratica è il discorso della mina della mezza matita appoggiata sui tasti (o della lama del taglierino)

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    11. Secondo il suggerimento di Mimmo, usando una matita appiattita e appoggiata sui fret si segna una linea contro il nut che sarà il limite di profondità degli slot (stesso metodo citato anche in FRET.com). Quindi se i solchi del nut sono alla stessa altezza dei fret, anche uno zero fret sarà soggetto alla stessa regola. Credo... :)

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    12. si esatto (hai risposto mentre scrivevo)

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    13. Teoricamente. In pratica pero' occorre fermarsi un infinitesimo prima, pena friggitura corde. Non e' esattamente una procedura fac-simile allo zero-fret. Ci vuole molta manualita' ed infinita pazienza, altrimenti meglio rivolgersi a mani esperte ed abituati alla bisogna. Un po' come per tutte le cose, del resto.
      Per quanto riguarda la linea segnata dalla matita, e' sufficiente anche una mina per portamine smussata a 45 gradi facendola scorrere sul lato opportuno lungo il capotasto. Oppure un qualsiasi oggetto scrivente o segnante che possa scorrere piatto sui tasti, proiettando sulla parete del capotasto l'ombra ortogonale del primo tasto, in pratica. Ma ripeto che non e' esattamente come per lo zero fret, altrimenti tutte le chitarre ce lo avrebbero e non solo le Eko Ranger e poche altre (la mia Melody del 1979, la mia primachitarra acusrica, ce l'aveva lo zero-fret).

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    14. @mirco, non ho le lime adatte (un po' costose), ma ho usato un po' di stratagemmi, su precise indicazioni di Mimmo, tempo fa. per i solchi delle corde più grosse (quelle avvolte) ho usato un archetto e ci ho teso degli spezzoni di corde vecchie dello stesso spessore dei solchi, il cui avvolgimento dà il grip che permette di scavare nell'osso, salvo poi allargare lievemente con una lima sottile a sezione curva (se ne trovano da Leroy Merlin o ferramenta ben forniti), per i solchi più sottili trovai, sempre da L.M., delle lame sottilissime per seghetto. non è il sistema più ortodosso ma funziona ;)

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    15. (leggo solo ora che la cosa dell'archetto l'ha scritta anche Beppe più giù!)

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    16. io per l'altezza dei solchi, uso un altro sistema, sempre rubato da non so più quale sito, forse proprio frets.com, cioè lo spessimetro. stabilisco qual è l'altezza di poco superiore a quella del primo tasto, restando un pizzico abbondante per non rischiare sferragliamenti nelle open tuning e piazzo lo spessimetro ad impedirmi "fisicamente" di scavare troppo.

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    17. Beh, ma lo spessimetro non e' fisso come misura? Voglio dire, troppo dritto? La linea riportata sulla parete del capotasto dovrebbe avere la stessa curavatura del primo tasto, no?!? In modo cioe' da riportare la stessa radialita' del manico in essere.
      Ovviamente per non sprofondare piu' del necessario e' sufficiente fermarsi sulla parte alta della linea disegnata, assumendo che la parte bassa della linea disegnata, il bordo inferiore della linea, sia pari alla sommita' del tasto di riferimento.

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    18. Si, il ragionamento mi sembra corretto. Lo spessimetro no riporta il radius della tastiera, mi sembra meglio la linea con la matita appiattita.

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    19. nel mio utilizzo non c'è bisogno che lo spessimetro segua il radius della tastiera da parte a parte (cosa peraltro possibile, come dirò poi). provo a spiegare la procedura: una volta trovato il numero di spessori giusto, li appoggio sulla tastiera in corrispondenza del solco che andrò a limare. con una mano si tiene fermo lo spessimetro e con l'altra si dà di lima sul nut. poi si procede col solco successivo. l'importante è che lo spessimetro sia perfettamente aderente alla tastiera solo in corrispondenza dello slot su cui si agisce.
      data poi la flessibilità delle lamelle metalliche, si potrebbe anche fissarle alla tastiera con un elastico passato dietro al manico e fissato alle due estremità, come fosse un capotasto mobile per intenderci. ma non ne ho mai avuto bisogno. è molto più semplice farlo che spiegarlo. non dico sia la procedura migliore ma mi dà una certa sicurezza, soprattutto quando, nello scavare, si avvicina il punto di non ritorno ;)

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    20. Ah! E così in pratica ti fai un "fermo" per non superare la profondità voluta.

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    21. esatto, in tutto questo bisogna trovare una buona presa per tener fermo manico e spessimetro con una sola mano ma nella pratica è solo quando arrivi a scavare in prossimità del limite inferiore del solco che entra in gioco lo spessimetro.
      già che ci siamo, la dico per esteso. non avendo le lime giuste, con cui sarebbe tutto più facile, la procedura meno faticosa per me (e rischiosa per la paletta!) è questa: una volta che ho sagomato per bene il nut rispetto alle misure dell'alloggiamento, lo piazzo su una morsa per scavare i sei solchi più comodamente alla giusta distanza, aiutandomi con una matita per segnare i punti in cui scavare e confrontando ripetutamente le distanze e le profondità col vecchio nut. solo quando capisco che è arrivato il momento di lavorare 'di fino', monto il nut sulla chitarra e vado di spessimetro.

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    22. Quanta pazienza, ahahah! XD
      Credo che questa procedura la utilizzi per chitarre blasonate o per chitarre di altri, per cui non puoi prescindere da un buon lavoro...
      Personalmente invece prediligo il metodo della sostituzione tout court, nel senso che compro sempre tutta la minutaglia per chitarre che trovo in giro e di conseguenza mi trovo decine e decine di capotasti, tra l'altro, e quindi quando un nut non mi si confa' su una chitarra, lo tolgo e ne scelgo uno piu' adatto. Naturalmente se troppo alto lo limo alla base, come per le sellette, mentre se troppo basso inserisco degli spessori. Ovviamente perche le chitarre sono mie e non bado all' estetica ma solo alla funzionalita', almeno fino a che ...funziona! No, perche' io il capotasto e la selletta definitive non le trovo mai!!!XD

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  3. Ottimo video, anche se credo che ormai ogni Cookers è in grado di settare le proprie acustiche, nella maniera più consona al proprio modo di approcciarsi allo strumento, in fondo la cosa principale per settare una chitarra, è conoscere a fondo lo strumento in questione, e chi più di noi amanti della sei corde con il buco, è in grado di poterlo fare, anche a fronte di tante discussioni e scambi di idee e consigli, che in questi anni ci hanno accompagnato

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    1. Settare va bene , ma il capotasto per me è tabù ! Oltre agli attrezzi giusti , ci vuole pazienza e cognizione , non sono pentito di essermi affidato al liutaio . Certo potrei provare , ma non volevo rischiare e soprattutto volevo suonare al più presto , Vigliaccheria liutara ? Forse , perchè in fondo so bene che potrei farcela , e su un isola deserta non tentennerei. Per ora limare il ponticello è il mio limite , domani chissà...

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    2. Io su tutte le mie chitarre non ho mai un capotasto o un ponticello fisso od incollato, perche' li cambio e permuto in continuazione. Tra i tanti cofanetti pieni di cose chitarristiche, ne ho uno appunto pieno di capotasti, barrette di ponticelli e plastiche varie, spessori, etc...e non stanno mai fermi!
      A volte una chitarra che risulta insuonabile, alla fine diventa tutt'altra cosa sostituendole il capotasto.
      Le uniche chitarre su cui non ho avuto mai bisogno di intervenire in alcun modo sono due Yamaha, settate alla perfezione gia' dalla fabbrica...

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    3. Ste, per il capotasto l'unica regola che non va mai tradita è di fare gli slot, perfettamente paralleli alla tastiera, in modo tale da far staccare la corda esattamente alla fine dell'osso del nut, per la profondità ti svegli un segreto: carreggiata una matita nuova su un lato fino ad arrivare alla mina poila Poggi sui frets, ovviamente con la chitarra senza corde, e tracci un segno sul nut nuovo dal lato tastiera, quello sarà il limite che non dovranno superare gli slot, ed avrai il miglior compromesso tra suonabilita' ed altezza corde

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    4. Ti svegli e non sveglio
      Carreggiata= carteggia....

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    5. Questo lo avevo appena scritto io nel post sopra, eheheh, anche se al posto della mina avevo giustapposto una lama da taglierino, essendo molto piu' sottile. Non avevo parlato di matite e mine naturalemnte per non scrivere anche della sua lavoratura in maniera opportuna (limarne un lato a 45 gradi, per esempio, o cose simili). Ma faccio finta di credere che tu abbia scritto senza leggere il mio post, caro il mio Marracino...AHHHH Marrrrr....rano! Eheheh, in fondo non dimentichiamoci che usi il telefonino, uhuhuh, come le ragazzine, eheheh, e non certo il PC come noi uomini, ihihih!!!
      Mi raccomando! SVEGLIAMI durante la mia marcia sulla CARREGGIATA! Ahahah!!!

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    6. Errata corrige. Il mio post di cui parlo non e' quello appena sopra, come avevo detto, ma l' ultimo della prima serie di commenti, in pratica il secondo in ordine di postamento!

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    7. E poi hai nuovamente errato caro Mimmo, nella errata corrige. Infatti dovevi scrivere:

      Ti svelo e non sveglio.
      Al posto di:
      Ti svegli e non sveglio.

      Vabbeh, dai, e' l'eta' che avanzahahah!!! O forse i troppi panettoni e le troppe zeppole, nonche' i troppi castgnacci e gli strufoli abbondanti che hai ingoiato in questi giornihihihihih!!!

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  4. Un utile sintesi su come lavorare il capotasto

    [img]https://static.gearslutz.com/board/imgext.php?u=http%3A%2F%2Fwww.aperiplus.co.uk%2Fimages%2Fnuts.png&h=1313bce21da30de0c3300364735eaa01[/img]

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  5. Con le chitarre elettriche a calci e pugni me la cavo e il settaggio a suon di giri di vite o brugola riesco a farlo, sulle acustiche non ci provo nemmeno, conoscendomi e sapendo che i lavori millimetrici non sono il mio forte. Anche i liutai però a volte non sono precisi, o forse io mi sono spiegato male, fatto sta che un annetto fa ho portato la mia Dove di casa Epiphone dall'amico liutaio per fare abbassare il saddle e avere una action più bassa, e alla fine della fiera è risultata troppo bassa, e mi piaceva di più con l'action più alta anche se più faticosa da suonare. Al prossimo giro di giostra lo farò sostituire cercando di riportarlo come era all'origine..
    ;-)

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  6. troppo difficile per me, preferisco tenerle così come sono (tanto sono uno che si abitua) oppure andare da un liutaio, anche perché sarebbe tutto tempo che rubo al pochissimo che ho a disposizione per suonare. Comunque di voi mi fiderei, nel caso...insomma si vede che studiando piano piano ci si arriva...

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  7. Comunque s volete avere davvero delle utilissime dritte svelte e pratiche, tipo reset e pulitura tastiera, rettifica ,etc,. basta andare su Laster.it, grande sito di chitarristi fuoriusciti di Accordo (anche), nato forse prima di Fingercucchers, anche se poi e' scivolato nell' oblio e cercare un grande articolo di Aleck B, che voi sicuramente ricorderete su Accordo.it. e che tratta appunto della rettifica tastierofila ed amenita' collaterali. Per inciso, Aleck, il liutaio, ai tempi era uno dei piu' grandi ed influenti utenti di Accordo, insieme all' indimenticato Glen e a pochi altri, ora scomparsi dal WEB conosciuto o emigrati altrove (non pochi, sbarcati proprio su questi lidi medesimi...). Un saluto.

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    1. be' il povero Glen è scomparso proprio poveretto...

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    2. Gia'...infatti per questo dicevo "indimenticato".
      Oltre a Lauro, ovvero AlecB, un altro grande acustico era l' altro Lauro, piu' giovane, estimatore della J-200 e tra gli altri ricordo benissimo anche il tuo nick "Pone", nonche' "Perrynason", tra quelli che piu' mi son rimasti in mente, oltre a Monteleone. Ma c'erano anche molti altri che dissertavano di corde e di chitarre acustiche, ai tempi, nomi che ora non mi sovvengono ma di cui rammento bene gli appassionati articoli e commenti.
      Acc...anche qui, sul Web, il tempo passa in fretta e l'ora non ritorna, come nel resto della vita, d'altronde...

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    3. La lettura degli articoli di Lauro su Laster.it mi hanno spinto, anni fa, ad incominciare ad armeggiare con lime e spugnette abrasive sulle tastiere delle mie chitarre ...

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  8. Perry, prendi un archetto da traforo (costa pochi euro e magari ce l'hai già in casa), tagli un pezzetto di ogni corda da una muta vecchia e la sostituisci alla lama dell'archetto: ecco come risparmiare i soldi delle lime per i solchi nel nut (costano care e ce ne vuole un set diverso per ogni scalatura di corde)..
    Le corde non rivestite sono un po' meno efficaci, ma con olio di gomito fanno il loro lavoro ;-)

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    1. In sostitizione e' possibile anche usare pezzi di carta vetrata o abrasiva intorno a spessori del calibro opportuno o la sola carta ripiegata, con grana progressiva ovviamente, per sgrossare e rifinire.
      Ma ai miei tempi era giocoforza arrangiarsi, eheheh...i ferri erano irreperibili e forse anche i liutai se li autocostuivano.
      Adesso in giro c'e' persino l'attrezzo che puoi usare, che so...che puoi utilizzare per suonare la chitarra al posto tuo, mentre dormi, ahahah! Beh, come dire: non c'e piu' sfizio per niente, tutto appiattito ed omologato ormai.

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    2. Ho dato un'occhiata ai prezzi online delle lime per il nut... Penso che l'archetto da traforo con pezzi di corde usate sia una OTTIMA idea! (azz!!!...)

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    3. Beppe
      l'idea è buona ma al momento di iniziare il lavoro, visto che la corda non non incide molto, farei un "invito" con un sottile seghetto da ferro. Si avrebbe così la sicurezza, on la corda montata sull'archetto da traforo, di rimanere in posizione sul nut.

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  9. Buongiorno.. Io ho acquistato un set di lime per gli slot del capotasto, da 0.12 a 0.53. Costicchiano, grosso modo quanto due spedizioni dal mio liutaio, un centinaio di euro. Sono della Ibanez. Sono precise e funzionano benissimo. Ho cambiato un capotasto in Tusq con uno in osso pre-slotted. Si procede con molta cautela limando gli slot senza mai passare la linea qui più volte segnalata, anzi restando un po' sopra. Bisogna limare ciascuno slot con la stessa inclinazione della paletta, così che le corde non incontrino uno scalino ma seguano un 'invito'. Il punto di uscita della corda dal nut deve essere più alto del resto dello slot: quello è il punto in cui poggia la corda, dove comincia la sua avventura vibrante. Non è difficile, se ci sono riuscito io lo possono fare davvero tutti. Ci vuol calma e cautela, quello sì.

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    1. Fare un barrè al primo tasto non è più un'impresa. L'action del capotasto si misura proprio in centesimi di millimetro ma è forse più decisiva dell'action al 12°.

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    2. Sono d'accordo. Anche un action comoda al 12° tasto non garantisce una buona suonabilità se il nut non è ben settato.

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    3. Sacrosanto, Claudio. Inoltre 'scendere' il più possibile al nut non influisce sulla resa sonora quanto avere un'action rasoterra al XII tasto, che rischia di spegnere il suono anche alla chitarra dai legni più pregiati.

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    4. Per questo vedo un casino di gente che suona sempre con il capo al secondo tasto, eheheh. Suonabilita' infinita, tono piu' squillante e meno ridondante, tastiera piu' corta e dot di riferimento pressocche' uguali :-D (io l'ho fatto per anni, prima di imparare a settare l'action).

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    5. Ma stai un tono sopra, quindi o accordi la chitarra un tono sotto oppure se canti dovrai farlo in falsetto 😁

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    6. Beh, no, io mi riferivo al fingerpicking strumentale. Infatti puoi notare come nel primo metodo di Unterberger o di Morone, la maggior parte degli spartiti dei pezzi e degli studi erano concepiti col capo al secondo tasto. Per cantare invece non ci piove: devo accordare la chitarra un tono o semi-tono sotto, eheheh, altrimenti mi strafoco! XD

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    7. Errata corrige
      *come... fossero concepiti* - .e' piu' corretto.

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  10. "Per cantare", poi...diciamo "per canticchiare", "per stonare"...

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