lunedì 3 giugno 2019

Liutai in Villa - seconda portata

E come secondo abbiamo un bel piatto sostanzioso, ovvero gli strumenti che a mio parere sono piaciuti di più al nostro sparuto gruppetto.
Inutile dire che le regine sono state le chitarre dei gentilissimi fratelli Chatelier, che oramai da tempo ci ammaliano con il loro suono. Roberto e Max non avevano occhi e orecchie se non per loro e oramai non rimane molto da dire: suono ricco di armonici, ma con bassi profondi e complessivamente ben bilanciato anche sulle medie; suonabilità eccellente; estetica sobria, ma con la raffinatezza e l'eleganza di signore dell'alta società. Qualche novità sul bracing, sia della tavola, che del fondo, ma Philippe non ha voluto scoprire più di tanto le carte in proposito. Quello che non cambia, da lungo tempo ormai, è il prezzo,  molto onesto se rapportato al valore intrinseco degli strumenti (3500 per gli strumenti senza particolari opzioni aggiuntive). In una intervista che Philippe Chatelier ci ha concesso e che pubblicherò a breve ci spiega il perchè.
Le chitarre che abbiamo provato erano una con tavola in abete e l'altra in cedro, entrambe con fasce e fondo in palissandro indiano. Poi Philippe ci ha portato in prova anche una particolare chitarra long neck: 16 tasti fuori, corde di scalatura normale (012-054) ma accordata un tono sotto alle normali chitarre. L'effetto complessivo è un po' disorientante, bisogna abituarsi al manico più lungo e al suono più basso, l'impressione che ne ho avuto è di una chitarra dalla risposta un po' più lenta, ma sempre con un gran suono (si può ascoltare alla fine del primo filmato pubblicato da Max)



Ma io sono rimasto affascinato anche dalle chitarre della liuteria Maxmonte (Max Monterosso): abbiamo provato una chitarra con un formato delle dimensioni di una OM anche se lo shape non è proprio la OM Martin, tavola in abete fasce e fondo in palissandro indiano; quindi una minijumbo con tavola in cedro con un sacco di opzioni (tastiera fan-fret, cutaway, bevel armrest).
Entrambe le chitarre hanno una estetica molto curata, moderna ed aggressiva, con inserti di essenze particolari; il manico ha un'action bassissima ed è più largo dei soliti 44,5 mm, ovvero 46 mm, e questo ha messo un po' in difficoltà Roberto. Sul suono lascio giudicare voi, ma mi è piaciuto il fatto che il suono percepito dal chitarrista è egualmente gratificante (o quasi) rispetto al suono percepito frontalmente.
La chitarra con la tastiera fan-fret, risulta molto comoda e nonostante fosse la prima volta che provassi questo tipo di tastiera, la differenza non mi ha causato problemi. rispetto alla prima mostra una maggior presenza di buzz sulla tastiera, probabilmente a causa dell'umidità molto elevata (ha piovuto ininterrottamente tutto il pomeriggio). I prezzi di questo liutaio sono un po' più alti, soprattutto per la chitarra con più opzioni che comportano un numero di ore di lavorazione maggiore (intorno ai 5000, mentre per la OM si parte dai 3800 in una configurazione base).

12 commenti:

  1. Purtroppo non ho dei filmati della chitarra minijumbo con tavola in cedro. Se Max ha registrato qualcosa con il suo zoom, possiamo integrare il suo video nel post

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  2. Direi che sono passati sei anni da quando abbiamo scoperto le Chatelier a Sarzana e il prezzo, oggi come allora, è sempre quello. Credo che i fratelli debbano aver aumentato di molte unità la produzione per poter seguire questa politica. Ma quanto potrà durare? A meno che...
    A pensar male si fa peccato, ma si potrebbe pure risolvere il busillis. Mah!

    p.s. non ho spezzoni di video relativi al modello che dici.

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  3. Le chatellier si confermano. Molto interessanti anche queste maxmonte! Suono pieno, corposo e complesso. Belle cose, che brillano anche nello scuro di questi filmati quasi notturni :D

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  4. Capisco bene le difficoltà di Robby, anche io con la Lake e il suo 46 ho lanciato più di un impropero quando dovevo usare il pollice per il MI basso. Ma la comodità generale poi ti ripaga...Le chatelier restano ottime chitarre che ingolosiscono, ma anche l'altra non è male davvero ;-)

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  5. Le Chatelier, si riconfermano delle Signore chitarre, su questo non si discute, male Maxmonte, mi hanno impressionato molto positivamente, ho ascoltato il video con le casse, quelle buone, devo dire che hanno una ricchezza di suono ed una presenza timbrica, che non le rende seconde alle Chatelier, e poi c'è una ricercatezza nelle forme e nella estetica che le rendono moderne, ma non pacchiane

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  6. Da "testatore" (ma più che altro mi definirei "testone" :-)), posso dire che la suonabilità delle Chatellier è quella che preferisco, sia per lo shape del manico, che la spaziatura delle corde. Spero mi perdonerete qualche errore esecutivo.
    E' sempre difficile imbracciare un nuovo strumento e suonarlo come si deve, senza conoscerlo affatto. Probabilmente per darvi una migliore possibilità di comparazione tra i diversi strumenti avremmo dovuto suonare il medesimo pezzo ma come sempre accade in queste occasioni, l'idea dominante era quella di "avere delle percezioni e delle emozioni" suonando le diverse chitarre. E dopo Beppe ha deciso di usare i video per documentare il più possibile ai Cookers

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    1. Il tuo repertorio è veramente ampio, non solo come numero di pezzi, ma anche come stili diversi, quindi sei veramente un ottimo "collaudatore". E' comunque un piacere sentirti suonare, al di là di qualche inciampo, del tutto comprensibile. A me, per esempio, più che le diverse dimensioni e forme del manico, in questi frangenti mi mette in crisi il fatto di avere sotto le dita corde poco scorrevoli per il passaggio in parecchie mani mani, sudore e umidità ...

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    2. Grazie Beppe, è molto diverso preparare una serata con il proprio strumento piuttosto che cambiare chitarra ad ogni pezzo, e cercare di carpirne l'essenza mentre si suona… ci si concentra su altri aspetti più che sull'esecuzione tecnica, e quindi ci scappa qualche scivolone. Il feeling con le corde è importantissimo anche per me, al punto che avevo persino pensato di portarmi il Fast Fret da passare sulle tastiere prima di suonare per migliorare il contatto… e alla fine me lo sono dimenticato :-(

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  7. Testone o testatore ma con molto testosterone nel suonare la guitar

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    1. Grazie Max; e preparati perché alla prossima occasione sfoderiamo una sfilza di canzoncine SWING a tutto...testosterone !
      ;-)

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  8. Molto belle sia Chatelier (Ho un ricordo fresco da Cremona) che Maxmonte che ricordo bene per la sua chitarra arpa, devo dire che dal video queste ultime mi piacciono ancora più, hanno un suono molto grosso, complesso, mentre le Chatelier sono più chiare squillante. Complimenti ai suonatori, dal repertorio davvero da gran solisti.

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  9. Innanzi tutto, grande rimpianto di non esserci stato, di essermi perso queste magnifiche chitarre ma soprattutto la vostra compagnia. Ma per un giorno, vista la distanza, sarebbe stato impossibile. Ogni volta che vedo e sento una Chatelier, il piccolo tarlo (che sta sempre lì) lavora un po' del solito. Quel loro shape mi sembra sempre più l'uovo di colombo. Gran bel suono anche per la Maxmonte e grandi complimenti ai chitarristi

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