mercoledì 8 gennaio 2014

Punti di vista

Frequentando dei giovani  mi sono reso conto dei diversi punti di vista da cui si guarda e si fruisce la musica. Per esempio: si prepara una pezzo della Emma Marrone, cantante italiana in voga al momento. Per me la massima soddisfazione sarebbe quella di riuscire a suonarlo insieme. Se poi ci sono solo chitarre, questo ai miei occhi non ha poi troppa importanza perchè do un alto valore alla musica "prodotta" direttamente. Perfino se i risultati, come le capacità, sono prevedibilmente modesti. Ho cioè una visione un po' ideologica del fare musica.
I giovani no. Se dello stesso pezzo esiste  una base disponibile (e oggi si trova tutto), preferiscono quella…così "formalmente" perfetta, dove non manca niente, bassi, percussioni, archi ecc ecc.. 
I ragazzi pensano che sia oggettivamente "più bella" e di sicuro il risultato finale è migliore. Non hanno la sensazione che sia una cosa finta, fatta da altri, bella fin che si vuole, ma prodotta da altri.
Ora non bisogna pensare subito che questo avviene perchè sono ignoranti. Il che peraltro non è detto: molti sanno leggere uno spartito ed eseguirlo con un flauto dolce perchè l'hanno fatto a scuola. Io non lo so fare. 
E' chiaro che questo lascia aperta la porta a concetti che sono ostici per me da afferrare: il d.j. che "suona" in discoteca e fa il suo spettacolo (?). Il pianista di piano-bar che simula, mentre è tutto registrato, fa meno fatica e prende gli stessi soldi. Gli effetti ridondanti, le elaborazioni sonore a poco prezzo, talmente perfette da essere al limite dell'imbroglio (come il pedalino che fa i cori, fantastico per la resa ma, se confrontato alla fatica che si fa per intonare un vero coretto a quattro voci, è una truffa)


I giovani allora fruiscono la musica come qualsiasi altro bene? Come un buon panino?  Senza le pippe mentali che io invece ho? E' preferibile ascoltare qualcuno che faticosamente suona, sbaglia, ma ci mette del suo per produrre qualcosa di certamente approssimativo oppure la musica è musica ed è semplicemente da godere senza curarsi poi troppo di come viene fatta?

13 commenti:

  1. preferisco godere della verità seppur misera che baloccarmi nell'evanescenza
    la droga ad esempio è il fuggire dalla realtà e poi rituffarsi nella melma è difficile

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    1. bè…hai un po' estremizzato, ma capisco quello che dici

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  2. Partirei dalla tua ultima osservazione : la musica è musica senza badare a come viene fatta . Per noi , musicisti sopraffini o chitarrai da strapazzo che comunque masticano musica da decenni ( e quanti decenni , e CHE decenni...) la musica è ormai idealizzata , è quel trasfert che ci mette in comunicazione tra noi , anche se non sappiamo rifare perfettamente con il nostro strumento i brani preferiti ( o addirittura non suoniamo nessuno strumento , ci sta anche quello ) sappiamo benissimo come è nato , chi l'ha creato , da dove vengono richiami culturali e socioantropoligici , lo collochiamo nel tempo e nello spazio ( mooolto ampio ) , lo sezioniamo fino a goderne delle molecole sonore più infime , fino a fargli perdere la personalità. Ci sono pezzi che conosco , e non necessariamente suono , che ormai sono miei , non ci piove. E ulla musica , e i suoi derivati , mi/ci sono costruito tutto attorno , magari relegando faccende più terrene e contingenti a ruoli marginali , ma trovando comunque il filo che lega tutto a doppio nodo. E quindi , tornando a noi ( me so quasi perso ) , della musica come fattore di crescita personale ho fatto un must da cui non mi distraggo mai , un qualcosa che amo in ogni suo momento , dalla nadcita alla fruizione. E per questo un pezzo fatto da me , con la scatola di cerini che simula le spazzole , la chitarra a riempire l'impossibile , la voce corrotta ma che interpreta , sono punti fermi della condizione di appassionato di musica. Le nostre jam spesso nascono così , sul desiderio di qualcuno che vuole condividere il piacere di fare o rifare questo o quel brano , e non sono mai pedisseque cover , c'è sempre tanto , anche troppo di noi. Ma il bello è tutto li. Ascoltare musica ( o peggio , farla ) come si mangia un panino , buono quanto vuoi , è riduttivi e porta alla banalizzazione del tutto. E lo dico da ignorante , non so leggere lo spartito , le scale che conosco meglio sono quelle di casa mia , chi comanda sono il mio orecchio e la pancia saldata al cuore . Sarebbe bello trovare il modo di riuscire a mostrare quali e quante sinapsi si mettono in moto quando si ascolta o fa musica , questo darebbe il giusto input a chiunque , giovane o meno giovane , si lascia trascinare dalla corrente che smuove il mercato , accontentarsi sarebbe inutile e sensa senso , e la voglia di mettersi in gioco produrrebbe endorfine che placherebbero anche i giramenti di cocones più arditi. Ma io non sono in grado di dimostrare niente , lo vedo con mio figlio , ragazzo intelligente e non accodato , che comunque subisce il mondo attorno a lui , talmente perfido ed avido da sovrastare un ambiente familiare che , come esempio , non sarebbe per niente da sottovalutare. Molti sanno qual'è la via giusta , difficile e mostrarla....me so' capito ? Bo...:-))))))))

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  3. Il mio parere è che un’opera d’arte, e la musica lo è, la si giudichi soprattutto dalle idee, e queste possono essere buone (originali, creative, semplicemente piacevoli) o meno buone al di là del mezzo di espressione, l’autenticità dell’opera sta nell’idea, non nella fedeltà di riproduzione, vale a dire: è possibile un uso creativo e intelligente delle possibilità offerte dalle moderne tecnologie digitali in musica. Tuttavia questo vale soprattutto per la musica scritta, già composta, poichè la musica come opera d’arte ha un senso solo nel momento della sua riproduzione rivolta ad un pubblico, e qui entra il tema fondamentale dell’interpretazione. Bach era certamente un genio, ma una cosa è se lo suono io, un’altra se lo suona Yo Yo Ma.
    Infine perché il processo abbia un senso occorre tener conto anche dell’ascoltatore e di come si è formato il suo orecchio, questo secondo me avviene negli anni cruciali della giovinezza. Se uno non ha provato il piacere di fare musica con le proprie mani, se non ha assaporato la magia e lo stupore che ho provato io nel suonare con la chitarra in un prato con gli amici, di cantare nel coro della scuola o della chiesa, di gustarsi fin da piccolo un’opera lirica o un concerto acustico, dove quando l’orchestra inizia a suonare senti come una botta nel basso ventre che non te la scordi più, beh la modalità di fruizione e le aspettative riguardo alla musica saranno inevitabilmente diverse (e non sanno cosa si sono persi). In altre parole, al di là della vicenda personale di ognuno è un problema di educazione e del peso (ancora tutto da valutare e scoprire) che riguardo a questa ed altre cose importanti hanno oggi la televisione e tutto il mondo “virtuale”. Per mio conto posso dire che sono eternamente grato a tutti coloro che mi hanno fatto scoprire la musica suonata e che mi batto in tutte le riunioni scolastiche (quest’anno anche asilo nido) per l’introduzione e l’autofinanziamento dei corsi di musica suonata con strumenti veri.
    (forse sono stato meno prolisso di stefano).

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  4. Leggendo questo diario mi rendo conto di come noi ultra...anta siamo dei Dinosauri....
    Il mondo cambia, noi noi.
    Ricordo quando lavoravo, gli ultimi tempi, anche se facevo un lavoro (per me) bellissimo, vedevo che le cose cambiavano ad una velocità tale cui io non riuscivo più ad abituarmi.
    Tutto cominciò una mattina alla pausa caffè, circondato da giovani ingegneri raccontavo delle cose ma le raccontavo coi miei tempi (biblici) quando vidi che i ragazzi mi guardavano annoiati, ero troppo lungo... Ero fuori tempo, viaggiavo a 60 Bpm mentre loro, i ragazzi viaggiavano a 160 Bpm.
    Li mi sono adeguato, ma non mi sono mai adeguato al: quel che vale oggi, domani non vale più.
    Concordo sul fatto che il digitale abbia rivoluzionato il mondo della musica, oggi abbiamo internet, il MIDI, la musica digitale e questo ha reso tutto più facile.
    Noi per riprodurre un disco dei Dik Dik dovevamo ascoltarlo con la fonovaligia cercando di carpire gli accordi ad orecchio e ci siamo abituati alla ricerca e allo studio.
    Oggi basta andare su internet e trovi tutto gia belle fatto.
    Non è colpa delle ragazze, la colpa è del mondo che è cambiato e ha reso tutto più facile disabituando i giovani alla soddisfazione che si prova nel raggiungere un risultato con fatica ma DA SOLI.
    Ovviamente non è così per tutti, altrimenti i conservatori sarebbero deserti...
    Io da ragazzo identificavo la musica nel 45 giri acquistato nel negozietto di dischi sotto casa, ma questo è giurassico!
    Oggi nemmeno più si comprano i dischi, li scarichi da Torrent a gratis...
    Ma sono sostanzialmente fiducioso perché ci sarà sempre qualcuno che: "ci vuole arrivare da solo" magari saranno molti meno di quelli che c'erano ai nostri tempi, consideriamola una sorta di scrematura, vorrà dire che a studiare ed impegnarsi saranno solo i migliori, i più motivati, quelli che ci credono veramente quindi, passato questo periodo di medioevo musicale, ci sarà primo o poi, il Rinascimento.

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    1. tu parla per te. Io mi sento giovanissimo e un tantinello scapestrato….

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    2. Seeeehhh.... ricordati di mettere la pancera....;-)))

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  5. concordo in generale con i tre Saggi qui sopra, in fondo siamo stati protagonisti delle medesime ere, più o meno.
    aggiungo però che l'educazione musicale di base può fare la differenza, l'ho visto con figlio: mandato a lezione di pianforte a 8 anni, ha proseguito da solo, si è cercato e trovato il mio vecchio "impianto stereo" e relativi vinili, ed ora a 21 anni, studente universitario, continua nel suo hobby di fare vera musica live (per la cronaca a Milano ha suonato parecchie volte alle Scimmie) sulla riga di c. corea, whetaer report, king crimson, etc etc. sono orgogliosissimo, se ancora non lo aveste capito :-)

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    1. Eh si, un po' ti invidio...

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    2. Si vede che tu sei un buon esempio...io meno ( almeno in campo musicale ) :DDDDDDDDD
      Però , a onor del vero , anche se Il mio figliolo non pratica come vorrei uno strumento , mette le mani su tutto , dal flauto alla chitarra passando per la tastiera , molto sporadicamente , ma lo fa , e di sua iniziativa . Speriamo nel crescere.....

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  6. Questo non e` un atteggiamento solo dei giovani, ma di tutti quelli che hanno poca confidenza con la musica come mezzo per comunicare, e sai quanti ne conosco, di quelli che basta che : "basta che suona... e` musica", piu` che di eta` parlerei di educazione musicale,che specie da noi in Italia, e` un miraggio, poi ci sono quelli come noi che si sono accostati alla musica , all'inizio per moda, e poi ne sono rimadti talmente innamorsti, da continuare a farla e a sentirla per tutta la vita, e con il tempo hanno affinato il palato, e come per il vino, non riescono piu` a trovare piacere bevendo una bottiglia da due soldi.... HEHEHE :-))

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  7. Inutile negare che tante cose sono cambiate, noi avevamo il vocabolario di inglese, ve lo ricordate l'Hazon? Adesso con un clic del traduttore di Google i giovani hanno la perfetta dizione e la scrittura di ogni vocabolo e pure la coniugazione dei maledetti verbi irregolari!!
    Ipad, ipod, ipud.. con memorie che Pico della Mirandola era un dilettante a confronto..
    La musica ha seguito il corso degli eventi che hanno sdoganato gli ultimi decenni e lo dimostra il successo di certi generi musicali..
    La musica suonata è un percorso che si inizia quasi sempre da soli e se si ha fortuna si continua in gruppo, è una crescita continua, un mondo che si apre giorno dopo giorno, e più si va avanti, più ci si rende conto di quanta inutile tecnologia abbiamo comprato, quanti concerti abbiamo perso per pigrizia, e quante fantastiche giornate ancora ci aspettano..
    Che discorso da vecchio !!
    ;-))

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