sabato 14 giugno 2014

Il bello della nostalgia...

Il piacevolissimo duetto chitarristico suggerito dall’amico Perry m’invita a proporne uno anch’io, di tutt’altro genere ma in qualche modo legato, se non altro dal piacere evidente del far musica insieme che anch’esso emana.
E ritorno sui vecchi amori, sui miei (e credo vostri) Crosby Stills and Nash, tre amori, anzi quattro, perché il pezzo che vi propongo è una delle più vecchie e dolci canzoni di Bob Dylan, quella “Girl from the North Country” nella quale lui, che allora aveva da pochissimo compiuti vent’anni, si rivolge al primo amore come se degli anni ne avesse cento: perché quando si volta pagina, come Dylan fece allora, non conta quanto tempo distanzi la vecchia pagina e la nuova.
E allora, riascoltiamo insieme questo gioiello, e ascoltiamo quello per cui amo oggi ancor più di un tempo questi tre vecchietti: perché sono ormai arrivati alla quintessenziazione del loro stile. Stills, soprattutto, suona la chitarra (Dio, la sua mitica 0045 SS, la più bella chitarra che io abbia mai visto e mai preso in mano, sarebbe troppo dire aver suonato, perché dopo due accordi mi tremavano le mani e l’ho ridata indietro…) con una semplicità, mi verrebbe da dire un’umiltà, che mi lasciano disarmato. Una nota per volta, un arpeggio a due dita, il sol maggiore con il sol basso suonato col pollice, come facevo io quando avevo dieci anni, un assolo scheletrico, e una nota sbagliata che è addirittura commovente: ma un’intensità, una partecipazione, una voce…

E sentite, quando per la prima volta intervengono Nash e Crosby (al “Remember me to the one who lives there…), come quella semplice linea voce-chitarra si allarghi improvvisamente a risuonare come il Kyrie di una messa polifonica tra le navate di una chiesa, a stringere nella mano e a ficcarcela per sempre nel cuore, quella nostalgia che un genio ventenne seppe condensare in un qualcosa che non posso che chiamare: POESIA.

[info di servizio: ho notato che sull'ipad il video attacca subito, mentre dal computer c'è prima la pubblicità: non so cosa succede nel "prelievo" e successivo trasferimento da youtube al nostro blog. ancora una cosa: ho lasciata anche la breve introduzione parlata, per il piacere di vedere Stills che ormai è la controfigura perfetta di Gregory Peck nei panni di Abramo Lincoln o del capitano Achab, che poi sono la stessa cosa, ma qui si aprirebbe un discorso troppo lungo, oltre che off topic, e non tutti amano il vecchiume come me, anche nel cinema... ]

eccolo



20 commenti:

  1. abbiate pazienza: la chitarra era, ovviamente, la 045, non 00… (vero è che il prodigo binomio Stills/Martin ha partorito, tra le altre, anche un 00045…)
    v

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  2. una 045 SS uguale uguale, mi sembra averla vista tra le braccia di Joan Baez qualche anno fa, anche se devo dire che nelle braccia di Stills suoni meglio, ma ovviamente questo è un mio parere personale ;.))

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  3. Hai ragione: in realtà (sto andando a memoria, per cui non ti posso dire l'anno preciso) la Baez suonava una Martin 0 già verso la metà/fine anni '60: il che per me vuol dire che la sapeva lunga non solo sugli uomini coi quali si accompagnava, ma anche sulle chitarre! D'altra parte se personalmente la Baez non m'ha mai acchiappato (io l'ho sempre definita la Suor Sorriso della canzone alternativa, chi ha cinquant'anni e passa come me sa a cosa mi riferisco) ugualmente il rispetto che le hanno sempre rivolto tutti i musicisti delle ultime decadi, e l'indiscutibile ruolo di leader nel mondo del folk di protesta - scusate la definizione fatta con l'accetta - che ha rivestito non possono farla passare in cavalleria. Come chitarrista, invece, l'ho sempre molto apprezzata: suona proprio come piace a me. Poche note, ma quelle poche son sempre giuste!

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    1. Da giovane non era malissimo, e poi visti gli uomini con cui si è accompagnata, mi sa tanto che era una acqua cheta, e come si dice dalle mie parti: "l'acqua cheta se carica i ponti"
      ;-))) come chitarrista si è sempre limitata all'essenziale per far da tappeto alla sua splendida voce, e quindi certe chitarre le ha avute più per vezzo che per effettiva necessità :-)))

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    2. Anche a me la Baez non mi ha mai convinto. Bei pezzi (non sempre) ben cantati e pure ben suonati, ma sempre con quella voce di gola, molto bianca, senza graffi o impennate. Era la tipica voce da "brava cantautrice", ma dopo un po' che due zebedei! ;-)

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  4. catti cattivissimo…
    per continuare su questa corrente, a casa mia (cioè a Parma) si dice: Facia smorta… xxxx forta! ma non ho il coraggio di sciogliere le x neanche in questo consesso di amici! Non dovrebbe essere difficile tradurle.
    Per quanto riguarda le chitarre, ma solo per il gusto di continuare l'amabile dialogo, il gusto snob per certe chitarre è venuto più avanti con gli anni, all'epoca credo ci badassero (meno i musicisti veri, quelli che lavoravano, cioè, sullo strumento) molto meno.

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    1. Credo di baver intuito il senso delle X :-))) Bhe però, in quegli anni non disdegnavano affatto i fronzoli, vedi ad esempio Neil Young, quando aveva ancora i capelli ed era un ragazzino, usava una bellissima Martin D45 tutta tempestata di abalone :-))))

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    2. Non era difficile da indovinare, vero?
      per quanto riguarda la tua precisazione sulla D45 di Neyl Young (che di sicuro aveva qualche fronzolo, ma certo anche molta sostanza) mi sembra che tu venga incontro a quello che scrivevo prima, cioè che chi sullo strumento ci lavorava per davvero, i begli strumenti li usava anche allora.
      Piuttosto, di quegli anni, e di quei video di conseguenza, quello che mi fa più rabbia/nostalgia/desiderio son quei bei microfoni davanti alla buca della chitarra: purtroppo a me il suono delle chitarre acustiche elettrificate mi fa (quasi) sempre venire l'orticaria. I suoni tendono a diventare tutti uguali, e uguali diventano tutte le chitarre e, la faccio brutale, mi sembra di sentire più il suono del fonico, che quello del chitarrista. Come se si fosse lavorato più per facilitare il tecnico, che il musicista. Sarà di sicuro più facile, più comodo, più bello no, però. Scusate lo sfogo di un chitarrista casalingo...

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    3. Evidentemente non riesco a scrivere una riga senza infilarci un penoso refuso: Neil, ovviamente!

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    4. Su questo sono daccordissimo con te, l'unica acustica elettrificata che riesco a concepire, e` l'Ovation, perche` e` stata la prima e perche` e` stata l'anello mancante per unire il mondo della chitarra acustica a quello della chitarra elettrica, e poi snche per il fatto che il suono amplificato di una Ovation (almeno quelle vintage), e` ancora riconoscibilissimo, ancora oggi ascoltando un vecchio vinile riesco a riconoscere quel suono cosi` diverso dal suono delle chitarre tutte in legno, ma non per questo meno bello ;-)))

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    5. Per me l'Ovation era il (marziano) oggetto del desiderio dei miei diciott'anni. Del mio giro ce l'aveva solo uno, ed era invidiatissimo! Vero è che allora se andava bene avevamo una Ibanez (io avevo una copia della Hummingbird, che mi affrettai a scambiare dopo qualche anno, e che ad avercela adesso…). Ma (parlo ancora dell'Ovation) fu soprattutto la scoperta di John McLaughlin, attraverso la scoperta miracolosa di "My goal's beyond" dove non a caso l'Ovation è in copertina…
      In realtà fu un amore passeggero, e nel tempo non mi attirò mai tanto da portarmela a casa, e sì che sono uno facile...

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    6. Io invece sono stato ammaliato dalle Ovation, ed ho iniziato con delle copie della Melody Rondo, per poi passare alle celebrity, per approdare alle Pinnacle, passando per le Ballander e le custom Legend, fino a fermarmi a quella definitiva: una Custom Elite C868 LX Made in USA che non venderò mai, perchè ha proprio tutte le caratteristiche delle Ottime Ovation, ed anche di più!! ;-))

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    7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    8. Concordo su tutto (Ovation a parte che conosco poco). Perché quarant'anni fà, con tanta tecnologia in meno, si riusciva a far convivere quattro chitarre acustiche su un palco coi microfoni e oggi no?

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  5. Quando diventerò grande , bello e famoso , inviterò crosby a nash a farmi i cori , una garanzia assoluta ! Che cantino con i loro pard oppure con il primo che capita (tipo gilmour...) , le loro armonizzazioni sono musica allo stato puro , strumenti in carne e ossa ( e tanto cuore ) che si affiancano agli altri strumenti , a volte eclissandoli. Che gente , ragazzi.... e naturalmente che chitarra , anche se , in un ipotetico negozio , dovessi scegliere tra la 045 e le corde vocali del trichecone , non avrei dubbi !!!!! :DDDD

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    1. Bravo Stefano, concordo con te! Le corde vocali, e il cuore, e la testa. Il fegato no, neppure quello post-trapianto… (perdonatemi la battuta).
      Per quanto, la cosa più bella di CS&N quando interpretano gli altri per me forse è il beatlesiano "Blackbird" cantato a Woodstock, che come forse tutti noi ho scoperto solo molti anni dopo, visto che non c'era né nel film né nel disco: tutt'altro che perfetto tecnicamente, ma c'era già tutta la luce della loro musica, capace di trasformare un piccolo capolavoro come quello: aderente all'originale, ma assolutamente già diventato "CS&N".

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    2. Il trichecone, un geniaccio! Uno dei miei preferiti in assoluto. Confesso che ho portato per vent'anni i baffi lunghi per colpa sua! :D

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    3. nooo , che mi sono perso !!!!! :D

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    4. ...dai, la prossima volta ti mostro la foto della patente (da arresto!) ;-)

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