giovedì 3 ottobre 2013

Eko ti amo, ti odio, ti amo, ti odio....

Con questo brand ho sempre avuto un rapporto problematico. Ho avuto per le mani ben quattro chitarre Eko, due acustiche e due elettriche. Una più scarsa dell'altra.
Storia emblematica dell'industria italiana...fino alla metà degli anni cinquanta erano costruttori di fisarmoniche. Poi dall'Inghilterra, dagli USA. arrivò il vento di una musica nuova e così la Eko, cavalcando l'epoca del "beat italiano" si mise a far chitarre. Ma erano strumenti modesti e anche se oggi taluni le ricercano in ambito vintage, erano e sono delle ciofeche. E pensare che avevano in mano il mercato e potevano ben definirsi produttori a livello sicuramente europeo.
Ma, ahimè, invece di puntare alla qualità, puntarono alla fascia più bassa. Oggi, anche se si autodefiniscono "produttori", in realtà producono niente e siamo dovuti arrivare al 2013 per vedere strumenti di un qualche pregio e di produzione rigorosamente estera come questa Parlor.
Accidenti, in sessant'anni di storia avrebbero potuto diventare un nome importante nel panorama della liuteria industriale (come Martin, Gibson ecc. be' forse ho esagerato). E invece sono ricordati più per le orribili chitarre di plastica glitterata degli anni '60, che qualche vecchio nostalgico considera ancora con amore ma buone in realtà solo per essere appese al muro. Bah!....

Questa che suona il nonno qui, era anche una delle mie...lui la usa slide anche perchè non esiste concretamente altro modo di suonarla dato che l'intonazione della tastiera è del tutto aleatoria.



Questa è la prova della intrigante moderna Parlor che, a parer mio, ha un ottimo rapporto qualità/prezzo:

37 commenti:

  1. Hai ragione Max, pero` qualche strumento non era proprio malvagio, cosi` come qualche intuizione liuteristica, che in seguito fu ripresa da altri brand, tipo i manici laminati in tre o cinque strati di essenze diverse, oppure, l'attaccatura del manico in stile fender, e poi la eko e` stata una delle prime ad elettrificare le proprie acustiche. Io ho un buon ricordo di una ranger 12 tutta nera con doppio battipenna, che mi fregarono sul treno. Quelle di oggi, sono dei buoni strumenti, ma che hanno perso un po' di personalita`, assomigliando un po' troppo alla produzione Statunitense, avrebbero potuto puntare di piu` alla qualita` , senza pero` cancellare i connotati che rendono riconoscibile la propria produzione ;-)))))

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    1. Mi ricordo che avevano un modello dove, per risparmiare, non c'era catenatura incollata ma il top (laminato) era pressato a caldo a formare una bombatura, come nelle archtop. Non ricordo il nome del modello, ma faceva furore tra i ragazzini perchè aveva una forma "quasi da chitarra elettrica" con spalla mancante.

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  2. bluesguitarman643 ott 2013, 16:09:00

    La mi prima chitarra è stata una EKO, nel 1976, e per questo dovrei avere una qualche affezione ......
    In realtà era quasi insuonabile ed è un miracolo che abbia continuato (forse perché presto ne ho comprata un'altra).
    Successivamente ne ho provate un paio di altre, sempre con poca soddisfazione, eccetto per una discreta 12 corde.

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    1. L'insuonabilità era una caratteristica di molti modelli: action terrificanti, intonazion della tastiera a ca..o di cane, tastiera non di legno duro, che si scavava subito nelle prime posizioni (tanto nelle altre era impossibile andarci). Insomma davvero dei pezzi di legno per la stufa...e noi ci si accontentava perchè non c'era altro e le produzioni americane avevano costi proibitivi per gli standards di reddito italiani.

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    2. siamo sempre dei poveretti, però almeno ci si poteva riscaldare con un bel falò, alla zingara

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    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    4. Proprio per questo le adoro! Perché sembrano insuonabili, ah ah ah ma sono uno spettacolo. Tutti i tre modelli di classica e acustica che colleziono hanno il ponte modificato. Per sistemare l'acustica del primo video basta spostare il ponte (che è mobile) verso la cordiera e il gioco è fatto. Una chitarra scientifica è!

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  3. Belle queste riflessioni a voce alta, e pure divertenti perché tra i commenti giustamente positivi, aleggia un po' di diffidenza. Credo che si chiami Eko Mia, non Eko... Mah! :-)))
    Scherzi a parte ha un bel suono davvero. Armonici, sustain e suono frizzante ci sono tutti! Con le dovute proporzioni, come timbro tira vagamente a una delle mie chitarre preferite, la Martin 00-18v. A quel prezzo non è niente male davvero! (ma quanto contano le tue mani con gli artigli di freddy Krueger?...).
    Mi sembra di vedere che in questo modello hanno lasciato perdere il fast-lock, il sistema di regolazione meccanica dell'action, intuizione interessante (anche se ripresa da un brevetto Martin di fine 800!), ma non so quanto funzionale ai fini timbrici. Quella ce l'ha o no?

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    1. Non ce l'ha, e non ha nemmeno una qualche amplificazione (come negli strumenti di altissimo rango eh eh)

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    2. ...anche perché stare in quella cifra con piezo e ampli è dura! :)

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    3. walden ci sta con fishman presys e suonano meglio

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    4. ma guarda, io preferisco che non ci sia il piezo tutto sommato. La voce della chitarra è buona e un piezo al risparmio mi attira per nulla. Senza niente mi pare una chitarra che subisce meno mode ed evoluzioni tecniche delle tante diavolerie elettroniche.

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    5. hai ragione ma sai.... la moda

      http://www.musicisland.it/dettagli_prod.php?product_id=3177&marca=Walden&modello=G570ETB%20Natura%20Series

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  4. bravo Max, devi ammettere che i cinesi le chitarre le sanno fare....

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    1. La cosa che mi fa più rabbia e che gli americani sono stati capaci di tenersi la produzione migliore in casa e di saperla vendere in tutto il mondo facendosi pagare quel "di più" dovuto al marchio made in u.s.a. Na noi c'è un grandissimo artigianato ma quanto a cultura industriale stiamo a zero.

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    2. beh... veramente anche di Cultura c'è poco

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  5. bravo max, bella prova..... con il costo di quei due cassoni che stanno li dietro.... te ne compri una ventina di 'ste EKO :-)))))
    anch'io iniziai con una EKO, modello Fiesta special 1973 vinto sotto un tappo della Coca-Cola!!! ancora sta appesa al muro in casa!!

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    1. ah, bellissimo l'accento scozzese del nonnetto!

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    2. caspita, io credevo fosse barese per via delle ...e..

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    3. Brunetti? Lo conosco...ha il laboratorio qui vicino in via Paolo Ferrari.

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    4. BRUNETTI MARCO & C. sas
      Via De' Bonomini 25/31
      41100 Modena (MO)

      però lui è nato a Torino poi ha capito che a Modena si stava meglio e...via eccolo li vicino a te

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    5. Per Dario: al muro di casa è il suo posto...

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    6. per Max: confermo... forse quello di fuori ė anche meglio :-)

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    7. Io l'ho presa di seconda mano dal rigattiere per "soli" 45€ ma ne vale 70. La Super Fiesta dura un secolo pure con le corde di metallo e ho sostituito pure la plastica del ponte con due corde di basso (una mia fissa per il sustain). Ho anche quella del primo video, criticatissima si... da chi non ha mai aperto un libro di Fisica, ah ah ah e mi dispiace per l'autore del bogghe ma... il ponte si sposta e permette delle accordature scientifiche e ottave invidiabili. E si vede che non c'era la voglia di capirle. Queste chitarre hanno dei suoni invidiabili che non posson avere le altre chitarre; son quelle chicche che stanno negli album. Peccato non capirle e cercare di capire le Martin, senza esserne azionista.

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    8. Ah dimenticavo, io sono del 1974 e adoro collezionare priprio le Eko di quel periodo. La tastierra della Fiesta Special è durissimo, non si mai scavato e oggi lo rinnoverò con l'olio paglierino; sembra noce di cocco. Se è quella dovrebbe essere marrone e pesantina tipo noce. Suonala che non te ne penti.

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  6. Beh, sei un po' severo con le Eko d'annata. Io ho incominciato a suonare la chitarra con una Eko Rio Bravo 6 corde (metà anni '70) che in confronto alla Ferrarotti di mio fratello (fabbrica torinese ancora esistente) era una limousine ... si è vero hanno fatto tante porcherie di fascia economicissima, ma qualche modello azzeccato c'era: per esempio la Ranger 12 corde di quel periodo (quella di Bennato, ma anche .Jimmi Page e altri). Nella produzione attuale le varie Eko Mia di Varini mi sembrano dei prodotti interessanti e anche la Riccardo Zappa Signature.

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    1. Ferrarotti ancora esistente? Interessante...

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    2. si certo che è presente.... adesso è in mano a Roberto Ferrarotti, persona molto gentile che mi ha aiutato a decifrare la mia chitarrozza che adesso è sul catalogo internazionale Jedi

      eccola qua

      http://www.jedistar.com/jedistar_vintage_guitar_dating_f1.htm

      la trovi a metà pagina

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    3. http://www.ferrarottichitarre.it
      Pare che la produzione sia ancora fatta a Torino ... il pezzo forte della casa di Via Thures sono sempre state le chitarre classiche molto economiche e quasi indistruttibili, Ferrarotti
      padre è stato un buon liutaio, e negli anni '70 si è cimentato nella riproduzione di strumenti da concerto di Galinotti e nella costruzione di chitarre a 7 ed 8 corde, ancora visibili (o almeno lo erano fino a qualche anno fa) nello stanzino d'ingresso della piccola fabbrica.

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    4. verissimo, adesso gestisce Roberto Ferrarotti come dicevo qui sopra e una mia chitarra è su Jedi
      vedi link per Pone

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  7. La mia primissima : https://picasaweb.google.com/103658115998779578899/Gear?authkey=Gv1sRgCIGghu7oo9iPHA#5838067805485214210 l'ho ancora con me a casa di mia madre,pagata Lire 8.500 hahaha...e questa è l'altra : https://picasaweb.google.com/103658115998779578899/Gear?authkey=Gv1sRgCIGghu7oo9iPHA#5838069751069421330 anche essa è ancora con me,anche se ormai distrutta quasi rimarranno per sempre con me, che ricordi Max...

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  8. Più di 40 anni fa mio padre mi comprò una Castelfidardo, carina e che suonava bene, con la cordiera uguale a quella del nonnetto del video.
    Andò a sceglierla in fabbrica con un suo amico che suonava la chitarra e mi fece la sorpresa.
    Io ci rimasi di cacca perchè tutti i miei amici avevano la loro bella Eko e anche io volevo la Eko. Piantai il muso al povero babbo per dei giorni fino a quando uno dei miei amici mi chiese se volevo cambiare la Castelfidardo con la sua Eko... il perchè era chiaro...
    Non l'ho fatto e mi son tenuto la mia bella chitarrozza..
    ;-))

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    1. è proprio vero che alle volte si fanno delle riflessioni e poi all'improvviso si aprono orizzonti nuovi
      non è facile esprimere giudizi e di certo non mi piacerebbe fare il giudice ma aggiungo le Eko non mi sono mai piaciute e non ne ho mai avuta una

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  9. Non tutte le Eko suonano male ..ho una delle prime Fiesta special,col ponte fisso.ha un buon manico,la tastiera non si scava affatto.Quella col tendicorde in metallo suona peggio.Le prime erano costruite meglio.

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    1. Anche io, la Fiesta Special ha un suono bellissimo e il manico sembra di noce di cocco. Ho modificato pure il ponte togliendo la plastica e mettendo due corde di basso, per aumentare il sustain e la brillantezza. Pesante, l'avrò sbattuta sul ginocchio una ventina di volte e la adoro più di una acustica nuova.

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  10. Cari, ad oggi anche dopo i numerosi punti di vista è chiaro che la eko abbia avuto annate in cui si è deciso di scegliere con la tasca, e altre (vedi gli ultimi 10 anni d attività) dove secondo me il presagio della chiusura ha spinto a sceglie re col cuore. I orodotti come le unibodies degli ultimi anni sono tuttora quitatissimi e hanno segnato l'affafcio della distribuzione eko negli USA che come dite voi ha sempre dato scacco mattk giocandk/producendo in casa e chiedendo quel dollaro in più.. Insomma, una bella storia che larla di italia, made in Italy e di un periodo in cui la eko era la più grande fabbrica di Europa, che forniva legli e produceva serie per cruccianelli, meazzi, vox e molti altri che poi ci apponevano il loro logo a strumento finito. Insomma, se non si ha mai avuto tra le mani uni di qhesti strumenti, a parer mio non si può esprimere giudizio. La storia poi, oarla da sola... Saluti

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  11. Superpippo condivido pienamente. Ho recuperato una fiesta restaurata (manico avvitato con 3 viti) che ha la tastiera proprio come la descrivi tu. Spostando il ponticello si raggiunge facilmente l'intonazione...... E che gran voce!

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