mercoledì 10 ottobre 2018

Il solito discorso (togliere!).

A parte il non trascurabile fatto che questa signorina è una cantante prodigiosa (cercate sul Tubo "Morgan James" e ascoltate qualsiasi cosa vi capiti a tiro), anche una grande voce va accompagnata e sostenuta a dovere. Difficile pensare a una formazione strumentale minimale e anomala come questa, eppure...


19 commenti:

  1. La signorina è molto brava ( e bella, che non guasta mai...) e con un brano che funziona come questo sin dall'originale, la strada è in discesa. Certo, come dici tu il contorno, seppur minimale, deve essere all'altezza. E i musicisti eseguono le loro parti senza eccedere, puntuali con qualche chicca comme l'e.bow uniti al bottleneck, molto d'atmosfera. Forse sento un po' di mancanza di bassi, un bel contrabbasso o un basso acustico, anche solo che puntualizza le toniche, ci saeebbe stato bene . E poi la cattura dei suoni. Perchè il discorso è tutto li, suonare e sentire bene tutti gli strumenti con i volumi e le dinamiche giuste. Venerdì 19 suonerò con il mio amico walter in una presentazione di un libro di poesie scritto da un amico, in una libreria completamente acustici, 2 chtarre e neanche un microfono. Beh, riuscire a far sentire sfumature e intenzioni senza nessun ausilio è difficilissimo, magari poi posterò qualcosa dell'evento. Qui invece ognuno ha il suo microfono, e il risultato dopo la postproduzione ( che c'è sicuramente stata ) impreziosisce il tutto, uno strumento aggiunto. Altrimenti il cajon risulterebbe sovrastante, la voce non spiccherebbe così bene e via discorrendo. Per cui ok togliere, ma poi il poco che resta, oltre a dover essere suonato a mestiere, deve anche sfruttare qualche trucchetto per suonare alla grande come in questo video. Semrba facile, e invece...

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    1. Mi raccomando, riprendi il tuo evento. Situazione difficile e impegnativa, ma molto interessante. Mi interesserà molto vedere il risultato.

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    2. Notavo invece (e me ne sono accorto a un secondo ascolto) che non sento la mancanza di un contrabbasso. Forse potrebbe arricchire, ma qui non mi manca. E la cosa mi colpisce perchè per quello strumento ho una vera e propria fissa! Che ci sia vita oltre i bassi?...

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  2. togliere togliere...ma c'è anche chi aggiunge sempre, e sempre di più. Il bassista con cui suonavo qualche anno fa ha finalmente coronato il suo sogno di una vita: fare un cover-band dei Pink Floid. Con questa persona non si poteva inventare nulla, era, ed è rimasto peggiorando con l'età, un "copiatore" estremista e talebano. Guai fare qualcosa che non fosse nell'originale. La cosa era fonte di estenuanti discussioni, Poi le strade si sono per fortuna divise: io sto regredendo e vorrei tornare alla semplicità di un busker semplificando e minimalizzando tutto, lui veleggia verso un gigantismo scenico e un totale clonazione dei suoni che certamente piace al pubblico.
    Mi hanno detto che lui col suo nuovo gruppo (tutti uguali a lui) hanno un approccio da copia conforme alla musica de Pink Floid, con tanto di schermi luminosi e luci laser. Alla fine, se pure tecnicamente bravi, se andassi a vedere un concerto dei Fink Ploid (cosi' li chiama ironicamente qualcuno), l' assoluta mancanza di creatività, mi farebbe affogare nella noia.
    Sono andato O.T. eh?

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    1. No, mica tanto OT! Ho intitolato questo post "Il solito discorso" proprio perchè da qualche tempo mi pare che in molti subiamo il fascino di quei gruppi che percorrono una strada molto popolare in altri paesi e meno da noi, orientata alla semplicità e al suono più naturale e acustico possibile. Al contrario di quella più diffusa e scontata fatta di suoni amplificati e filtrati, mixaggi complessi, monitoraggi estesi e dettagliati con tutti i problemi connessi. Dunque il punto è proprio quello: si può fare anche un'altra musica e non è detto che sia più "povera".

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    2. Però ragazzi cerchiamo di non scadere nel vizio italico delle fazioni, questa è musica e quell'altra no. La musica è "tanta", e in qualunque genere c'è del buono e del meno buono, almeno per me.Nasco rokkettaro, i tempi erano quelli, poi la chitarra mi ha fatto virare su altre sonorità senza però ne rinnegare ne abbandonare l'ascolto di moltissima musica. Ho visto qualche mese fa una tribute band dei genesis, e devo dire che mi sono divertito: suonavano benissimo, e ho potuto riascoltare dal vivo cose che oramai non potrei più. Certo, tornato a casa ho continuato ad ascoltare quello che oggi mi intriga di più, ma benvengano riproposizioni di musica che live non esiste più magari perchè le band non esistono più. E capisco anche il divertimento di chi suona in queste band, il fascino di suonare classici senza tempo in me vive tuttora. E visto che fare una cover personalizzandola per bene è appannaggio di pochi, meglio uguale che storpiarla. Sul togliere o mettere, dipende dai generi. Chi fa prog non potrà mai essere essenziale in toto, sarebbe un ossimoro. Ma poi dipende, citando Max e i pink Floyd, con loro suonava un certo Gilmour che del suo chitarrismo essenziale ha fatto un credo, poche note ma messe bene, dove la maggior parte degli altri chitarristi avrebbe vomitato valanghe di note lui puntava sui bending, sui vibrati e sulla melodia. Certo, poi usavano tonnellate di effetti, ma era musica
      , per dirla come si usava ai tempi, psichedelica, ci stava e creare certe atmosfere senza sarebbe stato impossibile. Poi può piacere o meno, ma credo che in un discorso generale i gusti debbano entrarci poco o niente. Se invece parliamo solo della musica che vorremmo suonare, e di come vorremmo suonarla, be qui siamo tutti della stessa parrocchia, ma ciò non toglie che io, da divoratore di musica, continuerò ad ascoltare di tutto anche se dovessi suonare tutti i giorni con un gruppo acustico talebano. Anzi, secondo me l'ascolto a priori è uno strumento di crescita imprescindibile. Altrimenti come coniugherei quello che suono con le mie passioni per il prog, il grunge o il punk ? Ci vorrebbe uno psichiatra, ma di quelli bravi...:DDDDDDDDD

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    3. Nessuno vuole stabilire primati di una musica sull'altra. Io ho concluso che si può fare un'altra musica, più semplice e non per questo più povera.
      Personalmente non biasimo chi segue l'idea di clonare perfettamente capolavori rock del passato. E' una idea che non mi entusiasma, ma se è ben fatta ci sta. Rilevo però che questa strada alimenta molti clichè che poi si diffondono. Per fare un esempio: la maggiore difficoltà di trovare un nuovo contrabbassista per il mio gruppo, deriva non solo dal fatto che i contrabbassisti sono pochi, ma anche dal fatto che quasi tutti fanno jazz e quando gli proponi un altro repertorio si affrettano a specificare che suonano anche il basso elettrico. Uno schema mentale rigido, dato dall'abitudine di incasellare i generi musicali, che diabitua a immaginare soluzioni diverse. Una rigidità che affligge pure chi suona jazz, una musica ibrida per eccellenza che però è stata incasellata come le altre e ormai soffre degli stessi luoghi comuni, che vanno dall'idea che nel jazz si prova il meno possibile (dammi gli accordi!) o che il contrabbasso si suoni solo "walking" se no ci vuole il basso elettrico. E' disarmante!

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    4. Su questo sono daccordissimo, ma sai benissimo che l'uomo è una bestia abitudianaria e anche un po' pigra : trovata una strada battuta, cambiare diventa per qualcuno uno sforzo immane. E ci si aggrappa alle motivazioni più assurde. Tornando a quello che dicevo più su, se ascolti tanta musica ( anche quella che non ti piace o non capisci, come per me il jazz ) alla fine hai un bagaglio interessante su cui poi costruire il tuo playing. Io sono una mezza sega tecnicamente, ma tutti mi riconoscono una capacità di interpretare i pezzi figlia dei tanti ascolti. Daltronde comfortably swing l'ho proposta e ideata io, unica nel suo genere, e poi tu e max avete accettato la sfida e messo del vostro. Ecco, un esempio di cover "diversa" che non offende l'originale ma aggiunge un punto di vista. E per me portarvi nel mondo floyd fu motivo di orgoglio, e un vero piacere suonare insieme quel brano. Per ultimo, sui bassisti, l'amico con cui suoniamo ultimamente viene proprio dal jazz, tanto da non conoscere neanche brani storici stranoti come, che ne so, smoke on the water o space oddity. Ma si diverte a suonare, apprende in fretta e poi ci mette del suo senza tante pips, e poi ride sempre ed è molto bravo. Avercene, ma sono bestie rare :DDDDDDD

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    5. confortably swing....
      roba da essere bruciati sul rogo come eretici

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    6. E' che non se n'è accorto nessuno ;-)))))))

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    7. mbe'...basta e avanza che ci siamo divertiti noi

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    8. Max, in personaggi del genere ci siamo imbattuti un po' tutti, ho un ex collega nonché amico, che suona in una cover band di Vasco Rossi, non cambiano neppure una nota dei brani, addirittura il cantante fa l'imitazione di Vasco, quando suonano nei locali, fanno sempre il pienone, ma a me, ti giuro, mi fanno venire l'orticaria, poi parlando con altra gente che suona, ho scoperto che le mie sensazioni, sono ampiamente condivise da chi suona

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    9. Anche io sono d'accordo con voi, ovviamente!
      Per i musicisti, ascoltare le cover di pezzi noti, suonati pressoché uguali, é una sofferenza.
      Credo dipenda dal fatto che riconosciamo la superiorità dell'originale e notiamo le debolezze della copia.
      Purtroppo però per gli ascoltatori non musicisti le cose spesso stanno diversamente.
      Il pubblico, in senso generale, predilige ascoltare pezzi che già conosce, piuttosto che brani sconosciuti.
      E questo spiega il successo delle cover band.
      L'incoscia paura dell'ignoto, caratteristica tipica dell'uomo, forse gioca addirittura un ruolo in questo fenomeno, perché la canzone conosciuta è più "rassicurante" di una inedita.
      È chiaro che per chi fa musica le cose stanno diversamente, siamo molto più abituati e incuriositi ad esplorare l'Ignoto.
      Allora ecco che da questo discorso emerge un aspetto del jazz di tipo più tradizionale che a me piace particolarmente, quello delle "variazioni sul tema" ovvero la parte di improvvisazione che si allontana dal tema conosciuto della canzone per aggiungere qualcosa di nuovo ed inesplorato, che mi arricchisce spiritualmente rispetto all'esecuzione di quello che già conosco.
      Quando però ci si allontana molto dal tema, e si entra nella sfera del jazz più moderno, o freddo, con sostituzioni di accordi più arditi o scale troppo dissonanti, dove le tensioni musicali sono eccessive, come accade a Stefano, mi sento perso, per nulla rassicurato, e.... non mi diverto più 🙃

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    10. la tipa è veramente brava e questo in un contesto minimale si nota di più, ovviamente sarebbe così anche se fosse scarsa e questo è un problema...soprattutto per noi dilettanti. Comunque sfondate una porta aperta, 3/4 strumenti acustici sono già più che sufficienti per fare musica in modo assolutamente piacevole e raffinato, la musica (che ha solo il torto di essere scritta) in fondo ce lo insegna. Piuttosto non siate prevenuti nei confronti del jazz (semmai di qualche jazzista di campagna come me), tutti questi concetti sono applicabili anche alla musica improvvisata che non ha alcun bisogno di fare tremila note (i grandi come Jim Hall ce lo insegnano), quanto poi al fatto delle armonie complesse è tutta una questione di abitudine dell'orecchio, piano piano diventano familiari e poi non si fa più senza (in pratica è lo stesso concetto delle cover band, solo che loro hanno dietro radio e tv). Quanto ai contrabbassisti caro Mirko (e in generale alla ricerca di altri musicisti con cui suonare, specie alla nostra età) restano un rebus, ci sta il fatto di voler suonare in un certo stile, ma quello di pretendere di non provare, ecco, quello è intollerabile.

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  3. Pi che togliere, direi rifinire, perché in questa versione acustica, c'è tutto quello che serve, non una nota di più ne una di meno, e la dinamica del brano ne guadagna, perché si percepisce come un'onda del mare, che sale e scende, fino a spegnersi sul bagnasciuga. STE, dov'è che suoni? Mi sarebbe piaciuto esserci, però sto facendo i conti e il 19 faccio il primo turno (maledetto ciclo continuo!!!) però fatti riprendere e posta più che puoi

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    1. Suono, alle 18, nella libreria Ariola/feltrinelli di viale Eritrea. Magari venissi :))

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    2. Arion, non ariola ( chissà da dove mi è venuto, boh...)

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  4. Mi piacciono da matti queste 'situazioni' acustiche minimali, sono mezzo busker anche io e poi questo brano si presta particolarmente.. bella e brava lei, bravi tutti

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