lunedì 17 settembre 2018

Luci sull'abbazia



Angelo, il mio batterista, ha una ditta che fa queste interessanti cose. Ieri sera sono andato a Nonantola (un piccolo paese a 6-7 km da Modena) per vedere l'ultimo suo spettacolo di luci commissionatogli dall'Arcidiocesi di Modena in occasione della riapertura della antica abbazia benedettina restaurata dopo il terremoto di qualche anno fa.
Bello, devo dire, e accompagnato dalle profonde vibrazioni di un potente impianto audio. La proiezione. realizzata con strumenti ottici e laser, coordinati da computer, dura in tutto una quindicina di minuti ed è avvenuta sull'abside della chiesa affacciata su un prato dove si è accomodato il pubblico. Si intuisce tutto il lavoro e l'impegno suo e dei suoi collaboratori. Una voce narrante apre brevissimamente lo spettacolo e poi via, con le luci e la musica.
Un unico appunto. Queste sarebbero le occasioni giuste per dare al pubblico qualche pillola di storia: Nonantola nel medioevo era luogo di sosta per le genti germaniche che scendevano verso Roma. Alcune famiglie si fermarono lì e ancora adesso, nei cognomi italianizzati, si percepisce l'influenza della antica lingua tedesca.
L'abbazia è più o meno coeva del duomo di Modena (prima dell'anno mille), ma mentre questo è completamente rivestito di marmo bianco (tranquillamente saccheggiato da antiche vestigia romane), quella di Nonantola è di mattoni: ma questo non toglie nulla alla sua austera bellezza. 
Lo spettacolo avrebbe potuto raccontare della Partecipanza ossia del diritto concesso dalla abbazia, proprietaria di di tutti i terreni intorno al paese, di usufrutto alla ventina di famiglie nonantolane che a quel tempo costituivano l'intera popolazione. E fu una geniale forma di gestione comunitaria e tutela del territorio. La Partecipanza esiste tutt'ora e si è frazionata su tutti i discendenti di quelle antiche famiglie. Ma vi è l'obbligo di risiedere a Nonantola per poterne godere i frutti (comunque assai modesti oggi).

Insomma la voce narrante, dando attenuazione e respiro alla fantasmagorica girandola delle luci, avrebbe potuto raccontare qualcosa sulla storia, sui popoli, su chi siamo oggi e lo spettacolo, molto suggestivo, avrebbe potuto essere dilatato per una mezz'ora almeno conferendo un poco di spessore e contesto storico alla bellezza formale della messa in scena. Il video non è mio, ma di qualcuno presente ieri sera tra il pubblico che con un telefonino ha ripreso qualche scena.

9 commenti:

  1. Lo spettacolo è bellissimo, si sarebbe potuto fare qualcosa in più qualcosa che valorizzava la storia dell'abbazia? Sicuramente si, comunque il video che hai postato rende l'idea della bellezza dello spettacolo. Devo dire che per come la vedo io, questo tipo di spettacolo, un po' come quello fatto con i droni illuminati, soppiantata alla perfezione, gli spettacoli pirotecnici, aggiungendo qualche cosa in più, è come dici tu, volendo potrebbe essere lo strumento adatto anche per narrare una storia, senza perdere di vista lo spettacolo

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  2. Bellissime immagini, un gran bel lavoro quello del tuo batterista. Le immagini sono suggestive, la musica, per quel breve momento che hai postato,evocativa. Per cui direi che no, le parole stavolta sarebbero state un plus che avrebbe rovinato l'intento di "suggerire" emozioni. Non che cenni di storia o quantaltro fossero del tutto fuori luogo, ma non certo durante l'esibizione che è autarchica nel modo giusto. Non so come si sviluppasse la cosa, magari intorno c'erano stand o altri momenti dove integrare con cenni storiografici la serata, ma ripeto che la performance secondo me era giusta così, bella location,luci e musica. Abbiamo, o dovremmo avere dentro di noi gli strumenti per usare al meglio i suggerimenti degli ideatori. Anche la voglia di andare a cercarci da soli approfondimenti vari. E' una mia opinione, ma ultimamente sento troppe parole e pochi fatti, e quando qualcuno non ne abusa mi compiaccio ;-)

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    1. mah...sarà anche un bel lavoro, ma aver a che fare con l'elettronica c'è da correre e correre, perchè gli investimenti fatti devono essere ripagati e dare utili in brevissimo tempo, pena l'obsolescenza delle proprie macchine. Meglio un lavoro dove servono le mani, sarà meno affascinante ma non c'è l'ansia dell'investimento continuo (poi non so se è ancora così...ai miei tempi lo era)

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    2. Non mi rferivo ad un gran bel lavoro in se per se, ma del lavoro fatto per questo spettacolo. Sui lavori "emanuensi", che dire, ci saranno anche delle soddisfazioni, non lo nego, ma sapessi quanti sacrifici e rinunce e problematiche...potendo tornare indietro, non credo rifarei le stesse cose!

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  3. Molto bello lo spettacolo e credo anche il risultato dei lavori (conosco i progettisti) su un edificio di assoluto valore, in questi tempi di ristrettezze a volte queste cose sembrano un elogio al superfluo, ma io credo che invece abbiamo ancora bisogno di festeggiare e di celebrare qualcosa che sia di tutti, non solo il nostro autocompiacimento personale. ciao rev

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  4. Non riesco a farmi una opinione su queste forme di spettacolo. Sarà che l'ultimo raduno di Benny Benassi, DJ reggiano di fama internazionale (non scherzo), nella nostra città giocava sugli stessi effetti sfruttando come schermo proprio i monumenti di una piazza, e come sapete io DETESTO i dj! Ma a parte quello, la pura spettacolarizzazione dei luoghi, senza tener conto della loro storia spesso anche molto importante, mi lascia sempre un po' perplesso. L'effetto è gradevole, coinvolgente, ma alla fine il dinosauro che è in me rimane sempre infastidito da qualcosa che mi rimbalza sulle scaglie. Non so.

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    1. ...gioco d'anticipo: vecchiaia?
      Naaaaa! ;)

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    2. Bah, da vekkio dinosauro anche io ho qualche fremito, ma stavoltta ci vedo anche reminiscenze old rock school. I Floyd ( lo so, non li sopporti) resero un luogo unico al mondo parte stessa dello spettacolo, e l'uso di luci ed effetti è nato negli anni '70, e non solo in musica. Che poi oggi si usi ed abusi delle nuove tecnologie, è il segno dei tempi. E qui entra la vecchiaia...:DDDDDDDD

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