domenica 30 settembre 2018

AGM...la solita fiera

il capannone dove hanno confinato le chitarre è un coacervo di rumori al punto che mi passa persino la voglia di prendere in mano qualche bella chitarra...tanto non si sente nulla!
I chitarristi dimostratori sono stati selezionati tra i più imbecilli del settore. Che senso ha suonare amplificati in una rassegna di chitarre acustiche davanti ad uno stuolo di pedalini? Si nota un certo imbarbarimento e tanti suonano la chitarra acustica come metallari (sul palco dello stand Martin, un gruppuscolo ha suonato persino Child in time dei Deep Purple!!). Per favore basta...
Non c'è niente da fare: questi capannoni dall'altissimo soffitto percorso da tubi metallici in ogni direzione non saranno mai adatti ad una rassegna come la vorrei io.
Un poco meglio il grande padiglione degli strumenti ad arco: ma qui, nonostante le identiche magagne acustiche della orribile struttura, aiuta la cultura musicale, anzi la cultura tout court, degli espositori e del pubblico.
Dall'orda di rumori emerge tuttavia la gentilezza dei fratelli Chatelier che, in risposta alle nostre lamentele, hanno preso uno sgabello una chitarra e ci hanno accompagnato fuori dal capannone, in un angolo di agognato silenzio, per farci provare una delle loro ultime creature. Stile d'altri tempi.
Infine, ed è la cosa più importante, il piacere di ritrovare la compagnia degli amici Giancarlo e Mirco, sia pure per poche ore.

41 commenti:

  1. Sono contento siate riusciti a fare una pattuglia esplorativa per cremona, meno per quello che dici e che, purtroppo, temevo: nessuno ci ridà Sarzana, le sue atmosfere e il suo "tranquillo frastuono" che d'altronde era solo in certe zone mentre in altre si poteva suonare e chiaccherare in santa pace. Bah...La furch sembra un ottima dread, come suono ma anche per la sua sobria eleganza. Ma la chatelier..uuuhhh la chatelier...siamo sempre in un altro mondo, un gradino più in alto. Senza effetti speciali e strombazzamenti esoterici offrono sempre strumenti all'altezza, belli,suonanti, e versatili. Le mani del Gianca sembravano suonare in punta di dita, senza voler disturbare l'atmosfera che pochi accordi stavano creando. Le note restano sempre sospese ma intellegibili, e il volume ti segue con una dinamica pazzesca. Tanto che alla prova strumming il cineoperatore ( Max o Mirco ? E con cosa ? ) si è allontanato quasi conscio che l'audio potesse distorcere. La furch al confronto è un bel cannoncino da nave dei pirati, la chatelier, quando vuole, spara come un obice stile grande berta. Basta, sennò come al solito straparlo quando penso ai fratelli nizzardi ;-)

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    1. Oltretutto le Chatelier stanno ancora a 3500 euro e se penso che le nuove strobazzatissime Taylor V-bracing superano i 5000 qualche pensiero in testa viene...

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    2. Delusione. Ci è passata perfino la voglia di fare qualche panoramica sugli stand, sempre quelli ma con meno chitarre e molto rumore in più. L'Acoustic Village (ben poco acoustic, visto che ormai le chitarre si provano solo amplificate) è stato riposizionato all'interno della fiera, forse per il calo degli espositori o per la scelta degli stessi di portare meno strumenti. Quindi tutto più concentrato, rumore compreso, fastidiosissimo. Praticamente impossibile perovare le chitarre, cosa piuttosto frustrante e irriguardosa verso l'entusiasmo di chi è disposto a farsi anche centinaia di km per vedere, troccare con mano e... non sentire nulla!
      Per dire: tolto il solito box Martin, ben nutrito ma sempre occupato da dimostrazioni che non permettono di provare le chitarre, il colosso Taylor aveva un anonimo stand con 5/6 strumenti. Collings condivideva lo stand le elettriche B&G (bellissime) con due sole chitarre, una delle quali in giro per i concertini in programma. Tra le orientali, assente Eastmanan! E alcuni liutai di grido come Sexauer esponevano un solo pezzo (forse presenti più come conferenzieri che espositori). Insomma, tutto più in piccolo, con meno roba e una dislocazione infelice.
      A mio parere sono i segni di qualcosa che non sta funzionando, e se gli organizzatori continueranno così, dell'ex Acoustic Guitar Meeting finirà per rimanere solo il ricordo della gloriosa Sarzana. Peccato.

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    3. Le B&G, di cui vi avevo parlato un paio di anni fa ed erroneamente battezzate italiane (sono israeliane), sono chitarre di liuteria bellissime. Quelle originali costano quanto una chatelier, ma ora ne fanno un paio di modelli entry level costruite in oriente su loro specifiche e controlli, e con un migliaio di euro hai uno strumento bellissimo che per il blues è eccezionale, e non solo...Le forme, la paletta slotted, la suonabilità che tutti decantano sembra portarle sul podio del must buy. Mi sarebbe piaciuto metterci le zampe sopra.

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    4. Il modello più noto di B&G costava 1600 eurozzi. Molto bella e secondo Giancarlo che l'ha provata anche molto comoda. Design e misure studiate per "accalappiare" gli acustici al lato oscuro della forza!

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    5. Davvero belle le B&G, chitarre molto più versatili di quel che mi aspettavo, con dei bellissimi P90. Il tipo dello stand che le padroneggiava molto bene ci ha fatto sentire quante sfumature di suono ci puoi tirare fuori, fra il pulito e il crunch.

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    6. Quando vai al meeting della chitarra acustica e le cose che ti piacciono di più sono un'elettrica e le custodie, vuol dire che c'è qualcosa che non va.

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    7. Aggiungo che non c'era un solo mandolino di tipo americano...

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    8. Hai detto davvero tutto...

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  2. La location di Sarzana è tutta un'altra cosa, comunque le Chatelier sono sempre il meglio! Si percepisce la qualità, malgrado la location ed anche con l'audio del cellulare

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  3. A parte l'invidia per la compagnia, è veramente desolate che di anno in anno la situazione peggiori sempre più. Il punto è che cancellare Sarzana ha sancito la morte (lenta) di quello che era un bellissimo "meeting acustico" italiano. Detto questo, raccontateci qualcosa in più di quella Chatelier! Ho letto qualche tempo fa che Dario Fornara era entusiasta di un nuovo tipo di bracing messo a punto dai fratelli nizzardi.
    p.s. a proposito, volo Napoli Nizza A/R è intorno ai 77 euro... ci facciamo un pensierino? ;)

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    1. nuovo bracing Chatelier: è proprio il modello del video. Ma il fratello Chatelier in proposito era abbottonatissimo e Mirco, contrariamente al suo solito, non ha potuto nemmeno guardare dentro al buco.
      Quanto ad una andata a Nizza, ci vorrei andare con i soldi in tasca e invece li sto dando al mio dentista.

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    2. Ho chiesto lumi sul nuovo bracing, ma il sig. Chatellier che ci ha accompagnato alla prova si è trincerato dietro un cordiale sorriso. L'unica cosa che sono riuscito a scucirgli è che si tratta comunque di un X bracing, ma rivisto per aumentare la risposta dello strumento. Quindi mi verrebbe da dire che rimaniamo nel solco della tradizione (poi magari scopriremo che le catene sono costruite con buillabes essicata sotto sale in barili di di abete della valsugana che sanno di polenta, e allora sarebbe vera rivoluzione!).

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  7. [video]https://youtu.be/k0ifWYTZE3s[/video]

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  8. Non sarebbe impossibile fare un bell'allestimento anche a Cremona, ma evidentemente i costi sono troppo alti (alcuni liutai avevano un angolino nello stand di qualcun altro, con una chitarra e una sedia), eppure di spazio ce n'era a bizzeffe. Gli stand dei violini a confronto erano salotti...

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  9. Il mio amico, importatore Eastman x l'Europa, già lo scorso anno era incerto sulla partecipazione all'evento a causa dei costi troppo elevati per gli espositori. Evidentemente ha valutato che non fosse più conveniente.
    Non so esattamente i prezzi ma mi disse che si parlava di ben più del doppio di Sarzana.
    Sicuramente il cambio di location avrà portato più guadagno per gli organizzatori del Guitar Village, ma a noi "puristi" ha portato via l'evento più bello dell'anno.
    Sarebbe davvero un sogno se riuscissimo ad organizzare noi stessi qualcosa di veramente sostitutivo di Sarzana... Pensateci un po'...belle locations in giro ce ne sono...e chi meglio di noi saprebbe suggerire le migliori condizioni per apprezzare i nostri amati strumenti?
    Lo so che sono un sognatore, ma qua dentro non lo siamo un po' tutti ?

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    1. Non sarebbe bello, sarebbe fantastico ! Ma temo che ci scontreremmo con bieche situazioni burocratiche e di interessi troppo alti per degli appassionati come noi che potrebbero dedicarcisi solo part time. Ma se hai delle idee di partenza, parliamone. Certo, riusciamo ad organizzare a malapena i nostri raduni...;-)

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    2. sognatori...sognatori...ma anche coerenti. Quale appassionato comprerebbe una chitarra acustica in base al suono amplificato? Se si espone una chitarra acustica si deve poterne far sentire il suo suono naturale no? Se dovessimo organizzare una manifestazione si dovrebbe cercare una lochescion tipo Sarzana, tante stanzette, acusticamente isolate tra loro. La bellezza della locazione aiuterebbe di certo. ma il primo requisito rimane il silenzio. Se avessi un qualche centinaio di migliaia di euro da investire nell'impresa...anche perchè il target a cui ci si rivolgerebbe è di fascia alta e quindi discretamente danaroso: pischelli casinisti e rokkettari verrebbero tagliati fuori di sicuro.

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    3. Sarebbe stupendo non solo bello, parecchie volte ho pensato ad una location tipo quella di Sarzana, qui da me ci sarebbe il Castello San Gallo, che però è un terzo se non meno, rispetto alla fortezza di Sarzana, è rimarrebbero fuori un sacco di stand, l'anno scorso ho pure chiesto al comune, non mi hanno detto ne si ne no...

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    4. Certamente l'ottica sarebbe quella di avere spazi adeguati e sufficientemente silenziosi da poter apprezzare il suono acustico. La bella location storica completerebbe il "pacchetto" rendendo l'ambiente più gradevole. Io a questa cosa sto pensando da quando è stata abbandonata Sarzana.
      Ė ovviamente un sogno per il budget necessario a realizzare una cosa del genere ma... se ci fosse un gruppetto di cookers interessato .... Perché non ragionarci sopra ?
      Abbiamo tante esperienze personali da mettere in campo...
      Ė vero che fatichiamo anche ad organizzare i nostri raduni perché dobbiamo conciliare la nostra passione con esigenze di lavoro, con la famiglia e i soliti problemi di ciascuno.
      Ma ovviamente pensare ad un progetto del genere creerebbe grandi motivazioni, e forse anche il coronamento a tanti anni di amore per la chitarra.

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    5. Robby, sarebbe certamente la ciliegina sulla torta. Per quanto mi riguarda ci metterei tutto l'impegno possibile, anche oltre, ma davvero non saprei da cosa cominciare...Chiaro, trovare la location giusta. Poi parlare con le autorità/proprietari/burocrati e quant'altro per capire in che mare ci staremmo tuffando. Di seguito contattare espositori, grandi e piccoli. Ma chi finanzia tutto ciò ? Dovremmo avere dei buoni agganci e delle argomentazioni ancora migliori per convincere qualcuno che, anche se magari appassionato come noi, investire in tutto questo non sarà una debacle. In Italia, per giunta. Ma magari sono pips dettate dall'inesperienza in questo campo, e per le pips io divento matto :DDDDDDD

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    6. Aggiungo che in tutto questo sono compresi i permessi vari che occorrono, sicurezza ecc ecc, quelle stesse cose che, magari in piccola parte, hanno messo i bastoni tra le ruote anche a Sarzana perchè quando ti scontri con la burocrazia cieca e sorda diventa una battaglia impari. Max ne sa qualcosa, e solo per un concertino da 100 persone...

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    7. Stefano ma non c'era una manifestazione simile in provincia di Roma ogni anno? anche se mi pare fosse più legata alla chitarra classica. Si potrebbe andare a sondare

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    8. Io credo che se si vuole concretamente pensare di organizzare qualcosa sarebbe necessario creare innanzi tutto un'entità di cui stabilire la forma giuridica, tipo un'associazione culturale, con atto costitutivo, statuto, conto corrente, eventuale P.IVA se quello che vogliamo fare implica attività commerciali. E già qui le spese varie (tra notaio, registrazioni) non sarebbero indifferenti.

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    9. Chiaro! Parliamone a voce, poi semmai riferiamo le nostre elucubrazioni condite di esperienze personali ai cookers, Mi chiami ?

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    10. Caro Ste, sono assolutamente d'accordo con te su tutte le pips !
      Ed è per questo motivo che non mi sono ancora lanciato in questa pazza idea ma ne sto parlando qui con voi !
      Penso che da soli non sarebbe neanche pensabile.
      Ma alle volte, mettendo insieme più persone accomunate da una stessa grande passione, con diverse esperienze e conoscenze, si possono realizzare grandi progetti.
      La mia provocazione, lanciata qui, vuole proprio scuotere un po' gli animi affinché ciascuno di noi si chieda: mi piacerebbe partecIpare alla realizzazione di un progetto che sicuramente è difficile, faticoso, impegnativo, ma che tocca una delle mie più grandi passioni ?
      Forse nessuno di noi ha esperienza nell'organizzazione di eventi, ma forse non è detto...ed eventualmente ci sono molte società di vari livelli che lo fanno di mestiere e potrebbero essere coinvolte.
      Ma anche pensando di partire in piccolo, raccogliere le informazioni su: possibili location, regolarmenti su autorizzazioni, sicurezza e permessi, preparare un business plan per valutarne la realizzazione, credo siano attività alla nostra portata.
      Poi può essere che il business plan evidenzi costi troppo elevati rispetto alle previsioni di incassi, ed in questo caso magari non se ne farà nulla, ma Alessio Ambrosi, quando ha iniziato ad organizzare Sarzana, non era David Zard, e dal piccolo è cresciuto fino al successo e negli anni è diventato il suo lavoro principale, nel quale ha impegnato anche tutta la famiglia e gli ha poi permesso alla fine di cedere la sua creatura a Cremona Mondo Musica, e credo non lo abbia fatto gratis.
      L'esempio quindi c'è...

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    11. Andrea - la costituzione di una associazione culturale è il meno: ne ho appena fatta una con il mio gruppo spendendo in tutto 300 euro, compresi i timbri e due mattinate perse alla Agenzia delle Entrate.
      Volendo è previsto anche un compenso per gli amministratori. Il punto è che una mostra aperta al pubblico come l'avremmo nei nostri desideri, anche ridotta all'osso, richiede costi iniziali notevole e la forza economica di stare in perdita per 4-5 anni, se non si va a sbattere prima, per arrivare ad un pareggio di bilancio.

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    12. per l'associazione culturale pensavo peggio! qui con la nostra attività di formazione, solo per una modifica allo statuto (forma giuridica), il notaio ci ha chiesto 1000 euro.

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    13. ma che forma giuridica è? srl immagino...
      Per le associazioni no-profit (sportive, culturali ecc ecc) il notaio non serve. Si fa tutto alla AdE, codice fiscale, registrazione dell'atto costitutivo e dello statuto (entrambi li ho scopiazzati su internet).

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    14. E se non bastassero le nostre pips, tiè, questo è successo a Cremona http://giornalelora.it/cronaca/2018/10/01/operazione-pau-brasil-i-carabinieri-forestali-cites-contro-il-commercio-illegale-di-legname-tropicale/
      Col cites non si scherza...e so' cacchi, so'...

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  10. Le stesse nostre lamentele rimbalzano anche su facebook. Tra l'altro c'è chi racconta di eventi simili organizzati in altri Paesi con più criterio e rispetto per espositori e visitatori. Qui hanno preso un evento che richiamava liutai, aziende e artisti da ogni parte del mondo e l'hanno spremuto come un limone fino a lasciare la buccia vuota. Come sempre soldi prima di tutto. Peccato davvero.

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  11. La storia del AGV mi sembra da manuale. Si parte con un sogno, si ottiene l'appoggio di istituzionie associazioni culturali, si indovina la formula, si cresce, si arriva al successo. Poi qualcuno più scafato e meno sognatore vede il business, butta lì un pacco di soldi, compra il tuo sogno, lo spreme come un limone e ci ricava tutto il possibile in breve tempo fino a che non ne rimane nulla. E magari lo ricederà completamente spremuto a qualche altro ingenuo sognatore. Un mondo di merdina.

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    1. per fortuna che ci sono i sognatori, perchè il mondo va avanti solo grazie a loro

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    2. I sognatori cercano di mantenerlo sulla strada giusta, ma il mondo va avanti spinto dagli altri.Verso la parte sbagliata...

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    3. ragazzi, ma proviamo a parlarne insieme, anche pensando in piccolo ma con qualche ipotesi concreta. magari seduti ai tavolini di un caffè sul lungomare di Nizza; pare che il tempo sia ancora molto bello in ottobre... ;)))

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    4. Magari Nizza no, ma un caffè a Firenze sarebbe possibile e facile x tutti...

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