venerdì 25 novembre 2016

Taylor Road Show

Dai nostri inviati Mr_Pone e Perrynason.

La dimostrazione Taylor ha riguardato schematicamente i seguenti punti:

1 - come cambia il suono di una acustica variando il disegno del corpo ma utilizzando sempre la medesima combinazione di legni
2 - come cambia il suono utilizzando legni diversi su chitarre che hanno il medesimo "shape"
3 - le soluzioni tecnologiche che Taylor ha deciso di adottare nella sua produzione cioè il manico avvitato e il nuovo sistema piezo.
4 - T5, la chitarra ibrida: metà acustica e metà elettrica.

I punti uno e due, più o meno li conosciamo tutti e quindi vista la mezz'ora di video girato che non posso postare tutto, farò tagli molto consistenti. Oltretutto l'audio è proprio scarsino (colpa dello zoom che, nonostante avesse il limiter automatico, quando il dimostratore zappava vigorosamente, e purtroppo lo ha fatto quasi sempre, è risultato andare in clip).
Per un commento più tecnico della serata ci penserà Perrynason che, come è noto, ne sa una più del diavolo.

Io per parte mia trovo che le Taylor siano chitarre molto belle, ben fatte e con un buon suono acustico e, sopratutto, amplificato. Ma il sentiero commerciale è parecchio stretto e disagevole perchè se il gran lavoro di ricerca che Taylor ha fatto si apprezza in pieno, ha tuttavia dilatato i prezzi. Taylor non ha il brand della Martin e nemmeno della Gibson. E se la Grand Auditorium in koa (bellissima) va intorno ai 4000 e rotti, mi guardo intorno perchè a quel prezzo mi compro un pezzo di storia della chitarra (Martin, Gibson) oppure me la faccio fare dai fratelli Chatelier ed è la chitarra della vita
Mr_Pone



Purtroppo la memoria dello Zoom ci ha lasciati nel bel mezzo della spiegazione del sistema bolt on NT (New Technology) brevettato da Taylor, che garantisce una perfetta angolazione del manico, correggibile nel tempo con interventi semplici e rapidi. In pratica Bob Taylor ha brevettato un sistema di zeppe micrometriche in legno da mettere o togliere nell'incastro del manico per modificarne l'angolo rispetto al ponte (ciò che determina l'action, cioè la suonabilità della chitarra).


Ho chiesto se questo sistema di spessori non influisce sulla trasmissione di vibrazioni tra manico e cassa, elemento importante per il timbro e il volume della chitarra. La risposta dei dimostratori era prevedibile: il sistema di Taylor è più efficiente nel trasmettere le vibrazioni perchè non prevede l'uso di colla, responsabile (a loro dire) di assorbire gran parte delle vibrazioni come un cuscinetto.



Teoria opinabile in quanto nessuno può sostenere che una Martin costruita a regola d'arte col sistema di incastro tradizionale dove tail suoni peggio di una Taylor col sistema NT. Tra l'altro non è dato sapere come degli spessori perfettamente piatti possano modificare l'angolazione tra manico e cassa senza lasciare seppur minime intercapedini vuote, visto che sono di spessore uniforme e lavorano su un angolo. D'altra parte l'ottima suonabilità delle chitrre Taylor è ben nota e nessuno può sostenere che una Taylor suoni male per colpa di quell'innovazione. Rimane indiscutibile il vantaggio di poter correggere l'angolazione del manico di una Taylor senza complicati interventi di scollatura, pulitura, correzione e reincollagio del manico, necessari col sistema tradizionale.
Uno a uno, palla al centro. E' il bello della liuteria!





Per quanto riguarda l'ultimo punto in programma, abbiamo sentito all'opera la T5, bella chitarra elettro-acustica di Taylor che assomma sonorità acustiche ed elettriche in un unico strumento attraverso la combinazione di diversi sistemi di amplificazione interni. Che dire? Convincenti secondo me i suoni elettrici, molto meno quelli acustici. Ma sono sicuro che un chitarrista elettrico sarà pronto a sostenere l'esatto contrario!

Perrynason

31 commenti:

  1. Grazie ragazzi , ottima spedizione in terra straniera eheheheheh
    A me , tanto per cominciare , le Taylor piacciono . Certo , più da amplificate che nature , ma mi garba anche il lato meramente acustico , moderne e con un suono che buca il mix ( come dicono quelli bravi ). I prezzi effettivamente sono più che altini , anche se il discorso del " allora mi compro un pezzo di storia " è una pips bella e buona di noi chitarrai della domenica. Il professionista , se decide di spendere , lo fa per il risultato , e una Taylor garantisce ottimi suoni su un palco ma anche sul divano .In più oramai è un marchio affermato , e in caso di vendita non si perde molto. Il fatto di farsi invece una bella chitarra di liuteria è tutt'altro paio di maniche , credo che alla fine sia la strada giusta : si scelgono shape,legni , amplificazione e tutto quello che sognavamo da sempre , e lei docile ci seguirà dappertutto . Ma tanto non se ne viene fuori da questi discorsi :-))))))
    p.s.
    La T5 non è una novità , gira da parecchio , e a meno che non abbiano fatto sostanziali modifiche , le crafter SA sono egualmente performanti ad un quinto delle Taylor . Però , da cavaliere acusticante che frequenta il lato elettrico della forza , trovo che sia la T che la SA in realtà soddisfino su un palco più il lato acustico che quello elettrico , e molto dipende dalle corde montate. Se metti le bronze , il pickup coglierà poche vibrazioni , viceversa il piezo sarà sottile e plasticoso più che mai. C'è chi ci monta le lisce , ma poi ci fai solo jazz o limitrofi. La moglie piena e la botte ubriaca sono ancora un utopia :DDDDDDDD

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    1. Chi ha frequentazioni elettriche trova insoddisfacenti le prestazioni elettriche della T5. A me, puro acusticante, è sembrata più performante sul lato elettrico che su quello acustico.
      E' un ibrido interessante e come strumento è realizzato sull'ottimo standard di Taylor, ma alla fine soddisfa pochi.
      C.v.d. :)

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    2. Qui in Italia la T5 non ha mai sfondato, forse la versatilità non è mai troppo apprezzata forse, come dici tu, non accontenta fino in fondo nessuno. Io non l'ho mai provata, ma in teoria avrebbe le carte in regola per funzionare bene nel Jazz, però non c'è uno straccio di jazzista (che io ricordi) che l'abbia usata. Dovrebbe essere anche molto diversa dalla sua imitazione Crafter soprattutto per quanto riguarda la parte elettrica, La T5 ha due pick up, quello che assomiglia ad un single in realtà è un minihumbucker messo in verticale e l'altro pick up è nascosto sotto il top all'attacco del manico. quindi di fatto (se non ricordo male) ha 5 combinazioni di suoni.

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  2. grazie intanto per essere andati e per il bell'articolo. stasera poi commento.

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    1. Ho fotografato giusto per te un salottino del negozio dove si è svolto l'incontro, addobbato con varie Gibson 175 ed Epiphone anni '50. Ma purtroppo non posso inserirle nei commenti. Peccato... :)

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    2. eh, sono sempre le più belle, la Epiphone credo di averla vista su mercatino, è acustica, moooolto bella.

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  3. Grazie ragazzi per il reportage, per quanto riguarda i manici avvitati rispetto a quelli incollati, ho le mie idee che non coincidono con quelle di casa Taylor, per quanto riguarda la regolazione dell'action, ci può stare, ma per il resto, rimango dell'opinione che un manico incollato trasmette meglio il suono, e vi assicuro che non è un'opinione ma un dato di fatto; per quanto riguarda la T5, la provai appena uscì sul mercato, e devo dire che è un bel l'ibrido, anche se la Crafter ha nel suo catalogo un modello simile, che ha le stesse caratteristiche, e suona molto meno

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  4. Capirai che New Technology! Infilar 'na zeppa sotto il tacco di un manico avvitato è uno degli interventi più eseguiti dai sedicenti liutari (soprattutto sulle chitarre elettriche con il manico bolt on in stile fender...). Quello che non mi torna è che la zeppa deve essere a cuneo e non piatta, altrimenti non cambia il tilt (l'angolazione) del manico.
    Poi, (imho) quella della colla è una colossale cag..., a meno di non usare una colla che, anche quando solidifica, non rimanga gommosa come la colla vinilica (sconsigliatissima per l'assemblaggio di queste parti). E' da secoli che in liuteria si studiano formule di colle che cristallizzino unendo le due parti di legno come un blocco unico, mantenendo però la reversibilità dell'incollaggio per le riparazioni.

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    1. Questo senza nulla togliere al fatto che le Taylor siano delle chitarre che suonano bene. Il che significa che sono fatte bene e l'utilizzo di tecnologie CNC permette di ottenere degli incastri con tolleranze ridottissim,e che garantiscono una superficie di contatto elevata tra il manico ed il corpo, riducendo, se non annullando, la differenza con un manico incollato.
      Più che altro, si può notare che anche loro non sono immuni alla sindrome del venditore di fumo.

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    2. Sugli spessori esprimevo giusto lo stesso dubbio. Non capisco come una zeppa piatta possa regolare un angolo! A meno che l'angolo non sia fisso e la zeppa del tacco serva per alzare il manico e l'altra per tamponate lo spazio che si crea nell'alloggiamento della cassa. In questo caso si può regolare l'altezza della tastiera rispetto al ponte, ma non l'angolo tra manico e cassa. Boh?!

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    3. Probabilmente gli spessori non sono piatti, ma scalati di piccolissime frazioni di grado e la cosa non si nota in foto.

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    4. Sì, è probabile che sia così: sembrano piatti, ma non lo sono.

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  5. Aggiungo una personale valutazione su Taylor:per fare concorrenza alla Martin cambiando radicalmente tipo di strumento e individuando un nuovo standard (anche come shape) mi sembra che non sia una cosa semplice, Bob Taylor è riuscito a fare tutto questo in vent'anni poco più, mi sembra che i numeri e le idee non gli manchino, soprattutto è stato bravo a lavorare sui punti dove Martin e Gibson erano carenti affidandosi (necessariamente e gelosamente) a tecnologie antiche. In altre parole Taylor la sua sfida, in qualche modo l'ha vinta, è riuscito ad aprire una fetta di mercato investendo ed innovando. Sulle chitarre sono molto combattuto come sapete, in determinate fasce di prezzo (entro i 1500-2000 euro) sono nettamente convinto della superiorità di Taylor su Martin, ma in questa fascia i suoi concorrenti purtroppo non sono più Martin e Gibson, ma i marchi cinesi di qualità (eastman, crafter, ecc...) e questi secondo me gli creano molti più problemi di Martin. Per contro andando oltre i 2500-3000 (quello che costano oggi 00028 e OM28) io preferisco Martin, non solo per la solidità dell'investimento (potrebbe essere anche Santa Cruz che si deprezza di più) ma proprio per le caratteristiche dello strumento.

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    1. Secondo me le Taylo si sono ricavate una fascia di mercato tutta loro, che solo la Crafter ha cercato di copiare, questo perché il suono delle Taylor è molto più educato e cristallino rispetto alle Martin e alle Gibson, le Taylor hanno una definizione ed una pulizia di suono molto più virata sui medio alti, senza però mancare di una dose di armonici notevole; per quanto riguarda i manici bolt on, credo che molto nasce dalle contaminazioni che Bob Taylor ebbe con le sue frequentazioni con le EKo ranger

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  6. Ecco, io partecipo molto poco perchè i chitarristi acustici sono pieni di preconcetti. Perchè dovete paragonare qualunque chitarra a 'sta benedetta Martin?? Le Taylor sono chitarre differenti, hanno una maneggevolezza e suonabilità unica, suonano meglio da amplificate, io ne ho una (322e) e la uso per suonare, non per esibirla o adorarla o metterla in teca e dire che ce l'ho! L'ho pagata 1300 euro, mogano massello e nuovo sistema pickup, ne sono soddisfattissimo e me la tengo stretta. Ho provato Martin e le ho trovate totlmente diverse oltre che mooolto costose, per me troppo, ed ho scelto altro. Slegatevi dalle solite pips, rendetevi conto che il mondo cambia e che si, ci sono tante schifezze, ma c'è ancora qualcosa che nel rapporto qualità-prezzo può sorprendere.. scusate la foga!

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    1. Viva la foga! :)
      Concordo sul fatto che le Taylor sono diverse. Bob Taylor è un imprenditore intelligente, si è ritagliato uno spazio basato sull'innovazione tecnologica e anche, da non sottovalutare, un certo impegno ambientalista. Ha praticamente inventato la chitarra moderna americana e l'ha portata a livelli di eccellenza, dunque chapeau! Poi nel campo delle chitarre sono un tradizionalista, quindi preferisco Martin o Gibson, Non nascondo che pesa molto tutto l'immaginario di Storia che c'è dietro, anche se oggi le Martin sono prodotti totalmente industriali quanto le Taylor. Sono due mondi ben diversi e quello tradizionale mi affascina di più di quello tecnologico. Preferisco un catalogo variegato e in buona parte ispirato a tanti modelli storici diversi, ognuno con la sua storia, rispetto a uno dove gli shape sono praticamente variazioni di un modello base. Ciò non toglie che le Taylor suonano molto bene, hanno un'ottima suonabilità e un ottimo sistema di amplificazione, però secondo me sono diventate troppo care.

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    2. Infatti hai ragione, come ho detto sopra, le Taylor, sono diverse totalmente dalle Martin e dalle Gibson, hanno una voce personale, così come le Ovation, evviva le diversità, perché sono le diversità che ci arricchiscono la vita 😉

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  7. Buongiorno.. Io non ho preconcetti e suono di tutto.. Le Taylor mi piacciono parecchio (su tutte eleggo la splendida 522 12fret) e se non fossi impegnato diversamente, l'avrei acquistata. Sono comode, ben suonanti out of the box, come si dice.. Poi però si sceglie, si segue un suono.. Ho molto amato le mie Martin, ma conservo le Gibson e suono un'ottima Guild cinese e una Yamaha LS6.. Si cerca, si annusa, si sbaglia, si torna a sbagliare per il gusto di farlo..

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  8. Se abbassassero un pochetto i prezzi, però..☺

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  9. È pur vero che la combinatoria dei legni e delle forme delle chitarre non è certo un'esclusiva Taylor. Altri lo fanno da più tempo con risultati tutt'altro che disprezzabili. Nel caso Taylor sembra di poter dire che la combinatoria e la costruzione si sono sapientemente ingegnerizzate e hanno contribuito a erodere il mito del solid back&sides. Sul concetto di chitarra moderna o di suono moderno confesso di essere spiazzato. Attribuiamo l'aggettivo 'moderno' a tutte quelle esperienze (segnatamente quelle di natura estetica) che ci parlano ancora pur essendo 'antiche'. Ecco perché un classico resta moderno anche in ambito chitarristico: perché non ha ancora esaurito la sua carica estetica, storica, emotiva e naturalmente sonora..

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    1. con "chitarra moderna" intendo uno strumento con shape diversi da quelli tradizionali, costruito con macchinari computerizzati e con sistemi innovativi, tipo il manico NT, l'uso dei laminati o sistemi di amplificazione integrati, che impongono anche un nuovo standard sonoro.

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    2. Vero, c'è un mondo fresco da scoprire e provare, là fuori..

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  10. Per quanto riguarda il manico regolabile, e inclinabile ci aveva già pensato la Eko qualche anno fa, adattando una vecchia idea derivante dal settore del mobile (tavoli in particolare), al manico della chitarra. Sembrava un'idea geniale e che avrebbe aiutato i chitarristi a cambiare velocemente e facilmente la taratura della propria chitarra in base alle corde usate e a quello che andava a suonare. Ma sembra che anche la Eko abbia abbandonato la cosa. Oltretutto nelle Eko non serviva smontare la chitarra e inserire zeppe, ma allentare o stringere un paio di viti.

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    1. Vero , ma il chitarraio medio non ama neanche cambiare le corde , figuriamoci smanettare sull'action. Il professionista invece ha altre cose su cui soffermarsi...Siamo molto tradizionalisti , e poco avvezzi alle novità , questo è lampante. Con alcune eccezioni , naturalmente :-)

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    2. Mah, sembra che il fastlock sia stato tolto perchè la possibilità di smanettare alla grande su tilt, action, relief e quant'altro, abbia portato una serie infinita di richieste di interventi (in garanzia) per risistemare il manico a clienti poco esperti che dopo aver provato a giocarci un po' non sono più riusciti ad ottenere una configurazione accettabile.

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    3. ragazzi...il fastlock è davvero una gran cosa. io persino durante i live riesco a sistemarlo se go esigenze particolari in pochissimi secondi!

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  11. questa faccenda dei manici con le zeppe non è proprio una novità, è dal 2001 che la produzione di serie taylor usa questa tecnica.
    però attenzione, non dà la possibilità di un intervento fai-da-te del chitarrista: se si dovesse modificare l'angolo del manico, bisognerebbe affidarla ad un liutaio (o un repair man, come lo chiamano loro) che abbia un set di questi spessori in modo da poter utilizzare quello giusto. Il vantaggio (presunto) è solo di evitare le operazioni di scollaggio-reincollaggio.
    Probabilmente questo sistema non inibisce più di tanto la trasmissione delle vibrazioni manico-corpo e va bene così per la filosofia Taylor, però dire che la colla le assorba è una cosa che non sta nè in cielo nè in terra.
    Da possessore di una Taylor apprezzo l'approccio diverso rispetto alle chitarre della grande tradizione e trovo sia corretto valorizzarlo, ma lasciate stare il dovetail! voglio sperare sia stata unaa sparata personale del dimostratore e non la linea ufficiale della casa madre ;)

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    1. in effetti lo ha detto il dimostratore, aggiungendo che la mia era una "mistificazione"! :D

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    2. Continuo a non capire dove sta la "New Technology", visto che si tratta di una minestra riscaldata, per la stessa Taylor, di un sistema di 15 anni fa!
      Senza voler minimamente screditare la qualità delle chitarre Taylor, mi sembra che in fatto di marketing stiano anche loro alla frutta.
      Per fare qualcosa di innovativo per incrementare le vendite, perchè non provano a ridurre i prezzi?

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  12. Bravi ragazzi!! Ottimo reportage!! Non ho nulla da aggiungere ai commenti che come sempre sono pertinenti ed esaustivi, c'è da imparare e riflettere molto leggendo le pagine di questo blog. almeno per me è così.
    Saluti e viva la foga..siempre!!!
    ;-)

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