Le chitarre Taylor, seppur ottimi strumenti, non mi sono mai piaciute particolarmente. Ma Bob Taylor si! Spesso ho seguito con interesse le innovazioni introdotte dall'azienda, ispirate da una visione insolitamente aperta, ecologica e "progressista" del suo fondatore. Innanzitutto l'attenzione per le persone e l'ambiente. Prima con l'acquisto di una foresta di ebano in Gabon, affidata a lavoratori locali opportunamente istruiti e direttamente coinvolti nella gestione sostenibile delle risorse naturali. Poi la transizione verso l'impiego di legni alternativi nell'ambito di una produzione ecosostenibile. Il tutto senza rinunciare allo studio di nuovi modelli con innovazioni tecniche di rilievo. Ora arriva la mossa a sorpresa: Bob Taylor e soci cedono la proprietà dell'azienda ai lavoratori.
Con un piano ESOP (Employee Stock Ownership Plan) Bob Taylor rimane alla guida della sua creatura, ma la cambia profondamente con un nuovo assetto societario, dove i lavoratori sono premiati con quote azionarie e di fatto diventano soci dell'azienda. Una visione innovativa e coraggiosa per un grande marchio che compete in un mercato capitalista orientato in tutt'altra direzione, che persegue la contrazione del costo del lavoro e la massimizzazione dei profitti, spesso con piani di delocalizzazione che spostano investimenti e produzione in Oriente. A dirla tutta, questa nuova formula societaria garantisce parecchi vantaggi fiscali - Bob Taylor e soci non sono dei missionari! - ma offre anche maggiore libertà di innovazione e forti garanzie economiche per i dipendenti-azionisti.
Secondo lo staff dirigenziale di Taylor Guitars, la svolta mira a garantire un futuro sostenibile all’azienda con un prezioso beneficio finanziario alle persone che hanno contribuito al suo successo. Bob Taylor dichiara: “Diventare ESOP al 100% ci permette di garantire la nostra indipendenza per il futuro a lungo termine e di continuare a realizzare la nostra visione come produttori innovativi di chitarre“. Mentre Kurt Listug, co-fondatore e amministratore delegato aggiuge: “Crediamo di aver creato un’azienda speciale, dove persone appassionate possono impegnarsi nell’innovazione, nella collaborazione e nella soluzione dei problemi... Assicurare la nostra indipendenza attraverso un ESOP ci permette di rafforzare questa cultura“.
Viene subito alla mente il confronto coi diretti competitors di Taylor, cioè Martin e Gibson, che insieme formano la triade di riferimento della chitarra acustica americana. Aziende con storie ben diverse ma tipiche. Martin fondata e gestita da una unica famiglia da quasi due secoli, caso raro di un patrimonio culturale, oltre che industriale, custodito gelosamente da una dinastia che ha saputo resistere ai cambiamenti e alle pressioni del mercato. Gibson, che invece ha seguito - e spesso subìto - le tipiche vicissitudini di una azienda capitalista, con fusioni societarie e cambi di dirigenza che ne hanno condizionato a tratti il livello qualitativo, portandola anche sull'orlo del fallimento. D'altra parte sono tempi di profondi sconvolgimenti e anche Martin, emblema della tradizione e della conservazione, ci ha regalato di recente un colpo di scena che ha visto il suo ultimo CEO Chis Martin IV "abdicare" in favore di un nuovo presidente che non ha il suo cognome, chiudendo di fatto il lungo capitolo di una storia industriale dinastica, antica e affascinante. Sarà interessante seguire gli sviluppi di queste storie.
Credo che Bob abbia risolto da creativo qual è l'annoso problema del passaggio generazionale che affligge tutte le aziende (fra l'altro ceduto non significa certo regalato) che devono imparare a camminare da sole quando i fondatori si ritirano. Non so come andrà a finire Taylor (speriamo non come le nostre cooperative) ma trovo veramente lungimirante il fatto che Bob abbia dedicato a questa cosa della successione i suoi anni migliori, significa che ci tiene all'azienda e non a sè stesso. Non tutti ne sono capaci, molti grandi liutai, artisti ecc. non ci pensano neanche, essere bravi non significa anche essere imprenditori, Bob credo sia tutt'e due (oltre ad essere anche un buon comunicatore)
RispondiEliminaTotalmente d'accordo. Altrettanto ammirevole come abbia saputo circondarsi di collaboratori e soci con la stessa visione. E' senza dubbio un personaggio singolare con grandi doti e una grande passione, che ha saputo muoversi in direzioni innovative fin dall'inizio, mettendo un progetto di azienda davanti al proprio ego. Non è poco.
EliminaTra l'altro, se non erro, Bob Taylor ha raccontato di aver coltivato i migliori principi degli ambienti libertari dei "figli dei fiori" frequentati in gioventù. Cosa che mi colpisce perchè anche i fondatori di Bedell guitar si dichiarano apertamente ex hippy, e lo stesso Chris Martin IV non ha nascosto la sua simpatia per quelle sponde, quando mise in produzione la (bruttissima) dread celebrativa della legge di legalizzazione della marjuana in California. Se non altro, qualcuno di quella generazione non si è completamente bruciato i neuroni con le droghe o non si è riciclato in qualche banca o agenzia immobiliare. Potere della chitarra acustica! :D
EliminaHasta siempre "compagno" Bob 🤣🤣🤣
RispondiEliminaNun t'allargà. Un kompagno... 😄
EliminaBell'articolo di approfondimnto Mirco! Avevo letto un post su internet riguardo alla mossa di Bob proprio ieri ...
RispondiEliminaSembra una mossa lungimirante: non sono poche le aziende che sono finite in bancarotta per gli azzardi dei rampolli succeduti al vecchi "patron" e risollevate da un'acquisizione cooperativa dei dipendenti. Così si salta un passaggio doloroso.
Come dice Giancarlo è una mossa innovativa per mantenere in casa il patrimonio di esperienza e progettualità dell'azienda quando se ne andranno i fondatori. Bob Taylor prepara il suo pensionamento tracciando la strada per il futuro della sua azienda. I dirigenti investono sui lavoratori coi quali condividono la visione aziendale e la mettono in qualche modo al sicuro. Di certo meno originale la mossa di Bourgeois che stringe una partnership coi cinesi di Eastman, o quella di Chris Martin che apre a un presidente esterno.
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