lunedì 4 marzo 2013

Racconto semibreve, in due puntate...

Non ho le capacità di Gian, ma da dilettante ogni tanto mi invento qualche favola, questa è una vecchia cosa che scrissi anni fa. Beh... potremmo anche fare un angolo letterario...


Domenica mattina ore 7,30 settembre, anzi quasi ottobre, l’anno… un anno da dimenticare. Guardo fuori dalla finestra, c’è un po’ di nebbia ma la giornata sarà certamente buona. Mia moglie dorme, mia figlia anche, io mi vesto in fretta al buio e senza far rumore, oggi ho il solito appuntamento con Mat.
Io e Mat appunto, per noi due la domenica mattina è un appuntamento fisso, diverso dagli altri infrasettimanali, la domenica mattina è un’altra cosa, la domenica mattina è, da sempre, dedicata alla passeggiata. Io e Mat ogni domenica mattina ci rilassiamo, qualunque sia il tempo, la stagione e l’umore, che piova, nevichi, o faccia sole, o tiri vento la domenica mattina si va a passeggio e si parla, anzi io parlo, lui normalmente ascolta e non commenta e, se lo fa, lo fa a modo suo, infondo Mat è più che altro un grande ascoltatore. Io gli parlo del lavoro, dei problemi, di mia figlia che sta crescendo e ci sta creando un sacco di problemi, ah… l’adolescenza delle ragazzine!!! Un dramma!!!
E poi gli parlo di come mi sento, di cosa vorrei e non vorrei, poi, come sempre, visto che è domenica mattina gli parlo del Toro, la mia squadra del cuore. Sinceramente non ho mai capito se Mat sia un granata come me, o piuttosto un odiato juventino, lui non s’è mai sbottonato più di tanto, ma siccome abbiamo un rispetto reciproco talmente forte e profondo che, anche se lui Mat non mi ha mai dato qualche segnale d’appartenbenza a una tifoseria piuttosto che un’altra, questo è, sinceramente, secondario. Io poi ho un sacco di amici juventini quindi… Ma, comunque c’è di più, molto di più, tra me e Mat c’è un rapporto particolarissimo, un rapporto basato sulla fiducia, Mat si fida di me e io mi fido ciecamente di lui, e non potrebbe essere diversamente, se non ci fidassimo l’uno dell’altro non potremmo stare insieme, non ci sarebbe nessun tipo di relazione, io e Mat dobbiamo per forza di cose metterci l’uno nelle mani dell’altro, senza se e senza ma, fiducia totale, assoluta, incondizionata, indiscutibile, imprescindibile. Io e Mat quando siamo insieme sappiamo perfettamente cosa pensa l’uno e cosa pensa l’altro, basta uno sguardo, un movimento, un colpo d’occhio ed è tutto chiaro, sia per me che per lui. A me basta uno sguardo e so cosa pensa Mat, cosa vuol fare, se sta bene o male, se è nervoso o tranquillo, e lo stesso è per lui. Certo ci va tempo, sono amicizie che nascono da lontano e sono state coltivate nel tempo e col tempo, ma ora, dopo averne fatte di tutti i colori insieme, io e Mat siamo praticamente un solo essere, due che però sono uno, o se preferite uno che invece sono due, è uguale, non cambia niente…
Oggi si parla di lavoro, che dovrò partire per stare lontano un mese intero, e questo è un bel problema per Mat, lui non è abituato a stare tanto tempo senza di me, senza vedermi, senza che io lo accudisca, senza che ci alleniamo insieme, senza le nostre passeggiate, e così mi accorgo che più io parlo, più lui si innervosisce, niente di chè sia chiaro, Mat è sopratutto un gran signore quindi nessuna scenata, nessun atteggiamento fuori dalle righe, però siccome io lo conosco bene, mi basta niente per capire e ho capito che lui ha capito e che la cosa non gli piace per niente…
Certo Mat è d’una nobiltà antica, e questo gli impedisce di manifastare le sue sensazioni con atteggiamenti che esulino dal formale comportamento d’un nobile signore, ma io comunque capisco.
E così parlando e discutendo, siamo arrivati al bosco, solita strada, l’avremo fatta centinaia di volte, attraverseremo il bosco fino ad arrivare sulla riva della Stura e da li proseguiremo costeggiando il fiume fin quasi a Lanzo e poi si tornerà indietro. Il sentiero nel bosco è molto ben delineato, impossibile sbagliare e poi l’avremo fatto migliaia di volte, oggi però a causa delle recenti piogge il terreno risulta un po’ scivoloso, toccherà stare attenti per evitare spiacevoli capitomboli.
Mat però oggi è strano, mi sembra più mogio del solito, non so perché ma mi da l’impressione che qualcosa lo turbi, o forse che non si senta troppo bene, sono sensazioni lontane, flebili, indefinibili ma presenti.
Lo guardo, lo ascolto e qualcosa, una voce lontana mi dice che Mat oggi non è il solito Mat, eppure passeggia bene, non da segni di stanchezza, né di qualunque tipo di difficoltà, però… però… non mi convince.
Gli do una carezza sulla testa:
“Oilà Mat, tutto OK?”
Lui gira la testa e mi guarda silenzioso, e nel suo sguardo colgo un velo di tristezza, ma forse mi sbaglio, o forse no…
Ora siamo in mezzo al bosco, a questo punto c’è una discesa abbastanza ripida ma breve, dopo saremo sulla riva del fiume, non mi preoccupo, anche questa l’avremo fatta innumerevoli volte, siamo allenati, siamo atleti, ma questa volta qualcosa non va per il verso giusto. Appena imboccata la discesa, una specie di dirupo, in un attimo, senza sapere come o perché mi ritrovo a ruzzolare per la scarpata e in un attimo sono disteso a terra in mezzo al fango.
Appena realizzo cosa è successo, mi giro verso Mathes è gli urlo incazzato come una bestia:
“Mathes, ma che cazzo fai!!! Ma porca puttana, sei diventato così vecchio che non ti reggi più in piedi!!!”

 Continua…

6 commenti:

  1. penso che sia un bellissimo racconto. aspetto la seconda parte, anche se potrei scrivere la mia personale seconda puntata. forse era proprio questo il tuo intento?

    ciao Aldo!

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  2. E no... e mica si fa così , voglio subito la seconda parte ! Bravo Aldo , ci voleva fingercooking per scoprire questo tuo lato.Ma scopriremo anche se mat è granata ? No , perchè un gobbo no , ti prego eh eh eh

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  3. Ciao Aldo !! Io sono convinto che scrivere sia come suonare, più lo si fa, più roba si mette giù, più ci si crea uno "stile", un modo di farsi riconoscere, insomma la propria firma.
    Certo non basta solo l'esercizio, ci vogliono idee, ironia, osservare tutto ciò che capita, perchè ogni intuizione può essere buona, e non bisogna andare con il freno a mano tirato con la fantasia, e perchè no, cogliere anche spunti da situazioni che possono sembrare irreali o grottesche.
    Sono convinto che ognuno di noi abbia almeno un romanzo già pronto, confezionato, solo da far scivolare sui tasti di una tastiera qwerty, ma è solo quando se ne acquista la consapevolezza che si fa.
    Il tuo racconto è molto piacevole, suggestivo e intrigante, poi io adoro le storie raccontate in prima persona, in cui in parte o totalmente ci si immedesima in un personaggio.
    Mi metto in coda con il biglietto in mano per la seconda, terza, quarta, parte fino alla fine !!
    Ciao !!
    ;-)

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  4. via via...facciamo anche l'angolo letterario...che il materiale si trova.

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  5. vabbè ....... ma la 2° a quando?????? e non ci puoi lascare così !!!

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