La mattina ero solito ritagliarmi qualche minuto per la lettura di un quotidiano, oggi mi faccio un giro su alcuni siti di informazione che ho individuato nel tempo. Il Post è uno di questi, e l'altro giorno , tra notizie dal fronte e pandemie ancora presenti, mi sono imbattuto in questo articolo. Non so se ne avessimo parlato, se è così chiedo venia, per me è comunque una novità, anche se poi si mescola con altre leggende legate al nostro strumento. Incollo il link e magari ne parliamo dopo che l'avrete letto.
https://www.ilpost.it/2022/05/16/chitarre-legno-mogano-albero-belize/
Sono anch'io un lettore del Post e l'articolo non mi era sfuggito, direi che l'approccio editoriale è quello giusto (specie non essendo una testata del settore strumenti). Quanto al legno è certamente un bellissimo mogano figurato, adattissimo per fasce e fondo, suonerà bene in uno strumento di buon progetto fatto da un ottimo liutaio, come noto non bastano gli ingredienti per fare una bella torta che sia anche buona. Certo io non ce lo vedo affatto per una chitarra all mahogany, la tavola armonica secondo me dovrebbe avere venature regolari anche se si tratta di mogano e poi quelle chitarre lì hanno un altro stile, molto più spartano. Va bene per fasce fondo di una chitarra lussuosa, certo che chi se lo è andato a prendere nella foresta ci ha visto giusto.
RispondiEliminaChi era andato a prenderlo poi aveva desistito, bravi quelli che l'hanno ritrovato tra tarantole e serpenti vari...concordo, è un legno visivamente eccellente che su chitarre prestigiose aggiunge fascino. Sulla vera utilità sonora, che dire: 500 anni di stagionatura equivalgono ad ua risposta eccezionale? Mi piacerebbe mettere le mani su uno strumento costruito con quel mogano, così da uscire dal mondo pips and legend e lasciare alle orecchie la sentenza ;-)))))
Elimina500 anni poi era ( forse ) l'età dell'albero, la stagionatura, se parte dall'abbattimento, è giunta oggi a 57 anni...poco? :P
EliminaTempo fa mi è capitato di trovare su un sito di materiali per liuteria, alcune tavolette già tagliate per fasce e fondo, proprio di questo albero fantomatico, costavano uno sproposito diciamo il costo di una Martin d45...non le avrei comprate, neppure se fossi stato un liutaio di grido, ma mica per niente, solo per la paura di sbagliare qualche cosa nella costruzione dello strumento...
RispondiEliminaCerto una tua chitarrella con quel mogano, sarebbe stata sicuramente fantastica...poi me la regalavi e....mi svegliavo tutto sudato ahahahahah
RispondiEliminaIn un servizio giornalistico visto in tv intervistavano l'amministratore delegato della Ciresa. La ditta, che tratta legnami acustici a Tesero (Val di Fiemme), si è prodigata per salvare gli abeti abbattuti in valle dalla bufera Vaia di qualche anno fa e che rappresentano un tesoro. Sono migliaia i tronchi recuperati ma intere cataste sono inutilizzabili per la liuteria perchè "ammalorate" cioè invase da batteri durante il periodo in cui sono rimasti a terra. Mi chiedo come sia possibile che un mogano disperso in una foresta tropicale e ricoperto da vegetazione possa mantenere le sue caratteristiche acustiche....
RispondiEliminaBella domanda...certo i climi sono ben differenti, ma proprio non saprei risponderti. Però ho visto video dove i canadesi della Godin cercavano alberi vecchi abbattuti ( o caduti ) per farne chitarre, chissà, ci vorrebbe un botanico o un biologo...
EliminaCi sono certe condizioni climatiche o ambientali che possono favorire una trasformaazione positiva del legno. Leggevo di tronchi ibernati o sepolti nel limo di un fiume per secoli, dove i microrganismi dell'ambiente favoriscono processi chimici simili a quelli della moderna torrefazione, che avviene in assenza di ossigeno. Però, visto che non tutti i tronchi della stessa essenza sono adatti alla liuteria, presumo che anche un buon invecchiamento, pure in contesti singolari e "avventurosi" non li trasformi in legni eccellenti se non lo erano in partenza (un tronco abbattuto con venature storte ha venature storte pure 500 anni dopo). Il discorso però riguarda soprattutto i legni per i top. Quelli per fasce e fondo credo che abbiano margini di utilizzo più ampi.
EliminaL'avevo letto (ha girato su FB tra gruppi di chitarromani). Devo dire che il soggetto potrebbe rientrare tra le famose pips, perchè di fatto l'articolo sottolinea che il valore di quel legno è più estetico che sonoro, come capita per molte altre essenze. Ma come ben sappiamo le chitarre ci affascinano anche per la bellezza. In questo caso però non sono personalmente soggetto a quello specifico tipo di fascino. Adoro una tavola di sitka con belle venature e un colore uniforme, o un bel palissandro con sfumature violacee, ma il legni con disegni tridimensionali o con venature simili alla radica mi ricordano irrimediabilmente i comodini rococò, quanto di più lontano dal mio immaginario chitarristico. Che tra l'altro - mea culpa - è un immaginario molto ristretto e tradizionale, fortemente condizionato dai modelli storici di Martin e Gibson. Lo ammetto, sono parecchio limitato.
RispondiEliminaConfessso che, da amante del legno come essenza, non mi dispiacerebbe una chitarra con fondo e fasce così figurate. Magari mantenendo sobrietà nel top e negli altri ammenicoli estetici. Una chatelier davanti e dietro sto reperto di 5 secoli. Vorrei maneggiarla, si. Poi magari il suono si rivelerebbe non all'altezza, ma tanto o me la regalereste oppure al massimo la proverei a Sarzana. Ah, no, Sarzana non c'è più...😪
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