La muta del dottor Frankenstein

No, non voglio parlare di una nuova fantomatica assistente silenziosa del nostro caro scienziato pazzo!
E' che ho finalmente cambiato le ormai boccheggianti D'Addario american bronze 12-54 alla chitarra per delle nuove scintillanti Rotosound pure bronze di pari misura, corde peraltro mai provate.
Ero dunque tutto ansioso e fiducioso, nel dare gli ultimi tiraggi e le ultime strette di chiavi per intonare perfettamente lo strumento e quando ho provato a buttare giù qualche accordo, l'amara sorpresa: le corde, complessivamente, sono un mezzo disastro.
Niente da fare, anche tentando uno dei miei collaudati arpeggi in open tuning: al netto dell'inevitabile zin-zin da corde nuove, il suono è decisamante leggerino, etereo, svuotato. Devo però ammettere che i cantini sarebbero perfetti, i migliori che mi ricordi, squillanti ma con una certa corposità.  E invece le corde centrali danno delle medio-basse taglienti e senza corpo, per non parlare del mi grave, che dev'essere quasi zappato per dar segni di vita.
Invece le vecchie D'Addario fin da subito avevano un sol e un re bellissimi, sostanziosi e pungenti.
Mentre, a pensarci, le ancora precedenti Martin SP bronze eccellevano nelle ultime due corde più gravi... allora ecco l'idea: una muta frankenstein! Sarebbe perfetta, il mi cantino e il si delle Rotosound, il sol e il re D'addario e la e mi grave Martin SP, ecco la mia muta ideale. Se non fosse per il costo triplo, l'esperimento lo farei anche domani!