A parte la saggia numerazione proposta da Mirco, non c'è un 'titoletto' che identifichi questa nuova, per me, fase di lavorazione di una chitarra, se non quello generico fra parentesi. Posso solo dire che questa 'nascita' avviene in uno dei periodi più difficili della mia vita: non so chi, non so perché, ma qualcuno o qualcosa si è caparbiamente assegnato il compito di farmi pagare con gli interessi anche la minima fortuna o gioia che ho avuto in 60 anni. Dico questo perché io considero gli 'oggetti' della nostra vita non puro acquisto o costruzione o pippa sonora.. C'è, forse, quell'insieme di attese e speranze, scelte, gusto.. Insomma, ci siamo noi, nel bene o nel male.
Ma in queste fotografie io, per fortuna, non ci sono. Ci sono un ordine e una perizia che non possiedo, essendo un tipo del tutto estraneo all'ordine e alla perizia, un latitante , di fatto. Una cosa è sicura, permettetemi: non pensavo di pagare un prezzo così alto. E non sto parlando della Fairbanks F-20 NL..
Ringrazio Mirco per aver voluto assegnare uno 'spazio' a quella che definisce una chitarra 'capolavoro'. È sicuramente utile e interessante seguire le fasi della costruzione di un oggetto che ci appassiona: se vogliamo, è uno dei moltissimi sistemi per generare GAS naturale. Io, essendo uno sprovveduto pressoché totale, posso solo dirvi che lo scambio con Dale Fairbanks, sempre amichevole e sempre orientato a voler sapere qual è la mia idea di chitarra, mi tiene compagnia da un anno. Dale mi chiedeva "Cosa ti ha fatto scegliere di farti costruire una chitarra da me? Perché mi sai questa fiducia?". Semplice, gli dico, nel tuo profilo Facebook ci sono le foto dei tuoi figli e della tua famiglia. E mi sembra di capire che tu non costruisci solo belle chitarre cercando di venderle ad ogni costo, ma condividi un'esperienza umana ed emotiva. Per me, per quel che conta il mio modo di intendere le cose, questa è una ragione più che sufficiente per accordarti tutta la mia fiducia. Intanto ho un amico, poi avrò la sua chitarra: meglio di così...😉
RispondiEliminaCirca il 'capolavoro': non so francamente quale sia il 'ranking' della Fairbanks, Inc. So che è un liutaio stimatissimo soprattutto per le 'copie' delle Gibson d'antan. Negli Stati Uniti questo particolare genere di artigiani si scambia opinioni, condivide clienti, collabora.. vedere Dana Bourgeois far visita a Fairbanks è come vedere Stradivari far visita a Ferrarotti, da noi. E NON è solo un fatto economico/affaristico.. è un atteggiamento mentale secondo me apprezzabilissimo: sono bravo, ma se posso imparare anche da chi ha meno 'Storia' e fama di me, corro e imparo. Raramente mi è accaduto di vedere una cosa del genererà da noi..
RispondiEliminaVero. E' un atteggiamento mentale, forse anche gografico-culturale. Quasi tutti i liutai rinomati vivono in piccoli paesi rurali, quelli dei film con le casette a doghe di legno (ora in plastica) dove si va a far la spesa all'emporio col pickup. Piccole comunità coese, solidali, strettamente legate al proprio territorio e alle tradizioni, non di rado abitati da persone che sono fuggite dalle metropoli per avere un ritmo di vita più umano. Dove ci sono ancora i "mestieri" e i liutai fanno parte di associazioni nazionali con tanto di scuole, manifestazioni e convegni, dove il merito è un valore fondamentale. Si conoscono, si stimano e non sono in competizione. Non di rado li trovi in rete sui forum di chitarre a confrontarsi tranquillamente tra loro e con gli appassionati. Illuminanti, quasi commoventi queste riflessioni di Bruce Sexauer, altro liutaio coi controfiocchi, che delineano una vera e propria filosofia di vita legata al mestiere:
Eliminahttp://www.sexauerluthier.com/philosophy.html
PS: spero che il "conto" che ti hanno presentato venga saldato al più presto e abbondantemente ripagato, magari anche da una piccola meravigliosa chitarra.
EliminaGrazie.. Anche nell'Italia dei borghi e dei Comuni ci sono botteghe dì liuteria.. la mia impressione è più di ordine egotistico: io e i miei amici siamo bravissimi, tutti gli altri sono imbecilli incapaci e ladri. Poi, ovvio, ci saranno anche liutai stronzi nel mondo libero, no? Diciamo che è una categoria trasversale.. non è escluso che là il 'mercato' è più ampio e la competizione non è così spudorata. Qui vai dal liutaio come dall'avvocato o dal commercialista.. mai vista un cosa così..
Elimina(Ti ringrazio moltissimo per gli auguri, ma purtroppo questa volta il saldo sarà negativo..)
Vero anche questo. Qui i liutai devono accaparrarsi un numero limitato di clienti, là c'è una chitarra in ogni famiglia e si suona dappertutto. Rimane il fatto che qui da noi, anche in mestieri e professioni dove c'è spazio, c'è la diffusa abitudine di tagliarsi le gambe a vicenda più che provare a imparare dagli altri. E' quella inclinazione alla furberia che però prima o poi te la ritrovi sempre in quel posto. E' questo che facciamo fatica a capire.
EliminaTi dico: io ho un onestissimo (e bravo) liutaio qui, a pochi chilometri. È un uomo simpatico, da 40 sulla piazza. Fa soprattutto riparazioni e mette in ordine le chitarre. Ma mi diceva, molto sinceramente: "io non faccio questo lavoro con passione. Io sono un tecnico, so come intervenire e come risolvere un problema. Se è un problema che non so risolvere subito, mi informo e la locuzione la trovo. E sono anche abbastanza bravino. Però appena una chitarra o un violino van fuori di qui, non me ne importa un accidente". Io capisco un discorso così, onesto e diretto. Professionale senza sussiego. Arrivi, risolvo, paghi, arrivederci e grazie. Mica devo sposarti!
EliminaEsiste poi un'élite insopportabile che filosofeggia al di là del dovuto, i puristi assoluti, gli unti da Stradivari. Oltre a praticare tariffe indecenti, stai certo che non suonerai il tuo strumenti per almeno sei medico, se si tratta di una rettifica o di un neck reset (la maggior parte dei liutai tende a evitare il neck reset, chissà perché? Anche se accetto di pagare, cercano di scansare la rogna).. Poi c'è il mio amico Fontanot che è una carissima persona ed è un liutaio più che eccellente, ma il suo nuovo impegno di Product Manager EKO lo fa stare in Cina sei mesi all'anno. A febbraio gli ho commissionato due sciocchezze, ci siamo salutati con la promessa di un incontro dove vive adesso, davanti ad una zuppa di pesce.. Quei due pezzetti devo ancora riceverli. Forse in settimana arriveranno.
Dale Fairbanks non mi aveva mai visto né conosciuto, gli chiedo, potrei avere due firestripe, un AJ e una teardrop? Certo, no problem. Lì comincio domani sera, te li spesco mercoledì. Fatto. E ad un prezzo davvero amichevole. Per cui, carissimo Mirco, quali sono le conclusioni? 😎
Sei medico sarebbero 'sei mesi' ma vabbè.. 😈
EliminaE anche Gallagher, che pure ha la sua bella storia e ha fatto delle chitarrine niente male, ha capito qual era la mia necessità in meno di tre minuti: mandami la vecchia pickguard e te la facciamo custom 75$ plus shipping. Ci vorrà del tempo, abbi pazienza, perché il nostro banco da lavoro è sempre molto incasinato! Chiaro, no? .
EliminaQui non si trova il materiale, oppure quel tipo di lavoro non è nella loro 'politica costruttiva' (bum!), oppure guarda su Amazon o eBay e te le aggiusti sulle tue necessità, puoi usare le forbici e un po' di cartavetro.
EliminaUltim'ora: Guid mi spedirà una loro pickguard originale, tortoise. Spesa totale 17,22€ spedizione inclusa. Allora?
Io non sono un Liutaro e faccio più danni che altro, ma prima o poi un serio discorso sui liutai nostrani andrà fatto, non credi? Buona domenica e scusa per la tirata invereconda..🙃
EliminaIl discorso, coi tuoi esempi chiarissimi, rientra in parte nel tema della nostra atavica furbizia e in parte in quello che dice Sexauer: se fai questo mestiere con l'idea di fare soldi, trasformarti in un manager e ingrandire la ditta, finirà che le chitarre sono l'ultima cosa che vuoi vedere dopo l'orario di lavoro e il mestiere che hai scelto per passione diventerà uguale a tutti gli altri.
EliminaIl liutaio, è un mestiere, e non una categoria umana a se, e quello che trovi negli Stati Uniti, lo trovi anche in Italia, e dappertutto, il mondo è pieno di gente corretta ed appassionata della propria professione, tanto da scambiare le proprie conoscenze con gli altri, Così è anche pieno di stronzi, che si rilevano ad un gradino sopra gli altri, questa è prerogative, non sono ad appannaggio di un popolo piuttosto di un altro, ma sono trasversali all'interno di tutte le società umane, poi è ovvio che anche il territorio e le tradizioni entrano a far parte del bilancio totale..anche da noi esistono artigiani con un cuore grande, prova ne è il mio maestro ed amico Marco Dannibbale
RispondiEliminaOvvio, le persone disponibili e appassionate vivono ovunque, siano medici, liutai, macellai. La mia esperienza, limitatissima ma significativa, mi portano a questo tipo di conclusioni. Negli Stati Uniti ho SEMPRE incontrato una disponibilità e una cortesia che qui è pressoché ignota. Almeno a me. Eppure io sono sempre lo stesso, mi rivolgo a tutti con la stessa civile cortesia. Sarò io sbagliato.
EliminaIo però insisto nel dire che nel Bel Paese c'è un atteggiamento così poco collaborativo e così pretenzioso (non in tutti, naturalmente) che finisce per tagliar le gambe a te e agli altri, nell'illusone folle di essere i nipotini di Stradivari. Preferisco la schiettezza positiva e risolutiva del mio liutaio Cisco Teardo (Alvermann) il dottore più affidabile mie chitarre..
EliminaForse perché, numericamente parlando, gli americani sono di più? Ti assicuro, e se fossi venuto a Sarzana con noi negli anni passati, te ne saresti reso conto, che i nostri artigiani sono disponibili ed umili tanto e quanto quelli di oltre oceano, non voglio fare il campanilista, ma la mi non è una opinione, ma un dato di fatto, tutti quelli che ho conosciuto, anche se molto più grandi di me, mi hanno sempre fatto sentire a mio agio, e hanno sempre preso in considerazione quello che io molto più umilmente, avevo da dire
EliminaMi manca l'esperienza di Sarzana, ovvio. E mancherà a tutti. Io parlavo della mia limitatissima esperienza per lo più online (non posso girare mezzo mondo per un battipenna o una selletta o che altro). Bene, gli statunitensi sono INFINITAMENTE più disponibili e cortesi degli italiani: non sto dicendo che i Liutai italiani siano degli assassini: dico che a cortese richiesta di lavoro non è quasi mai corrisposta una altrettanto cortese accettazione. Anzi, in un paio di casi si è trattato di pura cafonaggine.
EliminaPensavo: mi piace che questi aggiornamenti sulla costruzione della chitarra di Claudio si trasformino in riflessioni varie sul mestiere di fare chitarre. Utile oltre che interessante! ;)
RispondiEliminaSì, meglio che siano utili e interessanti e affrontino anche altri temi. Perché, insomma, la documentazione della costruzione di una chitarra è bello, ma va rimpolpata con un po' di 'ciccia', oltre che di colla e legno..
Eliminacomunque... tu manda! :)
EliminaGarantito al limone..
EliminaPer l'esperienza che ho vissuto quando ancora lavoravo come artigiano, potrei dire che tutti partono con un grande entusiasmo e amore per la propria idea di lavoro e l'artigianato italiano è (era?) tra i migliori al mondo quanto a creatività e stile. Però qui da noi purtroppo non basta. Non appena ci si afferma sul mercato (e ci vogliono un paio di anni di sacrifici durissimi) sorgono le difficoltà con una fiscalità oppressiva che porta via più della metà dei guadagni, una burocrazia complicata e costosa. Fatto sta che per vivere, da artigiano che eri, bisogna trasformarsi in qualche cosa d'altro: un amministratore, un gestore di risorse anche umane, un imprenditore insomma se pur piccolo. I pensieri tristemente si spostano dalla qualità del proprio prodotto alla quadratura dei conti. La parte gestionale diventa sempre più assorbente, man mano che ineluttabilmente si cresce. Fino all'assurdo che quello che si sa fare, lo fai fare, se si può, ad altri e ci si limita a ricaricare il proprio utile. L'alternativa sono solo due: o chiudere o scivolare nel sommerso, fuori dalla legge.
RispondiEliminaAggiungerei che il mercato delle chitarre acustiche in America è ben altra cosa rispetto al nostro, e questo influisce sia sul comportamento che sui prezzi. Inoltre i nostri artigiani, salvo rare eccezioni, sono ancora poco preparati al mercato on-line
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EliminaSicuro, Max.. la burocrazia indecentemente ammazza il lavoro e la sua qualità. ma non pensare che negli Stati Uniti non siano terrorizzati dalla dichiarazione dei redditi. Lì sono davvero ceci, se fai il furbetto
RispondiEliminaNota puramente edonistica: ho comprato dalla TNAG il famigerato Elliot Capo, modello Hybrid. Una follia che solo un imbecille come me poteva compiere. Dopo gli Shubb, i Paige, I G7h, i Dunlop da far schifo, e quelli a doppio elastico (che avevo già 40 anni fa), chiudo con questa chicca. Non è vanteria, è che ho bisogno di qualcosa che mi distragga.
RispondiEliminaLì avete o li avete provati? (Domanda scema, ormai l'ho comprato!! 😎)
EliminaInsomma, la Montblanc dei capotasti. Copliments! :)
Elimina[img]https://cdn.bluegrasstoday.com/wp-content/blogs.dir/1/files/rice-capo/pouch2.jpg[/img]
Mai provato, ma da ragazzo ne avevo uno fatto così. Cercato più volte, mai più ritrovato.
Guarda, è puro sfizio. Credo che la nuova chitarra possa anche meritare questo aggeggio. Vedremo.. Tanto io resto il somaro che sono, con o senza Elliot Capo..😜
Elimina@perrynason, il Paige è fatto grosso modo così ed è buono, mi sento di consigliarlo: inoltre costa MOLTO meno;))
EliminaIo mi trovo benissimo col G7th performance II. Si mette e si toglie anche con una mano e soprattutto si attacca alla paletta, cosa fondamentale nei live. Trovo che sia anche un bell'oggetto :)
Elimina[img]https://www.cittadellamusica.org/photos/2017/05/201705231815071/400x300_0_0_85/g7th-performance-2-silver.jpg[/img]
Ho anche lo Shubb C1, meno pratico, ma mi piace molto
[img]https://thumbs.ebaystatic.com/images/m/m3fUol0twIZi7ctJ14Y-_AQ/s-l225.jpg[/img]
Sì, li ho tutti e due e sono davvero buoni. Preferisco lo Shubb perché più sottile e perché puoi graduare la pressione. Però su tutte le chitarre il Sol Mi basso frigge sempre.. ho pur detto che sono un somaro!! Si vede che non sono capace di regolarlo o le chitarre son fatte tutte di masonite..
EliminaOkkazz..Non trovo più il G7h. Nèmesi sonora..😈
EliminaDa ragazzo, più di 40 anni, fa avevo un Wittner made in Germany in acciaio con il feltrino dove appoggia sul manico, che a vederlo sembrava una garrota, e ce l'ho ancora adesso.
EliminaL'inconveniente era che, per la fretta di montarlo o smontarlo, l'acciaio poteva rigare il manico. E' successo montandolo sulla chitarra classica di una mia amica che non ha detto nulla, ma con lo sguardo mi ha fulminato.
Ho comprato i Wittner nuova generazione in materiale plastico, ma se voglio un bel suono non stoppato monto il vecchioin acciaio oppure i Dunlop da fare schifo, che però tanto schifo non fanno. Io ne ho due, uno regolato per il quinto e l'altro per il terzo tasto, e vanno bene..
Noi aspettiamo novità, ma giustamente.. pusa nen 'l caret..la chitarra di merda è sempre in agguato per i rompiscatole..
;-)))
Vero, Gian.. avevo anch'io il Wittner (ma mi sembrava meno 'teutonico' di quelli che vedo adesso. Vai a sapere dove diavolo è finito..
EliminaI Dunlop che mi fanno schifo sono quelli striscette nere con la leva in plastica. Comprato una volta da Verde e buttato dopo due giorni. I Dunlop che mi piacciono sono quelli con elastico simile alle orde per portapacchi . Singolo o doppio elastico, erano usati dalla signora Baez, tra l'altro. Anche loro, se non fai attenzione sbregano il manico o comunque lo segnano.. Ne ho avuti in plastica che erano fantastici, non ricordo se erano Dunlop.. e comunque, c'era Dunlop e Dunlop, soprattutto se devi cambiare pneumatici.. 🙃
La mia curiosità per il mondo liutaro è pari solo alla mia ignoranza in materia... ho letto , ho girato , ho visto e ascoltato , ma poi mi sembra sempre di essere un bel ciuco e tengo le mie considerazioni al chiuso della scatola cranica , ad uso e consumo dei due neuroni superstiti . Però condivido il fatto che il bello di questi post , su questo blog che somiglia d un osteria , sia il riempimento tra un dritta e l'altra . La ciccia di cui si parla più su rende il tutto meno tecnico , più colloquiale e meno palloso. E accorcia i tempi d'attesa per la prossima puntata :DDDDD
RispondiEliminaUn Luthier's Drama, come lo chiamano laggiù, o lassù.. Le vicissitudini, gli amori e le hide glues dei liutari 'mericani, conditi in salsa Barbeque.. Insomma, MOLTA ciccia.. Sarà un caso, ma la Signora Kelsey Wells , factotum della Gallagher Guitars mi ha scritto pochi minuti fa dicendo che la pickguard che avevo chiest era finalmente pronta. Scusandosi del ritardo, mi rinnovava stima e auguri. Lo so che è un'anima 'formalità' ma sono cose che fanno piacere, soprattutto per gli appassionati feticisti. Io continuo a pensare che la nettezza dei rapporti 'commerciali' diventi qualcosa di più. Pur apprezzando e stimando un tecnico, mi disturba che sia troppo 'tecnico' ,troppo specifico, troppo pedagogico. Evvvia, per quanto importante , una chitarra è una chitarra, un bizzarro oggetto che ha una polpa estetica, un'anima musicale e serve per suonare, Quando ho concordato la Nick Lucas di Fairbanks ci siamo fatti una chiacchierata assai divertente via Skype, lui col suo tazzone di caffè e e la sigaretta accesa. Abbiamo parlato del più e del meno, di donne, di motori marini etc etc.. Solo in ultimò Fairbanks mi ha detto: Ho capito che vuoi il suono alla Dylan, io te lo faccio, e ti faccio suonare il mogano meglio del palissandro, stai tranquillo. Ah, ma io sono tranquillo, fammi la mia chitarra come sai si farla. Non credo che star troppo col fiato sul collo a chi deve fare un lavoro per te possa essere saggio. Lascialo fare: ha capito, non è il caso di rompergli troppo le scatole. Perched poi si incazza e ti fa una chitarra di merda..
RispondiEliminauna formalità,, uffa
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