Ho rubato qualche minuto da un lungo video di Paul Davids in cui visita "The Fellowship of Acoustics" per mettere a confronto alcune Martin degli anni '40 in uno splendido stato di conservazione.
Ho tagliato tutte le chiacchiere, le spiegazioni, le considerazioni e ho lasciato solo le prove.
Le mie impressioni. Col plettro il divario è evidente: in flatpicking la 000-28 ha un suono molto equilibrato, la 0-21 risulta molto mediosa e con un volume notevole, ma quanto passa alla D-28 sembra che abbia inserito degli effetti tipo reverbero e chorus, tanto è ricco il suono (Yamaha non ha inventato niente con la TransAcoustic); nello strumming la Dread vince ancora, la 000 tira fuori il tipico "bark", mentre la 0 mi sembra un po' inscatolata. In fingerpicking la situazione è diversa: la piccolina tira fuori tutta la sua personalità, mentre la differenza tra 000 e D-28 si riduce.
Resta il dilemma finale: vale la pena spendere 10.000 euro per una Martin Vintage o è meglio investirli in una chitarra nuova di pari valore (0-21 del 46 vs 00 John Mayer Crossroad)? Paul non si pronuncia esplicitamente, ma la sua espressione dice tutto ... se disponessi io di una cifra simile da spendere in chitarre credo che mi rivolgerei a degli strumenti di liuteria.
Insomma, più che un video su quelle chitarre nello specifico (e i loro vintage sound vero o presunto)sembra una comparazione fatta per evidenziare le differenze fra i vari shape. La mia preferenza (naturalmente) va alla 00028, oggetto perenne del mio infiacchito desiderio, è chiaro che la D suona molto bene e pure quella ultimamente mi attizza anche perchè mi piace suonare a plettro. Quello che manca è un pezzo di fingerstyle un po' virtuosistico su tutta la tastiera, dove evidentemente la D andrebbe in crisi. La 0 per me è un oggettino simpatico e prezioso che va bene per il divano quando hai in custodia le altre due. Quanto a rapporto qualità(del suono)/prezzo mi pare che si debba andare sulla fiducia perchè non emerge particolarmente dalla registrazione, almeno per come l'ho potuta ascoltare io (casse del pc decenti).
RispondiEliminaBellissime chitarre, non c'è dubbio. La dread ha un suono enorme ( ricordo ancora la cs&n di Vince, un cannone ) ma anche io ho un debole per la 00028. Sul dilemma finale, avendoci un portafogli ben fornito come pregiudiziale, credo conti anche l'attimo: se spendere non è un problema, la chitarra che comprerei è quella a cui darei del tu fin da subito. Vintage, nuova o liuteria, l'importante è il feeling al primo approccio, se la riconosci non te la lasci sfuggire. Poi entra la razionalità e le scelte personali, che potrebbero fuorviare. Ma tanto il mio portafogli piange da sempre, restiamo in bilico tra il pour parler e i sogni mai svaniti ;-)))))
RispondiEliminaGià...chissà che fine hanno fatto tutte le chitarre di Vince. Ogni tanto mi vengono in mente. La cs&n era splendida, ma anche la leggerissima J45 banner non era da meno. Le altre non me le ricordo, ne aveva troppe.
EliminaRicordo che sono intervenuto di brugola sulla Martin sotto gli occhi inorriditi di Vince, su consiglio del liutaio Frignani ovviamente, perchè il trussrod era completamente svitato. Da quel momento mi appiccicò il nomignolo di "dr. brugola".
Anch'io ci penso spesso, ogni volta che vedo una j45 mi torna in mente lui e quella chitarra splendida, mi aveva veramente impressionato.
EliminaLa D-28 è per strummare e per registrare in sala, la 000-28 è per il fingerpicking e la piccola 0-21 per portarsela a letto la sera immaginando che il soffitto sia un cielo pieno di stelle.
RispondiEliminaChissà se le mie suoneranno così fra 50-60 anni...lo spero, anche se io non ci sarò. Peccato.
Tu sai che io ho un debole per le dread, ma ultimamente la triplo zero mi intriga un bel po', mentre il suono delle 0, dopo un po' mi annoia, non mi stuzzica l'improvvisazione, usando spesso le open tuning, trovo che la forma zero, perda una fetta di armonici che le dread e le 000, così come le OM, restituiscono, anche se in forme diverse fra loro, ma a questo punto entrano in gioco i gusti personali
RispondiEliminaIl modo di suonare conta e pure tanto. Con certe tecniche il divario tra una chitarra e l'altra si assottiglia, con altre aumenta. Ma quando dicono che la 000 è lo shape più equilibrato, secondo me non sbagliano. La 000-28 esce sempre bene da ogni situazione, magari in certe non eccelle, ma non sfigura mai. Le altre invece in certe situazioni cedono terreno. Strano a dirsi, ma nel primo confronto la D-28 non mi piace per nulla, rispetto alle altre è sbracata, con armonici quasi sfasati che risultano di troppo. Eppure il flatpicking sarebbe uno dei suoi campi! E secondo me non sfonda nemmeno in strumming perchè la 000-28 regge il confronto alla grande. Mentre la piccola... è troppo piccola. In fingerstyle tutto si pareggia, ognuna tira fuori sfumature diverse, ma è difficile dire quale prevalga. Alla fine, per me, 000 vincente.
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EliminaSì è vero, in flatpicking la D-28 presenta una quantità eccessiva di armonici e questo da quasi l'impressione che sia stato inserito un effetto tipo chorus (come sulle TransAcoustic della Yamaha). C'è un altra manciata di secondi in cui suona le tre chitarre in flatpicking nel video originale. Non li ho inseriti perchè il suono della D28 risulta evidentemente in distorsione... forse lo stile di Paul Davids è troppo deciso per queste vecchie glorie, andrebbero accarezzate con un tocco più delicato!
EliminaPoi questa storia che il vintage suona sempre bene non mi va giù. Le chitarre invecchiano in modi diversi a seconda dei climi, dell'uso e della cura, del modo di suonare dei proprietari, dello stato di conservazione, ecc. Ma chi si attenta a dire che una D-28 del '45 non è niente di speciale? Certo che ci sono quelle sublimi, ma pure quelle mediocri. Le quotazioni di mercato non partono dal suono.
RispondiEliminaAnche quella che si sente in questo video è una vecchissima chitarra...sembra di cartone, suono sgangherato sicuramente peggiorato dal primitivo sistema di registrazione. Una ciofeca totale. Eppure in questo contesto blues è quello che ci vuole e se ad accompagnare il canto ci fosse una fascinosa Martin pre-war ripresa dal più raffinato dei microfoni, non so come sarebbe il risultato. Le mie orecchie sono culturalmente condizionate, ecco la verità.
RispondiElimina[video]https://www.youtube.com/watch?v=626pNZB8xXE[/video]
Davvero un suono da Blues-Box, eppure è efficacissima in questo contesto.
EliminaVuoi sentire come suonerebbe questo pezzo con una Martin? Eccola qua in una cover di quel fighetto di Eric Clapton ...
[video]https://www.youtube.com/watch?v=0b-OHZI1Q5w[/video]
Non è male, ma perde quella selvaggia e struggente forza dell'originale. Clapton è stato sovente criticato per aver riprodotto in modo molto raffinato, ma anche piuttosto patinato, molti blues di questo periodo, snaturandoli (soprattutto nell'album "Me and mr. Johnson")
Sarà pure un fighettino ( termine che comunque non riesco ad associare a lui ) ma resta per me un grande. Avrà copiato, piegato la sua musica alla facile fruizione, ma resta un caposaldo. Ad avercene...
EliminaNon voglio negare il valore di Eric Clapton, alcuni suoi album (in particolare l'unplugged) sono tuttora tra i miei ascolti preferiti. Ma per me è un fighetto che poco ci azzecca con la figura iconica del bluesman (brutto, sporco, maledetto, disperato e possibilmente nero). E il suo approccio al blues ne risente, tende a perderne la forza originaria annacquandola in sonorità pop. Gli riconosco comunque il merito di avere riportato alla luce brani meravigiosi che sarebbero altrimenti caduti nell'oblio.
EliminaE' proprio un fighetto...e comunque la martin suona con un piezo che imbruttisce il suo suono naturale senza aggiungere la ruspante ruvidezza e il pathos della chitarra scrausa di cui sopra.
RispondiEliminaE' un mistero come quella chitarra abbia rilanciato le 000 14 tasti e la sua 000-28 EC sia diventata un best seller. Chitarra di pregio, lo sappiamo, e pure incostante per qualità (alcune suonano benissimo altre no), ma in tutti i video acustici di Clapton quella 000-28 amplificata suona terribilmente plasticosa. E dire che il personaggio avrebbe potuto permettersi sistemi di amplificazione e mixaggi ben diversi. Mah!
RispondiEliminaeh, era il 1992 (che è come dire il paleolitico) e il suono della chitarra acustica nella musica pop era quello...o almeno quello che si aspettavano i grandi produttori. Insomma, è chiaro che Norman Balke aveva un altro suono anche nelle registrazioni già in quegli anni e pure prima, ma il grande pubblico secondo me era abituato al piezo e voleva quello, oltre ad essere la soluzione più comoda per portare il disco in tour negli stadi.
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