lunedì 3 febbraio 2014

Home sweet home

Eccoci a casa. Dovevamo rientrare venerdì poi…
Sono parecchi anni che frequento la Val Zoldana e in particolare un rifugio in località Pala Favéra, dove un cuoco veneziano ogni volta ci stupisce con i suoi piatti (gamberoni, baccalà, casunzei, una pasta ripiena di questi posti) e si spende una cifra onesta. Sono le nostre ferie, visto che d'estate non andiamo mai da nessuna parte. Splendide montagne, splendide piste dove lasciar correre gli sci che sembra di volare.
Quattro giorni bellissimi…poi il tempo si guasta e comincia a nevicare: un metro, due metri, tre, quattro…era un pezzo che non vedevo tanta neve. Talmente tanta da superare l'altezza della seggiovia.
Non si scia più e tutti gli impianti della Val Zoldana, del Cadore e dell'Agordino vengono chiusi. La bufera continua ininterrotta per tre giorni e, fortunatamente, non viene a mancare la corrente elettrica.  Qui non hanno paura di queste quantità che anninterebbero una città per un mese almeno. Hanno mezzi, squadre e macchine per tenere tutto sotto controllo. Però, ad un certo punto, un improvviso aumento della temperatura, dovuta allo scirocco, fa si che la provinciale  della Val Zoldana (che qui chiamano "il canale" per via delle alte pareti che incombono sulla strada soprattutto all'inizio della valle) venga sommersa in vari punti da continue valanghe. Troppo pericoloso percorrerla e la forestale chiude la strada. Impossibile tornare a casa da quella parte. Non resta che la opposta via del passo Staulanza per andarsene. Ma ci sono quattro, cinque metri di neve da sgomberare per aprire il passaggio e tocca aspettare che le squadre facciano il lavoro. Ma avevo con me la signora 000 a farmi compagnia…

Ah…mi sono fatto anche un giro con il gatto delle nevi (un Pisten Bully Kassböhrer da 500 cavalli). Impressionante. Si guida con una piccola cloche e un paio di joystick. Potenza mostruosa e pendenze impressionanti affrontate dritto per dritto con un ruggito, cabina climatizzata, sedili avvolgenti e musica di Norah Jones che usciva dallo stereo. Che roba.

23 commenti:

  1. Ah la val Zoldana, i miei ricordi di ragazzino (1981-84) sono tutti a Mareson di Zoldo Alto, proprio sotto il Pelmo, nelle vacanze estive con la parrocchia (chitarra dell'epoca: Clarissa P21 corde in nylon), le migliori di tutta la mia vita (anche futura). Rimanere bloccati per la neve in Val Zoldana (con la 000) è un sogno, per tutto il resto c'è MasterCard.
    Bentornato Pone!!

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    1. Lo stesso periodo che ho iniziato a frequentare io quei luoghi. Noi eravamo nel convitto di Forno di Zoldo, quello vicino alle scuole, e spesso andavamo a Mareson, Dont e paesi limitrofi, sempre rigorosamente a piedi. La prima volta che ci sono andato ho fatto l'autostop da Longarone, a metà strada uno vedendomi con borsone, sacco a pelo e chitarra (eko renger6) mi ha datto uno strappo

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  2. Reverendo,caspita, sei quasi passato davanti casa mia!!!! Quei monti, la Val Zoldana, le conosco come le mie tasche, quelli sono i primi monti che ho arrampicato da giovane, il Civetta, il Pelmo..... Caspita... Ogni volta che qualcuno ne parla mi ci scappa il ricordo di gioventù....

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    1. ma che…hai casa lì?…..scusa ma (come dicono in Emilia) sei un bel BUSONE!
      (=fortunato)
      Io ci passerei l'esistenza.
      p.s. i valligiani dicono "la" Civetta. Sono posti da togliere il fiato tanto sono belli.

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    2. È vero la Civetta. Magari avessi casa li, ma sicuramente avrai fatto l'Alemagna e un pezzo di autostrada, ecco i sono di quelle zone li, in mezzo alla pianura, nel triangolo Conegliani-Vittorio veneto-Saciel

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  3. Ma hai portato la moretta anche sul gatto ? Spero di no , anzi , ne sono sicuro eh eh eh

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    1. ops , scusa , non era la moretta...peccato , sai come spiccava sulla neve :DDDDD

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    2. era la signora 000…! Me la titillavo tranquillamente nella sala grande giù dove c'è il camino (ma ci stavo ben lontano).
      Non mi cagava nessuno…amen.

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    3. Direi che era il posto adatto per i cookers , no ? Mannaggia.....

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    4. ah si…e devo dire che vi ho pensato mentre giravo gli enormi ciocchi nel camino per far prendere vigore alla fiamma.

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    5. Non ti cacava nessuno perché non avevi la moretta. Te l'avevo detto! La moretta è nata nel Montana, le Martin son roba da west coast, pianura... eh!

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  4. Aggiungo: a tavola si beveva un loro vino cabernet (c'era solo quello) rosso scuro, pastoso, bello pieno che ci potevi far merenda. L'acqua era quella di una vicina sorgente servita in caraffa. Non ne ho poi bevuta tanta, ma mi piaceva che in tavola non ci fosse la solita minerale in bottiglia cazzona con l'etichetta piena di stronzate.

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    1. Ciao Max !! Avrei apprezzato anche io le meraviglie di quei luoghi e l'atmosfera vellutata e magica che nasce in montagna dopo abbondanti nevicate.. i disagi invece li avrei graditi un po' meno...
      ;-)

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  5. Ma bene! ...chiuso in cabina riscaldata con norah jones a fare il kassbohrer sulle pisten come un bully!
    Io dovevo nascere in un posto così, dove stai in mezzo a metri di neve per quattro mesi all'anno, scarponi, camicie di flanella a quadrettoni, giacconi imbottiti e baite in legno col camino. Magari a lavorare in una segheria a scegliere le tavole migliori per per una buona chitarra. Peccato che alle feste di paese invece di James Taylor rischi di vedere quattro ciccioni alticci che ballano come orsi in braghe corte col cappello pennato ... ma ogni medaglia deve avere un rovescio ;-)

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    1. ma sì…la camicia di flanellona scozzese ti donerebbe un tot.

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  6. Mr Pone...la foto che hai messo dice tutto!! Complimenti per la vacansuola!!! :)

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  7. E bravo!!! Ti sei sparato una vacanzona niente male, una vacanza da Cookers, ma il gatto delle nevi lo affittavano? O qualcuno te lo ha prestato? Possibile che mentre suonavi, poi, non ti si filava nessuno?!?! Non ci posso credere, secondo me, ha ragione Mirco, ti dovevi portare la moretta, mi sa che cosi` avresti dovuto staccare i biglietti, a dimenticavo, ti sei fatto dare qualche ricetta dal cuoco veneto? ;-)))

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    1. No, sono salito con il titolare del rifugio (che ormai mi conosce) e che di mestiere batte le piste (come si chiamerà? Pistarolo? Booooo)
      Quanto al fatto che nessuno seguiva i miei smanacciamenti era perché erano tutti preoccupati per il transito sul passo ed erano nervosetti…
      Il cuoco mi ha insegnato a fare la mousse di baccalà. E' una roba bianca da spalmare su una fetta di pane, delicata e stuzzicante. Altro che nutella!

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    2. Aggiungo che avrei avuto una certa fifa a pilotarlo: la neve era talmente tanta che il bestione ogni tanto di muoveva di lato galleggiando su una massa di neve molto poco stabile.

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    3. "il titolare che di mestiere batte le piste" si chiama "pisteur", io pero' ho pensato subito ad un'altra cosa :-))) bentornato...

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    4. e io che ho detto? Pistarolo…eheheheheh

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  8. bentornato max!
    secondo me non si è avvicinato nessuno quando suonavi la biondina perchè i montanari son riservati, non vedo altro motivo plausibile al mondo.

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