domenica 24 marzo 2013

Spaghetti allo scoglio (sabbioso dell'Adriatico)


Il primo ingrediente assolutamente necessario è il pesce fresco.
Io preferisco rinunciare alla coreografica presenza di scampi, mazzancolle e gamberi che so essere, nove volte su dieci, decongelati e scegliere il più modesto pescato dell'adriatico: cozze, vongole (ma solo se siete certi che non hanno sabbia), gallinelle, qualche occhiatina, granchi.
Sono pesci più economici, perchè magari spinosetti, ma saporosi e certamente freschissimi.
Per capire quando il pesce è fresco annusatelo: deve avere il profumo del mare, leggero, fresco e delicato. Se odora troppo pesantemente o, peggio, si sente un vago sentore di ammoniaca...è una schifezza.
Se proprio le spine vi danno fastidio, a metà cottura potete sempre tirarli fuori e dargli una spinatina.

Pulire il pesce e, se ci sono molte teste e scarti, metteteli a bollire in una pentola d'acqua. Una volta filtrata, e aggiunto il sale, andrà benissimo per cuocervi gli spaghetti.
In una ampia padella si mette olio di oliva, aglio ad imbiondire appena, il pesce, i granchi tagliati a metà, le cozze, le vongole. Si sfuma con mezzo bicchiere di vino bianco. Si aggiunge qualche cucchiaio di  passata di pomodoro per fare un poco di rosso, pomodorini a pezzi e da ultimo prezzemolo tritato grossolanamente, ma tenetene un poco da parte. Non mettete il sale, ci penseranno le cozze quando si aprono. Per chi lo gradisce, aggiungere il peperoncino. Ma a me piace anche il pepe macinato sul piatto in tavola.
Gli spaghetti tenuti al dente, una volta scolati, finiscono la cottura nella padella, dove li farete saltare per insaporirli nel sughetto. E per le quantità? Fate conto che per ogni commensale ci vorrà una gallinella, una decina di cozze, il doppio di vongole, un paio di mezzi granchi. Se ne avete di più, sarà un piatto più ricco, se ne avete di meno, ciccia...si fa con quello che c'è che tanto è buono comunque.
Prima di portare in tavola spolverare con il prezzemolo tritato.


11 commenti:

  1. Esatto.. bisogna andare in pescheria o al banco del mercato del pesce e chiedere il pescato del giorno, costa di meno ed è sicuramente più fresco..
    Alla ricetta che proponi non c'è nulla da aggiungere, è perfetta, equilibrata, così, solo un buon calice di vino bianco.. e per me un pugno di grissini perchè ho la pessima abitudine di accompagnare la pasta sgranocchiando grissini.. piemontesi neh..
    Mi è già venuto un certo appetito..
    ;-))

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  2. Io li ho mangiati ieri in un posto sulla spiaggia vicino Ravenna. Erano buoni perchè c'erano buone le cozze e le vongole. Il resto era proprio solo colore (scampo e gamberone).

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  3. è uno deipiatti che mi piace di più inassoluto ..... semplice ed immediato e se il pesce è fresco ....... mmmmmmm

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  4. Vorrei raccontarvi un aneddoto sul pesce fresco. Molti anni fa, quella che sarebbe diventata mia moglie ed io, eravamo in vacanza in Gargano in uno strano campeggio sorto intorno ad una casupola dove abitava un anziano pescatore. L'uomo si alzava sempre prima dell'alba, prendeva la barca e andava a ritirare la rete che aveva steso la sera prima. I turisti del campeggio, sgamata la faccenda, quando erano più o meno le otto, lo aspettavano in spiaggia e gli compravano tutto quello che aveva preso. Ma proprio tutto, poco o tanto, povero o pregiato che fosse, in un attimo spariva.
    Noi eravamo giovani, alzarci alle sette per andare a fare la fila in spiaggia, non era nelle nostre corde. Ma una mattina riuscii a svegliarmi a tempo e andai. Avevano già comprato tutto...c'era rimasta solo una seppia, molto grossa. La presi io e tornai trionfante in tenda. Vabbè ma adesso come ce la mangiamo cruda? Eravamo in giro con una canadese piccola piccola, sapete...all' epoca eravamo un po' hippy...beh lasciamo perdere. Faccio a pezzi la seppiona per farla stare in un pentolino che avevamo al seguito. Olio ne avevo, sale pure. Mi faccio regalare dagli organizzatissimi roulottisti un po' di passata di pomodoro. Aglio: niente, prezzemolo: niente, vino: niente. La cucinammo così, con quello che avevamo.
    Non so se era perchè eravamo giovani, o se era perchè il mare del Gargano era blu cobalto o se era l'appetito o l'amore o che cosa...ma una seppia in umido così non l' ho mai più mangiata.

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    1. Le ultime che hai detto , anche non necessariamente nell'ordine ma mischiate insieme :gioventù , amore , mare blu cobalto.Sono ingredienti insostituibili , anche se soggetti ,più o meno tutti ,a deterioramento , ma danno i risultati migliori.
      Comunque la tua ricetta mi ha messo appetito...

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    2. A proposito di campeggio hippy. Spagna, io e il mio amico bassista con morose al seguito, una mattina appena sveglio sento un strano ronzio, metto fuori la testa dalla canadese e lo trovo seduto per terra che suona il tirante della sua tenda... Quella è voglia di suonare!

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    3. Ma sai i sapori del "ricordo" sono sempre più buoni, io ad esempio ricordo il sapore della Coca Cola di quando ero piccolo, e non è la stessa di oggi, ma non credo che sia stata cambiata la ricetta, è solo che quando ero piccolo la Coca Cola la bevevo una volta ogni morta di papa, mentre adesso nel frigo c'è sempre :-))

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  5. Questa è una ricetta semplice semplice ma che ti rimette in pace con il mondo, qui da me al posto degli spaghetti, usiamo i tonnarelli ( anche detti spaghetti alla chitarra), mia madre invece (che li fa a mano) usa lo stesso impasto delle tagliatelle, ma sicuramente sono un po' più pesanti :-))

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  6. Al ristorante con un mio amico e le rispettive consorti qualche anno fa si parlava del fatto che i prezzi erano alti e allora io:
    " qui sul pesce sono "taccarate" (forma dialettale per dire sono botte = costa caro)
    e il mio amico :
    " vabbè allora non lo caccio" ..........

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    1. Bhe!! le "taccarate sul pesce" non sono mai piacevoli, mo a prescindere dal pesce HEHEHEHEHEHEHE!! ;-)))

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