giovedì 30 aprile 2020

E se il futuro fosse davvero così?

Questi mesi di Coronavirus potrebbero rappresentare anche uno sguardo sul futuro della musica amatoriale. A pensarci bene la disumanizzazione del fare musica e nel fruirla è già in atto da qualche tempo. Io sono un "avanzo di balera" e vengo da un felice passato in cui la gente andava a ballare alla domenica con l'orchestra (il complesso si diceva allora). L'unica concessione alle macchine era il giradischi nelle festine casalinghe.
Bei tempi, ma, puff, svaniti in un lampo: impianti audio sempre più raffinati e potenti ben presto hanno sostituito i "sunador": costavano meno e andavano sempre. E così si passò alle discoteche col d.j. che "suona" i dischi (ho sempre detestato questi personaggi).
E vabbè è il progresso.
Che si fa col gruppo oltre che suonare in cantina? Mah! Ci si adatta...si va al Festival dell'Unità per esempio, oppure alla sagra parrocchiale (grande disinvoltura fra Don Camillo e Peppone) comunque esiste ancora un luogo fisico dove suonare anche se il pubblico è più interessato al gnocco fritto che alla musica di sconosciuti dilettanti.
Adesso, in questa tragedia sanitaria, anche il luogo fisico è sparito insieme con i fruitori della musica. Si suona e si ascolta a distanza e l'esibizione è su You Tube. Tutto virtuale, cioè finto (a parte il desiderio di far musica dei sunador, unica cosa autentica rimasta, di questi inguaribili romanticoni).
Ma presto anche questi potrebbero sparire, quando si legge che ci sono apparecchietti elettronici dotati di intelligenza artificiale (ma l'intelligenza dov'è?) in grado di comporre ed eseguire musica in tutti gli stili, da Mozart a Dua Lipa.
Il cerchio si chiude. La disumanizzazione è completata.
Per chi si affaccia sul mondo adesso, potrebbe andare anche bene, non avendo assaggiato altro. Non per me. Quel tempo sta per arrivare? Boooo...speriamo di no. Ma nel caso, be' grazie, io ho già dato e per fortuna non ci sarò.

15 commenti:

  1. Sinceramente non so...noi la nostra parte l'abbiamo fatta e per quel poco o tanto che ci è concesso la continueremo a fare, bisognerebbe sentire i giovani.

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  2. Il futuro non è scritto, i trend del momento potrebbero sparire tra un mese oppure "peggiorare" fino a scenari apocalittici. Io credo che la musica suonata non sparirà, ho il polso dei ventenni con mio figlio, e non conta se vanno a sentire Ultimo o Ligabue, resta il fatto che amano ancora la musica suonata. Mio figlio strimpella, la ragazza anche, il figlio di Mimmo suona il fingerstyle, ragazzi non abbattiamoci. Certo, ora sto ca**o di virus sta scombussolando il mondo come lo abbiamo conosciuto, ma dovrà passà 'a nuttata, e magari la voglia di trovarsi insieme anche per suonare e ascoltare porterà benefici. Le macchinette fantascientifiche saranno un giocattolo per qualcuno, e magari qualche musicista le userà per esplorare nuove strade. Ma una chitarra, seppur in fibra di carbonio, ci sarà sempre chi vorrà imbracciarla. E io so' pessimista cosmico, lo sapete :DDDDDDDDDDDDDDDD

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  3. E' proprio una situazione scoraggiante, la vedo dura. Bradipoblues.

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  4. Io penso che la voglia di suonare dei sunador non scomparirà...la possibilità di esprimersi con la musica non si può fermare.
    Sono più pessimista sul pubblico, che vedo disabituato (x i soliti mille motivi già detti tante volte) ad apprezzare la musica dal vivo, a meno che non si tratti dell'evento da stadio come il concertone di Vasco, Ligabue età. dove però non è importante come suonano i musicisti, o la qualità audio, quanto poter dire di esserci stati, e avere i sefies. A Cervinia finora, ho avuto la fortuna di poter fare tante serate, eppure quelle con più partecipazione del pubblico coinvolgono sempre gli stranieri, in particolare Inglesi e nord Europei, che a mio parere, sono più "educati" ai live.
    Quando suoniamo per gli Italiani, solitamente molto poco coinvolti dalla performance, capita anche che ci chiedano di abbassare il volume, come fossimo una radio, per poter chiacchierare meglio al tavolo.

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  5. Sono convinto che la musica suonata non potrà mai sparire, prova ne sono tutti quei giovani come mio figlio che non vedono l'ora di riunirsi e continuare a far musica tra di loro, fortunatamente i suoi amici abitano tutti nel raggio di 200 metri e con mascherine e distanza di sicurezza, una volta a settimana suonano in tre: chitarra basso e batteria, nel garage di uno dei tre

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  6. Secondo me il panorama italiano fa un po' storia a se. Quando Roby dice che gli stranieri sono più ben disposti ai live degli italiani riporta un dato di fatto. Come i concerti dei gruppi folk acustici americani su youTube, suonati in ogni dove con centinaia di ascoltatori partecipi, fotografano una situazione che da noi manca. I motivi sono tanti, ma mi sono accorto in questi giorni di una cosa in particolare. Cercando materiali di educazione musicale per le videolezioni, ho trovato video didattici di eccezionale qualità, ma tutti stranieri. In ogni parte del mondo i conservatori, le fondazioni, i teatri e le grandi istituzioni musicali producono materiale didattico, spesso presentato e guidato da grandi nomi della musica di ogni genere. Siti internet e serie di video dedicate agli strumenti musicali, alla teoria musicale, al fare musica insieme, pensati da musicisti ed esperti di didattica per le varie fasce scolastiche, dagli asili alle scuole superiori. Da noi il vuoto. Se vi avventurate nei famosi archivi RAI, che oggi sono a disposizione delle scuole, trovate materiali aggiornati e di ottima qualità in ogni campo del sapere, ma se cercate materiale musicale trovate solo spezzoni di programmi sussiegosi e pallosissimi girati negli anni '70, poi il vuoto. Non un teatro, una fondazione, una istituzione che abbiano investito in educazione musicale. Tutti rinchiusi su se stessi, nelle loro programmazioni di settore, nei loro corsi professionali specialistici. Non uno che abbia pensato a un collegamento con la scuola di base da cui uscirà il pubblico di domani. Anzi, tutti uniti periodicamente nell'accusare proprio la scuola di base di non fare abbastanza per l'educazione musicale. Da qui si capiscono tante cose.

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    1. Insomma. è un cane che si morde la coda...Io ho avuto la fortuna di avere un paio di ottimi insegnanti che mi hanno insegnato ad ascoltare e apprezzare, ma per lo più erano ignorati. Però ricordo che qualche occasione c'era, alle medie ho visto (le prove) di opere concerti e balletti al Teatro Municipale, la prof. ci portava al pomeriggio (in treno) e io mi imbucavo anche con le altre classi, ne ho un ricordo talmente vivo che mi sembra di essere lì ora...I miei figli non hanno fatto nessuna esperienza di questo tipo, (e se la fanno con me non è la stessa cosa). Si fa ancora nella tua scuola?

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    2. Si fa quando si riesce, ma sempre meno. Intanto è aumentata a dismisura la dose di passaggi burocratici, per cui portare fuori i ragazzi è sempre più complicato (permessi dei genitori, trasporti, preventivi, costi, presentazioni di progetti, ecc.). Poi sono cambiati i ragazzi. Quando eravamo ragazzini noi non c'era il bombardamento musicale di oggi, per cui una uscita al teatro della propria città a vedere le prove di una orchestra era un momento magico quasi per tutti. Oggi non è più così. Una esperienza musicale del genere va preparata attentamente. Io ho fatto varie esperienze simili, portando i ragazzi fuori o musicisti a scuola, ma i ragazzi oggi sembrano meno ricettivi. Sono abituati alla spettacolarizzazione e i loro tempi di attenzione sono brevi. A volte trovi musicisti giovani che si prestano a incontri con le scuole e sono molto disponibili a cercare la chiave comunicativa giusta, a giocare anche sulle curiosità più imprevedibili. Invece in altre occasioni trovi musicisti che pensano che la grandezza di Mozart - ad esempio - sia di per se sufficiente a conquistare i ragazzi, che invece poi si rompono i maroni perchè il brano proposto è troppo lungo, troppo complesso, poco vivace o proposto in modo paludato che per loro sa "di vecchio". Secondo me oggi i ragazzini sono ancora ricettivi alle elementari (dove guarda caso l'insegnamento musicale è sporadico e spesso improvvisato), un po' ancora in prima media, ma dalla seconda in poi sono bestie strane.

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  7. E GRAZIE AL PIO! XD.
    Dalla seconda media in poi, o terza di solito, si ha un grande bombardamento di fattori ormonali e la personalita' preponderante precedente resta solo un ricordo. La cosa principale che uno ha in mente a quell 'eta' riguarda la sfera sessuale, ma anche altro. Io, per esempio, dalla seconda media alla terza, nonostante avessi la media scolastica del nove in tutte le materie, uscii completamente fuori di testa: andavo in giro con un giubbotto alla Fonzie con nella schiena cucito uno stemma che avevo disegnato io, una testa di morto, con sotto la scritta "MUERTE". Ero fissato per Bruce Lee e stavo tutta la mattina a buttare calci in aria e cazzotti ai compagni e quando il professore si voltava per spiegare alla lavagna, io istantaneamente mi buttavo giu' a fare flessioni, o iniziavo un Kata di Karate, per tornare al mio posto l' attimo prima prima che si girasse e cosi' via XD. Andavo in giro con un coltellaccio cucito all' interno del giubbotto, per ogni stronzata mi saltava la mosca al naso e spesso bisticciavo. Tutto l' anno della terza poi misi in croce la mia insegnante di Educazione Artistica di cui mi ero follemente innamorato (aveva 30 anni, io circa 14, adesso ne avra' un 75) e nella sua ora stavo sempre accanto a lei, facendole ritratti, disegnandola, scrivendole poesie e parlandole delle cose piu' assurde; lei mi lasciava fare, tra l'altro cercando con infinita pazienza di convincermi che dovevo andare dietro alle ragazzine, farmi la fidanzatina e non interessarmi alle "vecchie" come lei. Beh, c'e' anche da dire pero' che a 14 anni ero piu' o meno come adesso e ne dimostravo 19 ed ero alto una spanna piu' di lei.
    In campo musicale apprendevo la teoria a memoria, non ci capivo niente (in mancanza di esempi pratici, strumenti ecc.) ma studiavo lo stesso, come per il Latino, solo perche' era una materia scolastica e quindi bisognava farlo, come un dovere insomma.
    Consideravo tutte queste nozioni inutili, tranne ricredermi e rispolverarle cinque anni dopo, quando smisi di andare in palestra e decisi di imparare a suonare la chitarra (dopo Bruce Lee, mi fissai con Celentano e Battisti). Da autodidatta.
    Se oggi posso leggere uno spartito, scrivere su un pentagramam e cercare di comporre armonicamente e melodicamente in maniera consapevole e comprendere tutto (beh, quasi tutto) cio' che esiste dietro la teoria musicale, lo devo proprio a quella cara, buona e dolce vecchina che ci parlava con strane parole tipo solfeggio, che ci raccontava di semibreve, semiminime, semicrome e semibiscrome, di movimewnti musicali, di tempi tagliati, di chiavi che non aprivano nessuna porta, di scale che non si usavano per salire ne' per scendere...Una professoressa di Educazione Musicale che tutti quanti chiamavamo "la befana", perche' anziana, zitella, curva, bassina e sempre vestita con una veste lunga, a quadri o a pallini, a strisce o a fiori. Una cara e dolce vecchina che un giorno ha pagato il biglietto lei a me ed a un mio amico che non volevamo andare a teatro al mio paese, adducendo scuse di cui ora mi vergognerei a rimembrare, in cui Eduardo si esibiva in una sua commedia, facendo si' che non fossimo gli unici a non aver potuto assistere a una cosa, col senno di poi, piu' unica che rara.
    Beh, ora che mi sovviene, al mio paese era una istituzione, la cara, buona e dolce Befanina, essi', perche' gli insegnanti di Educazione Musicale erano rarissimi all' epoca, lei era una dei pochi, anzi non ne ricordo altri...
    Adesso sono tutti Professori di Musica. Tutti quandi dicono "Io ai miei allievi...", tutti vogliono insegnare la chitarra su iutub, o su feisbuc, o su istagram e tutti quanti credono di essere i migliori e di avere il Verbo in tasca.
    Tutti quanti vogliono fare "laiv", tutti dicono di fare "concerti", neanche fossero Mozart o Beethoven, Paganini! Ahahah!!! Ma de chè ...?!?

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    1. un fiume in piena... grande Luciano, mi metti buon umore.

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  8. Beh, ogni tanto passo da qui e non riesco a resistere alla tentazione di lasciare una mia impronta, per quanto risibile essa possa essere, eheheh XD

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  9. Complimenti, avete un bel gruppo,arrivederci a presto,io, come insegnante, non posso che darvi ragione

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    1. Ciao Sandro, è un piacere rileggerti ;-)))))))

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  10. Ciao Stefano, anche per me, un caro saluto.

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