venerdì 19 giugno 2020

Il sogno americano made in Italy

Le bellissime repliche delle più famose chitarre americane sono qui, in Italia, a Savona. Pare che il mercato di riferimento di Bagnasco & Casati sia quello nord americano. Un mercato evoluto che per “replica” forse intende uno strumento che non solo assomigli nelle forme e nei colori agli originali, ma sopratutto nel suono. 
Se l’operazione fosse opera di un produttore cinese, questi curerebbe forse più l’aspetto (e in un mercato meno evoluto di quello U.S.A. avrebbe sicuramente il suo perché).
Bagnasco & Casati, liutai, invece producono strumenti che puntano a quel suono, storico, che gli intenditori yankee captano subito, ma anche noi coockers direi. Come facciano a ricrearlo in modo così convincente è per me un mistero. Probabilmente non lo è per Mimmo.
Un giro nel laboratorio di questi due liutai e musicisti me lo farei volentieri. Ma dovrei avere con me una bella mazzetta di baiocchi perché è certo che non resisterei alla tentazione.
Mi chiedo come mai però Bagnasco & Casati non mettano sulla paletta un loro logo...

20 commenti:

  1. B&C si stanno facendo un nome negli USA tra decine e decine di famosi e agguerriti concorrenti locali. Le riviste specializzate di settore hanno fatto alcuni articoli su di loro ed è partito il passaparola. Obiettivi che non si raggiungono senza un prodotto di eccellenza. Tra l'altro in un settore di nicchia frequentato da esperti maniacali che non perdonano nulla e dove non si può proporre fuffa.
    Come riescano a ricreare modelli di riferimento storico ineccepibili lo spiega nel video uno dei due liutai italiani (non ricordo qual è dei due) e il fatto che parli direttamente in inglese la dice lunga sul mercato di riferimento.
    In pratica copiano ogni dettaglio. La chitarra del video è la copia esatta di una delle due uniche OM42 prodotte da Martin nel 1930. Per ricrearla si sono basati sulle foto e sui dettagli inviati da un loro "buon amico" fortunato possessore di uno dei due cimeli. Alla fine il motto è sempre quello: falla uguale! Detto così sembra semplice, ma olre alle banali misure, occorrono studi approfonditi dei modelli, del periodo storico, dei materiali, della loro lavorazione e degli attrezzi in uso all'epoca. Insomma un lavoro di ricerca da professionisti, oltre all'abilità di ricreare quei dettagli nel modo corretto e una passione sconfinata. Un processo che a volte risulta difficile pure a Martin, che in alcuni casi per ricreare i suoi stessi modelli storici, ha dovuto acquistarli alle aste! Tenendo conto che B&C non hanno avuto la possibilità di avere l'originale per le mani, il risultato mi sembra sorprendente!

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  2. Non discuto la loro artigianalità e il pregio degli strumenti che ricostruiscono fedelmente, ma se Martin nel 1930 faceva la OM e suonava così... beh io preferisco le sonorità delle Martin più attuali. Questa mi ricorda un po il suono di certe Gibson o Recording King o Euphonon di quegli anni, probabilmente una questione di legni non saprei. Poi va beh, son gusti, e non son certo un esperto conoscitore del mondo delle chitarre. Non dico che suoni male anzi, ma non è il suono Martin che conosco e apprezzo io.

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  3. Anni fa io e Mirco (o forse io suonavo e lui ascoltava)ne provammo velocemente una, era una replica della j45 pre war. Conoscevo già Andrea Bagnasco per i pareri competentissimi che scriveva su vari forum. La chitarra suonava come (pare) suonano le chitarre veramente vintage, con una timbrica secca e legnosa, potente e concentrata sulla fondamentale, che non è il tipico timbro martin al quale siamo abituati, ma qualcosa di ancora più ricercato e "di nicchia" che col tempo ho imparato ad apprezzare, ma che ancora non riesco ad apprezzare al primo colpo. Ecco questa Martin per me suona così, e questo ne fa una chitarra quasi unica.

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    1. Non solo. Eravamo a Sarzana e se non ricordo male B&C avevano un piccolo banchetto dove esponevano solo una J45 vintage e la loro replica. Suonavano praticamente identiche!

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    2. C'ero anche io dietro di voi ma, visto il piccolo banchetto, non prestai troppa attenzione e passai oltre attratto come una mosca da qualche altro espositore più appariscente di B&C.
      Più passa il tempo e più rimpiango quei nostri raduni a Sarzana...

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  4. E teniamo conto che è appena uscita da laboratorio...

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  5. Grazie Giancarlo hai spiegato proprio bene il concetto, si in effetti è quel suono che tu definisci timbrica secca e legnosa, quindi vintage. Non è assolutamente brutto anzi. Saluti

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    1. C'è chi farebbe carte false per avere "quel suono "tant'è che si sono inventati sistemi di invecchiamento artificiali (come la tostatura dei legni).
      Oggi è così, si vuole tutto e subito, quando poi il fascino di una vecchia chitarra dal suono legnoso è frutto del tempo che scorre lento, delle mani che l'hanno suonata e amorevolmente custodita.

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  6. Ho sentito dare una originale definizione di questo tipo di suono, che secondo me rende bene l'idea: "le chitarre vintage sono molto più diseducate di quelle di oggi". In effetti, rispetto ai modelli odierni, il suono delle chitarre vintage ha un che di invadente. Sparano botte immediate, hanno una gran separazione e un suono asciutto. Poi ascoltandole bene non manca niente: armonici, corpo e profondità ci sono tutti, ma la prima cosa che colpisce è la "legnosità" (Madonna quanto è difficile descrivere i suoni!). Decenni di stagionatura e vibrazione dei legni in una chitarra tenuta in esercizio, portano lì. Poi rimane sempre la solita domanda. Chi sa come suonava veramente una OM42 nel 1930? La replica riproduce come suona quel modello 90 anni dopo! Il presupposto è che il tempo è migliorativo. Ma attorno a quel presupposto ci sono parecchi condizionamenti e veri e propri miti. Alla fine, come diciamo noi cookers, l'unica cosa certa è che ci piace tanto farci le pippe :D

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  7. Come sempre bellissima spiegazione. Traspare tutta la tua passione per le chitarre Mirko, come non condividere i tuoi pensieri. Ciao, evviva le pippe :-)

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  8. Come dice bene Mirco, non bastano le misure e le stesse essenze per realizzare una copia convincente, serve conoscere il modo in cui sono stati tagliato i legni, gli spessori delle tavole, la qualità delle colle usate, sembra una stupidata, ma anche la colla fa uno strumento, io che sono un appiccica legno, uso la titebond per tutte le lavorazioni, tranne che per il binding, ma ci sono liutai che usano colle diverse, per le varie parti, tutto perché la cristallizzazione delle varie colle cambia in maniera consistente la trasmissione sonora tra una parte dello strumento e l'altra, insomma per realizzare una copia perfetta di uno strumento, c'è uno studio dietro che va oltre la semplice riproduzione di forme e spessori, senza poi tralasciare le vernici...

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  9. be'...l'appiccica legno però ultimamente ha imbroccato il sentiero giusto

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  10. si però ragazzi quando si fa una demo, ho prima parli e poi suoni o viceversa, ma parlare mentre sotto fai degli accordi a caso , uno denota poca professionalità, secondo non si capisce na mazza, anche il tema di Biancaneve e i sette nani non ha dato secondo me risalto alla chitarra, già youtube ti comprime e mangia frequenze ad uno strumento acustico, per me demo bocciata, senza polemiche ma la penso così, un saluto a tutti.

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    1. Bagnasco lo fa spesso, ma credo non sia mancanza di professionalità, anzi! In effetti può risultare fastidioso, ma dietro penso che ci sia una furbata per far notare il volume della chitarra che sovrasta la voce.

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    2. Alessio Casati (quello più anziano dei due) invece parla molto poco ma suona belle melodie lasciando a Bagnasco i discorsi più commerciali. Ma tra i tanti video di B&C ho scelto questo per la splendida chitarra presentata.

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  11. Anche questa non è niente male! O forse è solo suonata meglio?...

    [video]https://www.youtube.com/watch?v=4ZhCnXsSvbw[/video]

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    1. Ecco qua mi rimangio tutto quel che ho scritto sopra :-)
      Ma curiosità, quindi originariamente sulle Om mettevano il battipenna stile 000. Altra cosa, la cassa mi sembra più piccola rispetto alle Om attuali o sbaglio?

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    2. Sul battipenna non saprei. Tra 000 e OM c'è una discreta confusione, visto che Martin chiamava OM le prime 000 a 14 tasti. Ora si differenziano a prima vista per il battipenna, ma la differenza sostanziale è nel diapason, 24.9 pollici le 000, 25.4 le OM (Poi hanno introdotto varie catenature,scalloped, non scalloped, avanzate verso la buca, ecc.). Le dimensioni della cassa sono identiche.

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    3. Si si del diapason sapevo, quindi stesse dimensioni. Beh comunque gran chitarra. Grazie

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