Un breve ripasso: a un certo stadio dell'evoluzione dei ponti delle chitarre acustiche (intorno agli anni '60), si è passati da un tipo di ponte il cui solco per la traversina era aperto alle estremità (through saddle), ad uno dall'alloggiamento chiuso (drop in saddle).
Nel primo caso la traversina era incollata all'interno del solco; nel secondo, che rappresenta la quasi totalità dei ponti delle chitarre acustiche attuali, vi è semplicemente alloggiata. Le recenti reissue di modelli vintage hanno riportato alla produzione di ponti del primo tipo, definiti 'through', ma non tutti hanno rispettato l'accorgimento della traversina incollata.
Circa un anno fa, con Perry abbiamo cominciato a lambiccarci sulle eventuali motivazioni di natura strutturale che richiedesse l'incollaggio dell'osso che, d'altro canto, rende impossibile la pratica di abbassare l'action riducendo l'altezza dell'osso dalla base, a meno di pericolose operazioni di scollamento dell'osso a caldo.
Del resto, pur ammettendo di riuscire a rimuovere l'osso senza creare danni, assottigliarlo dalla base comporterebbe una variazione nelle 'ali' ovvero delle estremità rastremate dell'osso che non coinciderebbero più con i limiti laterali del solco. Insomma un risultato esteticamente approssimativo e non degno di strumenti di pregio.
L'unica soluzione è abbassare l'altezza dell'osso agendo sul lato superiore, badando a conservare la curvatura e l'eventuale compensazione: insomma un lavoro delicato, da affidare preferibilmente a un liutaio.
La discussione avviata da Perry sul forum di Frank Ford (http://fretsnet.ning.com/forum/topics/glued-saddles), pur tra pareri contrastati, aveva portato alla conclusione, suggerita da Paul Hostetter, che la scelta dell'osso incollato fosse prettamente da imputare ad una migliore trasmissione delle vibrazioni dalle corde al ponte e al top, per una resa sonora qualitativamente superiore.
Recentemente ho però scovato un parere altrettanto illustre di diverso indirizzo.
Jim Merrill, intervenendo nel forum di Collings (http://collingsforum.com/eve/forums/a/tpc/f/94760485/m/8450020846), afferma che i long saddle delle Martin vintage vanno necessariamente incollati all'interno del loro alloggiamento, pena il rischio del collasso del lato frontale del ponte, o anche danni ben peggiori.
Dice Merrill:
“Se state lavorando su una Martin vintage o su una chitarra costruita in modo simile con il 'through saddle' e non incollate l'osso, vi state assicurando la distruzione del ponte e, probabilmente dei danni al top, alle catene e al bridgeplate. Ho visto questo scenario innumerevoli volte (…). E' vitale comprendere che con un ponte dall'alloggiamento aperto (ai lati) e senza una massa solida costituita dall'incollaggio dell'osso, non c'è alcuna integrità strutturale del ponte. Il saddle, anche quando sagomato nelle giuste dimensioni e ben incastrato, necessita di essere incollato alla base, anteriormente e posteriormente, per prevenire il collasso dell'area frontale del ponte”.
Una dichiarazione che sembrerebbe non lasciare scampo.
Mr. Merrill precisa poi che questa necessità si applica tuttavia solo ai vecchi modelli vintage veri e propri, in quanto nella recente serie Authentic, ad esempio, Martin ha realizzato un ponte il cui solco pur avendo l'aspetto del through saddle, sarebbe una via di mezzo tra quest'ultimo e il drop in.
In questo ponte, che evidentemente è lo stesso utilizzato anche nella Vintage Series e nella Marquis, il solco aperto ai lati per alloggiare un long saddle è più profondo rispetto all'originale antico 'through saddle', in modo da garantire una maggiore massa solida traversina-ponte. L'incollaggio a questo punto sarebbe discrezionale e da intendersi come una scelta 'qualitativa' nel senso dato da Paul Hostetter nel suo intervento su frets.com.
Questo spiegherebbe come mai da quando Martin ed altri marchi come Collings, Merrill, Recording King hanno reintrodotto i ponti con i long saddle, in molti hanno notato che sulle loro chitarre non sempre questi sono incollati. Mentre altri (me compreso) non avendo trafficato più di tanto, semplicemente non riescono a stabilirlo con esattezza e suppongono che l'osso potrebbe anche essere solo incastrato molto saldamente nel solco. Il liutaio Bryan Kimsley, intervenendo in diversi forum sull'argomento, suggerisce di osservare le estremità della traversina: se sono squadrate essa sarà incollata, se arrotondate no. Ma sarà poi una regola valida universalmente?
Bell' articolo - grazie Ansgar
RispondiEliminaUn articolo che ha colmato molte mie lacune, solo in questi giorni ho avuto un problemino con l'osso del ponte della mia Sigma, risolto perfettamente dal titolare del negozio in cui l'avevo acquistata.
RispondiEliminaCiao e grazie !!
;-)
era la cosa migliore da fare, portarla in negozio, ciao gian!
EliminaEccomi qua! Bel resoconto ansgar. Le considerazioni di Jim Merrill non le conoscevo, piuttosto inquietanti! Avevo letto invece da qualche parte come riconoscere i through saddle non incollati dai bordi stondati. La mia RK ne ha proprio uno così e non è incollato. La cosa ha un senso: il solco per i veri through saddle è passante quindi non può avere gli estremi stondati, mentre il solco per i saddle incastrati viene scavato con una fresa, quindi ha gli estremi stondati. Ma in un forum ho letto di qualcuno che si è ritrovato il saddle della sua Martin incollato, anche se aveva gli estremi stondati. Il mondo è bello perché è vario ;-)
RispondiEliminainoltre io che ho smesso quasi subito di provare a estrarre la mia traversina (estremità arrotondate), non sono esattamente sicuro se sia incollata o saldissimamente incastrata.
Eliminacmq il sito martin per la om28v scrive: "Bridge Style: Vintage Belly w/ Drop-In Long Saddle". mah, al prossimo imminente cambio corde ce riprovo.
ottimo articolo, anche se io ritengo che la slelta dell‘osso lungo, sia dipesa dall fatto che la chitarra acustica sia la logica evoluzione della chitarra classica, e agli inizi le scelte tecniche si rifacevano alla storia della liuteria classica, poi con il tempo si e‘ notato che molte tecniche di lavorazione, della chitarra classica, non erano compatibili con l‘acustica, se non per altro, che gia‘ la tensione delle corde e‘ maggiore in una acustica, corde in accisio, per questo motivo si e‘ cominciato ad ovviare a questi bug tecnici, nel caso del ponte lungo, incollando l‘osso, per evitare rotture della parte superiore dell‘alloggiamento, per poi rendersi conto che, le regolazioni risultavano macchinose, e si e‘ scelto la forma che tutti conosciamo, che unisce tutte le qualita‘ dei ponti incollati, alla facilita‘ di effettuare il set up.....insomma una naturale evoluzion3 della specie :-)
RispondiEliminasono totalmente d'accordo con quello che scrivi.
Eliminainoltre trovo anch'io che quest'ultima versione del ponte through dal solco più profondo è esattamente quello che dici: un'evoluzione che non può non tener conto di quanto la soluzione drop in avesse reso 'superfluo' l'incollaggio per ottenere una stabilità strutturale.
quoto anch'io il ragionamento di mimmo.
EliminaComplimenti a ansgar per la dotta disquisizione.
rileggendomi, sembra che al mio posto abbia scritto un cerebroleso..... ma io declino ogni responsabilità.... prendetevela con il mio smartphone, sono sempre più convinto che viva di vita propria ;-))))
Eliminatranquillo, l'avevo capito che le corde in 'accisio' erano farina del tuo smartphone! ;)
EliminaAccidenti che articolo...ci vogliono studi superiori per afferrarlo bene , ma piano piano anche un ignorantone come me comincia a capire. Quello che capisco bene è invece dove passate il tempo tu e mr.Perry invece di stare qui più spesso a dare una ravvivata a 'sto blog ah ah ah Ciao "prof" :-))))))))
RispondiEliminaCi documentiamo... per ravvivare 'sto blog! ;-)
EliminaBravi...;-)
Eliminail nerdismo chitarristico è una brutta bestia! ;)
Eliminaaccidenti che lezioncina ....... bravo bravo!
RispondiElimina