sabato 25 marzo 2017

Ulisse e i misteri della Psicoacustica

Come sapete l'altro giorno da Lenzotti ho casualmente incontrato una sirena Martin tutta di mogano , la 000-15 SM, che mi aveva incredibilmente attratto. Lo scombussolamento era stato anche maggiore per via che la mia 000-28 (che a casa ha un suono che mi manda in brodo ogni volta che la prendo in mano) in quell'ambiente così ampio e diverso mi era sembrata stranamente diversa. Gli armonici, la sua timbrica, si perdevano in mezzo a quello spazio così ampio.
Dato che continuava a rodermi, ho deciso di prendere il tarlo per le corna.
Eh, direte voi, ma il tarlo mica ce le ha le corna. Giusto, per questo è difficile acchiapparlo.
Come un novello Ulisse, che si lega all'albero della nave per non sentire il canto delle sirene ammaliatrici, sono tornato dal Lenzo tirandomi però dietro la moretta, che è per metà di mogano e per metà di abete rosso o adirondack.
Entrato, mi dirigo subito verso la 00015 SM: a noi due, cara la mia sirena, vediamo come ti metti adesso...
La risuono un po', giusto per entrare in relazione. Mmmm ok. Poi acchiappo la moretta. A differenza della 000-28 che mi aveva dato una lieve impressione di "vuoto", non so definire meglio, la KebMo strillava che era un piacere, legnosa, presente, perfino prepotente. La sirena si è ammutolita e il tarlo ha traslocato senza corna e con le orecchie basse.

Bisognerebbe dire a Ulisse che sarebbe meglio legarsi all'albero giusto per zittire queste noiose sirene.


29 commenti:

  1. Allora pare che l'ordine delle cose sia ristabilito. Il tuo precedente post mi ha incuriosito, ma anche sorpreso. Una all maogany affascina, invita a inventarsi nuove sonorità, ma difficilmente ti avvolge completamente. La 00015sm, secondo me è una grandissima chitarra, a parte le meccaniche un po' povere. Molto rigorosa esteticamente regala un bel suono, bilanciato e molto corposo, ma le sfumature emesse da una tavola in abete sono difficilmente raggiungibili. Non ho mai provato una buona dread in mogano, potrebbe sorprendere.
    Buona serata.

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    1. secondo me una dread completamente in mogano, non ha alcuna ragione di essere, perchè il mogano ha già di suo una voce potente e cristallina, che sommata ad un body di notevoli dimensioni, risulterebbe quasi sgraziata, insomma avresti una chitarra difficile da gestire anche se sperimentazioni in questo senso ce ne sono a bizzeffe ed anche di strumenti di serie, dread all moghany se ne trovano in commercio, ma non incontrano i successi di vendite delle loro corrispettive con tavole in abete o in cedro

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  2. in pratica l'albero giusto è il mogano!

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  3. E no, caro Max, mi stravolgi l'Odissea! Ulisse non si è legato all'albero per non sentire le sirene, ma proprio al contrario, per godere di tutto l'ammaliamento delle loro voci senza rischiare di cadere in tentazione. Scoprendo però che essere inchiodato a quell'albero è una sofferenza feroce, come il supplizio di Tantalo, e dolce sarebbe stato il perdersi.
    Nel tuo caso hai schiacciato il canto della sirena con una voce ancor più sublime e potente, ma mi resta un dubbio, quel vuoto della 000-28 ... (che stronzo che sono)

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    1. Aggiungo un'ipotesi riparatoria. Come notammo tre anni fa a Sarzana, la tua 00028 non gradisce i cambiamenti repentini di ambiente. Appena arrivati me l'hai fatta provare, all'aperto davanti alla casetta che avevamo affittato, c'era anche parecchia umidità e l'ho trovata un po' spenta. Alla sera, ritiratici al chiuso, ce la siamo passata un po' tutti e più la suonavamo, meglio usciva la sua voce, era un'altra chitarra rispetto a quella provata al mattino.
      Forse dal Lenzo, dopo averla sballottata nel viaggio, l'hai tirata fuori dalla custodia e hai subito preteso che rendesse al meglio, ma non gli hai dato il tempo di adattarsi all'ambiente e di "scaldarsi".

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    2. si concordo, sono quegli strumenti che io amo definire: "chitarre diesel", che ci mettono un po' a scaldarsi, ma appena lo fanno ti restituiscono un suono che altre chitarre più pronte si sognano

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    3. Beh l'umidità a Sarzana era davvero tanta. Però io sarei più propenso a pensare che l'ambiente grande favorisca la dispersione di frequenze, armonici ecc. Anche voi avrete senza dubbio provato a suonare in casa davanti ad una parete e ad apprezzare quanto suono riflesso arriva. In un ambiente grande quella parte del suono non arriva, o arriva in minor misura a chi suona (non per niente si parla anche di proiezione acustica in uno strumento di un certo pregio).
      Insomma per farla breve, la chitarra suonerebbe sempre allo stesso modo ma è il mio udito che fatica ad adattarsi alle situazioni ambientali diverse.
      Credo che le aperture praticate sulla fascia superiore di alcuni strumenti di liuteria abbiano una loro giustificazione.
      Ma anche su strumenti più economici il principio regge. Un amico ha una Walden a cui sta cambiando il pre (il c.d. citofono). Chiudendo o meno con la mano lo scasso il volume cambiava decisamente.

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    4. Su questo non ci piove, non per nulla quando si va a provare una chitarra, bisognerebbe andarci in due, per mettersi anche dalla parte dell'ascoltatore, almeno per la maggior parte degli strumenti che sono privi di foro sulle fasce

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  4. già la psicoacustica è un fenomeno difficile da affrontare razionalmente, quando poi si aggiunge l'acustica pura, i fattori ambientali, l'umidità etc., diventa durissima. La 00028 di Max in quell'agriturismo a Sarzana la provai anch'io direttamente all'inizio della serata e sulle prime suonava chiusissima. poi a fine serata, rientrammo nel bungalow e ce la passammo per una buona mezzora. dopo un po' ricordo che sotto il piglio vigoroso di Mimmo era già diventata un'altra chitarra. Poi la presi anch'io e verificai che le differenze rispetto a poche ore prima erano macroscopiche, tanto che era diventata la più contesa del lotto! come dice Mimmo più sopra è una diesel, ma quando carbura, è favolosa.
    Però ricordo che in quel di Parma la 00028 ci mise pochissimo a scaldarsi, mettendo subito sul tavolo le sue carte. Considerando le chitarre meravigliose che giravano quella sera, probabilmente avvertì lei stessa un pizzico di competizione! ;)
    Massimo rispetto per le tuttomogano, ma penso che la Martin di Max sia su un altro livello, con un suono molto più articolato e tutta una gamma di sfumature e microdettagli che quelle non posseggono.

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  5. p.s. ciò non toglie che ultimamente tutto questo parlare delle tuttomogano mi ha riattivato un vecchio pallino. magari ci faccio un post, anche se non aiuta a tenere a bada la GAS, mannaggia. ;)

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  6. Mi ripeto. Conta anche quali tipi di chitarre stiamo confrontando. Paragonare una 000 12tasti tutto mogano con una 000 14tasti abete/palissandro è come tentare di decidere se sono meglio le melanzane alla griglia o quelle alla parmigiana. Ovvio che non regge, sempre melanzane sono, ma i due piatti sono ben diversi e uno NON è necessariamente meglio dell'altro. Ma soprattutto - e questo è il punto! - dipende molto da cosa abbiamo voglia di mangiare in quel momento. Lasciando la psico-gastrica e tornando alla psico-acustica, il secondo confronto del Rev era già più corretto (anche se non del tutto!): almeno le due chitarre avevano qualche punto in comune.
    Spesso siamo tentati di giudicare una chitarra secondo parametri che crediamo assoluti, ma se così fosse le chitarre le farebbero tutte uguali: un solo modello, stessi legni. Sai che noia?! :)

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    1. Siamo perfettamente d'accordo sul principio: chitarre con legni diversi e costruzioni (anche leggermente) diverse sono animali diversi e ciascuna ha un suo perché, un suo range di utilizzo e sue proprie peculiarità, soniche ed estetiche. Però non può non scattare la molla del confronto tra chitarre 'simili' (non tra una dread e una parlour, per intenderci), anche rispetto a un proprio sistema di attese verso questo o quello strumento, sennò dovremmo solo confrontare chitarre identiche! ;)

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    2. per Mirco: beh, effettivamente io non volevo fare alcun paragone...è che mi trovavo lì con la mia martin (non la lascio mai in macchina), e dopo aver suonato quella in mogano e averla riposta, facevo sentire la 00028 ad un paio di persone che si erano fermate e che me l'avevano chiesto. Tutta la mia "sorpresa" è nata da lì. Peraltro i due avevano parecchio apprezzato il suono che evidentemente a loro arrivava diversamente che a me.
      La martin 000 15SM è comunque più leggera della mia e questo forse ha influito nell'ascolto non frontale. Mah...non saprei.

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    3. @ansgar: certo, il confronto tra chitarre simili è sempre salutare. Poi nessuno vieta di confrontare anche chitarre diverse, basta tenere ben presente che son diverse.

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    4. @Mr_Pone: capisco, e ti sei trovato spiazzato. Comunque mi piace molto l'idea che sei tornato apposta con la Moretta per punire quella moganosa! :DDD

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  7. Tutto è bene ciò che finisce bene....
    A conclusione della "querelle", vi posso dire che a me piace suonare "a turno" una o l'altra delle mie chitarre, e le impressioni spesso non coincidono con la volta precedente.
    Così per certi periodi suono sempre la stessa e mi dico: "si, si, questa è quella che preferisco" mentre altre volte ne preferisco un altra.....
    Sarà lo stato d'animo, l'aspettativa di suono, o quello che suono, le orecchie che invecchiamo, boh.....

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    1. Mi capita la stessa identica cosa.

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    2. Credo che questo capiti a chiunque di noi abbia più di due chitarre, praticamente a tutti 😉

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    3. questa è la prova incontrovertibile che bisogna assolutamente averne più di una.

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  8. Credo che il Talmud prescriva il possesso e l'uso di più di due strumenti a corda. Un precetto ripreso dal Codice Napoleonico che estendeva a tre strumenti. Quindi siamo a posto..☺

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    1. Dev'esserci qualcosa in merito anche nei manoscritti del mar morto...

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    2. Ah vedi! E allora oltre ad essere chitarristi, rispettiamo anche le dottrine religiose 😀😀

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  9. Sì, ma la questione è controversa. Alcuni manoscritti si limitano a considerare il sicomoro come tavola armonica e olivo per io body. Altri, apocrifi, sono più elastici, arrivando al fico e al cedro. Va da sé che gli apocrifi erano più avanti..

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    1. E' cosa ormai assodata che i seguaci della dea Kalì possono avere molte più chitarre (e suonarle contemporaneamente), c'è da farci un pensiero...

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    2. Non oso pensare a quale altra estensione del corpo si possa usare.

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  10. @ Claudio. C'è pure qualche integralista....

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