martedì 30 settembre 2014

The Guitar House

Dopo la prima visita a casa dell'amico Vincenzo - in occasione del concerto di John Renbourn - ci eravamo promessi di documentare la sua nutrita collezione di chitarre. Così sabato scorso ci siamo dati appuntamento in quel di Parma con l'intenzione di filmare una bella serie di prove comparative per la gioia di tutti i cookers!
Stavolta era con noi anche Giancarlo che per l'occasione si è ritagliato un pomeriggio tra i numerosi impegni e, giusto per fare il pieno, ha chiesto a me e Max di portare anche le nostre chitarre. Così in questa scorpacciata di sei corde compaiono anche la mia Martin 00-18v, la Martin 000-28 di Max e la sua inseparabile "Moretta", la Gibson Keb Mo'.
I mezzi di ripresa non erano altamente professionali, ma la prova è stata condotta con rigore scientifico:
Zoom Q2HD su cavalletto con inquadratura costante, dimostratore a distanza fissa incollato alla sedia fino al termine delle prove (il solido Gianca) ed esecuzione uguale per ogni strumento! Dunque un test "alla pari".
Precisiamo però che l'audio della registrazione, per quanto di buona qualità, non restituisce mai le impressioni di chi suona. Ma noi ci siamo impegnati a fondo provando e riprovando accuratamente per voi ogni chitarra nel comodo salotto di Vincenzo - che ringraziamo! - e siamo certi che di questo sforzo ci sarete grati.
Ma ciancio alle bande e diamo inizio al test: nove chitarre, dalle più grosse alle più piccole, accuratamente riprese prima in fingerpicking (coi diti!) e poi in flatpicking (con la penna!), più un fuori programma...
 

 


40 commenti:

  1. Vabbè, le regine, si sa, stanno sul trono...ma quanto è carina la piccola Harley Benton da pochi soldi !
    E la sua voce non sfigura proprio per nulla in mezzo alle blasonate. Misteri d'oriente.....

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  2. Bravi !
    Si vede che vi siete divertiti !
    Devo ammettere che il colpo d'occhio delle chitarrone che giacevano languide sul pavimento é notevole.
    Sicuramente un arsenale dove sbizzarrirsi con colpi da novanta.
    Non mi esprimo con un giudizio di merito su una o sull'altra perché secondo me la compressione qualitativa per l'upload smorza enormemente quelle sensazioni che si possono sperimentare nell'ascolto dal vivo.
    E in più altre emozioni ancora si generano suonandole !
    Peró mi piacerebbe molto sentire da ciascuno dei presenti un proprio parere personale, cosa li ha colpiti (oltre agli improperi dei cookers "invidiosi" che non erano presenti) !

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    1. A me ha colpito la passione e l'amore che Vincenzo mette nella ricerca delle cose belle (non solo chitarre ma anche oggetti, quadri ecc. ) In casa sua si respira questa sensazione che scaturisce ovunque si posa lo sguardo. Il tutto senza sfarzo nè desiderio di stupire gli occasionali visitatori, ma per sè stessi.

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  3. ecco i primi improperi , suscitati da un intollerabile attacco di invidia cosmica . Per la bella giornata che avete passato insieme , per la possibilità di vedere e toccare tutto quel bendidio con tranquillità , insomma bravi anche se molto cattivi verso noi sudisti che non possono incontrarsi a un tiro di schioppo eheheheheheh
    Le prove sono molto accurate , Gianca una macchina da guerra , e anche se sto ascoltando con le cassettine interne del portatile le differenze si sentono. E la moretta del reverendo si ritaglia sempre uno spazio speciale...
    La piccola Harley Benton , anche se con una voce forse più sottile rispetto alle sorelle più importanti , mi sembra comunque una guitarrina che ha il suo perchè , sicuramente nel rapporto Q/P .
    Se devo fare un appunto , be , ma la sigletta di fingercooking qui ci stava tutta ,almeno un po di me (e Dario) entrava in questo video che farà storia :-))))))))))))))))))))))))))

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    1. oh là...per una volta non mi prendo la colpa io di dimenticarmi della sigla...

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    2. Ci hai ragione ci hai! Ma purtroppo il mio programma di editing video, rigorosamente free e molto basic, non digeriva il formato della sigla, così dopo parecchi smanettamenti mi sono arreso. Sorry!

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  4. Grazie, utilissimo, mi pè piaciuto molto, concordo con Mr_Pone per la cinese che è niente male davvero, mi piacerebbe molto un test sulle amplificazioni per acustica, vero tallone d'achille della Taylor da quello che so, so che Tommy Emmanuel utilizza un sistema tutto suo, in ogno caso, bravi anche se la mia GAS da acustica è in crescita, che mi dite poi delle 12 corde, mi piacerebbe saperne di più !!

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  5. Bellissima prova, ho un debole per J45 e 028 e qui viene tutto confermato.. Sorprendente la Harley Benton.
    Complimenti a tutti e grazie.

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    1. occhio però, che quella J45 non è come le altre... ;-)

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    2. Confermo...quella J45 è "speciale"

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    3. seeeee , spiegare please , mica ve la cavate così....:-)))))

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    4. è semplice...è uno strumento riuscito particolarmente bene e, ironia della sorte, non è nemmeno costato uno sproposito. Sulle circostanze fortunatissime dell'acquisto Vincenzo potrebbe essere più esauriente. Comunque è un fatto: mai sentito una J45 suonare così.

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    5. Per la verità non è una J45 standard, ma una True Vintage, quindi tavola in adirondak, sella e capo in osso anzichè tusq e legni più selezionati e sottili (è leggerissima!). Poi è una di quelle chitarre "venute bene", col tipico suono J45 dei dischi, caldo e pastoso e qualcosa in più che non sai bene cos'è, ma quando la imbracci non te la scolli più di dosso. E in questo gioca pure una ottima suonabilità. Tutto questo insieme al semplice fatto che è esteticamente bellissima, con il vero sunburst Gibson, virato al tabacco senza quei riflessi giallastri che si vedono così spesso. Insomma, gran chitarra! ;-)

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  6. Una nota personale. La registrazione, per quanto abbastanza attendibile, è ovviamente "lato ascoltatore", che differisce parecchio dal "lato suonatore". Ma in alcuni casi le differenze sono sorprendenti.
    Nonostante le dimensioni, la Maton E80 (che Vincenzo chiama giustamente "il clavicembalo") da fuori ha un suono brillante, definito e sottile, quasi aspro, con attacco rapido e bassi talmente corti da sembrare carenti. Ma quando la suoni i bassi escono contro la pancia e il suono risulta molto più grosso e bilanciato. Due immagini sonore in contrasto.

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    1. queste tue osservazioni aprono una parentesi su un fattore importante : cosa prediligere ? Cioè , il suono è quello che arriva alle orecchie degli astanti o quello che percepisce chi suona lo strumento ? Un giusto mix ? Certo , se si suona spesso per un pubblico ( diciamo dei professionisti o quasi ) si vorrebbe che proprio chi fruisce della nostra creatività goda al massimo della performance. Ma la performance non è "anche" data da quello che il musicista sente mentre suona ? Cioè , il solo fatto che chi mi sta davanti cattura tutte le giuste sfumature , toglie a me il pathos del momento...se sono un suonatore da poltrona di casa ,è chiaro invece che sarà il suono che percepisco io a fare la differenza....sembrano discorsi sulla lana caprina , ma forse c'è da perderci qualche secondo di riflessione , specie quando si è alla ricerca di un nuovo strumento e si ascoltano tante demo in rete. Ma basandoci su quello appena detto , anche la prova ad personam potrebbe non bastare....vabbè , tanto così per dire :-)

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    2. be' senza estremizzare troppo, la Maton era l'unica ad avere questa nettissima caratteristica (cioè davanti è squillante ed ha pochi bassi). In tutte le altre, come è naturale, il suono è diverso se ascoltato anteriormente o posteriormente, ma gradevole da entrambi i punti di ascolto in fondo.

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    3. Poi c'è un'altra grossa variabile: le mani! Ogni chitarra, soprattutto se è una buona chitarra, risponde diversamente al tocco di chi suona. Qui abbiamo la "versione Giancarlo", sicuramente diversa dalla mia (che ho unghie deboli e uso anche i polpastrelli) o da quella del Rev (che usa le protesi di Freddy Krueger! :D). Quindi sarebbe forse più attendibile il plettro, ma anche lì... (quale plettro... e usato come...). Non ultime le corde, come dice giustamente Mimmo. Da notare che Vincenzo aveva montato sulla Martin CSN, se non sbaglio, delle corde Martin Eric Clapton che a suo dire non restituivano il suono corretto della chitarra. Insomma, alla fine bisogna provare.
      Ma rimane il fatto che i pareri sulla J45 TV erano concordi nonostante tutto! Quindi certe chitarre hanno una personalità più marcata di altre.

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    4. C'è anche da considerare anche quanto vengono suonate le chitarre: non credo che Vincenzo, con un Harem così, riesca a dedicare a tutte la stesso tempo (ci vorrebbe una seconda vita solo per suonare le chitarre!).

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    5. devo dire anche che a me le cose ripetute molte volte vengono progressivamente sempre peggio, mi sono impegnato a cercare di suonare sempre in modo più simile possibile, ma proprio non mi riesce, specie in strumming.

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    6. E per forza, solo Polecastro suona sempre lo stesso pezzetto senza differenze, che spesso le chitarre gli suonano tutte uguali! :D
      Ma a parte gli scherzi, forse non è solo la "manzola" che ti viene a ripetere tante volte dietro fila lo stesso pezzo, anche passare all'improvviso da un manico all'altro senza ambientarsi non è semplice, almeno per me! Come ho detto nel post, sei stato un solido dimostratore ;-)

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  7. Ecco, collegandomi a questa tua annotazione, ultimamente mi sono messo a giudicare i suoni dal lato ascoltatore, ed ho cambiato parecchie convinzioni che avevo. Alla fine se uno suona in pubblico viene ascoltato, e la gente sente appunto dal lato ascoltatore. Altra cosa che influisce moltissimo è poi l'amplificazione, ma qui il discorso cambia totalmente. La libidine del 'suonare per te stesso' è il massimo, lì lo strumento 'lo senti' fisicamente e allora cambia tutto. Però sarebbe un discorso importante da approfondire.

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    1. accidenti , abbiamo avuto le stesse perplessità all'unisono...sarà il nome...eheheheh

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  8. Avete fatto comi i bambini, avete portato tutti i giocattoli e siete andati a giocare a casa di Vincenzo!? Bravi!! Ma bando alle ciancie: anche io trovo che la cinesina non sfiguri affatto tra le blasonate, l'unica cosa che mi viene da pensare, pero`, e che tutte le chitsrre in qurstione avevano corde diverse con tempi di usura diversi, e anche questo conta molto in una prova comparativa, poi ovviamente, come avete gia` puntualizzato, una cosa e giudicare da ascoltatore, e un'altra xa musicista, adesso come adesso, pero` mi piacerebbe avere tutte questebellezze a casa mia, a prescindere dalle loro voci :-))

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  9. Mannaggia ragazzi, stiamo ancora qui a discutere? Vendiamoci tutti i nostri chitarroni e accattiamoci la piccola Cinesina!

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    1. Ma ne hai/abbiamo già una, pure molto simile e sicuramente migliore! Che però costa il triplo... managua, con 'sti cinesi è una gara al ribasso! :DDD

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    2. Già! Poco tempo fa un amico mi chiedeva un consiglio per una parlour intorno ai 200 € e io gli ho indicato la Cort e la Eko Mia ... mi sa che gli indico anche questa!

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    3. dai ragazzi non scherziamo...la verità vera è che fra le due Martine a cassa piccola e questa Harley Benton c'è un abisso, posso dirlo da prova diretta. Che poi anche la cinese suoni e abbia un elevato rapporto qualità prezzo è vero, che la differenza di suono non sia proporzionale alla differenza di prezzo è ancora più vero, resta però il fatto che se vuoi un suono di un certo tipo devi per forza spendere molti soldi in più (che poi ti ritorna in gran parte a casa in caso di vendita). Quando si è ad alti livelli anche un piccolo miglioramento costa moltissimo. (questo è un dei "ragionamenti" che abbiamo condiviso sabato. (finalmente un sabato come dico io.....eheheh)

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    4. Ehm... L'ho detto prima di ascoltare la registrazione.

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  10. ti piace eh la piccoletta? Pure a me.

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    1. Caro Pone, cari tutti, quando i materiali sono buoni.... i cinesi a copiare sono fenomeni.... assemblare ormai avranno imparato.... i costi sono abissalmente inferiori... saremo anche tradizionalisti e vecchiotti ma dobbiamo ammettere che i tempi stanno per cambiare, ho provato una Sigma che è una cannonata... bah sono confuso ma sto cambiando idee .... mumble mumble .. vabbè ci penso stanotte!!!

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  11. che dire...beh innanzitutto grazie a Vincenzo per l'ospitalità e per averci messo a disposizione un parco chitarre che farebbe invidia a qualsiasi negozio. Certamente è difficile (ma anche molto piacevole) farsi un'idea precisa del suono su tante chitarre così diverse, dopo le prime tre o quattro le capacità di giudizio si attenuano notevolmente.
    Certamente sentite in registrazione, nonostante abbiamo cercato di mantenere le stesse caratteristiche le differenze si appiattiscono e paradossalmente, proprio pe le caratteristiche della registrazione escono meglio le chitarre con minore volume (vedi la HB) e con maggiore equilibrio (la Taylor e le piccole).
    Posso dire però che Martin e Gibson (in particolar modo la true vintage, ma anche le altre sono dei gioielli), senza nessun condizionamento di marca, alla prova diretta escono alla grande, insomma la qualità dal vero si sente tutta.

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    1. Non sono sicurissimo, ma credo che certi fattori ci colpiscano prima del suono. Per quanto cerchiamo di negarlo, se uno strumento non ha difetti macroscopici, l'estetica, una buona suonabilità e un peso contenuto ci predispongono subito bene. Cioè se la chitarra è bella e "ti calza" bene, anche se ha un suono non eccezionale finisce per piacerti. E secondo me chi oggi costruisce in Asia lo ha capito e si è concentrato su questi aspetti, lesinando per forza su altri fattori come la qualità dei legni e l'affidabilità dell'assemblaggio. E' lì che salta fuori la differenza con uno strumento di razza che invece ha di solito anche tutto il resto: il suono, una certa qualità dei legni e una costruzione impeccabile. Quanto costa tutto questo? Poi ci sono sempre le eccezioni...

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  12. Un video carinissimo, un' occasione di poter ascoltare strumenti di grande prestigio e qualità suonati da mani esperte e con tecniche diverse che non capita così spesso di trovare sui canali di musica..
    bello.. bello.. bello..
    Complimenti a tutti i Cookers targati Emilia !!
    ;-)

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  13. Bella prova, peccato per l'audio gracchiante nella parte plettrata. Le mie preferite? Martin CSN e la piccola di Mirco :)

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    1. Audio saturo, vero! Lo zoom credo fosse settato in automatico, ma probabilmente avremmo dovuto allontanarlo un po' nella seconda prova...

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    2. si era così, gain automatico in modalità "solo" (l'altra è "concert")
      Ma comunque questi zoom e similari (comprese tutte le telecamere consumer) sono dei baracchini che "sembrano" fedeli. Tra queste registrazioni e quelle che fa SoundPure ci sono migliaia e migliaia di dollari di differenza e non c'è niente da fare.

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    3. Bè dai, siamo agli estremi opposti. Nonostante prometta di fare tutto da sè, il "baracchino consumer" ha bisogno di qualche attenzione, ma poi fa il suo porco lavoro. A pensarci dopo è chiaro che col plettro il volume era maggiore e lo zoom l'avrebbe compresso. Bastava fare un paio di prove e ascoltarle con una cuffia, ma non ci abbiamo pensato. Tra l'altro a volte capita anche nei demo più seri fatti con tanto di microfonone. La prossima volta saremo più accurati :)

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    4. Bé già riprendere tutte queste chitarre è stato un ottimo lavoro e dalle prove arpeggiate vengono fuori i diversi caratteri degli strumenti!

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  14. parte 1

    Mamma mia…! Non credevo che il bel pomeriggio di sabato scorso suscitasse tanto interesse! Ho lasciato un po’ sfogare gli amici, e adesso aggiungo anch’io qualche riga, per rievocare un po’ (alla rinfusa) le riflessioni che allora ci scambiavamo in presa diretta, magari alla luce di qualche giorno di “riposo”.
    E dunque, alla rinfusa: sì, quello che si sente dal vivo con le proprie orecchie è infinitamente e sottilmente diverso da quanto viene un po’ (tanto) compresso dalla registrazione, quando le registrazioni non vengono esse stesse utilizzate a creare differenze, a volutamente modificare cioè i suoni d’origine. Questo, per dire che nessuna delle belle, bellissime, simpatiche, sbarazzine, chitarre che abbiam provato l’altro giorno, rassomigliava all’altra, neanche lontanamente. E questo anche a giustificare la nostra inesausta infedeltà: ché, effettivamente, ogni nuova chitarra ha un suo perché.
    Poi, chitarra per chitarra, e semplicemente: le Martin per me sono un mondo, con una forza, una immagine, una identità talmente peculiari da giustificare il loro mito, al di là del fatto che non tutti hanno provata, e soprattutto trovata, la “loro”. (e le due belle sorelle che si sono aggiunte alla mia in quel pomeriggio, la 00 di Mirko e la 000 di Massimo, me ne hanno riconfermata la qualità con la bellezza “completa” del loro suono, con le ricche differenziazioni timbriche, che però sorgono da un tratto comune). Io, per esempio, che ne ho girata qualcuna e adesso ne ho una sola, rimango ancora legato alla prima volta che ho fatto un accordo sulla mia prima, una D18 del 1973 che per me aveva il suono dei dischi coi quali ero cresciuto: ed essere io a crearlo, ogni volta mi sembrava un miracolo. Dopo dieci anni, non sto a dirvi perché, l’ho scambiata, e l’ho sempre rimpianta. Adesso ne ho una della quale sono innamorato (la CS&N che avete visto nel video) e per molti motivi: la registrazione secondo me non è “fonogenica” ma, soprattutto, non ho ancora trovate le corde della “prima volta”, da Mandolin Brothers, e dato che suono pochissimo e quindi non ho una grande rotazione, per così dire… sono ancora alla ricerca dell’accoppiata perfetta; che corde ci son su ve le dico, sono le Clapton’s Choice della Martin, e non ne sono affatto contento: secondo me sono, anche da nuove, mute, senza quella bella vibrazione, quello zing, del bronzo. Praticamente sembran vecchie anche da nuove…

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  15. parte 2

    Per quanto riguarda la mia Mora (di Morette ce n’è una, e la mia è sua nonna ingrassata, in quanto a dimensioni… la piccola elegantissima Keb Mo di Massimo è un gioiellino di bellezza, suono e suonabilità) cioè la Gibson J45 True Vintage, devo dire che ne sono affascinato a ogni giorno che passa: ha un suono bellissimo, veramente antico (come ce lo potremmo immaginare, per lo meno), con una grande ricchezza di risonanze e la bellezza perfetta dell’inarrivabile sunburst Gibson, che però lascia vedere la compattezza della trama dell’abete rosso della tavola e la marezzatura del mogano: l’ho vista appesa al muro da Davoli, a Parma,non troppo tempo fa, l’ho suonata, e fin da subito mi è apparsa una chitarra particolare. L’ho pagata secondo me poco, per quel che secondo me vale (e anche per il mercato, ma non sono chitarre che s’incontrano facilmente, né in negozio né negli annunci…) e non ne rimpiango un solo euro; mi fa solo impressione che nessuno l’avesse scoperta prima di me, era appesa da qualche mese, e da Davoli non si ricordavano chi ce l’avesse portata, se l’aveva venduta o scambiata…. (a proposito di soldi “buttati” in chitarre: io non sono ricco, dato che ho uno stipendio molto modesto di impiegato pubblico, ma ho avuto la fortuna (e non solo, va beh…) di fare sempre il lavoro che sognavo, per cui mi faceva da lavoro e divertimento insieme: per cui i soldi che non spendevo in altre cose, anno dopo anno li ho investiti in quelle “cose belle” che arricchiscono la mia vita, qualche bel quadro, cornici antiche, tanti libri. E poi, le chitarre, da quando ho realizzato che coi soldi di un viaggio non fatto, o di una macchina cambiata, compravo uno strumento del quale ero felice per tutta la vita! E poi, le chitarre bisogna saperle comprare: ho fatto un affare con quella Gibson, per non parlare della Taylor, che ho comprata a prezzo stracciato).
    E per fortuna non sono razzista, per cui a fianco delle blasonate, ci sono anche le cinesine e le cinesone (non entrata nel video una copia di una D45 con due chili d’abalone, e un fondo con uccelli esotici che è o da amare o da odiare - solo che la chitarra suona insospettabilmente bene! ).
    Per le caratteristiche sonore degli strumenti che abbiamo provato in questa joint-venture chitarristica, gli amici Giancarlo, Massimo e Mirko han detto molto, e bene, anche delle caratteristiche differenze tra ascolto dal vivo e registrato. A smorzare un po’ i sogni di chi pensa di aver trovato nella piccola Thomann il suo nuovo amore, vorrei però dire che a mio avviso è sì un grande affare (nel senso che a 200 euri o giù di lì è difficile trovare di meglio) però “in foto”, cioè registrata, risulta meglio di com’è dal vero, alle mie orecchie, per lo meno: questo per evitare acquisti in massa, e altrettante in massa delusioni…
    E poi, sempre più alla rinfusa: la Maton “Australian”. L’ho scambiata in un negozio di Reggio Emilia, me n’ero innamorato per la sua bellezza, prima di tutto, e poi perché, suonandola, mi sembrava il contrario delle mie amate Martin: tanto scure, baritonali sono queste, tanto squillante, argentina, era quella. E poi, la bellezza bionda dei suoi legni, e soprattutto la facilità che non ho mai trovata uguale in nessun altra chitarra, vantaggio enorme per uno che come me oggi suona pochissimo, e al quale quindi ogni aiuto giunge gradito. Altra sua peculiarità, in una marca che è famosa per le sue attenzioni al settaggio, soprattutto del manico, e per la sua amplificazione, questa è l’unica Maton a non avere il truss-rod, e a non essere amplificata.
    E adesso basta: come finale, un saluto ancora alla simpatia, competenza, intelligenza degli amici che son venuti a trovarmi (con un ulteriore grazie ammirativo a Mirko che si è sobbarcato il montaggio del video), e a tutti i cookers. A presto!

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