venerdì 27 maggio 2016

Martin pre-war ed "economiche"

Il post precedente di Mirco, e qualche successivo commento mi porta ad aggiungere anche il mio pensiero sulle Martin cosiddette "economiche" . Intanto così economiche non sono, considerato che costano oltre i 700€ e oggi sul mercato ci sono chitarrine per iniziare a suonare a partire da 70€ con suono e manovrabilità che ai tempi dei nostri inizi avrebbero fatto sbavare tutti noi stagionati chitarrai.
Anni fa, a causa della solita GAS cui siamo perennemente soggetti, acquistai la MARTIN DCXE nella fotografia, che utilizzando materiali innovativi quali HPL per fondo, fasce, Top e manico stratabond, mi illuse di sopportare meglio delle chitarre tradizionali il clima estremamente rigido delle mie parti, con sbalzi anche di 30° tra temperatura esterna ed interna ai locali riscaldati.
All'epoca sopportavo meglio le casse grandi, e siccome la mia chitarra di riferimento era da molti anni una splendida MARTIN HD28 del centocinquantenario, avevo deciso che era opportuno avere un "muletto" da utilizzare per le gig fuori porta, senza l'apprensione perenne di rovinare il gioiellino.
Regolata l'action, la chitarrina suonava anche benino, senza una grossa personalità a cui ero abituato, ma in definitiva accettabile, con un timbro comunque riconducibile al suono Martin, e con il Fishman Sonitone, che conoscete bene, a fare il suo sporco lavoro, pur senza eccellere.
Ma dopo qualche mese, la struttura HPL con catene in legno ha cominciato a piegarsi, abbassando pesantemente le corde e rendendo impossibile la regolazione dell'action,  con "friggitoria" generale.
Unica soluzione è stata portare per qualche tempo la chitarra in luogo umido e stabile, risettarla e ...venderla, per finanziare, parzialmente, l'acquisto di una bella TAYLOR 415CE (ma questa è una storia che vi racconterò un'altra volta, visto che non ho più nemmeno lei :-).
In definitiva, dall'esperienza ho acquisito la consapevolezza che, se ci avviciniamo ai 1000 eurozzi si possono comprare chitarrine made in China di gran lunga migliori di quelle americane dello stesso costo.
Da allora è iniziata la passione per le belle cinesine....

4 commenti:

  1. Come non darti ragione ? La mia Walden made in china , che costa appunto intorno ai 1000 euro , è tutta massello e si difende alla grande ( d'altronde l'hai conosciuta ) e messa in competizione con le martin entry level non c'è storia. Peccato che , notizia che ho appreso pochi giorni fa , la Walden abbia sbaraccato , insomma , non produce più !!! E non so il perchè... ora la mia diventerà un raro strumento che magari , tra qualche decina di anni , mi consentirà rivendendola ad un collezionista di comprarmi la martin dei miei sogni. Peccato però che non avrò più l'uso delle mani e , forse , del cervello ahahahahahah Ciao Rob , è un anno che non ci si vede....

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    1. Ciao Ste, si, è un anno che non ci si vede e purtroppo mi faccio sentire poco anche qui, ma vi leggo sempre !
      Ho appena scritto un commento nostalgico su Sarzana ...Dobbiamo organizzare bene il raduno fingercooking 2016 !

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  2. Hai ragione da vendere! Spesso i grandi marchi vendono ciarpame, travestendolo con nomi altisonanti o con sigle che titillano la nostra Gas, la serie X della Martin ne è la prova provata, fasce e fondi realizzati con limatura di legno mischiata a collanti e pressata, per non parlare dei manici realizzati con scarti laminati ed incollati a sandwich, le tastiere ed i ponti di micarta..... l'unica parte solida sono le tavole armoniche, ma anche qui ci sarebbe da parlare, infatti la qualità ed il tipo di stagionatura lascino il tempo che trovano,, insomma uno strumento che a mio avviso non può costare più di 150 200 € , il resto è il nome stampato sulla paletta..... la mia Aria AD80 tutta in massello di prima qualità e con intarsi in vero abalone,costava quando la comprai 200€ in meno di una serie X, ma costruttivamente è ai livelli della serie 40 della Martin, i cui prezzi tutti conosciamo, quindi viva le Cinesine, ma anche le Giapponesi e, visto che la mia Aria AD80 è Giapponese 😃

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  3. Ricordo di aver provato una Martin di quel genere a casa di un amico che ha vari strumenti e suonicchia un po' di tutto. Non si era accorto che la sua chitarra era completamente disarticolata. Il manico si era completamete allentato e si muoveva dentro l'innesto della cassa, ovviamente rendendo la chitarra insuonabile. Quasi sicuramente l'innesto bolt si era svitato e scollato, inconveniente che potremmo aspettarci su una chitarra da poche decine di euro, non su uno strumento marchiato Martin seppure di fascia bassa.

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