lunedì 22 ottobre 2018

Namid



Namid è passione. Il suo bel nome indiano sa di libertà; la sua ballata è cantata da un libero poeta. Namid è una donna, Namid è una stella, Namid è poesia. Namid è un insieme di colori pastello. Questo è un romanzo in versi, un inno alla poesia.

Questo recita il retro del libro che Marco Nardovino, un amico di sempre, ha scritto dopo la pubblicazione della sua prima raccolta di poesie " per certi versi". Entrambi presentati venerdì scorso nella libreria Arion/Feltrinelli di viale Eritrea a Roma. E nella prima presentazione in un altro centro culturale ho avuto mesi fa il primo contatto con questo romanzo in versi. Già sulla strada del ritorno, con il libro in tasca, avevo in mente delle note che giravano libere, ispirate dalla lettura di alcuni versi durante la serata. Poi l'ho letto, e scrivere il tema "Namid" è stato naturale. Ho cercato di catalogare tutte le cose che si rincorrevano nella mia testa, Lawrence d'Arabia, Morricone, il prog, la chitarra acustica. Perchè Marco vuole mettere su uno spettacolo dove musica e poesia si fondano con immagini, movimenti, teatro. Nel video che segue ho solo due dei tre brani eseguiti , manca confessioni di un malandrino di Angelo Branduardi. La scelta è stata dettata dalla presentazione che è voluta andare oltre i due libri scritti, un volo sull'universo poesia, mondo che onestamente conosco poco ma mi attrae da sempre. Per cui una breve versione acustica di Namid, poi mercy street di Peter Gabriel ( scritta per Anne Sexton, poetessa americana ) e infine la bella versione di Branduardi dei versi di Esenin. Ci sembrava tutto legato dallo stesso filo, e la serata ci ha dato ragione vista l'accoglienza del pubblico.Io ho portato la Walden, mentre alla chitarra classica e al canto c'è il fido Walter. Una prova una, praticamente improvvisando Namid e andando a memoria per le cover tante volte suonate davanti a fuochi sulla spiaggia o camini rassicuranti nei decenni della nostra amicizia. L'atmosfera d'altronde era informale, con i clienti della libreria che passavano in cerca di testi. E poi noi due davanti agli scaffali dei libri per bambini, un segno ?
Un ultimo accenno al tema "Namid" : il brano è in divenire, nasce come colonna sonora ed è molto suonato. Nella prima prova che allego suono tutto io, ma sono in attesa di definire meglio la destinazione finale per contattare chi suonerà ( meglio di me ) i vari pianoforti, tastiere e batterie. Perchè se sarà una colonna sonora potrò fare tutte le tracce che voglio, se invece andrà suonata live allora devo ripensarla per i componenti della band. E poi da quella registrazione veloce sono già state aggiunte parti, tolte altre, forse anche inglobare altri pezzi come Paesaggi. Sarà un lavoro lungo ma stimolante, è la prima volta che mi cimento nello sviluppare qualcosa che si ispira a un espressione artistica non mia, quasi un lavoro su ordinazione ma senza paletti. O almeno non troppi :)))))))







16 commenti:

  1. Namid, un brano davvero ben costruito e con spunti e assonanze che richiamano vari stili, ma che non risulta banale, anzi, l'amalgama ne fa un pezzo davvero nuovo, comunque Ste, il Progressive, risulta dominante, se vede che le tue origini so quelle, nun c'è niente da fa... Bello bello bello!!!!

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  2. Grazie Mimmo. Sulle mie influenze e radici musicali, lo sapete bene: ho iniziato ad ascoltare musica in maniera attenta già a 11/12 anni, grazie ad amici più grandi e ai loro fratelli maggiori. Ed erano gli anni dei primi lavori dei jethro tull, genesis, yes e van der graaf generator ,e poi PFM e Banco. Con un cugino più grande andai al festival pop di villa pamphili ed entrai in contatto con un mondo variopinto e pieno di energie che spingevano ad allargare la visione del mondo. Non suonavo ancora nessuno strumento ma a casa ascoltavo i dischi scimmiottando i vari musicisti davanti allo specchio, destando qualche preoccupazione nei miei...Per cui si, il prog è stato l'inizio, ma così come di li a poco mi innamorai anche dei cantautori, poi del blues, il folk, la scoperta della chitarra acustica e dei suoi paladini. E anche oggi che prediligo atmosfere più semplici ed acustiche, mi trovo ad ascoltare di tutto e non rinnego niente dei miei ascolti passati. Che poi rientrano in tutti i miei lavoretti compositivi, da una parte non focalizzandomi su uno stile preciso, dall'altra donandomi però di certo di una mia personalizzazione della musica suonata e pensata. Alla fine non sono ne bravo ne innovatore, ma le ambizioni musicali sono già rientrate nei giusti ranghi del divertimento. Spesso solo mio con buona pace per il povero pubblico che ha la sfortuna di imbattersi in me eheheheheh

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  3. Dimensione intima e "vera". Non nel senso che le altre siano finte, ma che è una dimensione pura e "senza rete" che mi attira da tempo (saggezza della vecchiaia o nostalgia dell'incoscienza?). Mi pare che il lavoro si adatti bene alla situazione richiesta. Sento che hai intenzione di prenderti qualche rischio in più, magari allargando l'organico, ma spero sempre "senza rete". Un giorno ti seguirò. Abbravo!

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    1. Grazie Mirco. La situazione era di per se intima, confinati in una sala della libreria, qualche sedia, 20/30 persone più i clienti che girovagavano. La scelta acustica dura e pura era la più naturale, anche se le pareti piene di libri assorbono molto con riverbero zero. Ma come avrai sentito, il tema che ho scritto è stato pensato per altre cose, una colonna sonora quasi cinematografica, con arrangiamenti ricchi e il tema cantato dall'elettrica e dagli archi. Mi piacerebbe avre a che fare con una piccola orchestra...Però poi dovrò seguire lo svolgersi degli eventi. Se faremo lo spettacolo in un teatro e suoneremo dal vivo, dovrò pensare ad arrangiare per chitarra,basso, tastiere e batteria. Forse un pianoforte, alla prima presentazione a cui ho assistito suonava un amico di Marco con un piano a coda, bella serata, con un attrice professionista che recitava le poesie oltre a Marina che è sua sorella ed è comunque piacevolissima da ascoltare.E poi ci rarà forse un mimo/ballerino che volteggierà intorno a chi declama e immagini create ad hoc per lo spettacolo. Insomma qualcosa di impegnativo, con o senza rete si rischierà in tutti i casi se la regia non sarà perfetta.Ma proprio poco fa mi ha chiamato il "poeta" che vuole replicare in un altro spazio più grande ma sempre in maniera acustica, magari con percussioni e rumori. Li dovremo amplificarci perchè comunque senza il volume può riempire giusto una stanza medio piccola, oltre ci vorrà il microfono anche per chi parla e declama. Vedremo...Avvertimi quando mi segui e non tamponarmi :DDDDDDDDD

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    2. Mi associo al commento di Perry: bello suonare così "senza rete", la dimensione giusta per noi, ti invidio per il contesto e per il coraggio di proporti in questa dimensione che può sfociare nel dilettantesco e invece lo è nel senso più alto del termine. E poi hai anche fatto delle belle parti melodiche, suonate con espressività. Il pezzo suonato mi sembra abbia una ottima resa, molto da "titoli di coda", credo che registrato bene sarà molto d'effetto (o vuoi suonarlo in diretta?)

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    3. Non so ancora, ma probabilmente in diretta, come una volta in teatro nella buca dell'orchestra ahahahahah

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    4. E torno su quello che hai scritto, e cioè del pericolo di scadere nel dilettantesco: il rischio c'è tutto, anche perchè da dei dilettanti cosa puoi aspettarti ? Ho pensato anche di ripensare gli arrangiamenti, ma poi complicare il tutto lo rende più professionale? O è la passione che uno riesce a metterci a fare la differenza? E può bastare? Boh...

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  4. La colonna sonora, ovvero la prima prova in cui suoni solo tu, è molto progressive: ci sento un po' i King Crimson nel tema iniziale e un po' i Genesis di "The Lamb lies down ..." nella seconda parte a partire da 2:06.
    Mi piace e non potrebbe che essere così, perché io e te abbiamo ascoltato e amato la stessa musica, negli anni '70.
    La versione acustica perde parecchio di questi echi progressive e si trasforma in un'altra cosa, più intima, più in linea con la musica che ascoltiamo e amiamo adesso, quindi mi piace ancora di più...
    Ti invidio questa creatività eclettica, che ti porta ad esprimerti degnamente con un sacco di strumenti. Complimentoni.

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    1. Devo dire che la creatività ultimamente latitava, ma il libro del mio amico, le sue poesie, il suo entusiasmo per questa nuova avventura sono stati ottimi stimoli e il pezzo è nato in poche ore. Ora chissà quando mi ritorna la vena eheheheh Grazie Beppe, anche se so benissimo che i nostri ascolti passati e presenti collimano parecchio e quindi non vale :DDDDDD

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    2. No, vale di più, perché riesco ad apprezzare meglio tutte le sfumature ...

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  5. e bravi...questo è l'ambito giusto per la chitarra acustica

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    1. Si, è vero. Ma le mura rivestite di libri non aiutano il suono, questo oramai l'ho capito !Un negozio di ceramiche andrebbe meglio eheheheh

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    2. si un po' di amplificazione di qualità e un poco di riverbero darebbero più suggestione ai pezzi.

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  6. Te lo avevo già detto: a me piace molto.

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    1. Tanto per la parte di mixaggio finale dove scappi, appena ho messo il punto ti mando le tracce, ma non sarà tanto breve.... :-)))))))

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