martedì 8 luglio 2014

Pure io ci volevo andare...



Correva il 1971, io avevo 21 anni. Uscì poco dopo Woodstock nelle sale italiane e io lo vidi per almeno una decina di volte di fila. Alcuni miei conoscenti (di famiglia assai più benestante della mia) erano addirittura andati a Bethel per seguirlo dal vivo in un avventuroso viaggio che credo sia uno dei ricordi più belli della loro vita.
Ancora oggi, dopo così tanto tempo, trovo che la scena iniziale e la scena finale (con la loro musica) siano il compendio di una intera generazione e di un'epoca.

L'inizio e la fine di un sogno, con le armonie di CSN cariche di promesse e la disperata ricerca melodica, in via di completa de-strutturazione, di Hendrix tra le macerie della fine.


8 commenti:

  1. Ricordo la sensazione di disagio e amarezza che provai alla scena finale del film. Tutta quella sintonia su pace-amore-musica, gli ornamenti da nuovi Nativi Americani, le good vibration e il ritorno alla Terra sepolti in un mare di rifiuti. Migliaia di libere cicale che si trasformano in una colonia di termiti, consumano l'evento, depredano con leggerezza e migrano altrove lasciando i resti di un passaggio totalmente inconsapevole.
    Forse anche loro -come me!- credevano che l'inno Find The Cost Of Freedom li invitasse a trovare la "costa" della Libertà e le sue spiagge dorate, e invece diceva di trovare il "prezzo" della Libertà, che evidentemente nessuno era pronto a pagare. Infatti dopo un paio di decenni, quasi tutti quei ragazzi reindossarono giacche, cravatte e tailleurs per ritornare nei ranghi della buona borghesia. A Woodstock il bellissimo sogno era già morto.

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    1. La scena finale infatti mi piacque da subito per la sua cruda aderenza alla realtà e il senso di disfacimento delle cose..Ricordo che con un trio eseguivamo sempre il pezzo di Hendrix agli "student party" del sabato pomeriggio, All'epoca ero in un trio: chitarra, oggi è un bravo insegnante di chitarra jazz, io al basso e un batterista che ha poi lasciato perdere la musica suonata. Ma erano cose di ragazzi.

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  2. Io ne avevo 13 di anni , ma avrei voluto andarci anche io.....il manifesto di un epoca , nel pieno del fulgore a due passi dalla fine. Ma non sarei così drastico , la storia ha tempi lunghissimi e noi ragioniamo invece sulle nostre esistenze , importantissime ma un puntino nell'immensa pagina del tutto ( e non voglio fare il filosofo , è la natura dell'universo ).
    Per cui , le idee giuste , riviste e corrette , tornano a cicli e si confermano in secoli , magari quella che per noi sembra una sconfitta è solo un passaggio verso un mondo migliore. Certo , per uno impaziente come me è dura da mandar giù , ma ne sono convinto. Altrimenti , da ateo-materialista-umanista ,non vedrei più nessun senso nel continuare....peace&love :-))))))

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    1. Io ho dei dubbi che quell'idea fosse giusta, Ste. Anzi, secondo me non era nemmeno un'idea. Qui in Europa lo era, dove eravamo molto più politicizzati. In America mi sembrava più una sorta di lunga vacanza generazionale nobilitata da un'adesione generica al pacifismo con giro turistico tra le filosofie orientali, ma senza nessun progetto politico. I movimenti dei neri avevano un progetto politico, spinti dalla necessità di conquistare diritti concessi, ma ancora da venire, mentre a quei ragazzi bianchi con le bandane fiorate - triste da dire! - credo che spesso bastasse una canna e il pieno di benzina per arrivare al mare. Mi sa che avessero l'ingenua illusione che il sogno si sarebbe avverato da sè, in virtù del presenzialismo e di una enorme adesione generazionale, con l'alternativa neanche tanto nascosta che in ogni caso si poteva sempre rientrare nei ranghi. Insomma, mamma America ha concesso ai propri figli di consumare il loro sogno, sapendo che con le tasche vuote, prima o poi sarebbero tornati a casa. Visione amara, ma credo che in fondo sia andata così :-

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    2. l'idea di cui parlo io non è la hippie nation , o la canna libera o l'amore libero , che sono la parte creativa e giovanile del tutto , un po' come gli indiani metropolitani da noi ( che segnarono la fine del movimento , comunque....) Io parlo del sentirsi tutti uguali , nessun colore della pelle a dividere , la condivisione , la tolleranza , la solidarietà , stare insieme invece che dividere , insomma credo che hai capito. C'era nella rivoluzione francese , c'era nella rivolta di spartaco , nelle comuni , quel momento in cui ci si guarda in faccia e sopratutto dentro e si dice " cazzo , ma davvero l'uomo è così gretto ? " Quando qualcuno suona uno strumento , o canta , e trasmette emozioni talmente profonde da spaventare quasi , be in quell'attimo ci si sente parte dell'umanità. Non sono credente , ma probabilmente succede così a chi ha l'illuminazione. Tra quei ragazzi nudi nel fango c'erano spacciatori , violentatori e attaccabrighe , ne sono certo , ma a vederli si coglie l'attimo in cui si sentivano uno. Be , quello deve continuare ad accadere , fino a quando l'uomo con la clava non sarà evoluto del tutto. Ci spero. Ci credo !!!!!

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    3. Si, dici bene, è stato l'attimo in cui si sentivano uno, un sogno poetico e antichissimo, come non crederci?! Ma penso che non abbiano saputo, o voluto, investirci le energie necessarie. Per quello dico che mancava un progetto politico. Una intera generazione si era miracolosamente sintonizzata su quei valori profondi e antichi, trasversali a tante culture, e il sogno sembrava a portata di mano. Ma credo che abbiano fatto l'errore di pensare che il resto sarebbe arrivato da sè. In termini storici è stata una intuizione, l'illuminazione di un attimo. E' mancata la consapevolezza che quella luce non si sarebbe alimentata da sola.

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  3. Certo che non hanno saputo infondere le energie , e le idee , necessarie , ma daltronde agli americani metterei in mano solo una chitarra , mai i destini del mondo :DDDDDDDDD

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    1. Il fatto è che hanno in mano le migliori chitarre e pure i destini del mondo, li possino! :DDD

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