venerdì 28 febbraio 2014

Riparazione parlour RK. Giorno 2


Dopo la tribolata rimozione del ponte eravamo rimasti così:

 

Ieri sera mi sono dedicato alla ripulitura del ponte che ora si presenta sufficientemente pulito e livellato:


Il lavoro non è stato facile. Normalmente basterebbe riscaldare bene la colla per ammorbidirla e raschiarla via agevolmente con una spatola, ma come avevo appurato durante la fase di rimozione, la cosa si è rivelata impossibile, infatti ora ho la certezza che il ponte era stato incollato con colla cianoacrilica tipo Attak. Dura come una roccia! Quindi ho dovuto levigarlo con carta vetrata e parecchio olio di gomito.

E così ho scoperto - doppiamente a mie spese! - uno dei sistemi con cui si abbattono i costi di produzione nelle fabbriche cinesi. Forse non in tutte, ma in quella da cui è uscita la mia chitarra di sicuro. Niente colla alifatica tipo Titebond, che richiede spalmatura, morsettatura, pulitura della colla in eccesso e posa per 24 ore. Con una passata di Attak il ponte viene fissato all'istante e la chitarra prosegue spedita verso il reparto successivo, con manodopera ridotta al minimo, eliminazione degli attrezzi di fissaggio, riduzione degli spazi di posa e ciclo produttivo abbreviato di 24 ore. Se a questo aggiungiamo verniciatura e lucidatura rapida degli strumenti già assemblati, cominciamo a farci una idea di come si possa abbattere di parecchio il costo finale di una chitarra, pur impiegando buoni legni e dedicando una discreta cura agli aspetti costruttivi principali. Ed ecco che abbiamo strumenti belli, agevoli e ben suonanti a costi molto appetibili, ma col rischio di una scarsa affidabilità. Quanto durerà la nostra chitarra prima di rivelare i suoi punti deboli?

Tra tutti problemi che mi potevano capitare alla prima esperienza di "liuteria pratica", mi sono beccato pure un ponte incollato nel modo meno ortodosso possibile. Poi dicono la fortuna del principiante! L'unica consolazione è che alla fine, visto il caso rognoso, non me la sono cavata poi così male. Rimane una curiosità: ho cercato in rete casi di ponti incollati con Attak, ma la cosa non viene nemmeno presa in considerazione, roba da scomunica! Cosa avrebbe fatto il liutaio?



PS: ho postato il caso della mia chitarra sul forum dei fans di RK e mi hanno segnalato un caso precedente di ponte incollato con attak su una Silver Creek >. Anche lì si fanno le stesse considerazioni sui sistemi di riduzione dei costi a cui sono arrivato io, ma la Silver Creek è una vecchia sottomarca prodotta da RK, mentre la mia RP1-626 sarebbe una chitarra top di gamma. Sic!

PPS: a seguito del mio intervento sul forum >  altre persone denunciano la stessa cosa. Il problema è tutt'altro che circoscritto e casuale!



20 commenti:

  1. Ma sei sicuro Mirco, che si trattava di colla cianoacrilica, tipo attak, e non di bicomponente, tipo epossidica, anche perche`, la cianoscrilica si presta poco alle sollecitazioni meccaniche dovute alla dilatazione dei materiali, alla vibrazione ed al tiraggio delle corde, in quanto vetrifica e tende a cristallizzare troppo in fretta legandosi poco stabilmente con un materiale quale il legno, prova ne e` che quando hai rimosso il ponte sono venute via troppe fibre di legno, che con la cianoacrilica non sarebbe successo, comunque in entrambo i casi: sia che si tratti di bicomonente, che di cianoacrilato, sti cinesi sono andati al risparmio, l'avessero usata per particolari come il binding o i segnaposizione, era comptensibile, ma per un componente come il ponte, che e` la parte fondamemtale di una chitarra..... e bhe! E` da bacchettate sulle dita :-))
    P.S. tu comunque stai procedendo da vero professionista viste le immagini che hai postato :_)))

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    1. Non ci sarebbe una convenienza ad usare l'epossidica bicomponente: i tempi di presa sono ancora più lunghi dell'alifatica ... il ragionamento di Mirco sul risparmio nei tempi di lavorazione è mooolto plausibile.

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    2. Beh forse non sarà bicomponente, ma non credo che si tratti neppure di cianoacrilica, per le ragioni di cui sopra :-)

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    3. io ho avuto la netta impressione che fosse attak, l'ho riscaldato il più possibile, ma non ha ceduto minimamente, poi grattando con la carta vetrata mi è anche parso di sentirne un po' il tipico odore (suggestione?...)

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    4. A questo punto mi viene da dire che da sti Cinesi in campo commerciale e industriale c'è d'aspettarsi di tutto....riescono a fare delle cose che noi (per quanto paraventi, come popolo), ci sogniamo lo:-)

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  2. Leggo che l'acetone (quello che viene usato per togliere lo smalto per unghie) può essere utilizzato come solvente per il cianoacrilato ... ma ormai è un'informazione che non ti serve più.
    Pare che il distacco del ponte sia un difetto ricorrente nelle chitarre di produzione orientale, vedi per esempio la Eko MIA.
    Non credo che il liutaio avrebbe fatto qualcosa di diverso da quello che hai fatto tu ... forse solo con meno patemi d'animo perchè sono abituati a rabberciare strumenti in situazioni ben peggiori.

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    1. Ah, quando ti riconsegnano la chitarra non sai cosa è successo, paghi e pensi che sia andato tutto liscio! :D

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  3. il liutaio avrebbe fatto la stessa cosa e poi chiesto 300 eurozzi :-))))

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  4. dunque questo lavoro finirà con l'avere una doppia valenza: quella di una (necessaria) riparazione e anche di un intervento migliorativo. quando il ponte sarà reincollato in modo consono e con la colla "giusta", ti ritroverai una chitarra migliorata sia strutturalmente che per qualità sonore, in quanto godrà senza dubbio di una ottimale trasmissione delle vibrazioni sonore ponte-top. insomma due piccioni con una fava. e se già suonava bene prima, figuriamoci dopo.
    ora sarà fondamentale la fase del ripristino e del livellamente della sede del ponte, in modo che appoggiandocelo sopra prima di incollarlo, vi combaci perfettamente. dai, che il traguardo è vicino!

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    1. Il ponte è venuto bene, per il ripristino del top la vedo un po' più dura. Oggi ho riposizionato il ponte e inciso la vernice col cutter lungo il perimetro, poi con uno scalpellino affilato ho grattato la verice all'interno dell'intaglio per allargare la sede dell'incollaggio. Domani ci darò di carta vetrata per livellare il tutto, poi stuccaggio. Frank Ford e Mimmo dicono che non è bene appoggiare il ponte sulla finitura, anche se molte fabbriche lo fanno. E Mimmo e il vecchio Frank hanno sempre ragione! ;-)

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    2. accidenti, io da ignorante è la prima cosa che avrei fatto!
      se dicono mimmo e franco, ci avranno ragionissima da vendere, ma questa cosa vorrei capirla: una volta livellata la sede del ponte e quando la stuccatura si è asciugata ed è "stabile", perchè mai non si possono appoggiare quei pochi grammi di ponte nella zona esatta dove verrà poi incollato? manco un momento, delicatamente per capire se combacia? non ci arrivo, che potrebbe mai succedere?

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    3. No, intendevo che alcuni costruttori lasciano la sede per il ponte (non verniciata) di qualche millimetro più stretta in modo che poi il ponte incollato appoggi sulla vernice. In questo modo il lavoro risulta esteticamente più pulito, ma così la superfice di ponte incollata è minore. Nel caso di un ponte rettangolare, già piuttosto stretto, è bene che la sede sia dell'esatta misura e che il ponte sia incollato completamente.

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    4. No, Mirco intendeva che il ponte non deve appoggiare nei bordi sulla vernice del top (la finitura) come era prima ... per questo ha inciso la vernice attorno al ponte e l'ha rimossa con lo scalpellino, in modo da incollarlo completamente sul legno non verniciato.

      A proposito Andrea, ma non dovevi pubblicare la seconda parte di quella riparazione che hai fatto sul manico dei quella chitarra classica? (o mi sono perso il post?)

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    5. ah ecco! avevo capito fischi per fiaschi! in realtà ho sottolineato questa cosa dell'appoggiare il ponte prima di incollare per verificarne il combaciamento perchè immagino che la superficie del top, soprattutto in quella zona, non sia perfettamente piana, ma lievissimamente bombata.

      beppe, ehm, hai ragione, in effetti ho fatto passare "l'attimo" e poi la cosa mi è sfuggita. ma devo rimediare, ho pure tutte le foto, accidenti! ;)

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    6. Il problema del ponte che poggia anche su una piccola porzione di vernice, oltre a ridurre la superficie di incollaggio (e quindi si avrà una struttura meno solida), comporta il fatto che lungo quel perimetro non incollato, si avranno accumuli di sporco, e infiltrazioni di umidità , sempre presenti nell'aria che alla lunga danneggiano sia la parte sottostante del ponte, che la vernice su cui questo poggia, la tenuta del suddetto va a farsi benedire, ma cosa ancor più grave, nel tempo, il ponte potrebbe imbarcarsi e deformarsi proprio a partire dal perimetro, perché la tensione che sopporta la parte incollata sarà differente da quella priva di colla :-)

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  5. Ho trovato conferma: il ponte era proprio incollato con attak! Date un'occhiata al PS che ho aggiunto al post.

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  6. Stai facendo un ottimo lavoro pare. La chitarra, come dice Andrea, suonerà probabilmente anche meglio di prima (e suonave già benissimo). E se poi il ripristino estetico non sarà perfetto, gli eventuali segni che rimarranno, faranno si che lo strumento risulti ancora più tuo.

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  7. A leggere di queste cose e poi guardare la mia walden , mi vengono i brividi....vabbè , male che va vengo da te :-))))

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    1. Non è detto che in tutte le fabbriche cinesi adottino gli stessi metodi di risparmio, anzi! Secondo me ci sono marchi che hanno capito che bisogna dimostrarsi affidabili. E' quello che sembra non aver capito Recording King. Eastman, ad esempio, l'ho trovata da Mandolin e da Rudy's, RK no! E anche le Walden mi pare che godano di buona reputazione :)

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