venerdì 2 ottobre 2015

Attenti a quei tre: CS&N a Milano

Credo che l'abbiano in contratto, o almeno così m'han detto: ma se non ci sono io ad almeno uno dei loro concerti italiani, loro non suonano!
Credo che sia così, o almeno nei miei sogni, ma a me non costa nulla sognare, tanto ai loro concerti è da tanti anni che ci vado sempre, medicina sempre efficace per ore e ore di felicità: non potevo mancare neppure questa volta all'invito di CS&N, e così ieri sera me ne sono andato in quel di Milano, al Teatro Arcimboldi, io e il mio amico Vincenzo, che insegna chitarra jazz al Conservatorio di Parma, adora Crosby, e non li aveva mai sentiti dal vivo.
Qui di séguito vi allego l'articolo che ho scritto per la Gazzetta di Parma, e che apparirà domani: come note fuori sacco, vi aggiungo che è stata una serata meravigliosa, che Stills meno voce ha e più e meglio suona, che Crosby e Nash sono ormai un'unità indissolubile dalla voce celestiale; il mio amico è letteralmente impazzito per i soli di Stills, che non credeva suonasse così, mentre ha molto divagato sulla vita dopo la morte (di Crosby, al ritorno eravamo sull'esageratamente lirico). A teatro ha incontrato tre suoi allievi meno che trentenni, anche loro al termine letteralmente esaltati.
E basta: eccovi la mia recensione: ho visto che su Youtube c'è già un pezzo di ieri sera, ma è di scarsa qualità. Se tra qualche giorno ne spuntasse fuori qualcuno migliore, lo aggiungo al post.
(ultima postilla: il via vai di chitarre sul palcoscenico era addirittura imbarazzante...)


LA GAZZETTA DI PARMA
Forse neppure quel Destino (diciamo Destino per stare bassi) che riunì (era, semplicemente, Woodstock) le anime e i cuori e le corde vocali e quelle delle chitarre, di David Crosby, Stephen Stills e Graham Nash (cui presto s’aggiunse, presenza essenziale anche se sporadica, un altro amico pazzerellone dal nome di Neil Young) s’immaginava che quell’arcana alchimia da cui scaturì il forse più celebre dei supergruppi (ognuno di loro infatti veniva a sua volta da band già celebri se non leggendarie, gli Hollies, i Buffalo Springfield, i Byrds) continuasse a mezzo secolo di distanza a offrire conforto e felicità al pubblico di tutto il mondo: eppure così è stato e, grazie a quel Destino (continuiamo pure a dir così…), così continua a essere: e così leggevamo nei volti del pubblico che giovedì sera usciva dal gremito Arcimboldi di Milano, tutti, se non fratelli, parenti stretti almeno, con stampato in viso un sorriso beato come nelle migliori feste di famiglia.
È infatti iniziata da Milano la nuova minitournée italiana di Crosby, Stills & Nash, i tre miti (e usiamo senza paura questa parola, perché se non sono miti loro…) del rock che fortunatamente per i loro tantissimi e transgenerazionali appassionati italiani praticamente tutti gli anni ritornano nel nostro paese, tappa tra le preferite del loro “neverending tour” (per rifarsi a quello di Bob Dylan, altro inarrestabile, mitico ultrasettantente della musica) che dopo l’apertura milanese li portava a Padova e a Roma.
Ed eccoci ancora una volta a dar cronaca sulle pagine della Gazzetta di questo trio storico: storico sì, ma però e per fortuna sempre vivissimo e vegetissimo. Nati evidentemente per far musica, e per farla davanti al pubblico, che sia esso i 500.000 di Woodstock o i 500 del Fillmore di Cortemaggiore, nelle piazze storiche italiane così come negli stadi, ritroviamo a ogni nuovo concerto CS&N capaci di coinvolgere ed emozionare il pubblico dall’alto di un’esperienza sì pluridecennale ma anche di un entusiasmo davvero contagioso. Cosa possiamo dire, noi poveri cronisti, di un concerto che comincia con “Carry on” e finisce con “Suite: Judy Blue Eyes”, due inni, più che due canzoni? La scintillante panoplia di un catalogo da cui crediamo sia imbarazzante tirar fuori ogni volta la scaletta di un concerto, ha confrontato la scorsa sera i “sacri testi”, i vecchi, immancabili, inarrestabili ed invincibili titoli da cantare tutti in coro, con altri più recenti, alcuni recentissimi, provenienti da cd singoli o in trio: il risultato sono state ancora una volta due ore di grande felicità musicale, vissuta dal pubblico dell’Arcimboldi con altrettanta felicità: Stills a far letteralmente sprizzare scintille alla sua Stratocaster, Crosby e Nash a intrecciare le loro voci sempre perfette e sempre più in alto (nel pentagramma, e nel cielo). Momenti magici: e quanti? Basti dire che, al termine di una “Almost cut my Hair” da brivido, per far smettere di applaudire il pubblico tutto in piedi, l’unica arma è stata attaccare un’altrettanto elettrica “Wooden Ship”. E poi, una “Guinnevere” celestiale e, dopo due ore di musica, una “Suite: Judy blue Eyes” con uno Stills scatenato alla sua Martin a cantare col cuore in mano il suo capolavoro (le corde vocali ormai le aveva ormai scartavetrate del tutto) coi suoi inseparabili amici, e insieme a loro da tutto il pubblico: un trionfo!


Vincenzo Raffaele Segreto

14 commenti:

  1. Bravo, ieri sera c'ero anch'io !
    Piombato a valle per l'evento, ho faticato a procurarmi il biglietto, in fondo alla galleria più alta, del teatro strapieno.
    Ero davvero lontano e l'Arcimboldi non me lo immaginavo così..... alto ! La visione da lassù non era esaltante, ma la qualità della musica assolutamente si e l'entusiasmo dei presenti altrettanto.
    E dunque condivido il tuo articolo e sono fiero di aver partecipato all'evento.

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  2. Mamma mia , quanto avrei voluto essere li , travolto da quella cascata non solo di note ma di emozioni pure , storie nella Storia , sogni rincorsi , persi , ritrovati....con loro sono nato e cresciuto chitarraiamente parlando , ma non solo. Alcuni di quegli ideali che animavano la weast coast erano limitrofi ai nostri , pazzi ragazzini che preparavano la rivoluzione anche con le chitarre in mano. Una curiosità : the lee shore e heplessly hoping le hanno fatte ? E non hai pianto ?? Ti invidio fraternamente Vince :-))))))

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    1. yje lee shore non l'han fatta, helplessly hoping si: ina versione bellissima, con Stills che suonava la sua bellissima Gretsch White Falcon, ma arpeggiando come su una acustica, con un'inflessione un po' più country che in Deja vu. Bellissima versione!
      stavolta non ho pianto: gran pelle d'oca (e come si può resistere, con un concerto iniziato con un carry on travolgente, e finito con una suite: judy blue eyes commovente? però alla fine ero rauco, avevo cantato a squarciagola per metà concerto, e alla fine ero più afono di stills: che goduria!

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  3. Mi sarebbe piaciuto esserci, voi siete degli elletti! Ultimamente qui da noi al centro c'e` poco da vedere e da ascoltare.... sara` pure che ultimamente sto un po` fuori dal mondo e tanti eventi mi sfuggono, ma l'impressione e` che la maggior parte degli eventi di spicco, vengono svolti su da voi al nord.... :-))

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  4. Caro Vince, tu sei l'agiografo ufficiale di CSN!

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    1. ma no, sono un semplice innamorato... come ho già detto una volta, loro sono gli amici dei miei 14 anni, e da allora, per sempre: con le loro canzoni ho sognato e amato e, incidentalmente, imparato a suonare la chitarra

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  5. Il tuo amico è Vincenzo Mingiardi? Molto bravo, l'ho sentito suonare anni fa e mi piacque assai.

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    1. sì è lui, ed effettivamente è oltre che un caro amico da quarant'anni (ci conoscemmo ai nostri 18 anni, facendo le comparse al Teatro Regio nel Simon Boccanegra, strano esordio per un futuro jazzista e uno sfegatato westcostiano...) un eccellente musicista.

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  6. Grande evento! Sei poi riuscito a coronarlo con gli autografi sulla tua CSN ?
    Eh, chissà quante chitarre!... Magari anche da portarsi a casa! ;))

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    1. l'andirivieni di chitarre era IMPRESSIONANTE: stranamente, chi sa per quale motivo, l'unica che mancava all'appello era la D45 per il grande Croz, che in altre precedenti occasioni usava per Guinnevere.
      e no, la Martin cs & n non l'ho presa su: avevo già scritto all'agente per chiedergli una sorta di permesso preventivo, avevo fatto training autogeno per due giorni, e poi alla fine, come si dice in Inghilterra, mi son cagato addosso, e mi sono visto "da fuori" a chiedere permesso, a spiegare chi ero e cosa volevo, e soprattutto a parlar con loro. già due anni fa a Brescia, in un incontro fortuito, mi son fatto compatire e stavo per svenire. sarà per la prossima volta, ma son già diverse volte che lo dico...

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    2. ...portato a casa proprio niente niente?? :D

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  7. bè Vince, avrei voluto vederti al concerto, agitarti e urlare come un ragazzino...

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  8. Eh beh, il dottore si lascia abbastanza andare...

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