Dottor Marco Rossi Fisioterapista.
Scritto su una targa in ottone
perfettamente lustrata posta sulla porta di ingresso d’una palazzina stile
liberty, il nome del fisioterapista faceva bella mostra di se. C’era anche un campanello, Antonio suonò, subito dal gracidante altoparlante del citofono una voce femminile chiese chi era, lui si presentò, disse d’avere un appuntamento e la serratura scattò.
Una volta dentro, l’assistente del dottore lo fece subito passare.
Il dottor Rossi era stato consigliato ad Antonio da un comune amico che ne aveva decantato le doti, si trattava comunque di un medico dalla notevole fama, molto conosciuto ed apprezzato nell’ambiente. Il dottore era un uomo sulla sessantina, atletico e dall’aspetto giovanile, si vedeva che era uno che curava con costanza ed attenzione il suo fisico, difatti dimostrava meno della sua età e pur se i capelli erano bianchissimi, risultavano folti e curati aggiungendo così all’aspetto generale, un tono di persona pulita, sana e affidabile, insomma se cercavi un fisioterapista in gamba, questo ti dava fiducia anche solo a guardarlo. Ottima cosa.
Durante la seduta il dottore dopo una breve informativa, provvide a visitare accuratamente la caviglia di Antonio, si informò anche sull’incidente, le modalità e le cure che aveva seguito. Poi passò a massaggiare a lungo la caviglia di Antonio, cosa abbastanza dolorosa.
Dopo un po’ di tempo, superato l’aspetto puramente tecnico, e fatte le dovute previsioni sulla durata e frequenza degli incontri, i discorsi tra i due uomini presero una piega più informale, parlarono quindi di calcio, delle rispettive famiglie, di alcuni aspetti personali.
Antonio raccontò la sua situazione di felice pensionato, il dottore gli raccontò che anch’egli era in procinto di ritirarsi a riposo, parlarono poi della città, dei problemi del traffico, delle tasse, di politica insomma un po’ di tutto.
A un certo punto, dopo qualche seduta Antonio si accorse che il dottor Rossi era una di quelle rare persone che quando le incontri scatta qualcosa, capita pochissime volte, ma succede, vedi una persona, ci parli e immediatamente capisci di avere tantissime cose in comune ma non solo, hai anche l’impressione che quella persona tu l’abbia sempre conosciuta, lo vedi subito come un amico anche se l’hai appena incontrato. Sono situazioni poco frequenti, ma le grandi amicizie nascono da qui, da questi incontri casuali in cui, due persone si trovano e entrambi capiscono di avere molto in comune e molto da dirsi.
Antonio, durante queste chiaccherate cercò più volte di deviare decisamente il discorso sulla politica per capire da che parte stava, ma il dottore non sembrava particolarmente interessato all’argomento. Si certo, si lamentava dei politici corrotti un po’ come fanno tutti, ma senza particolare veemenza e senza accalorarsi, era tutto sommato molto misurato nelle parole. Antonio, un po’ per abitudine e un po’ per vedere se il dottore poteva essere un potenziale alleato per la sua battaglia personale, cercò di provocarlo entrando in argomentazioni politiche alquanto estremiste, ma niente, il dottore non abboccava, rimenva sul vago senza dare modo di capire quanto il suo evidente disagio politico fosse profondo e cosa sarebbe stato disposto a fare per cambiare le cose.
In pratica, osservando il dottore ogni qual volta i discorsi andavano sulla politica, risultava evidente dal modo di parlare, dal tono di voce, dai gesti, dagli occhi, tutto dimostrava che il malessere di Antonio era lo stesso del dottore, che entrambi pativano questa situazione, che non ne potevano più di questi politici, dei giornalisti che ti fanno vedere e parlare solo di quello che interessa alla casta, che i media tutti sono al servizio della casta, che le notizie sono pilotate, che le interviste sono taroccate, che i sondaggi sono fasulli, che gli spazi televisivi sono lottizzati, che la vergogna di questa classe politica è addirittura diventata uno spettacolo, un businness colossale, e le trasmissioni televisive a tema che nascono come funghi, i famosi talk-show dove vengono trattati questi argomenti, dove apparentemente vengono denunciate tutte le schifezze, in realtà sono puro businness perché fanno il massimo dell’audience, ma non solo, sono sopratutto la valvola di sfogo del popolo che in quelle trasmissioni televisive si riconosce e ha la sensazione di ricevere una qualche forma di giustizia, ha l’impressione di fare la rivoluzione seduto sul divano del salotto.
Il problema però era che il dottor Rossi non si sbilanciava mai, arrivava sepre solo fino ad un certo punto… non di più.
Ci furono molte altre sedute, ma anche se il rapporto professionale tra i due era sfociato in un discreto cameratismo, tanto che oramai si davano anche del tu, non c’era modo per Antonio di misurare il livello di scontento del dottor Rossi, finchè Antonio a un certo punto realizzò che il dottor Marco Rossi, gran brava persona e ottimo fisiatra, persona con la quale si poteva ipotizzare in futuro una bella amicizia, non era utile alla sua causa.
Peccato.
Comunque, oramai le sedute stavano per esaurirsi, la caviglia di Antonio era quasi a posto, e arrivò quindi l’ultimo appuntamento. Come sempre, per tutto il tempo Antonio e il dottor Rossi parlarono del più e del meno, finchè ad un certo punto Antonio chiese al dottore:
“Ma se vai in pensione, non pensi che avrai nostalgia del tuo lavoro?
“No, non credo, il lavoro non mi mancherà, piuttosto mi mancheranno le persone che ho conosciuto e che continuo tutt’ora a frequentare, so gia che una volta chiuso lo studio, poco per volta i contatti si allenteranno fino a scomparire del tutto, è fisiologica la cosa”
“Beh… si, è vero, questo è successo anche a me, il lavoro non mi è mai mancato, sono le persone che invece mi sono mancate, e un po’ mi mancano anche ora. Si… cerco di mantenere i rapporti ma è difficile, cambiano gli interessi personali ed è inutile, quando sei fuori sei fuori. Devi accettare che cambia la tua vita”
“Vero, hai ragione, ma poi io lo patirò di più perché col mio lavoro di fisioterapista sono venuto a contatto con un mare di gente, ho conosciuto persone di tutti i tipi, dal poveraccio al capitano d’industria, attori di cinema, di teatro, pure delle pornostar. Da me sono venuti politici, scrittori, giornalisti, intellettuali d’ogni spece, pure un attor comico premio Nobel, e poi ricercatori, scenziati, umanisti, filosofi, docenti universitari, insomma, è chiaro che pure se sei un fenomeno, una lussazione ti può sempre capitare no? E loro vengono da me”
Bene, avete presente il quadro comandi di una centrale nucleare, tutto pieno di bottoni, leve, indicatori d’ogni genere e tipo e video di ogni grandezza, si? E sapete che in ogniuna di queste plance di comando, quello che non manca mai sono le spie rosse d’allarme che sono sempre tre:
-allarme uno: poco grave
-allarme due: grave
-allarme tre: gravissimo o comunemente detto: allarme ROSSO.
Ecco, nella testa di Antonio, sentendo queste parole si accesero la prima, la seconda e la terza spia, il che poteva significare una sola cosa: allarme rosso! Bingo!!!
Antonio finita la seduta, salutò calorosamente il dottor Rossi, e si diresse verso casa in preda ad un’eccitazione mostruosa, letteralmente non stava più nella pelle.
Entrò in casa, andò dritto alla scrivania e prese una delle lettere, la modificò leggermente e la chiuse nella busta, poi la guardò e una scarica di adrenalina gli percorse la schiena: finalmente aveva l’indirizzo, il primo indirizzo, quello che poteva permettergli di arrivare a tutti gli altri indirizzi, quelli giusti, quelli che contano.
Ora poteva partire o fallire nell’impresa, ma almeno aveva trovato un punto di partenza.
Finalmente dopo tanto cercare e pensare e organizzare e provare aveva l’indirizzo, il primo e il più importante.
A mano, con una semplice biro, fregandosene di lasciare impronte perché la lettera comunque era firmata, compilò l’indirizzo:
Via Dei Glicini 15
Ecc. ecc.
Antonio rischiava seriamente di dire addio al suo mondo di pensionato felice, al benessere e atutto quello che si era costruito, ma il rischio più grande era il futuro di sua figlia, aveva lui il diritto di incidere così pesantemente sul futuro degli altri?
Questo atto era un’incognita perché lui non aveva la minima idea di cosa sarebbe successo in seguito.
Il dottor Rossi poteva anche denunciarlo e per lui e i suoi cari sarebbe stata la fine.
Però poi Antonio pensò che, se c’era stato un tempo in cui indossando l’eskimo egli aveva creduto di cambiare il mondo, oggi che l’eskimo aveva lasciato il posto ad abiti molto borghesi, succedeva che nel suo cuore l’eskimo aveva resistito, era ancora li a ricordargli che se uno nasce tondo non può morire quadrato, lui nonostante tutto, nonostante gli anni passati e le cose fatte e non fatte, le cose giuste e sbagliate lui era ancora il ragazzo con l’eskimo.
Se uno nasce tondo non può morire quadrato, e lui sentiva che doveva fare qualcosa.
Così tirò un lungo respiro e imbucò la lettera.
Il racconto mi ha catturato ... la suspense aumenta ... aspetto le prossime puntate!
RispondiEliminaC'è qualche cosa di autobiografico? :-))
RispondiEliminaAssolutamente no.
RispondiEliminaCiao
Spero che Antonio, a cui mi sono già affezionato, non faccia la fine dell 'Impiegato di Fabrizio de Andrè, quel tranquillo borghese che guardava al ‘68 e alla rivolta studentesca con l’invidia di chi non è più giovane nell’età e negli ideali..
RispondiEliminaMi raccomando.. nel week end devi mettere giù altri capitoli.. travaja plandrun !!
;-))
Al momento non so che fine farà... sono ancora un po' confuso...
EliminaAl
ho aspettato la seconda parte per aspettare ancora di più la terza !.........
RispondiEliminaMa solo una domanda 'sto dott Rossi è un fisioterapista o un fisiatra? ...... non che cambi qualcosa ......solo per sapere se è un collega o no ah ah ah
Aspetto !
Ma sai... io sparo un mare di cazzate... a volte poi me ne accorgo, ma il più delle volte no...;-)))
EliminaHo già capito che fino all'ultimo capitolo dovrò restare pazientemente in attesa... spero il finale sia degno di questi due capitoli , molto ben scritti e strutturati . Vai Aldo , l'eskimo che è in me fa il tifo per Antonio :-))))))
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