In apparenza abbastanza scontati i commenti sulla Istoman i nigiù oemò che suona alla grande, ma sarebbe più corretto dire che è suonata alla grande! E questo è uno dei punti deboli dei video demo. Oltre agli strumenti di ripresa spesso poco attendibili, entra prepotentemente in gioco l'abilità del suonatore, che in questo caso specifico credo meriti a pieno titolo la qualifica di "musicista" (non certo per la camicia). Quante chitarre anche mediocri suoneranno bene in mano a quest'uomo? E per contro: quanti strumenti degni di nota fanno spesso figure barbine in mano a suonatori barbini? Forse ce ne sarebbe a sufficienza per abolire i video demo... ma perchè poi togliersi il piacere di intuire dove sta la verità con le nostre orecchie e quel poco di esperienza accumulata in anni di chitarranza? E' il bello del gioco, senti qua: vero o falso?
Il secondo video è invece interessante perché sembra dimostrare la tesi di chi sostiene che in certe fabbriche cinesi che sfornano ottimi strumenti, sono riprodotte grosso modo le stesse condizioni di lavoro artigianale che avevano Martin e Gibson negli anni '30, cioè durante la Golden Era della chitarra acustica. Con tutte le conclusioni, più o meno fondate, che se ne possono trarre. Mah!...
Il signole dagli occhi a mandola è davvelo blavo , anche se molto serioso come solo gli orientali sanno esserlo.E la eastman ha fatto breccia nel mio volubile cuoricino eh eh eh ma trovare queste chitarre in italia sembra impossibile , o quanto meno arduo.Chissa se a Sarzana si potrà provarne qualcuna...sulle condizioni lavorative in cina o comunque da quelle parti , che dire : ora come ora almeno loro lavorano! E' brutto dirlo ,ma perlapeppa...
RispondiEliminaE' brutto dirlo, ma è vero. Tra l'altro leggevo che anche i lavoratori cinesi hanno ormai preso coscienza del loro ruolo e condizioni di lavoro, orari e retribuzioni non sono più quelle di vent'anni fa. Semmai, grazie alla globalizzazione, sono le nostre che regrediscono! Certo, da noi le fabbriche erano così negli anni '60, ma non mi sembra che lì si vedano condizioni di semi-schiavitù, anche perché questi sono operai specializzati e non poveri contadini buttati nelle fabbriche dormitorio che, purtroppo, esistono ancora.
EliminaL'impressione è quella di un laboratorio artigiano su scala gigante, che per noi è un controsenso. Credo che Eastman sia ben lontana dai numeri di Martin, che grazie a una buona dose di automazione, sforna circa 70.000 chitarre all'anno. D'altra parte se meno automazione garantisse più lavoro, perchè no? L'idea che una azienda debba crescere all'infinito mi sembra che ormai debba essere rivista.
ho avuto modo di provare qualche eastman da jazz ovviamente (AR 805 e AR 910) ...... sono fatte da Dio ..... legno massello scolpito ..... la mia D'Angelico è "sbiancata" .....e costa almeno 4 volte tanto
EliminaE io penso all'artigianato italiano che era il migliore del mondo ucciso e fatto a pezzi per i costi assurdi che gravano sul lavoro. Quella era la nostra formula vincente...buon cibo, bellezze storiche, turismo, artigianato....e una generazione di giovani s'è perduta in altri paesi.
EliminaCredo che la forza dei marchi dell'est, stia proprio nel fatto di usare la forza lavoro umana, piuttosto che quella delle macchine, si produce ugualmente, si garantisce uno stipendio a chi lavora, e la gente che lavora è tanta.... ora sicuramente ci saranno dei problemi legati alle retribuzioni ed alle condizioni di lavoro (anche se nel video non mi sembrano così gravose, ma questo è un video fatto ad oc), però molta gente lavorando ha la possibilità di poter vivere una vita quantomeno degna di essere vissuta, mentre qui da noi le macchine, fanno il 90% del lavoro, arricchendo solo chi vende il prodotto che le macchine, e pochissimo personale, sfornano
RispondiEliminaMi chiedo quanto questo video sia rispondente alle reali condizioni di produzioni delle chitarre. Non conosco le Eastman, se non per le notizie lette su internet, ma mi sembra poco realistico che la grossa produzione (quella degli strumenti di fascia media) sia fatta con questo livello di cura e di dettaglio. Il video mi sembra costruito ad arte in un laboratorio artigianale, simile ad un custom shop.
RispondiEliminaPoi c'è ovviamente il discorso del costo del lavoro che, anche se le condizioni di lavoro in questo video sembrano umane, di sicuro non è comparabile con quello del mondo occidentale, perchè non sono garantite tutte quelle garanzie che noi riteniamo conquiste fondamentali (maternità, ferie, orari di lavoro, mutua, pensione ...).
E' tutto giusto beppe , e te lo dice chi si è battuto nelle piazze a fianco degli operai per rivendicare i giusti diritti.Poi viene la crisi , il crollo di un sistema , i mercati che fanno e disfano i governi , le banche padrone del mondo.E il lavoro scarseggia , e ti trovi a casa , e non sai come andare avanti.E allora vai a fare qualunque cosa , senza maternità, senza ferie , con orari assurdi ,niente pensione o mutua , perchè per vivere serve lavorare.Un controsenso , le contraddizioni che il capitalismo ha creato e fatto crescere a dismisura , forse oltre i propri interessi.E non sanno più uscirne fuori , strangolati dalle connivenze e le speculazioni , una guerra totale.Continuo a credere nei principi , ma allora è arrivato il momento di tornare a batterci per il diritto primario alla sopravvivenza.
EliminaGià..."Se potessi mangiare un'idea, avrei fatto la mia rivoluzione". Così cantava Gaber tanti anni fa.
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RispondiEliminaLa pubblicità è l'anima del commercio e sapersi vendere bene vale più di un buon prodotto, in un area di mercato occidentale.
RispondiEliminaIl video della Eastman con quella piacevole musica di fondo, diciamolo, accattivante e ruffiana, in cui si vedono i lavoratori con tanto di guanti, mascherine e grembiuli a svolgere le proprie mansioni armati di sgorbie, carta abrasiva e mollette da bucato, in reparti puliti e ordinati come sale chirurgiche è l'antitesi di quello che ci viene raccontato in reportage mandati in onda sulle nostre tv a mezzanotte o giù di lì, ovvero di vecchi e sporchi capannoni senza norme di igiene e sicurezza in cui, come zombie, sottopagati operai lavorano al limite dello sfinimento..
La verità..?
Probabilmente come sempre a metà strada..
Ieri sono stato convocato dalla azienda per cui lavoro da 34 anni in una riunione in cui hanno comunicato la chiusura ufficiale della ditta il 30 giugno.
Strangolata dalla concorrenza poco trasparente e spesso scorretta del sud est asiatico, oppressa e ignorata da uno Stato avido e indifferente, la Proprietà ha deciso di chiudere. Non aveva alternative.
;-)
brutta cosa , ma comprensibile... sto valutando anche io se continuare...e non ho neanche la concorrenza asiatica , non c'è proprio lavoro !
EliminaNon credo che il filmato sia molto lontano dalla realtà. Quando ho intervistato Greg Rich e Travis Atz, designer e product manager di Recording King che ha una fabbrica simile in Cina, mi hanno detto che se vuoi esportare in America e Europa devi rispettare norme su sicurezza, orari di lavoro, stipendi e trattamento di materiali e scarti che non permettono più la produzione selvaggia. Anzi dicevano che in America ci sono grandi fabbriche in cui i lavoratori hanno condizioni peggiori dei loro operai in Cina, e si sa che gli americani sono piuttosto nazionalisti. Quello che colpisce del secondo filmato è la dimensione artigianale elevata a grande industria. Molta manodopera e assenza di macchine automatizzate. Sono condizioni che potresti vedere in un piccolo laboratorio artigiano e invece è una enorme fabbrica che produce migliaia di pezzi.
EliminaCiao Ste.. è stata una cosa straziante.. Con la Proprietà mi ero trovato qualche giorno prima per stabilire ruoli, regole e procedura e ieri i Sindacati l'hanno comunicato ai dipendenti in una assemblea..
EliminaOperai e impiegati che piangevano e si abbracciavano.. non lo dimenticherò mai..
Dopo 101 anni di lavoro chiude un'eccellenza del tessile piemontese..
Per me e gli over 50 la prospettiva è di tre anni di mobilità, ma ci sono ragazzi sotto i 30 anni con famiglia che hanno solo un anno di ammortizzatori sociali e il futuro non è così roseo..
Per fortuna i miei titolari sono dei Signori e pagheranno tutti e tutto, non danno il giro come hanno fatto tanti fregandosene del prossimo..
Io ho metabolizzato da un po' questa situazione e ho molte meno problematiche di altri colleghi..però l'amarezza è tanta..
Tieni duro Ste.. qualcosa deve pur cambiare !!
Probabilmente certe realtà produttive cinesi sono isole felici in cui per poter evadere le convenienti commesse occidentali si sono dovuti adeguare a regole e norme che salvaguardano lavoratori e ambiente, ma non è così dappertutto, lo dimostra il fatto della paurosa e pericolosa cappa di smog che incombe sulle città del polo industriale..
EliminaComunque ben ben vengano 100..1000.. 1.000.000 di Eastman se i processi produttivi rispettano le importanti e spesso dimenticate norme di sicurezza e di esportazione..
;-)
Certo, queste appaiono come isole, mentre intorno continua l'industrializzazione selvaggia. Il capitalismo d'assalto senza rispetto per uomo e ambiente che impera in un paese "comunista" è uno degli effetti di una globalizzazione folle e mentre i lavoratori cinesi fanno qualche conquista, noi dobbiamo cedere diritti fondamentali o addiritura rinunciarvi. Ormai le popolazioni sono miliardi di "numeri" senza identità da tenere in equilibrio nel bilancio del mercato. Ma per quanto ancora si potrà reggere così?
EliminaIn bocca al lupo Jan!
Ormai conosco ogni dente.. ogni gengiva.. ogni papilla della bocca di questo povero lupo che in fin dei conti è buono e non mi sgranocchia mai...
Elimina;-)))
Grazie Perry !!