E' uno dei segni che caratterizza le chitarre vintage di scuola Martin: il "diamante" che dal manico si protende sul retro della paletta. Per i patiti come me non può mancare! Insieme ai filetti sui bordi del top (il purfling) è uno di quei particolari da ammirare in tutte le sue varianti: più o meno in rilievo, sottile e tondeggiante, largo e spigoloso, corto o allungato fino alle prime due chiavi delle paletta... Tanto che ogni volta che vedo una Martin 00-18v mi appiglio a quel dettaglio per scacciare l'attacco di gas: "Azz, non c'ha il diamante!".
Ma da dove viene questo fregio particolare e che funzione ha? E' un elemento decorativo o strutturale?
Consultando Frets.com, la "bibbia" di Frank Ford (se esistesse una versione cartacea la terrei sicuramente sul comodino) ho finalmente scoperto l'origine del famoso diamante. Ecco alcune foto del restauro di una parlor Martin del 1887:
Manico e paletta vengono separati con l'ausilio di una lama e infiltrazioni di acqua deionizzata... et voilà!
Il coccodrillo molla la presa, ecco cosa nasconde il diamante: un incastro a forchetta saldamente fissato con colla animale a caldo (hide glue). Paletta e manico venivano costruiti e intagliati separatamente per poi essere uniti con questo complicato incastro, dunque il cosiddetto diamante era un rebbio della forchetta che "infilzava" la paletta cava.
Martin ha utilizzato questo complesso sistema di giunzione all'incirca fino al periodo della prima guerra mondiale poi, probabilmente con l'avvento delle corde in metallo che esercitavano un maggiore tiraggio, è passata alla costruzione di manico e paletta in un corpo unico che dava maggiori garanzie di solidità, ma ha conservato il diamante scolpito come una sorta di tributo alla liuteria delle origini. Da allora il diamante non ha più alcuna funzione strutturale, ma rimane a testimoniare la tradizione. E' un segno, un ricordo dei vecchi tempi. Un puro simbolo vintage.
Riferimenti:
A big restoration: 1887 Martin 2-1/2 - 40
molto interessante....
RispondiEliminacerto che i tedeschi sono gente tosta.
Quello che mi ha colpito è che sia Herr C.F.Martin che il suo maestro Johann Stauffer erano del segno dell'acquario, come Django e come me. Mi sono messo per ultimo in quanto insignificante rispetto ai primi tre, ma sembra che le persone nate in quel periodo amino molto le sei corde.
Non ho mai avuto una Martin, ma ne ho provate diverse (quelle prima degli ultimi 10 anni) e devo dire che sono chitarre costruite in maniera fantastica fatte per durare una vita. Il suono Lakewood e Taylor mi piace di più ma se me ne regalassero una la prenderei molto volentieri e ogni tanto ci farei su qualche accordo...
ah, se può contare qualcosa sono dell'acquario pure io. Ma credo che se ti metti a controllare qualche altro segno troverai altrettanti cultori delle sei corde ;-)
Eliminafatto ma l'acquario vince sempre come numero....
EliminaSe può contare qualcosa: acquario, anche se a ben gurdare il mio segno giusto sarebbe birraio :-)
Eliminabene..acquario ascendente .....birraio....
Eliminaio sono nato il 9 febbraio come Carulli e tu
28 gennaio
Eliminacaspita ...
Eliminacome Arthur Rubinstein, Pietro Nobile chitarrista notissimo, Antonio Bartolomeo Bruni, Fausto Papetti, Ferdinand Hérold, Franz Wüllner
ma cito anche se non musicista José Martí un politico, un poeta e uno scrittore cubano nato a L'Avana il 28 gennaio 1853
l'aereoporto de l'Habana porta il suo nome
che storia bellissima, quel restauro. chissà se è plausibile pensare che in un primo tempo il diamante lo lasciarono anche perchè una qualche forma di sostegno in più veniva comunque fornita e volevano andarci coi piedi di piombo.
RispondiEliminaPuò darsi, ma siccome era un elemento ben visibile sono più propenso a credere che il diamante l'abbiano lasciato per rassicurare i clienti. In fin dei conti il passaggio al manico in un pezzo unico era una semplificazione molto funzionale, ma che poteva essere interpretata come un segno di minore accuratezza costruttiva. Per certe cose in America sono molto tradizionalisti, immagino che agli inizi del secolo lo fossero ancor di più.
EliminaA me colpisce proprio la complicazione di quell'incastro con la paletta costruita come una scatola. Oggi siamo tornati alle palette incollate, ma con quelle solide la cosa è abbastanza semplice, in effetti non so se c'è anche chi incolla le palette slotted e come lo fa.
Ehhhh....se non avessimo il Perry che ogni tanto ci spiega le cose, dovremmo inventarcelo.
RispondiEliminamanie Pone, son manie. Dovrei suonare di più!
EliminaUn diamante è per sempre.. bella storia che riempie le mie lacunose conoscenze in materia di chitarre acustiche..
RispondiEliminaAdesso ogni volta che vedrò una Martin in un negozio potrò fare lo sborone.. bella chitarra, ma non ha il diamante, non la prendo..
;-)))
Ah, io faccio sempre così! Però le più belle il diamante ce l'hanno... bisogna inventarsi qualcos'altro ;-)
Eliminacompimenti Mirco, quelli di là non sanno cosa si sono persi.
RispondiEliminaGrazie Giancarlo. Quelli di là ormai hanno solo post che cominciano con "Ciao a tutti!"... contenti loro! :)
Eliminaanche io sono legatissimo a questo particolare, una paletta fatta senza la Diamond volute, è come una donna senza seno, ma c'è da dire che il signor Martin, non si è inventato niente, perchè questo particolare deriva, dalla attaccatura delle palette delle chitarre romantiche, solo che nelle chitarre romantiche, la paletta veniva incollata al manico, con un‘incastro a V, e la diamond volute, serviva a rinforzare il punto di giunzione, poi il Signor Martin ne ha fatto un segno di riconoscimento delle proprie chitarre, anche se all‘inizio anche lui, lo usava come rinforzo del manico alla paletta, che e‘ uno dei punti piu‘ soggetti a rottura, nel tempo pero‘ e‘ divenuto un segno distintivo ed un‘abbellimento, al quale molti di noi non sanno rinunciare :-)
RispondiEliminama io dico, ci si può complicare la vita così per incollare due pezzi di legno?! :D
Eliminase il risultato e‘: maggiore stabilita‘ resistenza alle rotture, ed un aspetto accattivante.....allora perche‘ no? :-)
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