LA LETTERA Capitolo III
Vedere scomparire la lettera nella buca
e cadere in depressione fu un tutt’uno.
Da quell’istante per Antonio, non ci fu
più né sonno né pace, la notte non riusciva a dormire, mentre di giorno
continuava ad alternare pensieri come: Ho
fatto una cazzata!!! Ad altri come: Se
non io chi…?Ma quel brutto periodo tutto sommato fu breve, quattro giorni in tutto, il tempo necessario alle nostre disastrate poste per recapitare una lettera, difatti il quarto giorno, precisamente la sera del quarto giorno a casa di Antonio squillò il telefono, rispose la moglie, e dopo un attimo:
“E’ per te, il dottor Rossi ti vuole parlare.”
Antonio si sentì morire, eppure doveva essere contento, in fondo una telefonata è sempre meglio di una visita domiciliare dei Carabinieri…
“Ciao, Marco, dimmi”
“Ciao Antonio, ho ricevuto la tua lettera, devo parlarti con urgenza, trovati al bar Roma tra mezzora esatta, click…”
Nemmeno il tempo di dire si e il dottore aveva chiuso la comunicazione.
Antonio si mise la giacca, e sull’uscio di casa, appena prima di richiuderlo dietro di se, avvisò la moglie: “Esco un attimo!”
Raggiunse il bar Roma a piedi, più che altro per ragionare meglio su che dire e anche per cercare di prevedere cosa il dottore avesse da dirgli.
Giunto davanti al bar, vide il dottore in piedi sulla soglia del locale con in mano una grande busta gialla.
“Ciao Marco”
“Ciao Antonio, senti” Disse il dottore con fare sbrigativo.
”Evitiamo inutili preamboli, ho letto la tua lettera e non ti nascondo che all’inizio ti ho considerato un emerito deficiente, il tuo, sul momento m’è sembrato un piano a dir poco allucinante, frutto della mente di un vecchio rimbecillito. Ma poi anche difficile da attuare, insomma, mettere d’accordo così tante persone, fare in modo che si espongano in questa maniera, no… no… assurdo. Però poi c’ho ripensato bene e poco per volta la cosa non mi è sembrata così assurda, e forse chissà, ma si forse hai ragione tu a credere che ci sia ancora chi è disposto a metterci la faccia e anche qualcosa di più”
“Bene Marco son contento…” Rispose Antonio, con un filo di voce.
“Certo Antonio dovrai riconoscere che ci sono dei punti difficili da realizzare, specialmente l’elicottero… insomma un elicottero non si trova mica al supermercato e poi un pilota disponibile… è difficile, indubbiamente è un piano difficile da mettere in pratica ma, pur nella sua indubbia difficoltà di realizzazione ha qualcosa di geniale, e la parte geniale del piano sta proprio nella spettacolarità e il coinvolgimento di persone così importanti.”
“Allora ci stai?” Chiese Antonio.
“Si, caro mio io ci stò, fosse anche l’ultima cosa che faccio a questo mondo io ci sto, m’hai convinto!”
Antonio non credeva alle sue orecchie, c’era riuscito! Una cosa, un pensiero, un’idea nata quasi per caso, per noia, per disperazione, si stava trasformando in vera realtà. Antonio non era più da solo, ora erano in due e questo…, e questo cambiava le cose radicalmente, questo cambiava tutto perché era il segno tangibile che il meccanismo poteva funzionare. Certo che, a pensarci bene, Antonio da vecchio meccanico, non poteva certo aver sbagliato il calcolo degli ingranaggi…
“Grazie Marco, non sai quanto tu mi stia facendo felice, e non per l’adesione al mio progetto, ma perché con te, ora, non sono più solo.”
A quel punto Antonio fu attratto dalla grande busta gialla, tipica busta commerciale normalmente usata per spedire documenti formato A4.
Marco se ne accorse e subito gliela porse.
“Ecco, qui ci sono tutti gli indirizzi che cercavi, dovrai fare una scelta ben ponderata, perché non tutti, e te ne accorgerai dai nomi, sono adatti alla nostra causa, fai con giudizio. Poi troverai anche una busta con dentro copia autografa della confessione da consegnare ai carabinieri che ho depositato, come tu mi richiedevi, presso il mio notaio di fiducia. Per qualunque evenienza, ti ci ho messo l’indirizzo.
Io a questo punto avrei fatto tutta la prima parte del piano, ora tocca a te e, quando sarà ora, se tutto andrà come deve andare, completerò la seconda parte.
Allora che dire…? speriamo che vada tutto come previsto perché forse, chissà, hai visto mai che… insomma io credo veramente che stiamo per entrare nella storia, però… però…minchia!!! Ahhh ahh ahhh”
Il viso del dottore mentre parlava si stava stranamente trasfigurando a acusa di un irrefrenabile attacco di riso. Riuscì a malpena a dire ancora:
“Voglio ahhh ahhh ahhh… ihhh ihhh voglio poi vedere come la racconteranno sui libri di storia contemporanea!!! Ahh ahhha ahhh”
E scoppiò in un’enorme, grassa, spettacolare, risata che da un po’ stentava a trattenere, era una di quelle risate incontenibili, contagiose, inarrestabili, un fiume in piena che ti investe e ti scaraventa nel mondo del ridere, tanto che non riesci più a stare serio e se per un attimo riesci a controllarti, basta che il tuo sguardo incroci quello del tuo compare e giù di nuovo a ridere con le lacrime che ti annebbiano la vista, ridere, ma ridere da star male!
Ora due impeccabili signori di sessant’anni dall’aspetto assai distinto, eleganti sia nei modi che nel vestire, due gentleman che in mezzo alla strada piegati in due con le pance in mano, ridevano come dei pazzi battendosi pacche sulle spalle e ripetendo tra i singhiozzi:
“Ma come cazzo faranno a scriverlo sui libri di storia ahh ahh ahh!!!! Io mi domando come cazzo faranno ahh ahha ahh!!!! Basta cazzo sto scoppiando ahhh ahha hh… non ce la faccio più ahhh ahhh ahhh”
“Non lo so come faranno, proprio non lo so, ma dovranno farlo e ci sarà da ridere ahh ahha ahhh, immaginati la scena, gia me le vedo le aule di scuola coi ragazzi che si rotolano per terra dalle risate ihh ihhh ihhh!!!”
“Siiiihhh e pensa ai professori!!!”
“Gia ahhh ahhh ahhh, i professori poveracci ahhh ahh ahhh!!!”
“Ma ti immagini quando invece lo diranno ai TG ahh ahhhaahhh, te la vedi la Bianca Berlinguer ahh ahha ahhh, sempre tutta seria e impettita ahhh ahhh ahhh E Mentana!!! Ahhh ahhh ahhh, come cazzo faranno a raccontarlo!!! Ahh ahhh ahhh”
E giù a ridere, ridere, ridere ancora di più.
Trovata alla fine un po’ di calma, si accorsero che intorno a loro s’era formato un capannello di gente che li guardava divertita e rideva contagiata dalle loro irresistibili risate.
“Ohhhh Dio… Dio… che ridere, ahhh credevo di morire dalle risate a ripensarci… Ti giuro erano anni che non mi capitava di ridere così tanto! Antonio sei un genio!
Devo riconoscerlo sei UN GENIO!!!
Ma quali Brigate Rosse!!! Ma quale Prima Linea!!! Ma quali gruppi combattenti!!! Questa è roba vecchia che non serve più a niente, superata! Finita! Medio evo! Anzi che dico, è giurassico!
Il futuro della protesta popolare l’ha scritto Antonio! E lo ripeto: Antonio sei UN GRANDE!!! E dire grande è dire poco!”
“Che dire Marco…, grazie.”
“Prego amico mio, prego, non c’è di che…”
eh eh eh.. sono curioso di vedere dove vai a parare con l'elicottero..
RispondiEliminaTi do tempo massimo tre capitoli per finire !!
Scherzo, prenditi tutta la calma per andare avanti con il racconto che mi intriga molto, anche perchè i due protagonisti hanno molto in comune con qualcuno di noi..
;-)))
Ahhhh ahhhhh ahhhh....
EliminaMi sta piacendo talmente il tuo racconto che temo il finale... perchè se hai davvero un'idea rivoluzionaria , allora l'avresti messa in atto , no ? Ma non mi rispondere , magari c'è un colpo di scena e non voglio rovinare la suspance :-)))))))
RispondiElimina;-)
Eliminadai dai ....... speriamo in una rivoluzione !!!!!!
RispondiEliminaLa storia si sta facendo piu` ingarbugliata, e la suspance, sempre piu` forte.... chissa` che faranno per entrare nei libri di storia, sono sempre piu` curioso, ma spero che sia anche una storia a lieto fine, non vorrei che gli accadesse qualche cosa di brutto a sti due, mi ci sto affezzionando :-)))
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