mercoledì 10 dicembre 2014

Intervista ad un restauratore d'organi

Cari amici di fingercooking,
torno a scrivere  un articolo-intervista, sperando di fare cosa gradita.
Recentemente mi sono ritrovato a collaborare con una persona squisita, nonché serio professionista in un settore indubbiamente particolare, e per di più legato al mondo musicale. Dal mio canto ho sempre voluto dedicare parte della mia attività al settore musicale, quindi ho colto l’occasione al volo quando mi è stato proposto di realizzare quanto segue.
L’oggetto in questione è una parte di un organo a canne del ‘700 che la “Nicola Canosa restauratore di organi” stava restaurando, per la precisione il somiere su cui trovano alloggiamento  le canne di Contrabbasso (come Nicola ci spiega sotto nell’intervista).
Dopo aver ricevuto il file quotato ho ricostruito il tutto in 3d per avere conferma che tutto fosse ok, e lo stesso file poi l’ho utilizzato per la ricostruzione reale con la mia CNC. Il materiale utilizzato era un bel “cioccolatino” di noce,  se non ricordo male delle dimensioni non indifferenti di 2200 x 380 x 55 mm. Qui la battuta è scattata in automatico: ma lo sai quante chitarre possiamo fare con tutto questo materiale?

Ma torniamo seri.

Il lavoro mi ha dato non pochi grattacapi, soprattutto per i riferimenti riguardo alle lavorazioni, un bestione del genere l’ho dovuto lavorare per parti. Come potete vedere dalle immagini nel video allegato, è lavorato su tutte e due le facce.  Alla fine è stata una bella soddisfazione vedere il tutto completato.



Dopo tutto questo Nicola ha accettato la mia proposta di realizzare una piccola intervista (a cui ha risposto in modo più che esauriente) per gli amici di fingercooking.

Intervista


sepp: come prima domanda, viene quasi spontaneo chiederti:  come sei diventato un restauratore di organi? Immagino ci siano pochissime figure professionali come la tua nel nostro Paese, ed indubbiamente è un mestiere che richiede passione e molta preparazione tecnica.

Nicola Canosa: E' stata in parte una combinazione, poiché è capitato che nel biennio 1996-97 (in coincidenza con il mio diploma di Organo in Conservatorio) il Ministero dei Beni Culturali organizzasse un corso sperimentale per il restauro degli organi antichi, con nomi molto importanti nell'ambito specifico. Certo è un'attività che richiede tanta fatica e preparazione, e posso dire che non si finisce mai di imparare. Un restauratore di organi, oltre a conoscere le basi teoriche del restauro filologico comuni ai restauratori di altri manufatti, deve avere competenze musicali e di acustica, deve conoscere i vari tipi di legno e avere competenze di ebanisteria, conoscere le tecniche di saldatura e di metallurgia, avere infine dimestichezza con le leve e i congegni meccanici e con i principi base della meccanica dei fluidi.

sepp: Ci puoi spiegare per sommi capi come funziona un organo a canne e quali sono le differenze costruttive (se ci sono) tra un organo antico ed un organo costruito oggigiorno.

Nicola Canosa: un organo a canne antico si compone principalmente di un apparato di alimentazione del vento, composto da dei mantici che accumulano aria compressa e delle tubazioni in legno (portaventi) che la trasportano; di un apparato di trasmissione meccanico, composto di una o più tastiere e una eventuale pedaliera, dei comandi per i registri e delle relative meccaniche di collegamento (catenacciature dei tasti e dei registri), che esegue i comandi dell'organista e li trasmette alle canne per produrre il suono; di una 'centrale dei comandi', composta di uno o più somieri, manufatti lignei  provvisti di valvole a tenuta d'aria, canali, stecche forate, che servono a distribuire l'aria compressa alle canne in base ai tasti e ai registri azionati dall'organista; infine di un apparato fonico composto da un numero variabile (da qualche decina fino a decine di migliaia a seconda del tipo di organo, mediamente intorno alle 500 in un organo antico italiano) di canne in metallo o in legno. Gli organi a canne moderni (a partire dall'inizio del sec. XX) possono avere dei sistemi di collegamento elettrici tra canne, tastiere e registri; la grande maggioranza degli organi costruiti tra gli anni '30 e '70-'80 del secolo scorso sono a trasmissione elettrica, preferita per motivi pratici e logistici (maggiore facilità di disposizione delle canne lontano dalla tastiera, programmabilità dei cambi di registro), ma negli ultimi decenni si registra una certa inversione di tendenza con il parziale ritorno alla trasmissione meccanica, che presenta vantaggi per l'organista in termini di precisione e raffinatezza del tocco.

sepp: quali sono i materiali più utilizzati nelle varie parti che compongono un organo con po’ di anni sulle spalle? Da questo possiamo capire quali erano i materiali facilmente reperibili in quegli anni.

Nicola Canosa: i legnami tradizionalmente impiegati nella costruzione degli organi in Italia erano il noce, utilizzato per i somieri per la compattezza e lavorabilità, il castagno e l'abete per le canne di legno, il pioppo e l'abete per la cassa esterna, il faggio per i mantici e le parti meccaniche; le coperture delle tastiere venivano realizzate in osso o in legni durissimi quali il bosso per i tasti bianchi e l'ebano per quelli neri. Particolarmente diffuso in area appenninica era il castagno, mentre nelle zone costiere si trova maggior impiego dell'abete. I metalli impiegati per le canne erano lo stagno, usato per le canne di facciata per la lucentezza, e il piombo per le canne interne, entrambi legati con additivi per migliorarne le caratteristiche meccaniche e di lavorabilità. Il ferro dolce era invece usato per le catenacciature e i tiranti delle meccaniche. Per tutte le guarnizioni di battuta delle valvole e giunzioni di cerniere sugli elementi lignei di somieri, mantici e portaventi, dove è necessaria la tenuta dell'aria, era impiegata la pelle ovina (montone e agnello) che garantiva la massima adattabilità, elasticità e resistenza all'usura meccanica nel tempo.

Sepp: se non sbaglio sei uno che gli organi oltre a restaurarli li suona anche. Quanto è importante per un tecnico conoscere anche l’altra faccia della medaglia?

Nicola Canosa: sì, è importante, non solo per fasi cruciali dal punto di vista sonoro come l'intonazione e l'accordatura, ma anche per il controllo della bontà della meccanica e della precisione del tocco. D'altronde nella storia dell'organo le due figure di organista e organaro (suonatore e costruttore di organi) sono sempre state intimamente legate e spesso compresenti nella stessa persona; in ogni caso il legame o l'incontro (o anche lo scontro) tra grandi musicisti e grandi costruttori di strumenti nella storia (ad esempio J.S. Bach e G. Silbermann) è stato fondamentale.

Sepp: ci racconti un aneddoto sul  lavoro che più ti ha messo alla prova dal punto di vista tecnico?

Nicola Canosa: diciamo che le sfide sul piano tecnico in questo lavoro non mancano mai, perché differentemente da quanto accade in un lavoro di produzione di oggetti in serie, non si ha mai all'inizio di un lavoro di restauro la chiara e precisa idea di quali particolari problemi e sorprese verranno fuori nel corso del lavoro. Posso citare ad esempio il caso del restauro di un organo che credevamo inizialmente essere dell'800, per poi scoprire durante i lavori che si trattava di un manufatto del '600, che è risultato particolarmente complesso nel restauro: il somiere ad esempio, consolidato tramite immersioni in bagni di resine acriliche a concentrazioni crescenti, era caratterizzato da pesantissimi attacchi da tarlo oltre che caratterizzato da importanti deformazioni. In generale la difficoltà specifica nel restauro degli organi sta nel fatto che, oltre a garantire la massima conservazione possibile dei materiali superstiti, bisogna anche garantire la funzionalità della macchina sonora, il che alle volte si rivela essere molto complesso.

Sepp: all’inizio di questo articolo-intervista parlavo del somiere, lavoro per il quale ci siamo ritrovati a collaborare. Ci puoi raccontare qualcosa sul restauro di quest’organo?

Nicola Canosa: si tratta di un organo della fine del '700 anonimo ma attribuibile, sulla base di alcuni particolari decorativi, alla bottega di Giuseppe Rubino, importante costruttore di organi pugliese del '700. Il restauro in questo caso ha richiesto un recupero molto complesso delle canne di facciata, estremamente corrose. La ricostruzione del somiere per le canne di legno di Contrabasso (che producono i suoni più bassi dell'organo) si è resa necessaria da un attacco da tarlo eccessivamente spinto sul somiere originale, tale da impedirne la restaurabilità. A quel punto, una volta effettuato il rilievo delle misure sul pezzo originale, l'occasione è stata utilmente sfruttata per la sperimentazione del metodo di fresatura a CNC e quindi mi sono rivolto a te. Il risultato è molto interessante per la precisione delle misure ottenute e può essere utilmente applicato anche alla costruzione di organi nuovi.

sepp:  con quest’ultima domanda colgo l’occasione per salutarti e ringraziarti per la disponibilità.
c’è ancora qualcuno oggi disposto ad apprendere un mestiere tanto affascinante quanto impegnativo come il “restauratore di organi”?


Nicola Canosa: si certo, non mancano i giovani interessati a questo specifico ambito del restauro, c'è bisogno di molta pazienza, i tempi di apprendimento non possono che essere molto lunghi ma alla fine i risultati sono assolutamente gratificanti.

p.s. conoscendovi so che a questo punto sarete più che incuriositi e vorreste dare un'occhiata al sito della "Nicola Canosa restauratori di organi" per sbirciare dentro qualche organo antico.
Eccovi accontentati.

20 commenti:

  1. Bellissimo articolo Sepp...un mondo affascinante e sconosciuto. Grazie a te e al Sig. Canosa.

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    1. Sono molto contento che sia piaciuto.
      Grazie Max

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  2. Ciao Sepp !! Il restauro è una professione che deve dare molte soddisfazioni, si parte da un qualcosa che il passare del tempo ha modificato, rovinato, distrutto e bisogna intervenire per cercare di riportare l'oggetto il più fedelmente possibile vicino all'originale.
    Sicuramente è un percorso in cui non ci si può improvvisare, studio impegno e passione devono essere il motore trainante, perciò tanti complimenti al Sig. Canosa e grazie anche a te !!
    ;-)

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    1. Ciao Gian!
      Il restauro in generale è un'Arte nobile, se poi si tratta di uno strumento così complesso ancora meglio.
      Grazie a te.

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  3. Abbiamo aspettato mesi per un tuo nuovo post , direi che il ritorno è stato alla grande !!!! Bello il lavoro fatto , bella l'intervista e bello sapere che stai mettendo a frutto le tue conoscenze senza limiti di orizzonte. Dai ingegner peppiniè , io tifo per te :-))))))

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  4. Non sarà che metti su un sepp fan club!!!! :DDD

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  5. Articolo molto interessante e scritto molto bene!
    Mi ha riportato indietro nel tempo a quando frequentavo il liceo: il mio compagno di banco era uno studente di organo del conservatorio di Torino. Con lui ho passato tanti pomeriggi sulle polverose balconate delle chiese della mia città, e più di una volta mi ha fatto curiosare nei complessi meccanismi, nella selva di canne di diversi materiali e foggia che sono nascoste dietro le canne di facciata di un organo. L'ho perso di vista, quando per seguire la sua carriera di musicista si è trasferito prima a Ginevra e successivamente in Portogallo ...
    Grazie Sepp.

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    1. Grazie per l'apprezzamento, mi fa molto piacere.
      E grazie per aver condiviso dei tuoi ricordi personali.

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  6. Gran bell'articolo Ing! Di solito non ci si rende conto che dietro il grandioso suono dell'organo c'è una macchina gigantesca ed enormemente complessa. La cosa risulta ancor più sorprendente se si pensa che certi organi poderosi sono stati realizzati con le conoscenze e la tecnologia di tre o quattro secoli fà!
    E noi "rockettari" che ci impressioniamo di fronte a un Hammond col Leslie... :D

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    1. Dimenticavo: complimenti per il tuo lavoro! Dev'essere stata una bella soddisfazione mettere le tue competenze tecnologiche a servizio del recupero di un pezzo di Storia. Ti sei aperto una strada sicuramente affascinante. Bravo Ing!

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    2. non oso immaginare di quanto tempo e fatica bisognava dedicare per portare a termine un progetto del genere, già oggi con i mezzi a disposizione non deve essere uno scherzetto da niente.
      Però anche Hammond con Leslie, ad avercene uno! :D

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    3. si si, devo dire una bella soddisfazione, spero ci sarà modo di collaborare ancora.
      Grazie Mirco.

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  7. Bellissima intervista, mentre leggevo, mi e` tornato in mente l'organo della chiesa Madre, nel paeze dei miei in Alto Molise, credo che sia di scuola Pugliese visti i forti legami tra l'alto molise e la puglia, per via della transumansa. L 'organo e` uno strumento ecclesiastico, ma il mio dubbio e`: ma e` sempre stato cosi`? O c`e` una storia precexente, molto piu` laica, legata a questo strumentk? Sono domande che rivolgerei molto volentieri al tuo amico e compagno di lavoro :-)))

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    1. Grazie Mimmo.
      Non lo so se ha un account google +, magari ti risponde direttamente lui, io non ne ho idea.

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    2. I primi strumenti erano organi portativi (di piccole dimensioni, che potevano essere trasportati) in genere suonati con una mano sola, mentre l'altra azionava il mantice ... in certe feste di paese capita ancora di vederne traspostati su un piccolo carretto da dei cantastorie. Poi sono cresiuti di dimensioni ed in numero di canne e sono diventati organi positivi (che posavano su un cavalletto), ed abbellivano gli apparamenti nobiliari. L'uso per acconpagnare cori di voci, ha inevitabilmente finito per portarli nel campo della musica sacra ... e quindi in chiesa, dove vista la disponibilità del clero, sono diventati strumenti mastodontici.

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    3. Beppe, sei pozzo di scienza!! Sei stato chiarissimo e hai fugato tutti i miei dubbi, ora pero` ho un'altra domanda: tu sai da quale strumento ha origine l'organo, sia quello portatile di cui parli, che quello ecclesiastico? Io immagino che sia una evoluzione di qualche strumento a fiato, sbaglio? :-))

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    4. Mi piace la piega che sta prendendo questo articolo!

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    5. da Wikipedia
      "L'organo è uno strumento musicale della famiglia degli aerofoni. Viene suonato per mezzo di una o più tastiere, dette manuali, e, quando presente, di una pedaliera. Nasce come vera e propria invenzione nel 275 a.C. circa in Alessandria d'Egitto e, attraverso circa 2300 anni di storia, è appartenuto a diversi popoli e culture.

      Prima di essere scelto come strumento privilegiato all'interno delle varie chiese europee d'impronta cristiana, ha svolto diversissime funzioni, nel mondo ellenico, bizantino, romano e medievale, tra le quali, alla nascita, quello di automa sperimentatore dell'azione delle forze naturali. Successivamente, per la sua valenza musicale, diventato molto di moda nel mondo antico, è stato usato negli stadi per competizioni musicali o accompagnamento di gare sportive o ludi gladiatori.

      A Bisanzio era oggetto di meraviglia, suonato a palazzo solo dalla corte imperiale e successivamente commento delle notti bizantine nei palazzi nobiliari. Nel mondo romano diventa talmente di moda, da costituire una specie di pianoforte verticale ante litteram, entrando in quasi tutte le case romane che potevano permetterselo e venendo riprodotto in bassorilievi, stele, monete, mosaici, affreschi e perfino in lucerne con la sua forma. Successivamente, ripudiato e osteggiato dai Padri della Chiesa (come la musica) per la sua fortissima valenza profana, sparisce dalla circolazione e si rifugia nei monasteri come strumento privilegiato per lo studio dell'armonia e della nascente prepolifonia. L'organo dovette ancora assolvere diversi compiti profani prima di divenire, con qualche eccesso, strumento principe della musica sacra occidentale. Tra essi, anche quello di macchina bellica, trainata su un carro, adatta a terrorizzare i nemici con un suono potentissimo, che si poteva udire a miglia di distanza. Visto l’uso ancora ibrido, l’inizio della piena accettazione nelle chiese avvenne soprattutto attraverso la mediazione dell’insegnamento."

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  8. P.S. ora con il tuo macchinario CNC, potresti costruire una copia perfetta di una Martin pre War.... io te la butto li, verrebbe fuori uno strumento perfetto uguale all'originale, preciso al decimo di millimetro, che dici Peppinie`!?! Te l'ho fatta venire un po` di voglia? :-))

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    1. verrà il tempo per le acustiche!!! Copie non lo so, ma verrà il tempo anche per quelle :DDD

      Al momento ho completato il progetto 3D di un basso disegnato da me, ho pure i legni e a breve parte il primo esperimento...ho i legni, solo che chi me li ha preparati ha fatto un errorino sulla lunghezza del blocchetto per il manico, e quindi me ne dovrebbe fare un altro...stai a vedere che da quello mi tocca fare il manico di una chitarra!:DDD

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