lunedì 25 febbraio 2013

Storia della cucina piemontese


Dunque, la cucina piemontese, bene, lo sapevate che la cucina piemontese è quella col maggior numero di piatti tipici regionali? Ma cos’è un piatto tipico regionale? Un piatto tipico regionale è una ricetta pensata, applicata e soprattutto cucinata storicamente all’interno di una specifica regione, con ingredienti tipici del territorio, che è stata catalogata e a cui è stato dato un nome univoco.

Esempio semplice: il Parmigiano Reggiano, io posso produrre il grana anche a Canicattì, nessuno me lo può vietare, ma mai potrò chiamarlo Parmigiano Reggiano perché il Parmigiano è solo quello di Parma e Reggio Emilia. Sembra niente, invece è tutto…

La cucina piemontese è nota per i salumi, i primi, gli arrosti, i bolliti, le salse, ecc. ecc. ma cos’è che la rende unica? Cosa offre la cucina piemontese più di ogni altra? Cosa la rende diversa?

Gli antipasti.

Fuori dal Piemonte un antipasto può essere un piatto di salumi misti, in Toscana in più ci sono i crostini, magari si possono trovare sottaceti, in Calabria qualcosa col peperoncino, un po’ di nduya, insomma fuori dal Piemonte l’antipasto è quel che dice la parola stessa: qualcosa da piluccare prima del pasto, da noi no, l’antipasto è tutta un’altra storia.

Un pranzo alla piemontese può prevedere anche trenta antipasti, che vanno dal semplice piatto di salumi alla ricettta più complicata, un antipasto da noi ha realmente la stessa dignità se non di più di un primo o un secondo di altissimo livello, un antipasto può essere una ricetta complicatissima, con una storia antichissima ma, soprattutto NOBILISSIMA.

Ogni ricetta ha origini nella cultura contadina, ma cosa la rende nobile? Risposta elementare: i soldi. Il Piemonte e in partcolare la città di Torino come tutti sappiamo, furono sede della Real Casa dei Savoia, ora siccome è poco credibile che un re o una regina si accontentino di un uovo al padellino… e siccome è probabile che un re o una regina di soldi da spendere ne avessero, ecco che la semplice ricetta contadina, rielaborata nelle Reali Cucine, diventava un magiare da re.

E’ pensabile che i nostri nobili antenati, per le loro feste e per i pranzi diplomatici avessero la necessità di mettere in tavola una quantità di portate superiore alla norma e, soprattutto non i soliti primi, secondi e contorni ma qualcosa di più e di diverso, quindi l’antipasto diventava il mezzo ideale per ammaliare l’ospite di turno. Piccola nota: lo sapevate che fino ai primi dell’ottocento si mangiava normalmente in piedi e che solo invitando i lontani parenti russi, i quali mangiavano abitualmente seduti a tavola, a casa Savoia si prese l’abitudine poi diffusa in tutto il paese di sedersi a tavola?

Ma quanti sono questi antipasti?

Nessuno lo sa con certezza, ogni provincia ha i suoi perché ogni provincia ha le sue risorse agrarie e quasi ogni provincia aveva la sua residenza reale, quella che era realmente la risorsa economica di quei tempi, esattamente come una grande azienda oggi.

Dunque l’antipasto come segno distintivo di una nobile cucina, in più va detto che i francesi, i quali furono nostri acerrimi nemici, (venite a visitare le fortezze che dal primo medioevo hanno impedito che il nord Italia diventasse una provincia francese) con la loro nouvelle cousine non hanno inventato niente, ogni antipasto piemontese nato ben prima, può tranquillamente essere un piatto di nouvelle cousine. Un mio amico dice che la nouvelle cousine è solo: portate microscopiche in enormi piatti. Noi almeno usiamo piatti di dimensioni normali…

Qualche ricetta di qualche antipasto?

Alla prossima puntata.


11 commenti:

  1. Davvero interessante. Quello che mi esalta della cucina piemontese è proprio la sterminata quantità di antipasti, di ogni tipo e raffinatissimi.
    Solo una precisazione: il cosiddetto "parmigiano" è solo quello di Parma e Reggio Emilia. Infatti è sempre Parmigiano-Reggiano, sembra niente e invece è tutto. Noi reggiani su questa cosa andiamo sempre in punto d'onore, ingiustamente penalizzati dalla sintesi e dall'ordine alfabetico.
    ;-)

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    1. Sono dettagli che però fanno la differenza.
      Grazie della precisazione.

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  2. Potresti fare una ricerca, su tutti gli antipasti Piemontesi, e postarli un po' alla volta, insomma una tua rubrica, settimanale, o mensile, questo lo deciderai tu, ma vista la mole di ricette penso che possa diventare un appuntamento periodico molto interessante......io l'ho buttata li, a te raccoglierla Aldo :-)))

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    1. Ma che me vo fà lavorà...?

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    2. Dai che non è un lavoro, ma un piacere.... quante ne conosci di ricette, di antipasti Piemontesi? Comincia con quelle :-))

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  3. Aldo.... nun me stuzzica sugli antipasti piemontesi. Da braidese doc quale sono ( anche se scrivo in romanesco, o almeno ci provo) sara' una bella battaglia! Oppure una collborazione? ciao!

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  4. na na na na na ....mi porterai MATERIALMENTE a mangiare gli antipasti, mica mi accontento di belle parele.

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  5. ELENCO DEI VINI PIEMONTESI
    Arneis, Albugnano, Alta Langa,Barbera,Barbaresco,Barolo,Boca, Bonarda, Brachetto, Bramaterra, Canavese, Carema, Cisterna d'Asti, Colline Novaresi, Coste della Sesia, Dolcetto, Doux d'Henry Erbaluce di Caluso, Fara,Favorita, Freisa , Funachi,Gavi, Gattinara, Ghemme, Grignolino,Languia, Lessona, Loazzolo,Malvasia, Moscato, Nebbiolo, Ramiè, Rebelot, Roero ,Ruché, Valsusa,Verduno Pelaverga

    c'è solo l'imbarazzo della scelta tra i "grandi" vini del Piemonte

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    1. Certo, ma è un capitolo a parte e direi, lunghissimo...

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  6. questa informazione sul fatto che si mangiava in piedi compare solamente in questo blog. da dove è presa? quali sono le fonti? è molto dubbia, ma se potete dimostrarmi le fonti sarà interessante diffonderla. attendo che sappiate rispondermi, grazie mille.

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