domenica 17 marzo 2013

Confrontarsi arricchisce tutti!

Studiare la musica, in special modo il jazz, non ha un “fine”; ogni piccola conquista ti mette di fronte ad una voragine di ignoranza! Ergo : devi godere del percorso che ti riserva piccole scoperte ogni volta che imbracci il tuo strumento ed a questo processo non ci sarà mai fine!

Beh …… innegabilmente faticoso e sacrificante ma ……. “il musicista jazz, in letteratura, è quello che più difficilmente va incontro decadimento cognitivo su base vascolare”. Si ….. in termini percentuali,  il musicista jazz è la persona che, statisticamente, avrà  scarse probabilità di soffrire della malattia di Alzheimer ! Questo non significa che sia impossibile ma quantomeno improbabile.

La  malattia di Alzheimer è la più comune malattia degenerativa del cervello con un impatto sociale sempre più rilevante.

In questa malattia il processo degenerativo colpisce in particolare le aree cerebrali che governano memoria, linguaggio, percezione, cognizione spaziale, provocando un declino progressivo e globale delle funzioni cognitive accompagnato dal deterioramento della personalità e della vita di relazione.

Avere la capacità di allenare quotidianamente queste funzioni cognitive è di sicuro l’arma migliore per allontanare questo “fantasma” !

Il Jazz, per il musicista e non per lo spettatore, è fatto di conoscenza e correlazione, teoria e geometria, similitudini e interscambiabilità, visione ed esecuzione ……. Una vera palestra per la mente!

Nella mia pratica quotidiana, e non parlo di “suonare la chitarra”, ho la possibilità di programmare, gestire e coordinare equipe di professionisti che di volta in volta si occupa di stilare ed eseguire programmi specifici di riabilitazione psico-fisico su un “piano riabilitativo individuale” redatto e coordinato dalla massima autorità sanitaria della struttura in cui opero ….. cioè da me!

Per il nucleo “demenze” (brutta parola ma di questo parliamo) ho messo in piedi dei programmi specifici di percorsi individuali che partono dalla “fruizione passiva” ed arrivano ai “laboratori musicali”; tutto gestito secondo mie specifiche!

I risultati sono fantastici! Dove per fantastico intendo la percezione di eventi emotivi in relazione alla “musica”.

Ovviamente è importante distinguere tra: "interventi musicoterapici" con “finalità terapeutiche” nei quali per terapia si intende la strategia che “dal di dentro” facilita i processi di consapevolezza di sé, di regolazione delle emozioni e delle capacità comunicative; in questo senso il punto centrale dell’intervento è la relazione.

I termini più frequenti, come si può notare, sono sempre gli stessi: finalità, consapevolezza, emozione, capacità comunicative ……….

beh se non è Jazz questo; ditemi voi cosa è???? Ah ah ah

Un abbraccio e buona domenica

19 commenti:

  1. grazie a chi ha aggiustato il carattere ......... non c'ero riuscito;-)

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  2. Hai ragione da vendere (c'erano dubbi...?)Non ho studiato jazz ma ultimamente mi sto facendo un paiolo così per suonare in 2 gruppi contemporaneamente,accelerando i tempi di apprendimento e leggendoti ho un motivo in più per non mollare.
    Sei un grande Dot.

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    1. Grande Micky ........ e facci sentì qualcosina ;-)))

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  3. Tanto di cappello Doc per i tuoi progetti e i tuoi laboratori !! Intervenire con terapie riabilitative musicali è sicuramente un approccio che porta il paziente a gestire le proprie emozioni, la sfera dei ricordi e della comunicazione, è un percorso molto interessante..
    Sicuramente il Jazz tiene molto allenata la mente e il nostro cervello.. di pentatonica ci si può ammalare...
    ;-)))
    Ciao Roby !!

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    1. beh ...... i laboratori musicali sono solo una piccola parte dei progetti!!! ;-)
      Ultimamente si è partiti dalla fiaba di Cappuccetto Rosso ..... fruizione passiva della storia con commenti ed impressioni....... (tutto rivolto all'orientamento nel tempo e nello spazio)
      Poi si è passata alla pittura (manipolazione)
      Riordinare le sequenze dipinte cronologicamente (orientamento)
      rumori del bosco e percezioni emotive ( coscienza del sè)
      Musica di tensione e rilassamento da intercalare nei vari contesti (regolazione delle emozioni)
      Laboratorio di espressione teatrale (conoscenza dei luoghi e degli spazi)

      il top è stato vedere Cappuccetto Rosso ....... 102 anni in sedia a rotelle ...... che si divertiva come una ragazzina di 5 anni ...... fantastico!

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    2. Cappuccetto rosso 102 anni... Tieni da parte gli appunti che fra non molto qui ci sarà da fare!
      :-)))))))

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    3. non voglio essere malizioso ma .........a chi stai pensando ?? ah ah ah

      A parte gli scherzi questa è la parte "ludica" del mio lavoro ..... purtroppo non è solo questo .....
      :-((

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    4. Perry starà pensando a me? Io però preferirei di gran lunga Hansel e Gretel...quelli con la casa di marzapane, il tetto di cioccolata ecc ecc.

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    5. Hansel e Gretel è la fiaba più brutta e diseducativa mai esistita ....... a parte le briciole ........ tutto inizia con un abbandono dei pargoli da parte dei genitori .......... da psicanalisi !!!!

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  4. L'argomento mi interessa in maniera particolare, in quanto ho mia suocera che soffre della malattia di cui sopra, e reagisce solo a stimoli musicali, non ricorda neppure la strada per andare in bagno, (eppure non ho la reggia di Caserta), eppure quando suono qualche canzone dei suoi tempi.... cavolo! mi canta dietro, ora io non capisco, ma L'Alzheimer, non blocca tutte le sinapsi del cervello preposte alla memoria? allora come fa a ricordarsi il testo di "Pippo non lo sa", e non sa più usare la forchetta! e ancora, ma se viene sottoposta ad una terapia musicale, e a stimoli, che vanno a colpire il suo vissuto, c'è modo di mitigare il male, ovviamente coadiuvata da una cura farmacologica?

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    1. I farmaci aiutano ma non risolvono ...... la terapie non farmacologiche idem .... tutto è rivolto alla percezione del sè ma la patologia è di quelle a carattere progressivo ...... direi inesorabilmente progressivo! sulla quale si può incidere solo in termini di conservazione delle capacità residue puntando a far riemergere la memoria a lungo termine che è quella maggiormente conservata. La incapacità di utilizzare una posata è determina dalla perdita progressiva della coordinazione motoria che può in parte essere conservata (non recuperata) con esercizi specifici di psico-motricità!

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    2. C'è qualche esercizio specifico, che gli si può far fare anche in casa, almeno per ciò che attiene al quotidiano, l'uso delle posate ad esempio,
      o il controllo della emotività, legata a gli sbalzi di umore senza ragione alcuna?

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    3. Gli sbalzi dell'umore andrebbero controllati con terapia farmacologica. Per gli esercizi di psicomotricità e coordinazione si parte da piccoli movimenti ...... e andrebbero finalizzati secondo le condizioni attuali con interventi di collaborazione psichica e fisioterapica.

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  5. Ottimo, veramente ottimo
    avevo sentito dire che la musica di Bach migliorava le condizioni cerebrali ma la cosa mi sembrava un po' strana e priva di fondamento....

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    1. beh ..... "migliorare le condizioni cerebrali" non è da intendersi in modo canonico! ..... far emergere emozioni residue ..... questo è ....... migliorare le condizioni di base!

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  6. Gran bel post doc ,che mi ha toccato nel profondo visto che mia madre ci ha lasciato proprio per l'alzheimer , scoperto in età ancora giovane (non aveva 60 anni ) e che in una manciata di tempo se l'è portata via.Era duro vedere come ci si può dimenticare le cose più banali , i gesti di tutti i giorni ( ad esempio accendere la luce ) fino a non riconoscermi più.Leggere di chi si impegna quotidianamente in questa ( ed altre ) sfere accresce quel minimo di fiducia nel prossimo che a volte vacilla...un abbraccione :-)

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    1. Mi dispiace tanto ........ e capisco il senso di prostrazione e di inutilità che ci portiamo dentro ..... ecco perchè dicevo prima in riferimento al post ........ la parte ludica è questa ma purtroppo non è solo questo ...... so che mi capisci!
      Un abbraccio fratè

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