sabato 13 aprile 2013
Avanti e indré.
pubblicato da
perrynason
Il post di Pone con le due versioni di “Hello my friends”, mi dà l’occasione per parlare di uno degli aspetti che caratterizzano maggiormente il playing di un musicista.
Ascoltando la versione con pianoforte sono rimasto un po' spiazzato, ma non c’entrano fattori opinabili come il mixaggio o gli effetti d’ambiente e nemmeno la constatazione che dovrei suonare meglio. No, il punto è che ascoltandomi non mi riconosco. La traccia di pianoforte l’ho incisa io, con il mio piano, ma quello non sono io. Possibile? La spiegazione sta in due parole: backward e foreward.
Pone ha montato la traccia di piano sicuramente a tempo, ma dato che non abbiamo usato il metronomo e gli starter delle tracce erano dati con un casalingo “uan ciù tri for”, la sincronia non poteva essere proprio “matematica” e la mia traccia è finita un pelo in anticipo. Roba da niente, forse di qualche millisecondo. Pone non poteva certo accorgersene e va benissimo anche così, ma io che l’ho suonata sento la differenza perché al contrario del solito sembro suonare in foreward.
C’è chi suona backward e chi foreward, tradotto vuol dire che rispetto alle pulsazioni regolari del tempo c’è chi tira indietro e chi tira avanti (c’è anche chi tira a campare, ma quello è un altro discorso). Parlo di un modo di intendere il tempo musicale che dipende dalla sensibilità, dal gusto e dalla formazione del musicista e contribuisce a delinearne lo stile, che nel mio caso è una parola grossa, ma tanto per capirci.
Chi suona foreward accenta le frasi musicali in leggerissimo anticipo, morde il tempo, cioè “tira avanti”. Ne esce uno stile aggressivo e nervoso, ma a mio parere anche un po’ ansiogeno.
Al contrario chi suona backward accenta alcune note in ritardo rispetto ad altre, cioè “tira indietro”. E’ un modo di suonare rilassato, ma molto dinamico perché le frasi musicali vengono un attimo rallentate e poi rimesse a tempo, come una molla compressa che poi viene rilasciata per fare un balzo in avanti. Da lì nasce quel tipo di swing molto marcato, forse anche un po’ old style, che preferisco. Backward e foreward non hanno nulla a che vedere col battere e levare del tempo, si può tirare avanti o indietro sia rispetto al battere che al levare.
Io di solito suono in backward, tiro indietro, è il mio modo di suonare e di sentire il tempo - forse perché sono irrimediabilmente pigro... - ma in “Hello my friends” mi ritrovo a tirare avanti (e dato il risultato forse tiro pure a campare!).
Per chiarire il discorso vi propongo due pezzetti uguali di “Hello my friends”, uno preso dalla versione finale di Pone, l’altro da una versione di prova. Al di là dei diversi mixaggi, la sentite la differenza nel modo di suonare il pianoforte? Forse no, ma c’è.
Questi modi di interpretare il tempo possono caratterizzare la dinamica complessiva di un brano e si notano, ad esempio, in alcune cover che rispetto all’originale hanno quel certo “non so ché”. Ma ci sono anche dei brani che nascono con un carattere ritmico preciso e impongono di suonare tutto avanti oppure tutto indietro e lì non c’è pezza, bisogna sentirlo e adattarsi.
Backward e foreward a volte possono mettere in crisi una band. Si monta un pezzo, le note sono giuste, il ritmo anche e tutti vanno a tempo, ma non c’è tiro. Già, perché c’è chi suona backward e chi foreward e le forze si annullano: zero dinamica, niente tiro.
Voi di solito come suonate? Ci avete mai fatto caso? Avanti o indré?
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secondo me il primo pezzetto è forward e il secondo è backward. ci ho preso o ho devo fare l'equilibratura alle orecchie?
RispondiEliminaPerfetto! E' una differenza minima, ma sono contento che si senta.
Elimina;-)
Allora , tanto per cominciare neanche io mi riconosco spesso nelle tracce a montaggio finito , tanto che più di una volta ho chiesto a Max se ero davvero io a suonare.Nel bene e nel male...sull'anti e indrè , credo di suonare indrè solitamente , mi appoggio all'andamento , ed è anche un modo di asseconadare il resto della band.
RispondiEliminaPoi , dipende anche da cosa si va a suonare : qui c'era molto swing , genere che non pratico se non con gli old swing brothers , per cui l'insicurezza mi costringe ad "aspettare".Ma a volte l'ansia da prestazione traduce il tutto in fretta , ed ecco allora l'anticipo.Involontario , e quindi spesso anche sbagliato.Alla fine di tutto , resta il montaggio delle tracce , parte importante e difficile , che il reverendo assolve puntualmente e che ringrazio pubblicamente , ma non è cosa semplice e pochi decimi di secondo e il brano cambia faccia.
Inoltre l'amalgama , altra brutta bestia : il mio solo con l'elettrica nella versione B , oltre che sgraziato , mi sembra slegato dal resto del brano , mentre forse , ma dico forse , un po' nascosto tra gli altri strumenti avrebbe avuto un altro impatto. Ma sono cose che solo provando e riprovando in sala prove un gruppo cementifica giorno dopo giorno , così a distanza credo sia tutto più difficile .
Suono e mixaggio sono sempre molto opinabili, entro certi limiti vanno a gusto e non per niente c'è chi va a cercare un tecnico del suono piuttosto che un altro.
EliminaAnche backward e foreward sono scelte personali, entrambe giuste se collocate nel giusto ambito, ma come dici tu spesso si suona "avanti" proprio per ansia da prestazione o per paura di non essere a tempo. Quello è un errore che facciamo spesso e andrebbe corretto esercitandosi ad ascoltare tutto l'insieme senza concentrarsi troppo sul proprio strumento.
GarageBand (il software che uso) permette di spostare una traccia con una precisione pari a un sessantaquattresimo. Non so in termini di millisecondi a quanto corrisponda- Però ci posso provare visto che ho le tracce ancora tutte aperte..così tanto per vedere l'effetto che fa.
RispondiEliminaMa no, figurati! Mica è fuori tempo, mi ha solo dato lo spunto per questo argomento che mi sembrava interessante.
EliminaGrande Perry ....... hai toccato un tasto (ops) di quelli che difficilmente vengono presi in considerazione ......
RispondiEliminaIn altri siti , in un post, avevo parlato di : Sul beat - dietro il beat (non è sconcio) ed avanti al beat .......
Questo caratterizza tantissimo ciò che si sta suonando dando una pulsazione diversa a seconda della tensione e risoluzione
Un esempio classico è Miles Davis e/o john scofield che solitamente suonano dietro al beat mentre Oscar peterson solitamente va sul o avanti al beat come joe pass ......
Sembra una cosa da niente ma la differenza è abissale
La prima volta che ne ho sentito parlare era in una intervista a Peter Erskine. Diceva che arrivati a un punto avanzato con la tecnica strumentale, la cosa più difficile è semplificare e concentrarsi sul playing in backward o foreward a seconda di chi si accompagna. Mi ha fatto venire in mente quando suonava con i Weather Report, in certi soli veloci Joe Zawinul sembrava un metronomo privo di accenti, in altri suonava talmente accentato indietro che sembrava mettesse le briglie al gruppo, ma aveva sempre un tocco unico. Davvero un grande!
EliminaSono sincero, ho ascoltato i due pezzetti ma la differenza non l'ho percepita, probabilmente è necessario un orecchio molto attento e allenato ed essere dei bravi musicisti.
RispondiEliminaMolto interessante il discorso dell'interpretazione del tempo, un concetto del modo di suonare che ignoravo.
Come suono io ? Sempre foreward, a parte quando mi perdo per strada e rimango disperatamente backward per qualche battuta, per poi recuperare e ritornare foreward..
Che disastro !!
;-))))
ma ...sinceramente non saprei, forse il secondo con quel poco di ritardo è più adatto al brano ma gli accordi diciamo che non mi piacciono molto
RispondiEliminanon ti piacciono gli accordi o i voicings?
EliminaIo son uno di quelli che tirano a campa': è già tanto se riesco ad andare a tempo, figurati se mi accorgo se sto' avanti o indietro! Invidio un po' quelli come te, che hanno un metronomo con orologio atomico nell'orecchio ...
RispondiEliminaComunque la differenza tra le due tracce la percepisco e sinceramente mi piace di più la prima, la trovo più grintosa, più tirata, mentre la seconda la sento più tradizionale, (direi più scontata, ma non vorrei sembrare offensivo).
Grazie Perry, post molto interessante.
Mica vero dai! A tempo ci vai eccome, io poi nell'orecchio ho solo un po' di cerume ogni tanto, come tutti :-)))
EliminaSuonare foreward è sicuramente più grintoso. Io preferisco l'approccio rilassato (quando ci riesco).
le mie orecchie mi dicono che: nel primo pezzo anticipi e nel secondo posticipi, (per italianizzare il concetto), sicuramente ci vuole un'orecchio allenato all'ascolto per capire le differenze, poi per uno come me che il tempo lo sentono come una catena con la palla al piede ;-) ma questo più che altro perché il 99% delle volte suono da solo, e mi concentro su altri aspetti del suono, però per suonare insieme bisogna tenerne conto anzi è la prima cosa di cui tener conto :-))
RispondiEliminaEsatto, è una differenza minima ma si sente. Anche io sento il tempo come una palla al piede, quello dell'orologio però! Sono un ritardatario cronico, sono sempre in posticipo :D
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