Musiche per digerire anche il pranzo di Natale...

E sì che la prima volta che ascoltai la statua dell'implacabile Commendatore ammonire il troppo orgoglioso don Giovanni con il terribile monito "Non si pasce di cibo mortale, chi si pasce di cibo celeste" ero ancora ragazzo. Ogni volta me ne ricordo verso le 5 del pomeriggio del giorno di Natale, quando lotto contro la morte delle conseguenze del pranzo, ogni anno uguale nel menu esagerato, ogni anno ne mangio un po' meno, e lo stesso, ogni anno faccio più fatica a digerirlo: poi, verso quest'ora, comincio a intravvedere la luce alla fine del tunnel, e so che domani pranzerò ancora…
E allora, troppo aggravato dal cibo mortale, mi ricovero nelle braccia consolatrici del cibo celeste, un po' di libri, un po' di musica: e un po' di musica spedisco agli amici, diversamente eppur sempre natalizia: un omaggio alla sempre propizia "Amazing grace", nell'esecuzione di un chitarrista che conosco solo da Iutub, e che adoro: Benjamin Kammin. Non tanto per la sua tecnica immacolata (che così bene emerge in pezzi come questi, talmente trasparenti che non puoi sbagliare non una nota, ma neanche pensare di sporcarla) quanto per la giustezza del respiro, per la apparente facilità che fa sembrare tutti i pezzi alla portata di chiunque (non questo, che è davvero non difficile, ma anche quelli virtuosistici) e soprattutto per la musicale in vero grazia con la quale ripercorre, LETTERALMENTE, pagine famose di famosi chitarristi. Ascoltate, per esempio, le sue riedizioni di pagine di Kottke, eseguite in maniera assolutamente identica mentre, per un chitarrista del suo calibro, sarebbe così facile farne una propria versione! Mi fa ogni volta venire in mente il medio evo dei monaci benedettini, quando ri-producevano tutto lo scibile umano, o Johann Sebastian Bach quando si ricopiava a mano tutti o quasi i concerti di Vivaldi, che pure erano a stampa, perché solo così capiva come eran fatti, e non "semplicemente" suonandoli. "Amazing grace" l'hanno cantata e suonata tutti, rivoltandola come un calzino in tutti gli stili possibili: anche i chitarristi, a cominciare da Tommy Emmanuel che ne fa una versione bellissima (come spesso quando fa brani lenti) ma per me sempre troppo penalizzata dalla sua "necessità" di far vedere quant'è bravo (in questo caso, non a far correre le dita, ma a armonizzare in maniera fin troppo raffinata).
Tutto al contrario in questa versione: qui Kammin esegue il celeberrimo brano (evidentemente "a orecchio" perché non credo proprio che l'autore dell'arrangiamento ne abbia fatta una a stampa) nella versione di colui al quale io personalmente debbo quello che per me è il più bel pezzo di fingerpicking (che poi è anche l'unico o quasi che continui a suonare) della storia (della mia, per lo meno, so che ognuno ha la sua, con il suo pezzo dentro). Che non è questo, ma un altro: sono aperte le iscrizioni al quiz.
E, in fine, tutto questo è una scusa per farvi gli auguri di un buon dopo-Natale.
Salute, e saluti: a tutti!
vincenzo