martedì 28 maggio 2019

Liutai in Villa - Prima Portata

Come prima portata abbiamo le Chitarre di due liutai giovanissimi: Alessio Guarnieri e Stefano Robol.
Il primo propone un modello ispirato alla Gibson L-00 degli anni '40, almeno come forme e dimensioni del manico (dimensione ridotta al nut, ma piuttosto cicciotto come spessore).  Tavola armonica in cedro, fasce e fondo in un bellissimo palissandro indiano figurato, con una venatura centrale gialla di grande effetto estetico. le rifiniture sono raffinate e di gran classe, rimanendo comunque sobrie.
Robol propone invece una chitarra con uno shape originale, le dimensioni del lower-bout e la profondità della cassa fanno pensare ad una jumbo, ma la lunghezza della cassa risulta un po' minore e meno arrotondata agli estremi. Il top è in abete, fasce e fondo in wengè , rifiniture essenziali con cutaway e manico comodo.
Per il suono lascio giudicare a voi, ma devo dire che suonando la chitarra di Robol ho avuto una impressione completamente diversa da quella che si sente anteriormente, i cantini sembravano un po' muti, quasi fossero corde in nylon ... comunque una chitarra con una gran botta sui bassi, direi più idonea allo strumming.


11 commenti:

  1. Entrambe le chitarre, sono splendide, quella suonata in wengè, non la sento muta per nulla, anzi la sento meno sferragliante rispetto alla chitarra con top in cedro suonata da Max, forse per effetto degli artigli in metallo, sul brano di Tommy Emmanuel, suonato da Roberto, il suono mi è molto famigliare, mi ricorda la mia Dreddy, eppure per fasce e fondo per la mia ho usato il palissandro, e devo dire che anche la mia freddi suonandola da l'impressione di avere i cantoni in nylon, ma suonata da altri, standogli di fronte, questa sensazione sparisce, e tutto sembra bilanciatissimo

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    1. In effetti la chitarra con la tavola in abete, di Stefano Robol, mi ha dato questa impressione solo quando la stavo suonando, mentre ascoltandola frontalmente risultava più bilanciata nel suono.
      Riguardo alle corde che sferragliano, ho constatato che molte delle acustiche esposte avevano dei buzz sui tasti, in quanto erano settate con un'action molto bassa e forse a causa dell'umidità molto elevata. Ho avuto l'impressione che le chitarre con la tavola in cedro abbiano risentito di più della condizione climatica avversa.

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    2. *cantoni...freddi... vabbè va, mi hai capito, malgrado il telefono dislessico che mi rema contro 😂😁

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  2. Sulle peculiarità intrinseche delle chitarre non mi sbilancio, l'ascolto con il portatile non credo renda giustizia al vero suono di cui avete goduto sul posto, senza contare la registrazione amatoriale e la compressione del tubo. Quello che però traspare, e forse mi interessa di più, e la solita aria "di casa" che si respira quando i cookers si incontrano, anche se non c'è una scaletta provata e condivisa, il divertimento e la passione vincono sempre. E questo mi fa stare bene. Un po' meno il fatto che non ci fossi anche io, mannaggia la paletta ( slotted eheheheheh )

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  3. Difficile commentare le chitarre, come sappiamo oltre ad ascoltarle (dal tubo...) bisogna prenderle in braccio e solo allora si può giudicare. Ma una cosa si può dire: aria di casa! :D

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  4. Per il prossimo incontro canterò AFTER YOU'VE GONE e I SEE YOU IN MY DREAMS
    Preparatevi guys

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    1. questi sì che son pezzi...se mi dici le tonalità me le vorrei studiare anch'io, magari col mandolino.
      Un'altra bellissima sul genere è I'm confessin

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    2. I'm confessing? Me la ascolto.
      le tonalita credo siano entrambe in DO

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    3. I'M CONFESSIN'...la conoscevo. Bellissima. Si farà, si farà

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  5. E io le suonerò molto volentieri!
    I'll see you io la suono in do. Come pure Dream a lite Dream of me. After you have gone invece in mi.

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