A confronto due Martin D-18 Custom, realizzate con alcuni particolari in stile Golden Era, virtualmente identiche tra loro tranne per la lunghezza dei diapason: corto da 24.75 contro "standard" da 25.5 (pollici). Dunque una prova abbastanza attendibile perché focalizzata su questa unica differenza.
In realtà quella a scala corta ha anche una tastiera più stretta, col capotasto da 1-11/16 invece del tipico 1-3/4, ma la cosa influisce più sulla suonabilità - che poi sarebbe il vero aspetto interessante di questa prova! - mentre l'unico metro di giudizio a noi concesso sarà ovviamente il suono (compressione del Tubo permettendo).
Abbastanza strana la scelta dei diapason: da 24.75 quello corto anzichè il tipico 24.9 utilizzato in casa Martin (una scelta stranamente "gibsoniana"!) e a dirla tutta anche quello lungo in casa Martin sarebbe da 25.4 e non 25.5.
Per la barba di Polecastro! Mica avrà fatto confusione Tony?! Comunque sia, Short Scale VS Long Scale.
Avanti con le differenze... se riuscite a notarle!
Certo che se mr "golfo" di Polecastro si ricordasse degli antenati e infilasse qualche frase in italiano , magari avrei capito di più , ma tanto so' già di essere obsoleto e, oggi , anche 'gnorante !!!! Comunque , l'annoso scontro tra lunghi e corti resta per me un bel dilemma irrisolto....nelle chitarre elettriche la questione ( qualcuno mi lincerà ) si limita al playing , sulla mia simil les paul monto le 0.10 e suonano morbide come le 0.09 della strato. Quindi morbidezza e possibilità di uso di spessori maggiori per un suono quindi più corposo sono dalla parte della short scale. Ma a me continua a piacere la fender , chissà perchè , nonostante le mie mani si avviino verso reumatismi e anchilosaggini varie.Sulle acustiche invece il discorso non può che vertere sul suono , anche se la suonabilità resta il punto forte delle scale corte. Le chitarre a scala corta da me provate sono si più user friendly ( 'mmazza , quando uno mastica le lingue....) ma secondo me si mangiano qualche frequenza. Proprio all'inizio del video , quando strumma due accordi semplicemente , il tutto mi sembra chiaro . Dopo le certezze cominciano a vacillare....nel flatpicking ad esempio sembra non esserci quasi differenza , e in altre parti addirittura la short sembra avere una marcia in più non meglio identificabile ( da me , perlomeno).
RispondiEliminaL'ultima signorina in casa mia , la sigma doppio 0 , è si una parlor ma ha la scala lunga , e devo dire confrontata in negozio con sorelle di scala diversa , la trovai più "aperta". E il manico è decisamente più largo , quasi troppo ! Ma a gettare benzina sul fuoco del dubbio c'è una prova che feci con una seagull , la trovai morbida , calda ma anche frizzante , non gli mancava nulla e se avessi avuto ai tempi del dinero in avanzo l'avrei comprata. Per ora resto dell'idea che la standard , se è standard , avrà un suo preciso perchè :-)))))))
Riguardo alla suonabilità, entrano tante variabili in gioco (forma del manico, larghezza al nut, larghezza al 12, setup, tipo di corde, ecc.) che si possono avere delle belle sorprese ...
EliminaVenendo al suono delle chitarre in prova: anche io trovo che in fingeerpicking siano quasi indistinguibili (forse per il tocco non puitissimo del buon Tony) mentre la differenza viene fuori col plettro. La scala lunga ha un suono più nasale, mentre la corta è più scavata sulle medie e mi sembra più ricca di armoniche. Preferisco la scala lunga sullo strumming (mi sembra di più il classico suono Martin) e la scala corta sulle linee a note singole, soprattutto dove fa risuonare di più le corde a vuoto.
Poveretto, magari non ha nemmeno più la nonna che gli parla in salierno-basilico-calabrese (... chissà cosa avrebbe farfugliato in italiano!) :DDD
EliminaComunque non dice molto di più di quel che ho messo nel post, a parte il fatto che lui preferisce quella a scala corta perché enfatizza i medi e avendo le corde meno tese è più confortevole da suonare, mentre l'altra pare più reattiva (secondo me intende che ha più botta!), ma ha i tasti più distanti... ovvio! Termina col classico "giudicate voi!". E infatti siam qui apposta!
Secondo le mie orecchie la parte più attendibile del video sono gli accordi puliti finali, dove non influisce il suo tocco. Lì quella a scala corta sembra più rotonda e "completa" mentre l'altra spara di più, ma sembra più aspra. Cosa che emerge un po' anche nelle altre prove, ma molto meno!
A me la scala corta piace (000 RK e 00-18v !!!), ma poi dipende dal tipo di chitarra, da cosa suoni e come... troppe varianti! ;-)
mah....non saprei. Senza metterci le mani sopra scala lunga o scala corta sono parametri che in un video sfuggono. Differenze nel suono, alla fine,io non ne sento.
RispondiEliminaQuesta sera ascolterò con calma, per ora una domanda da esperti: perché tutte le martin a 12 tasti fuori (ad es 00028 vs o HD28 vs) hanno la scala lunga? (non è un quiz è che proprio non lo so, in teoria mi pare che il ponte si sposti molto indietro, forse sono a 12 tasti e scala lunga proprio per arretrare parecchio il ponte? e le catene?).
RispondiEliminaForse ne avevamo parlato anche a proposito della moretta, e di sua sorella più brutta...
... non tutte, le piccole (0 e 00) hanno il 24.9, le dread e le 000 quello lungo.
EliminaNelle dread, anche col passaggio da 12 a 14 tasti il ponte è rimasto più o meno dov'era
[img]http://www.lutherie.net/12_14_dread.jpg[/img]
...è la buca che è scesa, con l'aggiunta di un tasto.
Eliminaallora in pratica è salita la cassa, come si vede dal tuo disegno. Ecco (forse) perché la HD28 VS ha un volume da cannone e uno shape "ciccione" che a me piace particolarmente! In realtà non ne ho mai provata una, sono piuttosto rare, ma secondo me è una grande chitarra da accompagnamento a plettro (il video su soundpure ha un suono grossissimo e molto particolare). Grazie della spiegazione dotta e competente!
EliminaE' discesa la cassa! Le prime dread erano a 12 tasti, hanno tagliato le spalle per lasciarne fuori 14 poi hanno aggiunto un tasto ed è scesa la buca. Il disegno non è mio, viene dal sito di "mastro" Hostetter, liutaione americano che, tra l'altro, ha disegnato il prototipo della bellissima Santa Cruz H13 che ti sei spupazzato a Sarzana :)
Elimina...infatti lui sostiene che il passaggio da 12 a 14 tasti ha costretto a compromessi peggiorativi, mentre una "13 tasti fuori" recupera l'equilibrio perduto (Hostetter dixit!) :)
Eliminain Teoria non ha tutti i torti, poi la pratica e l'amplificazione magari lo smentiscono.
EliminaSu MM c'è una H13 a 2500 banane, per fortuna che è sempre troppo...
Suonando spesso in accordature aperte, e scendendo anche di un tono, trovo che sia piu` consona allo scopo, uns scala lunga, per cio` che riguarda la suonabilita`, io la penso come Beppe, ci sono molte variabili che influiscono sulla suonabilita`, e la scala e` solo uno di questi, ovviamente poi entra in gioco il gusto personale, e fatemi ripetere, ma la scala lunga a me piace di piu`:-))))
RispondiEliminaio non riesco a entrare nel dettaglio delle differenze tra queste due chitarre (e scale), ma fondamentalmente la penso come mimmo: è anche molto una questione di utilizzo. io suono quasi più spesso in accordature aperte che in standard.
RispondiEliminaad esempio una open g (per non dire della CGCFCE o della mitica BEBEBE accordatura ovina) è alquanto meno ingolfata su scala lunga e puoi tenere un setup medio-basso senza il rischio di frustate. la scala lunga è quel che fa per me, poi magari ci combatto un po' di più in standard ma mi sta bene così!