sabato 4 febbraio 2017

Don Rafaè

La pronuncia proprio napoletana non è...
Ma il pezzo è davvero divertente da suonare. C'è qualche cappelluccia qua e la, d'altra parte la tarantella non è immediatamente nelle nostre corde e mancano ancora tanti particolari ma il disegno complessivo c'è ed è scaturito in una unica serata di prove. I vecchiacci rokkettari piano piano riscoprono il piacere degli strumenti acustici.
Strumenti: basso, tangona, mandolino, batteria, tastiera (clarino)


38 commenti:

  1. Complimenti, suonata bene. Per la pronunicia... non mi pronuncio non sono esperto :-))) Gli stacchi tra uno momento cantato e l'altro sono venuti proprio bene.

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  2. Musicalmente è molto ben suonata , davvero bravi , e non era affatto facile. La pronuncia , be , siamo lontanucci. E ' vero che il cantato porta comunque difficolta per la metrica in se e per le tante parole , e di questo va tenuto conto. Ma ci vuole un po' di studio di lingue "straniere" eheheheheh Anche il Faber non era partenopeo , eppure riesce ad essere credibile . Daltronde , a parte i napoletani ovviamente , noi del centrosud siamo più vicini sia come dialetti che come influenze (pensando ad esempio ad Modugno o a Arbore che cantavano brani Napoletani senza esserlo ) a certe atmosfere , così come diventa ridicolo quando tento di cantare mamì in meneghino , proprio non mi viene. Probabilmente , però , anche quando cantiamo in inglese risulteremo inascoltabili alle orecchie degli anglofoni.Ma tutto per fare i pignoli , perchè daltronde non canterete di fronte a platee di Napoletani e la bontà della vostra cover risulterà vincente. Abbbravi :-)))))

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    1. Agli orecchi degli inglesi non solo inascoltabili ma proprio incomprensibili.
      Ad un concerto l'anno scorso c'era una nostra conoscente che aveva portato degli amici anglosassoni. Nel vecchio repertorio c'erano molti pezzi in inglese. Alla fine dissero: "bello...ma in che lingua cantava il cantante?"

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  3. Musicalmente ci state dentro alla grande, per la pronuncia napoletana aspetto un parere del nostro Ansgar, comunque sentir parlare il napoletano o il romano da Firenze in su , mi fa strano, come quando Adriano Celentano, fece Rugantino, sentirlo parlare mi faceva venire i brividi, Max Tortora ne ha tirato fuori un pezzo da sbellicarsi

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    1. Io in napoletano me cavo abbastanza, almeno così mi disse Jeb Stuart quando postai "Chi tene 'o mare". Però qui il testo è più rapido e ritmico e sicuramente più difficile. Ieri sera era comunque una prima prova e il cantante affinerà sia la pronuncia che la ritmica che in qualche punto mi pare zoppicante.

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    2. Notevole, Max, davvero.. Lascia perdere la pronuncia (come dice giustamente Mirco, nemmeno Faber era un dialettologo!). Del resto, neppure Paolo Conte - v. 'Spassiunatamente' et alia - ben piantato come una vigna di nebbiolo nel Deep North West ha fatto polverosi studi matti e disperatissimi per pronunciare una sdrucciola o una palatale.. Quindi conta l'intenzione e il talento, conta la passione e la cura, conta il bel regalo che hai fatto ai Cookers. Di questo, ringrazio..

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    3. Sdrucciola non c'entra.. Volevo scrivere dentale.
      Colgo l'occasione però però segnalare un caso di specie: Adriano Celentano avrebbe dovuto essere perseguito penalmente per la pronuncia rromana... Tipo 'Segnati l'ossa che te smonto'

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    4. Chiudo ricordando che il grammelot funziona benissimo (non solo nella commedia) ed è comprensibile a livello planetario.

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    5. Il grammelot aggiungerebbe ironia...del resto Dario Fo quando lo usava (irresistibile quello del conferenziere inglese) prima spiegava la storiella in italiano e poi ci giocava su.
      E' un'idea che girerò al cantante: in fondo tutti conoscono la canzone non è necessario seguire pedissequamente il testo.

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    6. e grazie per i complimenti: girerò anche quelli.

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  4. Bella bella!!!
    Quella della pronuncia dialettale è un vecchia storia e credo che neppure Faber cantasse questa canzone in napoletano corretto. Un mio collega salernitano mi disse una volta che il difetto principale di chi tenta il napoletano è buttare a caso le parole che cominciano con la S. Se non ricordo male, quando la S precede una consonante "dentale" rimane sibilata, quando precede una labiale diventa SC come "sciatore" (Stu piezz'e pane è schpuorc!).
    Ma a parte questo vi viene benissimo! Se tu sei alla Tangona chi è al mandolino?
    Ah, mollate la tastiera, qui un flauto dolce va benissimo! SAT (Suonatori Acustici Talebani)
    :D

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    1. ehe.... il mandolino (un normale mandolino non il mio o.m.) lo suona l'altro chitarrista che sa suonare anche il flauto traverso/dolce ma le mani sono due e s'è dovuto fare delle scelte.

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    2. Azz! Conosco il problema :)

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    3. Per il fatto della esse, dipende...A volte c'e' differenza anche tra paesi distanti tra di loro pochi chilometri. Comunque il napoletano e' molto diverso dal salernitano, come l' inglese americano e' diverssissimo da quello britannico.

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    4. Ecco, per esempio, noi di Eboli abbiamo l'accento Salernitano, a sei Km da qui c'e' Battipaglia e li' parlano piu' napoletano; dalla parte opposta, dopo altri sei km c'e' Campagna e li' parlano con un accento piu' da entroterra. A meno di 15 Km, in pieno entroterra e per tutto il Vallo di Diano e quindi per tutto il Cilento, che occupa gran parte della provincia salernitana, il dialetto e' talmente diverso da non riconoscerlo come Campano...aggettivi, nomi comuni di cose, sostantivi, diversissimi ed incomprensibili. Inoltre alcune lettere, per es. le "elle" delle preposizioni articolate, di pronomi, etc. diventano delle "DI"; ad esempio "quello", in napoletano diventa "chill"; in salernitano "chir", zona Cilento e montuosa in genere "chiddu"; (quella-chedda; lui-iddu; la'- da; lei-edda; i fiori-li jur; e cosi via.
      Il caffe': noi accentiamo la c iniziale doppiandola ( u CCafe'); a pochi km da noi magari invece lo dicono pronunciando una sola parola fluente e consonanti "molle molle" (ucafe')...
      Insomma, come gli stili di chitarra: ne esiste uno per ogni chitarrista anche in seno allo stesso genere e per ogni agglomerato urbano esiste una sfumatura dello stesso dialetto del capoluogo d'origine.
      Personalmente il napoletano stretto non mi piace, soprattutto quando possiede il cosiddetto accento della "guapparìa", che poi e' un po' l'equivalente del romano coatto-.

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    5. Però quando si dice "il caffè" diventa "u cafè" oppure "o cafè" ?

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    6. Nel napoletano si dice "o cafe'", Max. La " u" al posto della "o" in genere si dice dalle mie parti.
      A volte, nonostante ci siano similitudini di linguaggio, la cosa difficile da clonare e che sembra innata in una determinata zona e' quell'inflessione, quell' intonazione, quella particolare modulazione di certe vocali, ma non solo, che io per esempio non riuscirei ad imitare e che ti segna indelebilmente come "napoletano".

      Una cosa che salta subito all' occhio quando senti un cantante classico non napoletano e' la sua pronuncia della vocale finale di molte parole; vocali che non vanno pronunciate, tipo: chiste e' o paese do sole ---> chist e' u paès ru sol...chist e' o paès ru mar...-

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  5. Bravi bravi, mi piace molto don Raffaè, ottima scelta-Secondo me la suonate bene, con il piglio giusto, bello il mandolino, quasi obbligatorio, ma ancora di più il clarinetto. Certo da cantare è molto difficile, oltre alla pronuncia ci sono tutte quelle parole che sono difficili da infilare giuste. Secondo me sarà un successo.
    Io me la suono a volte a casa, ma proprio non riesco a cantarla...

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  6. Purtrop je nu pozz ricere propt niend ncopp a pronunc, pcche' nun aggia capit mang u caz, vist ca a me soundcleb nun u riesc propt a piglia'...fors e' question e plughin! Mah...stuc caz e windous icspi m'e' rutt prorje un caz...XD

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    1. Su Firefox non si apre nemmeno a me. Ho dovuto aprire il post con Chrome.
      Prima su Firefox si doveva disabilitare il plugin di flash, adesso non funziona neanche così. Boh?!

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    2. Beh, io ho ancora Windows XP seconda edizione e forse avendo Firefox bisognerebbe aggiornare un po'; dovro' installare pure io Chrome ma poi i video di Youtube non riesco a vederli tanto son rallentati, mentre almeno con Firefox li scarico e li vedo localmente. Insomma l' ultima volta che ho aggiornato il Pc (desktop) e' stato 10 anni fa e non credo che questo sia proprio il massimo, ahahah! :-D

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    3. Ahahah, Lucia', tu si' 'o glottologo ufficiale d'o scito!! 😃

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    4. Luciano mi ero scordato che non apri soundcloud...scusami.
      La prossima volta posterò tramite YouTube, magari senza video e solo con una immagine fissa.

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    5. Grazie Max! Ma non ti preoccupare, a volte smanettando e rimaneggiando riesco a trovare una soluzione ma comunque hai ragione: il video con immagine fissa e' piu' fruibile anche se forse ti appesantisce il canale ma... anche no! :-)

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  7. vado fuori tema, scusatemi, ma questa storia della pronuncia e delle differenze del dialetto da zona a zona raccontate da Luciano, mi hanno fatto ricordare che qui in Veneto gli scienziati della Lega hanno votato il veneto come minoranza linguistica e hanno iniziato a scrivere dei documenti in lingua veneta, una lingua che come la scrivono loro non esiste, sono ignoranti anche nel loro punto di forza. Infatti la lingua veneta non esiste, anche qui spostandosi di paese in paese vi sono differenze, minime o accentuate, che fanno si che il veneto parlato dai bellunesi o trevigiani sia incomprensibile ad un rovigoto, e viceversa. Certo nei grossi centri: Venezia, Treviso, Castelfranco, si parla la lingua che parlavano i nobili veneziani che avevano i loro palazzi di rappresentanza in terra ferma, ma nelle campagne il dialetto veneto è ben lontano da quello scimmiottato dai comici televisivi. C'è chi scrive in lingua veneta, ma quel tipo di scrittura è valido solo nel circondario dove è comprensibile.

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    1. Che i dialetti siano il profumo di una lingua nazionale è assodato. Ma vedo grigia l'impresa di scrivere manuali di fisica in ciosoto o rovigoto. Che i Venessian siano gran dotòri nessuno lo mette in dubbio, ma l'Idioma puro e gentile merita un trattamento specialissimo. Lo scopo di queste genialate è pura propaganda di quart'ordine, che caratterizza e qualifica chi non ha mai aperto un libro in vita sua. Nemmeno la guida telefonica, perché scritta in Italiano. Fuck'em..

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    2. Gli integralisti del "Go 'itō" cantano in padovano estremo??

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    3. Ma infatti..i dialetti sono lingue parlate e bastano pochi chilometri per percepirne le differenze. Tutt'altro paio di maniche è scriverle. C'è un tizio qui a Modena che ha voluto scrivere un vocabolario italiano-modenese. Ma, mancando i fonemi e dovendo utilizzare le lettere latine, è tutto un arzigogolo di apostrofi. Non ha molto senso il dialetto scritto.

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    4. Per non citare le numerose e patetiche traduzioni della Divina Commedia nei dialetti più disparati dialetti, idioletti.. Perché alterare una forma espressiva, un'opera che nasce con i crismi della perfezione?

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    5. Infatti e' difficile scriverlo, un dialetto, proprio come un...Blues! :-D
      Per esempio se avessi sott' occhio, che so', la poesia di Toto' "A livella", io potrei recitarla quasi alla perfezione leggendola ed interpretandola mentalmente e foneticamente in tempo reale, perche' essendo io depositario innato di quel dialetto mi riuscirebbe facile, mentre un non Campano, anzi, un non meridionale, avrebbe difficolta' anche se avesse fatto un corso teorico di quel dialetto. Io per esempio, avendo studiato alle medie 3 anni di Francese, riesco a leggerlo abbastanza bene, ma per capire in tempo reale cio' che leggo, o per leggere con la pronuncia corretta, beh, ci passa un Oceano! Ecco, in ultima analisi credo che un dizionario di un dialetto avrebbe senso se fosse accompagnato da un dizionario audio, proprio come si e' fatto negli ultimi anni per la chitarra: manuale con pentagramma e tab si, ma coadiuvato dal CD audio!

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    6. Quello che avete scritto fin ora è tutto sacrosanto, ed è la testimonianza di secoli di storia che che ci hanno formato, e questa è una delle eccellenze che dobbiamo preservare, molti dialetti, sprofondano le radici in lingue italiche definite morte, ma che morte non sono, si sono solo evolute, un esempio, nella mia zona è ancora forte la provenienza Volsca, nella zona di Sezze, si modificano le V con le U, tipo: 'nduiduo= individuo, Zappo= capra, ho scoperto che lo stesso termine, viene usato in Romania, ed il rumeno affonda le sue radici nel latino popolare, che a sua volta si era arricchito di termini italici, di lingue sabine, Volsca e sannitiche, insomma siamo un bel calderone, ed i nostri dialetti sono ricchezza di cui non dobbiamo vergognarci, ma esserne fieri

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    7. Verissimo, Mimmo.. I dialetti sono la musica dei popoli che si incontrano. Ed è una musica viva e ricchissima, intima, antica, colorata e generosa..

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    8. Sarebbe bello comporre anche solo una canzone nel proprio dialetto...purtroppo e' piu' difficile a dirlo che nel farlo, sia per il retaggio di pregiudizi giovanili che ci portiamo dietro da decenni in seguito alla fruizione di una cultura musicale piu' vasta ma mirata generazionalmente, sia per l' anacronismo che ne risulterebbe, data la cristallizzazione dovuta ad un genere considerato sorpassato ed obosleto, nonche' privo di fertilita' in termini compositivi.
      Ma allora perche' ci piace imparare il Blues, mannaggia?!? Ed impararlo come lo facevano uomini di una razza, una cultura ed una terra che non ci appartiene...
      Insomma: "Vorrei la pelle nera", non era solo un modo di dire, quando lo cantava Nino Ferrer e mai desiderio fu piu' lungimirante...

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    9. Mimmo, anche dalle mie parti la U prende spesso il posto della V.
      Es: la rovina = a ruin; gli stivali = i stual.
      Ahahah...vabeeh, va', meglio che mi fermi XD Certo, il dialetto e' una gran bella cosa ma... quante risate quando parlavano i nostri nonni!!! Ahahah!!!

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    10. i miei amici Do'storieski con tanto di parrucche:
      https://www.youtube.com/watch?v=E6QdNORwVSI

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  8. A riprova di quanto dicevamo in altri contesti per il fatto che non c'e' mai niente di nuovo sotto il sole e che anzi le cose nascono, si mischiano, si evolvono e si differenziano e poi si richiamano dando vita ad altre perle, ecco una canzone di Domenico Modugno del '58 , "O cafe'", alla quale si e' sicurmanete ispirato il grande Fabrizio De Andre' per "Don Raffae'". C'e' una strofa che e' quasi uguale; e comunque la pronuncia napoletana di Modugno, essendo Pugliese, e' quasi perfetta, anche se all' orecchio attento salta subito la mancanza dell' inflessione prettamente partenopea (il pugliese e' molto piu' chiuso vocalmente). Di Fabrizio invece salta all' orecchio l' esagerazione nel pronunciare con troppa enfasi la Sc di "Sci", la esse cioe' di cui parlava prima Mirco. La sua versione e' molto piu' levigata e totalmente fruibile a qualsiasi livello.
    Il testo di Modugno, che ne ha composto la musica, e' opera di un autentico napoletano d'oc, Riccardo Pazzaglia, che l' Italia ebbe l' onore di conoscere vivivamente durante l' invasione nelle loro case di quei buontemponi di "Quelli della notte", programma cult dei primi anni '80 di Renzo Arbore. Pazzaglia era il "separato in casa", per chi non lo ricordasse.

    Qui il link yutubico alla tarantella di Domenico Modugno
    https://www.youtube.com/watch?v=sZVfwMQbaJk

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    1. Dove tutto si riconduceva al "brodo primordiale"

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    2. Eh si, grande filosofo il grande Riccardo; e signorile, ed umile. Chissa' se poi ha trovato le risposte ai suoi eterni quesiti.

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