sabato 14 febbraio 2015

Spolverando archivi e vecchie chitarre... (Parte seconda, e ultima)

John Fahey normalmente divide: c’è chi lo ama e chi lo odia, chi trova i suoi lunghissimi monologhi (questo brano è quasi breve, molti altri durano una facciata) banali, magniloquenti, prolissi. Io l’adoro, normalmente, ovviamente non tutta la sua enorme produzione è allo stesso livello. La nascita del disco cui questo brano dà il titolo è abbastanza strana. Fahey stesso ammette che questo fu l’unico disco da lui inciso sotto l’effetto combinato di whisky e marijuana. Forse ancora più interessante il fatto che nell’incisione abbia usata la chitarra dell’amico Bill Barth, una “Gibson J qualcosa…” come dice lui stesso (i “medicinali” di cui faceva uso avevano qualche controindicazione…) ma, ancora più strano, una chitarra che a suo dire aveva una action altissima, tanto da impedirgli di stringer bene le note, o per lo meno, di farlo agevolmente. (vero è che il chitarrismo di Fahey è totalmente spoglio di qualsivoglia neppur lontanissima tentazione di virtuosismo, e la nota più breve sarà una croma in tempo lento)
Ultima postilla di questo mio post che in teoria doveva essere brevissimo, un omaggio a un’altra marca di chitarre conosciuta e amata (in particolare da qualcuno tra noi): Recording King. Fahey per molti anni ha suonata una Recording King del ’39, periodo in cui questi strumenti erano prodotti (sotto questo marchio) direttamente dalla Gibson, secondo un’abitudine tipica per quegli anni per cui il “grande” marchio produceva anche per quelli più piccoli (e non viceversa come accade oggi, soprattutto per le linee economiche).
Questa chitarra ha una storia particolare, che val la pena essere raccontata. Io l’ho trovata tra le pieghe nascoste del sito dedicato a Fahey, poi in un altro sito ancora, e poi addirittura in un post del 2004 su Accordo, che riprendo per comodità (non è ineccepibile, ve ne accorgerete subito) perché traduce il racconto americano.

“Un tale Fred Sheppard racconta:
"Ero andato a trovare John (Fahey) per un concerto in Minneapolis nell'82. Ci siamo ritrovati a parlare di chitarre e gli ho chiesto cosa aveva usato per registrare "Fare Forward Voyagers", dal momento che mi pareva avesse un grande sound, il mio preferito. John mi parlò della sua Recording King. Gli chiesi che fine aveva fatto e lui mi raccontò la storia che segue:

"John aveva avuto l'influenza ed era rimasto a letto per diverso tempo, dal momento che si sentiva male. La sua ragazza (Marilyn) in quell'occasione lo spronava ad alzarsi e a muoversi un po’, e John non prese la cosa assolutamente bene. John la mise così "Non voleva proprio lasciarmi in pace". A un certo punto, nel ben mezzo d'un discorso le FATIDICHE PAROLE di lei "Cos'è che ami di più John, me o la tua chitarra?".
La verità di quello che accadde subito dopo la sanno soltanto le due persone presenti. Avendo accesso alle prove indiziarie e avendo un diploma in Ortopedia direi che il punto [dovrebbe essere “forza”, nota mia] dell'impatto è più consistente nel caso di un impatto con una superficie rotonda e solida. La testa di Marylin? Possibile. Solo il suo parrucchiere lo sa per certo. Una collana da donna era sulla scena del delitto. Magari un giorno Marilyn si farà avanti e getterà luce su questa faccenda. Per come conoscevo John, non era proprio il tipo da picchiare le donne, né allora né mai.
John aveva acquistato una chitarra hawaiana da me quella stessa notte, dopo che la sua era stata rubata, e mi offrì i resti della Recording King. Il vero eroe era stato il tipo che aveva recuperato tutti i resti della chitarra dopo lo sfortunato incontro, tutti i pezzi tranne piccoli frammenti erano stati preservati in qualche modo da un gentiluomo della California, di cui mi sfugge il nome, che mi inviò poco dopo i resti della chitarra. La mia vita intera si proiettò nel processo di recupero e restauro, e la King rimase nel suo piccolo box per 18 anni, passando 5 traslochi, 3 carriere lavorative, e i miei buoni propositi mai sopiti.
Ho partecipato al funerale di John e alla sua commemorazione, che sono stati commoventi. Poco dopo Peter Lang mi disse che era in cantiere un cd tributo e capii che il momento era arrivato. Ho tolto la suoneria al mio telefono e mi sono seppellito nel progetto. Non avevo nemmeno idea se i pezzi avrebbero combaciato dopo la botta e il tempo passato.
Dopo 12 giorni, il pezzo finale necessario per completare le fasce era stato inserito con totale successo e il corpo combaciava con il top. Descriverei il procedimento simile a ricomporre un piatto rotto. Il palissandro era andato in pezzi come il vetro ma la sua forma originaria era ancora presente. Fortunatamente il bracing era salvo (altrimenti la King sarebbe stata una battaglia persa). Il manico era costruito come una mazza da baseball e non ha necessitato nemmeno della regolazione del truss-rod. Alla fine del restauro la chitarra ha dimostrato avere una grande action, uno splendido sound ed è molto suonabile. Mi sento fortunato ad aver avuto la possibilità d'essere il custode e il restauratore di questo pezzo raro. Spero che la Recording King sia usata per progetti in studio per molti molti anni".


Come avrete capito la storia è semplice, John Fahey ha fracassato la sua Gibson Recording King del '39 (chitarra fatta di palissandro brasiliano prodotta solo per un anno dalla Gibson in tributo a Ray Whitley) in testa a Marilyn, la sua ragazza, e questo tale ne ha recuperato i pezzi (mi chiedo come non sia morta la poveretta) e l'ha rimessa in sesto.
Ed eccomi giunto al termine del mio post: se avete avuta la pazienza di arrivare fino a questo punto, sarete premiati con i miei migliori e più sinceri auguri…
Salute, e saluti: a tutti!

vincenzo



25 commenti:

  1. Mi piace molto leggere queste storie, di vita vissuta, e mi impressiona come, certe storie si ripetano nella vita dei chitarristi, infatti, questa storia mi ricorda molto, un altro evento (questa volta vissuto da Eric Clapton, e dalla sua donna di quel momento), anche lui distrusse una chitarra, una 12 corde costruita da Zematis, ora pero` mi sfugge se durante la lite, la spacco sulla testa o meno, della malcapitata, ma alla fine i resti della poverina, furono riesumati dallo stesso Zematis, e la chitarra fu venduta in seguito per un asta di beneficenza :-)))

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  2. Bella storia, che conoscevo. Però non ricordavo che quella "famosa" e maledetta Recording King fosse di Fahey, quindi grazie per questo post.

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  3. Prima di tutto , grazie . Grazie perchè leggere storie è un bel passatempo , se poi scritte e raccontate bene , meglio ancora. John Fahey....fa parte della piccola schiera di chitarristi che accese in me il fuoco sacro dell'acusticanza. Era gli anni a cavallo tra i 70 e gli 80 , suonavo la chitarra da qualche anno (l'acustica , anche per forza di cose....) e finalmente ero riuscito a comprarmi quella che ora è la mia compagna di viaggio da allora , l'Aria dreadnought copia della martin D35 made in japan. Nulla di che , probabilmente tutta in laminato , ma mi costò allora quasi 200milalire che pressapoco erano lo stipendio che prendevo da schiavo nel negozio di alimentari sotto casa.Ma non divaghiamo ( o supero il post in lunghezza ) , per cui torno a Fahey gli altri compagni che mi svelarono iil verbo : Kaukonen , Taj mahal e colui che insegnava chitarra al mio amico Elpidio , Stefan Grossman. Viveva allora ai castelli romani , e il mio amico si imbarcava con la sua gilera 125 fino a li per fare l'ora di lezione , munito della sua Ibanez e di un registratore a cassette, con cui annotava tutto quello che succedeva in quell'ora. E poi , a casa sua , tra un caffè della nonna e altre medicine simili a quelle del buon John , lui ripassava e io "studiavo" , copiando , inciampando , conoscendo....Grossman era un buon maestro , e dava molte indicazioni di ascolto. Da li poi si partiva alla ricerca di nuovi artisti. E allora Ry cooder , bruce cockburn , john martyn , nick drake e chi più ne ha più ne metta. Da allora sono diventati i miei numi , ho cercato , invano , di imparare al meglio i loro brani , qualcuno meglio , qualcuno meno. John fahey è uno di quelli che , nonostante abbia consumato i suoi dischi , non sono mai riuscito a "rifare" in maniera decente. Eppure , come hai detto tu , non ha il tocco di Jorma ne la tecnica di Cockburn , ma l'intenzione , la spinta emotiva , son inarrivabili. Per cui , grazie anche per questo elogio di un grande sempre troppo ignorato dai più .
    Buona musica fratelli :-)))))

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    1. *Grazie perchè leggere storie è un bel passatempo*
      E' vero,e io stamane ho letto questa.

      Megadeth
      Dear Dave Mustaine,

      My sweet Aunt Carole passed away last night (2/12/15). She went peacefully while listening to her favorite song, "A Tout Le Monde". Thank you for giving her that peace in her final moment.

      I had the pleasure of meeting you at Pops Nightclub in Sauget, IL in 2001. You were very kind and somehow I thought you would want to know that this song meant so much to a dying old soul. And that is really was the last words she'd ever hear and they did set her free.

      Thank you.

      Janet Brown

      La musica ci accompagna tutta la vita e ...oltre.

      http://youtu.be/aU-dKoFZT0A

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    2. Chissà che tipino, la vecchia dolce zia Carole! :D

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    3. non riesco a postare la foto.un tipino veramente :)))

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    4. ...purtroppo questo blog non consente di inserire multimedia nei commenti, ma solo nei post.

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    5. rettifico: non consentiva! (vedi ultimi commenti) :D

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    6. La foto è questa.La musica "conserva"bene :)
      https://scontent-vie.xx.fbcdn.net/hphotos-xfp1/v/t1.0-9/10978662_10152538284807330_4042290012160052926_n.jpg?oh=3dedc8e7d4e628c5c7470ed4241141a1&oe=554F9A0E

      P.S.
      Una magia supersonica.

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    7. e devo dire grazie a te! Mi son chiesto perché in altri blog si può e qui no? E' bastato cercare in rete... ;-)

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  4. Mi sono permesso di aggiungere al tuo bel post le immagini del recupero della RK di Fahey. Credo meritasse vederla, letteralmente a pezzi e poi intera.

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  5. mannaggia quante pezze che han dovuto mettere...

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    1. Già... A me 'ste cose mi fanno sempre sorridere.
      Un liutaio sta lì a studiare in modo maniacale essenze, spessori, umidità, pesi, orientamento delle fibre, geometrie... se no la chitarra non viene bene! Poi uno prende un mucchio di cocci, fa il puzzle, ci mette un kilo di toppe e zeppe per il lungo e per traverso e ... "Alla fine del restauro la chitarra ha dimostrato avere una grande action, uno splendido sound ed è molto suonabile".
      In culo al liutaio! (scusate il francesismo).

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  6. [img]http://images.yuku.com.s3.amazonaws.com/image/jpg/6b4260865566ea4b3beab2c167b0fb76ac0e9e00_r.jpg[/img]

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    1. ...MAGIA!!!
      da questo momento sarà possibile inserire foto e video ANCHE NEI COMMENTI !!!
      Istruzioni a breve... ;-)

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    2. [video]https://www.youtube.com/watch?v=XlHVLLhhwck[/video]

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    3. è un bel miglioramento del blog

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    4. Su internet basta chiedere!... Poi bisogna scremare con attenzione e farsi il mazzo per applicare quello che hai trovato, ma in questo caso ne è valsa la pena. Credo che darà molte possibilità in più per approfondire e ravvivare le discussioni! ;-)

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  7. Questi post sono molto "gustosi"

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  8. Questi post sono molto "gustosi"

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    1. come sono questi post ? ;-P

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    2. questi post...sono molto "gustosi"!
      Eppure l'ho detto a voce alta! ; )

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